GLI ELFI
“Chiamano se stessi Quendi, che
significa coloro che parlano con
voci.”
Al lago Cuiviénen
“Al principio, i Figli Maggiori
d’Illúvatar erano più forti e
più grandi di quanto non
siano diventati in seguito;
non però più belli, perché,
sebbene la bellezza dei
Quendi nei giorni della loro
giovinezza fosse superiore a
ogni altra bellezza che
Illúvatar aveva chiamato
all’essere, essa non è perita,
ma vive in Occidente, e la
tristezza e la sapienza
l’hanno arricchita.”
Al lago Cuiviénen
“Presso il lago illuminato
dalle stelle di Cuiviénen,
l’Acqua del Risveglio,
essi si levarono dal
sonno d’Illúvatar e,
mentre se ne stavano
ancora silenziosi presso
Cuiviénen, i loro occhi
videro per prima cosa le
stelle del cielo. Per
questo hanno sempre
amato la luce delle stelle
e onorato Varda Elentári
sopra tutti i Valar.”
Gli Elfi
“Invece gli Elfi rimangono
fino alla fine dei giorni, e il
loro amore per la Terra e
per il mondo tutto è tanto
più unico e profondo, e
con il trascorrere degli
anni sempre più intriso di
malinconia.
Gli Elfi infatti non muoiono finché il mondo non muore, a
meno che siano uccisi o si struggano di dolore (e a entrambe
queste morti apparenti sono soggetti); né l’età ne diminuisce le
forze, sempreché non si stanchino di mille e mille secoli; e se
muoiono vengono accolti nelle Aule di Mandos in Valinor,
donde col tempo possono tornare.”
ELDAR
Gli Elfi, come dopo di loro gli Uomini, sono creati da Ilúvatar e
sono i suoi figli. Risvegliatisi tutti assieme presso il lago
Cuiviénen nella Terra di Mezzo, la storia e le ambizioni
personali causeranno poi varie divisioni fra di loro, alcune
dettate dalla curiosità e dall’amore, altre dall’odio e dalla sete di
vendetta
Essi si distinguono
principalmente in:
• CALAQUENDI (ELFI
DELLA LUCE) Che dopo
un lungo viaggio giunsero
nella Terra Beata e
dimorarono alla luce degli
Alberi dei Valar.
• MORIQUENDI (ELFI
SCURI) che mai videro la
luce degli Alberi.
MORIQUENDI
(ELFI SCURI)
AVARI
ÚMANYAR:
“Molti tuttavia rifiutarono l’invito,
“Ma vi furono in effetti
preferendo la luce delle stelle e i vasti spazi
molti Eldar che si misero in
della Terra di Mezzo al fruscio degli Alberi;
viaggio verso ovest e che
e costoro sono gli Avari, i Riluttanti, e in
però si perdettero durante
quel momento si separarono dagli Eldar per
il lungo viaggio o che
mai più rincontrarli prima che molte ere
fossero passate.”
deviarono o che
indugiarono sulle sponde
della Terra di Mezzo, e
questi furono perlopiù
della stirpe dei Teleri,
come si narra in seguito.
Essi dimorarono presso il
mare o vagarono tra i
boschi e le montagne del
mondo, anche se i loro
cuori continuarono a
essere volti all’Occidente.”
CALAQUENDI
(ELFI DELLA LUCE)
Dimorare nella Terra Beata,
insieme alle Potenze inviate su
Arda da Ilúvatar, rese questi Elfi
particolarmente saggi e in qualche
modo superiori a coloro che non
videro mai gli Alberi.
Sono soprattutto questi gli Elfi che
plasmarono la storia della Terra di
Mezzo, nonché la materia,
trasformandola, creando fra gli
oggetti più belli e potenti di tutta la
Terra di Mezzo.
Si dividevano in tre stirpi principali.
Vanya
“La più piccola e la prima a
mettersi in cammino fu guidata
da Ingwë, il signore supremo
di tutta la razza degli Elfi. Egli
entrò a Valinor e sedette ai
piedi delle Potenze, e tutti gli
Elfi ne onorano il nome; né
mai più tornò e mai più guardò
alla Terra di Mezzo. I Vanyar
erano il suo popolo; essi sono
gli Elfi Chiari, i prediletti di
Manwë e di Varda, e pochi tra
gli uomini hanno mai rivolto
loro la parola.
Noldor
“Venivano poi i
Noldor, un nome che
designa sapienza, il
popolo di Finwë.
Sono costoro gli Elfi
Profondi, gli amici di
Aulë, e sono celebrati
nei canti, perché
hanno combattuto e
faticato a lungo e
duramente nelle
antiche terre
settentrionali.”
Teleri
“La schiera più grande giunse per ultima ed è quella detta dei
Teleri: essi infatti si attardarono lungo la strada e non erano
tutti concordi nel proposito di passare dal crepuscolo alla
luce di Valinor.
Grande era il diletto che
traevano dall’acqua e coloro
che alla fine giunsero sulle
sponde occidentali erano
innamorati del mare. Nella
terra di Arda essi divennero
dunque gli Elfi del Mare, i
Falmari, poiché intonavano
musiche presso le onde che si
frangono. Ebbero due
signori, giacché grande fu il
loro numero: Elwë Singollo
(che significava Mantogrigio)
e suo fratello Olwë.
CREDITS
Tutti i testi citati provengono da
Il Silmarillion, J.R.R. Tolkien, Bompiani, 2005
Tutte le immagini provengono dal web e appartengono ai
rispettivi autori
Presentazione Power Point di Giovanna Barbieri
Elaborazione testi di Sarah Zama
www.rohirrim.it
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