Il calendario
ebraico
TISHRI Settembre/Ottobre
CHESAVAN Ottobre/Novembre
KISLEV Novembre/Dicembre
TEVET Dicembre/Gennaio
SHEVAT Gennaio/Febbraio
ADAR Febbraio/MArzo
NISSAN Marzo/Aprile
IJAR Aprile/Maggio
SIVAN Maggio/Giugno
TAMMUZ Giugno/Luglio
AV Luglio/Agosto
ELUL Agosto/Settembre
Il calendario ebraico
Il calendario ebraico é sia lunare che solare.
Le festività, i mesi e le date sono stabiliti dalle fasi lunari,
mentre le stagioni sono basate sulla rivoluzione della terra
intorno al sole; poiché vi è una discrepanza di poco più di 11
giorni fra i 364 giorni dell'anno lunare e i 365 dell'anno
solare, sette volte nell' arco di 19 anni viene alternato un
anno di 13 mesi, detto Embolismico, ciò consente di far
concidere
le
festività
con
le
rispettive
stagioni.
L'anno comincia con il mese di Tishrì (metà settembre) in
quanto, in tale mese, secondo questa tradizione, è stato
creato
il
mondo.
In passato i mesi erano indicati solo con i numeri e così sono
indicati nella Torah (nel settimo mese), i nomi attualmente
in uso, di origine babilonese, furono adottati dagli ebrei al
loro ritorno a Siom dopo la cattività babilonese.
Nella settimana il giorno più importante è il Shabbath.
I Segni della Tradizione ebraica
Sefer Torah
Il Sefer Torah é un libro speciale
perché non si presenta sotto
forma di volume, ma è un grande
rotolo di pergamena contenente il
testo dei primi cinque libri della
Bibbia (Pentateuco). Il termine
Torah significa insegnamento dato
da Dio. La lettura pubblica del
Sefer Torah avviene in presenza di
almeno dieci Ebrei adulti (a tredici
anni), capitolo dopo capitolo,
settimana
dopo
settimana
nell'arco dell'intero anno; la Torah
é
divisa
in
cinquantaquattro
capitoli.
Ogni
capitolo
viene
anticipato nelle mattine del lunedì
e
del
giovedì
e
poi
letto
interamente
il
sabato.
Per
preparare il Sefer Torah si
rispettano
rigide
regole:
l'inchiostro deve essere di colore
nero, resistente al tempo ma non
indelebile, per potere apportare
eventuali correzioni (asportando
l'inchiostro con una lama metallica
e pietra pomice) l'inchiostro é
preparato con una miscela di noce
di galla, gomma arabica, cristalli
di solfato di rame aceto o alcool.
Sefer Torah
Prima di iniziare a scrivere, il Sofer deve recarsi al Miqwér e
immergersi per purificarsi, poi inizia a leggere sul Tikkun (guida,
cioé il libro contenente il testo della Torah anche con i segni
vocali che però non compariranno nel Sefer (utilizzata per la
lettura pubblica in sinagoga) dopo aver ripetuto ad alta voce la
frase, la scrive. La scrittura del rotolo é disposta in colonne
verticali posta una accanto all' altra. Non si possono correggere
le consonanti che denominano il Signore, se l'errore c'è,
bisogna scartare l'intero foglio. Quando il lavoro del Sofer é
concluso, i fogli di pergamena vengono cuciti insieme
utilizzando un filo ricavato dal tendine di un piede di un animale
kashèr (idoneo, adatto); infine il foglio iniziale e quello finale
vengono fissati a due aste di legno provviste di manici che
servono per aprire e scorrere il rotolo. Un Sefer Torah molto
danneggiato e quindi inutilizzabile, va sepolto, chiuso in un
contenitore di terracotta, all'interno del cimitero ebraico.
Yad
Durante la lettura del
Sefer Torah le mani non
debbono mai giungere
a
contatto
con
la
pergamena, per tenere
il segno si usa lo Yad,
una
piccola
mano
indicatrice.
Aron-ha-kodesh
Finita la lettura, la Torah
viene
rivestita
con
ornamenti
d'argento
e
stoffa preziosa e conservata
nell'armadio
consacrato
(Aron-ha-kodesh).
Shofar
Shofar (sciofar) il termine significa corno, in particolare di
ariete; è lungo una trentina di centimetri e viene suonato nelle
sinagoghe in alcune importanti occasioni religiose. Lo Shofar è
citato nella Torah ed è ricordato nella scrittura anche come
strumento di guerra. Per la sua forma è considerato simbolo
dell'atteggiamento del cuore umano che deve essere sempre
chino al cospetto del Signore, in segno di devozione sincera.
L'uomo che suona lo Shofar deve essere di grande virtù e
deve dimostrare sincera devozione.
Mezurah
Mezurah: il termine significa
"Stipite". In realtà indica una
scatolina di forma allungata
contenente un piccolo rotolo
di pergamena che reca scritti
alcuni
passi
biblici.
La
Mezurah viene affissa in
posizione obliqua sullo stipite
della porta di ingresso della
casa ebraica, alla destra di
quello che entra e anche in
sinagoga. Il significato di
questo oggetto è molto
importante
perché
rende
concreta la presenza di Dio.
Menorah
Menorah significa in ebraico "candelabro" nella tradizione
ebraica esso rappresenta il candelabro a sette bracci che si
trovava nel tempio di Gerusalemme e che è diventato il simbolo
della religione ebraica. La parola menorah si trova nella Bibbia:
"Farai anche un candelabro d'oro puro. Il candelabro sarà
lavorato a martello; il suo fusto e i suoi bracci, i suoi calici, i suoi
bulbi e le sue corolle saranno tutte di un pezzo... e ancora farai
le sette lampade del candelabro e le collocherai sopra in modo
da illuminare lo spazio davanti ad esso". Il candelabro ha un
significato simbolico collegato al numero 7 che si interpreta
come metafora del cielo e dei 7 pianeti ma anche come idea
della ciclicità della natura.
Kippah
La Kippah è un copricapo a forma di papalina che gli uomini
ebrei indossano nelle occasioni pubbliche e rituali e
obbligatoriamente nella sinagoga.
E' il capo di abbigliamento più diffuso tra gli ebrei ed è il
modo con cui un ebreo indica il proprio rispetto e il timore
nei confronti di Dio. E' solitamente di stoffa (velluto) a tinta
unita, ma può essere anche ricamato all'uncinetto con inserti
di disegni o parole.
Quando nasce un bambino, tra i tanti regolari, c'è sempre
una piccola Kippah.
Talleth
Il Talleth è uno scialle indossato
dagli uomini nella preghiera ogni
volta che si sale sul pulpito per la
lettura della Torah o per una
funzione. Lo scialle è ornato di
frange che servono a ricordare i
doveri che la legge ebraica impone
e che un ebreo è tenuto ad
osservare nella vita e nei momenti
più solenni. I fiocchi e i nodi
formano combinazioni numeriche
riconducibili al nome di Dio. E'
spesso ornato da bande nere o
azzurre, il nero in segno di lutto per
la distruzione del tempio, l'azzurro
ricorda i paramenti del sommo
sacerdote. I ragazzi ebrei usano lo
scialle grande solo a partire da 13
anni e di solito è il padre che lo
regala in occasione del Barmitzvah
(raggiungimento della maggiorità
religiosa). Viene seppellito come il
Torah e viene indossato per la
sepoltura di un ebreo.
Le Feste ebraiche
Le Feste ebraiche
L'anno ebraico è scandito da varie ricorrenze che ricordano gli
eventi succedutesi dalla creazione e che ricordano la storia
degli ebrei.
Le principali feste ebraiche sono legate alle stagioni e ad
antiche tradizioni agricole pastorali.
Il calendario ebraico comprende cinque feste maggiori di
origine biblica:
 le TRE feste "del pellegrinaggio" o "feste del raccolto" (Pesach,
Shavuot e Sukkoth) associate all'esodo dell'Egitto
 e le DUE "feste penitenziali" (Rosh HaShanan e Yom Kippur)
Peasah (Pasqua) è la festa più importante del calendario
ebraico. Si celebra tra marzo e aprile e ricorda la liberazione
dalla schiavitù egiziana.
Shavuot (pentecoste) si celebra nel periodo della mietitura,
cinquanta giorni dopo la Pasqua. Ricorda il dono delle leggi
(Torah) sul monte Sinai che trasformò gli schiavi fuggiti
dall'Egitto in un vero "popolo".
Le Feste ebraiche
Altre occasioni come il Purim sono invece feste minori e
non
hanno
una
diretta
origine
biblica.
Per le feste maggiori valgono tutti i divieti dello
Shabbat, ma è permessa la preparazione del cibo e
l'accensione del fuoco, eccetto che nello Yom Kippur.
Lo scopo di un Yom Tax, cioè di un giorno buono è
quello di gioire dei piaceri del mondo dati da Dio e di
concentrarsi della preghiera e nello studio.
Shabbath
In ebraico, i giorni della
settimana, sono chiamati primo
giorno, secondo giorno mentre
solo l'ultimo ha un nome
proprio: Shabbath (sabato),
l'ebreo consacra questo giorno
dedicandolo al Signore e al
riposo.
Il sabato ha inizio circa un po'
prima del tramonto cioè venerdì
sera e ha termine la sera dopo
quando sono visibili almeno tre
stelle.
Il venerdì sera la tavola viene
apparecchiata in modo speciale,
ci sono: due candele accese;
due Challot (pane a forma di
treccia ), del sale, un calice e del
vino.
Prima del pasto serale e del
pranzo del sabato si recita il
Kiddusho (consacrazione) e si
benedice il vino.
Quando sta per finire il sabato, sulla tavola si trova del vino, una candela accesa e un
profumo, il Besemin, che si odora per consolarsi della fine della giornata più piacevole della
settimana.
In sinagoga, il sabato viene celebrato con la lettura della Torah.
Al termine della giornata, si esegue la cerimonia dell'Havdalah, cioè della separazione tra il
sabato e gli altri giorni della settimana.
Sukkot
La festa del Sukkot inizia il
15 del mese di Tishirì
(settembre-ottobre) ed è la
"Festa delle capanne".
E' la terza e anche la più
festosa delle tre feste,
chiamate del pellegrinaggio.
Il primo simbolo di questa
festa è costituita dalla
capanna (Sukkan): un rifugio
costruito con rami e frasche
dove si passa la maggior
parte del tempo libero.
Nella Sinagoga un ruolo
importante ha anche il Lulav
cioè un rametto di palma, due
di salice e tre di mirto, che
simboleggiano la fertilità della
terra alla conclusione dei
raccolti.
Durante la preghiera il Lulav viene fatto ondeggiare in tutte le direzioni
invocando la pioggia e indicando l'universale dominio di Dio.
Durante la festa vengono anche portati in processione i rotoli della Torah.
Purim
Questa festa si celebra il 14
del mese di Adar (febbraiomarzo). La storia di Purim,
raccontata nel libro biblico di
Ester, ricorda la persecuzione
degli ebrei in Persia durante
il regno di Assuero.
Il giorno precedente la festa
si osserva il digiuno di Ester
in ricordo di quello ordinato
dalla regina agli ebrei per
invocare l'aiuto di Dio contro
i persecutori.
Questa festa si celebra con pranzi e abbondanti bevute scambi di doni e
regali ai poveri, il dolce tipico è le "orecchie di Aman" a forma triangolare. Ci
si maschera e si inscenano spettacoli poiché un così grave pericolo scacciato
(l'uccisione di tutti gli Ebrei della Persia) merita di essere ricordato con gioia
e allegria.
La celebrazione
della Pasqua
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Morì sotto Ponzio Pilato