Riflessioni sul lavoro compiuto durante il percorso formativo Marzo 2011 Daniela Robasto Sant’Ambrogio Dipartimento di scienze dell’educazione e della formazione Università’ degli studi di torino La definizione di competenza (le Boterf, 1994) Ci porta ad individuare 3 ordini di saperi: • • • 1. CONOSCENZE (Teorie, nozioni) 2. CAPACITA’ (funzioni necessarie cognitive/motorie + possibilita’ poter fruire di «buoni» esempi) 3. ABILITA’ (mettere in forma espressa ciò che si è capaci di fare) Cosa abbiamo appreso? Individuare 3 ordini di saperi ci porta a scomporre ogni competenza in 3 fasi Inoltre tale scomposizione ci porta a capire che alcune volte parliamo di competenze in termini impropri… CONOSCENZE + CAPACITA’ + ABILITA’ = COMPETENZA Non facile… • • I tre ingredienti devono essere affrontati in termini OPERATIVI e non in termini GENERICI DIFFICOLTA’ (tre gli ordini di scuola) di riappropriarsi di una terminologia operativa e non generica MA… Costruire modelli di certificazione delle competenze generici risulta: • poco utile, • poco oggettivo, • poco corretto nei confronti dei ragazzi/famiglie Perché farlo? Dal punto di vista sociale Parlare di competenze sociali in termini generici • • • Non ci aiuta a focalizzare bene i problemi (di ordine di conoscenze, capacità o abilità? Non ci aiuta ad individuare linee di intervento operative (cosa devo insegnare a questi ragazzi per comportarsi meglio? Come?) A volte non ci consente di valutare correttamente le reali competenze sociali di ragazzi (chi è veramente problematico e chi magari solo vivace?) Sforzo necessario • Lavorare per competenze «operative» ci porta ad individuare obiettivi di apprendimento «operativi» esempio - - - Conoscere le date di inizio e fine delle tre guerre mondiali Essere capace di ricondurre l’inzio/fine delle guerre mondiali a delle cause principali Essere abile nel costruire un continuum (grafico/orale) storico in cui si inseriscano guerre; avvenimenti principali; trattati etc EFFETTI SUL COLLEGIO DOCENTI… Programmare per obiettivi di apprendimento operativi richiede necessariamente di • • Mettersi d’accordo (come team docente disciplinari e trasversali) del significato da assegnare ai termini Mettersi d’accordo su quali c+c+a siano indispensabili per raggiungere un livello di uscita: Elementare/Medio/Avanzato (o Eccellente) • Mettersi d’accordo sull’adottare criteri di valutazione oggettivi e praticabili da tutti i docenti ALTRI EFFETTI Esplicitare i propri criteri di valutazione: • • • Conduce l’insegnante ad interrogarsi su propri criteri impliciti Porta l’alunno a potersi auto-valutare (importante almeno a partire dalla scuola secondaria di primo grado!) Aiuta l’insegnante nel difendere/sorreggere le proprie valutazioni sulla base di dati oggettivi Percorso lungo e di team • Programmare in termini operativi c+c+a • Organizzare moduli di lavoro c+c+a • Organizzare prove di valutazione c+c+a Inizialmente: - Potrei farlo su un paio di «macro-argomenti» per anno scolastico. - Potrei dividere i macro-argomenti con i miei colleghi al fine spartire il lavoro e con l’obiettivo di scambiarci i materiali (funzione critica costruttiva) Un nuovo percorso… - Da procedure meramente burocratiche (programmazione, modelli di certificazione etc.) a prassi utili nel proprio lavoro concreto con i ragazzi - - Da team di facciata a team di fatto Da una scuola che lavora su sistemi impliciti ad una scuola che lavora su sistemi espliciti Dubbi a distanza? Dipartimento di Scienze dell’Educazione e della Formazione Università degli Studi di Torino 011- 6703179