PAKISTAN SERVITU’ DA DEBITO Un inviato speciale delle Nazioni Unite ha affermato che in Pakistan la tortura di chi è nelle mani della polizia è diffusa e sistematica, viene inflitta per punire, intimidire, ottenere informazioni, estorcere denaro. Quando i poliziotti si trasformano in criminali, la schiavitù può mettere radici. E quella che troviamo in Pakistan, che viene difesa in modo violento dalla polizia, è la servitù da debito. IL SISTEMA PESHGI Una famiglia ridotta alla disperazione si rivolge ad un proprietario di fornaci per la produzione di mattoni; secondo un antico sistema detto peshgi, riceverà un anticipo in denaro che le consentirà di sistemarsi in un’abitazione presso la fornace, procurarsi gli attrezzi necessari e il cibo. Intascato il pagamento anticipato, la famiglia è tenuta a lavorare per il padrone fino all’estinzione del suo debito. Ma quel debito continuerà solo ad aumentare. E poi passerà in eredità, da una generazione all’altra. LE FAMIGLIE SCHIAVE Praticamente tutte le famiglie impiegate nel settore della produzione di mattoni sono vincolate al proprietario della fornace dal debito che hanno contratto. Se il padrone sospetta che una famiglia stia organizzando la fuga, si ritiene autorizzato a tenere in ostaggio uno dei figli a garanzia del debito contratto dal padre. Se considera che una famiglia lavori in modo poco produttivo, la vende, insieme al suo debito, al proprietario di un’altra fornace. IL LAVORO MINORILE I bambini rappresentano una fetta importante della forza lavoro impiegata nella produzione di mattoni, e sono pochissimi i bambini che ricevono un’istruzione scolastica. AL PRIMO PRESIDENTE DELLA CORTE SUPREMA DEL PAKISTAN Chiediamo pane e protezione per la nostra famiglia. Siamo mattonai ridotti alla schiavitù dal debito. Siamo stati restituiti alla libertà grazie a una sentenza del tribunale. E adesso tre di noi sono stati sequestrati dai nostri padroni. I nostri figli e le nostre donne vivono nel pericolo. Ci siamo rivolti alla giustizia. Non è stata presa nessuna iniziativa. Siamo costretti a nasconderci come animali senza protezione né cibo. Abbiamo fame e paura. Per favore ci aiuti. [...] Vogliamo vivere da esseri umani. La legge non ci protegge. Questa è la lettera che un mattonaio pakistano invia alla Corte Suprema perché consideri la sua disperata situazione, lui appartiene ad una famiglia che era riuscita ad ottenere la liberazione da una fornace nella quale aveva patito orrendi soprusi, ma il dramma non era terminato. Il presidente mandò l’ordine di investigare ma la polizia lo ignorò, fu comunque questo il primo atto di una rivoluzione, la rivoluzione del 1988, che portò alla promulgazione della legge del 1992 che abolì la servitù da debito in Pakistan: oggi il sistema è illegale ma continua ad essere praticato, si calcola che riguardi venti milioni di persone.