Formazione dell’addetto al
primo soccorso aziendale
Dr. Franco Ballarè
Medico Competente
Il soccorritore e le manovre
sanitarie
Il soccorritore
 Non ha un elenco di compiti o manovre
sanitarie che può effettuare;
 Ha il compito di fare da tramite con il lavoro di
altro personale qualificato;
 Non farà mai qualcosa che vada oltre le sue
competenze, pena la commissione di
imprudenza e l’accusa di lesioni personali (art.
590 c.p.) o omicidio colposo (art.589 c,p) o
esercizio abusivo di professione (art.348 c.p.)
Il ruolo dell’ incaricato di
primo soccorso
Oltre ad essere formato, l’incaricato deve:
 Collaborare alla formazione del piano di
emergenza;
 Coordinare l’attuazione delle misure previste;
 Predisporre i numeri telefonici d’emergenza;
 Tenere un registro del materiale sanitario;
 Effettuare le manovre di soccorso di sua
competenza.
Le norme comportamentali
Nelle situazioni di emergenza sanitaria è
importante avere delle conoscenze,per se
elementari,del primo soccorso.
Per
quanto
riguarda
le
norme
comportamentali, si può cosi schematizzare:
• Che cosa fare
• Che cosa non fare
Che cosa fare
 Allontanare i curiosi dalla vittima
 Mantenersi calmi ed agire con tranquillità
 Esaminare l’infortunato badando alle
difficoltà o assenza di respiro, allo stato
di coscienza, alla presenza di emoraggie
 Esaminare il luogo per evidenziare
eventuali pericoli
Cosa non fare
 Non spostare l’infortunato,salvo necessità
 Non mettere seduta la persona incosciente
 Non somministrare bevande alla vittima se
incosciente
 Non ricomporre fratture e lussazioni
 Non toccare le ustioni o rompere le bolle
 Non togliere corpi estranei che siano penetrati in
profondità nell’occhio o che abbiano determinato
emorragie in qualsiasi parte del corpo.
Le prime fasi del soccorso
Comprendono:
• la valutazione del paziente;
• La sequenza degli interventi (protocolli d’intervento).
La valutazione del paziente è il primo passo per affrontare
tutte le manovre di soccorso ed ha lo scopo di identificare
e correggere tutte le situazioni che minacciano la vita del
paziente stesso, è condizionata inoltre dalla natura
dell’emergenza.
Nella valutazione del paziente vittima di un incidente
bisognerà sempre ricordarsi che la sua condizione è in
continua evoluzione,positiva o negativa.
Nelle prime fasi,per stabilire la priorità degli interventi, il soccorritore dovrà
individuare:
• I disturbi che minacciano la sopravvivenza
• Le patologia che non rappresentano un problema di immediata urgenza.
L’intervento prioritario del soccorritore andrà indirizzato,quindi, nei confronti
degli organi ed apparati definiti vitali e delle loro rispettive funzioni.
Questi organi sono:
• Il sistema nervoso
• L’apparato respiratorio
• L’apparato cardiocircolatorio
Le rispettive funzioni vitali sono:
• Lo stato di coscienza
• La respirazione
• La circolazione
Dopo aver osservato la situazione e la posizione in cui
si trova la vittima, il soccorritore valuterà lo stato di
coscienza, cioè se la vittima risponde o meno alle
domande o agli stimoli.
“ La coscienza è la consapevolezza di se stessi e
dell’ambiente che ci circonda”
Tale stato può alterarsi in numerose situazioni come:
• Traumi e malattie cerebrali
• Carente irrorazione sanguigna al cervello
• intossicazioni
La coscienza è alterata :
 In maniera lieve:
- nei disturbi dell’attenzione(da stanchezza)
- nell’apatia(per problemi psicologici)
 In maniera grave,con uno dei seguenti sintomi:
- sonnolenza,risvegli dopo stimoli forti e successiva
ricaduta nel sonno
- sopore,quando la persona non risponde anche
dopo forti stimoli
- coma
Il coma è caratterizzato da:




Perdita della coscienza
Scomparsa di tutti i riflessi
Perdita di tutte le reazioni al dolore
Emissione involontaria di feci ed urine
La valutazione dello stato di coscienza viene effettuata
chiamando il paziente e chiedendo “come va?”. Se il
paziente non risponde anche solo con l’apertura degli occhi,
lo si toccherà sulle spalle con lieve scuotimento,si
pizzicherà su un braccio o su una spalla,si stringerà la
radice del naso.
Può essere utile osservare il colorito della pelle, normalmente
roseo,che può assumere una tonalità pallida o bluastra, e
misurare la temperatura corporea.
Infine si potrò osservare la risposta della pupilla allo stimolo
luminoso.
Normalmente si restringe alla luce (miosi) e si allarga al buio
(midriasi).
Se la vittima non risponde ci troviamo di fronte ad un soggetto
incosciente pertanto verrò adottato un protocollo ben
definito.
Le manovre possono essere
riassunte nel seguente modo:
 A= airway (vie aeree), e cioè assicurare la
pervietà delle vie aeree
 B= breathing (respiro), e cioè aiutare il
soggetto a respirare
 C=circulation(circolazione), e cioè assicurare
la circolazione corporea del sangue
(massaggio cardiaco)
Per ottenere l’apertura delle vie aeree bisogna:
- Sistemare
la
vittima
in
posizione
supina,senza alcun oggetto sotto il capo
- Posizionare il palmo di una mano a piatto
sulla
fronte
della
vittima,
facendo
iperestendere il capo
- Sollevare il mento con le dita dell’altra mano.
Nel soggetto, vittima di un traumatismo,
l’apertura della bocca dovrà ottenersi con la
seguente manovra:
- posizionarsi dietro la vittima
- afferrare con le dita lunghe di entrambe le mani
la mandibola davanti ai lobi auricolari
- spingere la mandibola in alto e in avanti
Nell’ostruzione da corpi
estranei può risultare utile
anche la manovra di Heimlich:
 Porsi dietro la vittima mettendo una mano chiusa a pugno
sulla parte superiore dell’addome del paziente, tra
l’ombelico ed il processo xifoideo, e con l’altra afferrando il
pugno e tirando verso di se.
La respirazione
Successivamente al controllo della pervietà
delle vie aeree si passa al controllo della
presenza e dell’efficacia della respirazione
spontanea.
 In questo caso si possono avere 2 situazioni:
 Respiro assente
 Respiro presente
La respirazione
 Serve all’organismo per approvvigionarsi di
ossigeno ed eliminare anidride carbonica
 Normalmente si effettua a bocca chiusa,
attraverso il naso; è silenziosa, regolare e
non richiede sforzi
 Ha una frequenza di 14-20 atti al minuto
Le alterazioni della
respirazione sono:
 Alterazioni della frequenza:
- tachipnea (respirazione accelerata) provocata da
sforzi fisici, febbre, etc.
- bradipnea (respirazione rallentata) che si ha nel
sonno e nelle affezioni cerebrali
 Alterazioni del ritmo e della profondità:
- superficiale ed accelerata nelle fratture toraciche
- profonda e lenta dopo l’ingestione di sonniferi
Inspirazione ed espirazione
La presenza dell’attività respiratoria si verifica:
- appoggiando una mano sul torace
- appoggiando un vetro o uno specchio sulla bocca
Nella valutazione della respirazione il soccorritore dovrà:
- mettersi a lato della vittima
- appoggiare un orecchio alla bocca della vittima e guardare
il suo torace
- valutare la presenza di rumori respiratori e osservare il
movimento di torace ed addome
Il polso
E’ una dilatazione dell’arteria che si rigonfia
momentaneamente
al
passaggio
dell’onda
sanguigna, dovuta alla contrazione cardiaca.
Una volta percepito il polso, si contano le
pulsazioni (o battiti) per 15 secondi e poi si
moltiplica per 4. In presenza di polso irregolare il
controllo va prolungato per un minuto intero.
La frequenza è data dal numero di pulsazioni in un
minuto.
Normalmente in un adulto le pulsazioni sono 70-80
al minuto.
Le alterazioni della frequenza
cardiaca sono:
 Tachicardia (frequenza maggiore di 120
battiti al minuto), che può essere causata da
sforzi
 Bradicardia (frequenza minore di 50 battiti al
minuto), che può essere fisiologica negli
atleti.
Le alterazioni del ritmo (sequenza irregolare)
sono dovute a patologia cardiache.
La posizione laterale di
sicurezza
- Flettere la gamba dalla parte del soccorritore
- Posizionare la mano dell’infortunato sotto il gluteo
dello stesso lato
- Ruotare lentamente sul fianco l’infortunati, dalla
parte del soccorritore
- Infine estendere il capo all’indietro, con il viso al
pavimento e mettere l’altra mano sotto la guancia.
Nei pazienti coscienti, vittime di incidenti, andrà
valutato l’effettivo grado della coscienza, la
funzione respiratoria (colorito delle mucose,
frequenza e tipo di atti respiratori) e l’efficacia della
circolazione sanguigna (frequenza e ritmo
cardiaco, colorito di cute e mucose).
Le alterazione delle funzioni vitali comprendono:
- lo stato di incoscienza
- l’insufficienza respiratoria
- l’arresto cardio-respiratorio
Lo stato di coscienza è una funzione sensibilissima
e può alterarsi alla minima riduzione dell’apporto di
ossigeno.
L’arresto cardiorespiratorio
Nella ventilazione bocca a bocca il soccorritore
dovrà:
 Porsi a lato del paziente, stringere il suo naso,
iperestendere il capo e con l’altra mano completare
l’operazione sul mento,aprendo la bocca;
 Inspirare e porre le labbra intorno alla bocca della
vittima e insufflare con decisione per due secondi
ed osservare se il torace si muove.
 In questo caso è necessario ripetere la manovra
10-12 volte al minuto.
L’arresto cardiorespiratorio
Dopo aver assunto
soccorritore dovrà:
una
corretta
posizione
il
- porre una mano sul punto di compressione
appoggiando la parte del palmo vicino al polso e
tenendo sollevato il resto
- appoggiare l’altra mano sul dorso della prima
- comprimere il torace della vittime appoggiandosi sopra
e trasmettendo il peso del proprio corpo tramite le
braccia rigide.
- La compressione deve determinare l’abbassamento
dello sterno di almeno 4-5 cm,altrimenti è inefficace.
Gli interventi specifici di
primo soccorso
Anche nel primo soccorso è opportuno saper
riconoscere e distinguere i casi di
emergenza da quelli di urgenza.
- l’emergenza è una patologia che pone il
soggetto in imminente pericolo di vita
- l’urgenza è una patologia che non pone il
soggetto in imminente pericolo di vita
Si considerano emergenze:







Lo shock
Il coma
L’infarto
L’insufficienza respiratoria
La folgorazione
Le emorragie gravi
Le ustioni estese
Si considerano urgenze poco differibili:




Il colpo di calore
Le emorragie contenibili
Le ferite profonde
Le fratture al bacino e della colonna
Si considerano urgenza relativamente differibili:




Le ferite poco profonde
Le fratture degli arti
I traumi osteomiotendinei
Le ustioni circoscritte
L’angina pectoris e l’infarto
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei paesi
industrializzati.
Le forme più comuni sono l’infarto e l’angina pectoris.
L’infarto si manifesta con un dolore toracico tipico:
-
di norma al centro del torace
di durata, in genere, superiore a 20 minuti
intenso e con irradiazioni al collo, alla mandibola, agli arti superiori e
all’addome
Il soggetto con infarto presenta in genere:
-
difficoltà respiratoria
ansia, irritabilità, angoscia, malessere generale e vomito
senso di svenimento
sudorazione fredda
Il soggetto infartuato può presentare i segni dello
shock:
-
polso frequente
pressione arteriosa bassa
sudorazione fredda
pallore
perdita di coscienza
- L’infarto può evolversi in arresto cardiaco.
- La terapia d’urgenza cambia a seconda se
nell’infarto il soggetto ha perso o meno
conoscenza.
L’angina pectoris
L’angina pectoris si presenta molto spesso in seguito ad eccessiva attività
fisica, fumo, pasti copiosi, esposizione al freddo,assunzione incongrua di
sostanze eccitanti, situazione di stress e crisi d’ansia.
I suoi sintomi sono:

dolore retrosternale che s’irradia verso:
-
uno o entrambi gli arti superiori
collo, mascella e mandibola
parte superiore della schiena e dell’addome

Nausea
Nell’angina pectoris il primo soccorso dovrà essere rivolto a:
-
Mantenere calmo il soggetto
Mettere il soggetto in posizione di riposo
Informarsi se il soggetto ha assunto farmaci del tipo nitroderivanti (es. trinitrina)
Trasportare in ospedale per le opportune terapie
Nel soggetto privo di
conoscenza si dovrà:






Slacciare le cinture e allentare gli abiti
Aprire e mantenere pervie le vie aeree
Eseguire la rianimazione cardiopolmonare
Controllare i segni vitali
Mettere il soggetto in posizione antishock
Ospedalizzare
Nel soggetto cosciente si
dovrà:
 Mantenere la vittima calma ed immobile
 Controllare i segni vitali
 Farlo adagiare in posizione semiseduta
Nel caso si dovesse verificare un arresto
cardiaco si procederà alla rianimazione
cardiopolmonare
L’angina e l’infarto sono delle emergenze.
Le intossicazioni e gli
avvelenamenti
Le intossicazioni sono patologia conseguenti ad inalazioni di gas e vapori.
I gas e i vapori possono determinare azioni irritanti immediate (anidride solforosa,
ammoniaca, alogeni, isocianati) o un’azione dannosa più lenta (ozono, gas nitrosi,
anidride carbonica, ossido di carbonio)
I gas e i vapori provocano:
-
irritazioni agli occhi, alla laringe, alla trachea, ai bronchi e ai polmoni
difficoltà respiratoria
alterazione dello stato di coscienza
cefalea
nausea e vomito
-
Il primo soccorso prevede l’allontanamento del soggetto dalla fonte tossica.
-
Andrà controllata la pervietà delle vie aeree e somministrato ossigeno da parte di
personale qualificato
-
Non andranno somministrate bevande.
I sintomi e i segni sono rappresentati da:
- ustioni alla bocca
- odori insoliti dell’alito
- difficoltà respiratoria e alterazioni del polso
- sudorazione
- pupille miotiche o midriatiche
- vomito e diarrea
- alterazioni della coscienza fino allo shock
Alcune sostanze possono provocare, al
contatto, lesioni della cute e delle mucose.Il
trattamento in questi casi prevederà:
 Allontanamento dalla sostanza
 Lavaggio della cute con soluzione
fisiologica.
Alcune sostanze molto tossiche, attraverso
la cute, possono passare nel torrente
circolatoria e determinare quadri di
alterazione del respiro e del polso, fino allo
shock.
IL COLPO DI CALORE E GLI
ASSIDERAMENTI
La
permanenza
prolungata
in
ambienti
surriscaldati può provocare patologie diverse, che
si tende oggi a riunire sotto la dizione “malattia da
calore”
Tali manifestazioni sono:
-
La sincope da calore
I crampi muscolari da calore
L’esaurimento da calore
Il colpo di calore
Segni e sintomi fondamentali
del colpo di calore







Colorito del volto rosso intenso
Elevata temperatura corporea
Scarsa o assente espressività del volto
Pelle secca e molto calda
Alterazione della respirazione
Andatura incerta
Possibile perdita di coscienza
Il trattamento ospedaliero prevederà:
- Togliere gli indumenti
- Trasportare la vittima in luogo fresco e ventilato
- Spugnarlo con acqua fredda e applicare borse di ghiaccio
sul capo
Assideramento
L’esposizione prolungata a basse temperature provoca
raffreddamento generalizzato del corpo, fino all’assideramento.
I segni e sintomi fondamentali sono:
-
Brividi e sensazione di intorpidimento
Sonnolenza e perdita della coordinazione motoria
Apatia progressiva
L’intervento di primo soccorso richiede:
-
La sostituzione degli indumenti umidi con quelli aciutti
Il trasporto dell’infortunato in ambiente caldo
Lì’eventuale trattamento dello shock
Non vanno somministrati alcolici
un
L’epilessia
E’ il cortocircuito di alcuni neuroni che
scaricano improvvisamente impulsi attivando
disordinatamente i muscoli.
Si manifesta con:
- Fase tonica (irrigidimento muscolare)
- Fase clonica
- Fase successiva o post-critica
 Nella fase tonica il corpo diventa rigido pe runa
durata non superiore a 30 secondi; può bloccarsi il
respiro e il soggetto può mordersi la lingua. Inoltre
può avere perdita di feci e urine.
 Nella fase clonica il soggetto è scosso da violenti
movimenti a scatti, per circa 1-2 minuti. Può
emettere bava dalla bocca e può diventare
cianotico
 Nella fase successiva si ha la riprese della
coscienza con vertigini e confusione
Possono residuare per parecchie ore un’emicrania
ed un lieve stato confusionale
Il trattamento d’urgenza
dell’epilessia
 Adagiare il soggetto in posizione laterale di
sicurezza
 Allentare gli abiti stretti
 Proteggere la vittima da lesioni, evitando gli urti,
ma senza frenare le convulsioni
 Mettere il soggetto a riposo dopo la fase clonica
Lo shock e lo svenimento
Le cose da non fare nello shock sono:
 muovere il paziente
 somministrare bevande
 avvicinare la vittima a sorgenti di calore
Lo shock e lo svenimento
 Le cose da fare invece sono:




Coprire il paziente in una coperta
Porre il paziente in una posizione anti-shock
Liberarlo da tutti gli indumenti che lo stringono
Controllare le sue funzioni vitali
 L’organo più sensibile allo shock è il cervello che può subire danni
irreversibili.
 I sintomi e i segni sono:






Volto, labbra e unghie pallide
Estremità fredde e sudate
Polso frequente e difficile da palpare
Ipotensione
Respirazione rapida e superficiale
Alterazione della coscienza
Lo shock
 Rappresenta una grave perturbazione
emodinamica e metabolica dell’organismo,
causata
dall’incapacità
del
sitema
circolatorio a fornire un adeguato apporto
ematico agli organi vitali per:
 diminuzione del volume ematico
 vasodilatazione
 deficit della pompa cardiaca
Lo svenimento
Nello svenimento (lipotimia) si ha una perdita non
completa della coscienza le cui cause sono:
- stress emotivi
- ambienti affollati
- stazione eretta prolungata
- forti dolori
Si utilizza lo stesso protocollo dello shock
Il soggetto diabetico
In questo tipo di soggetto si possono avere due tipi di crisi:
 Iperglicemia o coma diabetico
 Ipoglicemia
Si tratta in entrambe le situazioni di emergenze che
necessitano dell’intervento del 118
Nell’iperglicemia si avrà:
- Insorgenza graduale dei sintomi
- Secchezza della bocca e sete, dolori addominali con
vomito
- Irrequietezza e stato confusionale, cefalea e alito acetonico
- Coma con sospiri, polso rapido e debole, pelle secca e
calda
Ipoglicemia
La crisi ipoglicemica è un evento ancora più grave e i
sintomi sono:
-
insorgenza acuta della sintomatologia
emicrania e vertigini
comportamento anomalo e fame
convulsioni
polso rapido
pelle pallida e sudata
E’ sempre necessario l’intervento del medico
Le ferite
La ferita è una soluzione di continuo della cute più o meno
profonda
Maggiore è la profondità, maggiore diventa la probabilità di
interessamento di strutture nobili (vasi, nervi, ecc)
Le ferite si dividono in:
- abrasioni
- escoriazioni
- ferite da punta
- ferite da taglio
- ferite da punta e taglio
- ferite da scoppio
I pericoli delle ferite vanno
dall’infezione all’emorragia
In caso di ferite profonde si possono avere
lesioni di organi interni, gravi emorragie,
shock.
I sintomi sono:
- cute lesa
- fuoriuscita di sangue
- dolore
L’abrasione può essere provocata da una lama che, con un movimento
radente, asporta gli strati più superficiali di quest’ultima, oppure da una
caduta.
Il quadro sintomatologico è caratterizzato da dolore, striature sanguinanti
ravvicinate e parallele, cute arrossata e gonfiore.
Il trattamento prevede il lavaggio con acqua e sapone neutro e
disinfezione con acqua ossigenata
L’escoriazione è una ferita dove la cute viene lacerata a causa della sua
compressione e strofinamento tra una superficie liscia e l’osso.
La parte si presenta sporca, sanguinante, tumefatta e con perdita di
sangue.
Il trattamento è simile al precedente, con aggiunta di un tampone di garza
sulla ferita e di un cerotto a cornice sui bordi.
Le ferite da punta, da taglio o entrambe possono essere
provocate da corpi appuntiti e filiformi(da punta), da corpi
taglienti e affilati (da taglio) e da corpi affilati e con
punta(da punta e taglio)
La ferita può presentarsi di grosse dimensioni con notevole
perdita di sangue, con manifestazioni dolorose, con shock
sino alla morte
Il trattamento delle ferite prevede:
- lavaggio della zona lesa con acqua e sapone neutro
- disinfezione con acqua ossigenata a 12 volumi all’interno e
ai margini della ferita
- coprire con una garza quadrata e porre il cerotto attorno
alla garza
La terapia delle ferite e loro
gravità



Posizione antishock in caso di ferite profonde
Tamponamento della ferita con garza e se, fortemente sanguinante procedere
come per le emorragie
Se la ferita è lieve usare acqua ossigenata e tamponare
La gravità delle ferite si giudica da:



estensione
profondità
presenza di corpi estranei
Sono sempre gravi e richiedono terapia in ospedale le ferite:




Al viso
Agli orifizi naturali del corpo
Al torace
All’addome
Complicanze delle ferite




emorragie
shock
infezioni (compreso il tetano)
lesione organi interni
I sintomi delle infezioni sono:
- Rossore, calore, tumefazione
- A volte pus
- Tumefazione delle linfoghiandole (collo, ascella,
inguine)
Per emoraggia si intende la fuoriuscita di
sangue dal torrente circolatorio all’esterno
(emorragie esterne) o dall’interno (Emorragie
interne).
La gravità delle emoraggie dipende dalla
quantità di sangue perduto.
I metodi per fermare una
emorragia
 Compressione diretta sulla ferita
 Punti di compressione (arteriose)
 Lacci emostatici
Le emorragie esterne
 La compressione diretta sulla ferita è il metodo migliore e
si attua applicando un tampone di garza sterile sulla ferita,
comprimendo con forza e ponendo una fascia sopra di
essa.
 Nel caso in cui non si disponga di tamponi è opportuno
prendere in considerazione i punti di compressione a
monte di una ferita:






Temporale(emorragia superiore del viso)
Mascellare(e. inferiore del viso)
Succlavia( e. della spalla)
Ascellare (e. del braccio)
Omerale(e. avambraccio)
Poplitea (e. della gamba)
Altra metodologia per fermare un’emorragia è quella
dell’utilizzo del laccio emostatico. Questo è uno strumento
che, comprimendo il vaso sanguigno contro un piano duro,
impedisce di sanguinare.
Il laccio emostatico (o di gomma) va usato quando:
- amputazione
- schiacciamento di un arto
Esso impedisce al sangue di passare e va posto a monte
della ferita.
Il laccio di stoffa si usa in caso di emoraggie poiché lascia
passare un pò di sangue e permette una parziale
ossigenazione.
Attenzione a non togliere il laccio una volta messo.
Le emorragie interne
Sintomi dello stato di shock:






pallore estremo
cute fredda e umida
brividi, tremore
polso piccolo e frequente
respiro rapido e superficiale
agitazione e poi sonnolenza.
Il trattamento consiste in:





Mettere l’infortunato in posizione antishock
Coprirlo(non usare borse calde)
Non somministrare caffè né stimolanti per il cuore
Non somministrare alcolici
Ospedalizzazione immediata
Le emorragie esteriorizzate
In questo caso la perdita di sangue avviene all’interno del corpo con
successiva fuoriuscita all’esterno attraverso un orifizio naturale
(orecchio, naso,ecc)
L’otorragia è l’emissione di sangue dall’orecchio e può essere provocata
da traumi locali (come la rottura della membrana timpanica) a carico
dell’orecchio stesso o può derivare da un’emorragia cranica per rottura
della base cranica media.
I sintomi sono fuoriuscita di sangue dal padiglione auricolare e forte
dolore.
La terapia extraospedaliera dell’otorragia:
- porre l’infortunato in posizione laterale di sicurezza dal lato in cui
fuoriesce il sangue
- chiamare il pronto soccorso
Non usare mai cotton fiock
L’epistassi
E’ la fuoriuscita di sangue dal naso per cause:
 locali (fragilità capillare, traumi)
 generali (ipertensione)
Il trattamento extraospedaliero consiste in:
 far sedere la persona con la testa in avanti
 comprimere il naso tra le due dita
 applicare garze di acqua fredda alla radice del
naso
I corpi estranei oculari
Non strofinare mai l’occhio al fine di evitare la
penetrazione del corpo estraneo in profondità.
I sintomi di un corpo estraneo oculare sono:






Vivo bruciore oculare
Dolore
Arrossamento
Lacrimazione
Disturbi visivi
Ipersensibilità alla luce
Cosa fare e cosa non fare
 Che cosa fare:
 eventuale lavaggio oculare
 copertura di entrambi gli occhi con garze appena
appoggiate
 Che cosa non fare:




non permettere lo strofinamento
non aprire con forza le palpebre
non rimuovere le lenti a contatto
non rimuovere il corpo estraneo
Folgorazione
E’ il passaggio di corrente elettrica attraverso il
corpo umano e provoca:
 Ustioni
 Contrazione dei muscoli
 Arresto cardio-respiratorio
La gravità dei quadri è in rapporto a:
 Intensità della corrente
 Durata di esposizione del corpo
 Presenza di strutture isolanti il soggetto
Che cosa fare






interrompere il circuito elettrico
rianimare il soggetto
se è cosciente: posizione di sicurezza
valutare la gravità delle ustioni
porre garze sterili sulle lesioni
ospedalizzare
Le ustioni
Sono lesioni che interessano la pelle e ciò che è
sottostante e sono provocate da:
Sostanze chimiche
Fonti di calore
Agenti fisici (raggi solari, elettricità, fonti radioattive)
Complicanze:
 Infezioni
 shock
Ustioni: classificazioni
 I° grado (strato superficiale):rossore, gonfiore, dolenzia.
 II° grado (danno più profondo): vescicole piene di liquido
 III° grado (morte dei tessuti):necrosi
La gravità dipende da:




Profondità
Sede
Estensione
Natura dell’agente ustionante
L’intervento consiste in:
 Arrestare l’azione lesiva
 Usare acqua ed estintori in caso di abiti in fiamme
 Infilare i gunti e coprire di garze o teli sterili
Va evitato assolutamente
 Togliere indumenti
 Toccare con le mani le zone ustionate
 Applicare pomate e sostanze varie.
Primo soccorso nelle ustioni
I° grado: sono sufficienti impacchi di acqua fredda
II° grado:
• Immergere la parte in acqua fredda
• Dare da bere
• Non rompere le vescicole
• Medicare con garza sterile
• Usare tubolare di rete per mantenere areata la lesione
III° grado:
• è sempre richiesto il trattamento medico
• non togliere i vestiti
• dare da bere
• posizione anti-shock
I traumi
Si distinguono in:
- contusione
- distorsione
- lussazione
- frattura
- La contusione è la lesione delle parti cutanee e muscolari,
dovuta alla pressione o all’urto di un corpo estraneo,
senza la rottura della parete cutanea, e con la formazione
di ematomi
- La distorsione è lo scostamento articolare temporaneo
delle estremità delle ossa di una articolazione
Contusioni e distorsioni
Si manifestano con:



Dolore fisso e vivo
Gonfiore immediato
Ecchimosi o ematomi
L’intervento consiste in:


Immobilizzazione e messa a riposo dell’arto
Applicazione di ghiaccio sulla parete lesa
A seconda della gravità si distinguono, procedendo dalla meno grave alla più grave:



Distorsioni di primo grado
Distorsioni di secondo grado
Distorsioni di terzo grado
IN QUESTI CASI IL SOCCORRITORE NON DOVRA’ MAI APPLICARE CALORE O
MASSAGGIARE LA PARTE COLPITA DAL TRAUMA
Lussazione
 E’ Lo spostamento permanente delle estremità
ossee di una articolazione per rottura dei legamenti
 Un segno
anatomica.
caratteristico
è
la
deformazione
 L’arto va immobilizzato rispetto alla posizione
assunta dopo il trauma
Il soccorritore non dovrà mai cercare di ridurre la
lussazione: tale intervento verrà effettuato da
personale qualificato in ambiente specialistico
La frattura
E’ un’improvvisa interruzione della continuità
di un osso determinatasi:
• a seguito dell’urto contro un oggetto e/o un
violento trauma (frattura post-traumatica)
• senza apparenti traumi in soggetti che
presentino uno stato patologico particolare
di
indebolimento
dell’osso
(frattura
patologica)
La frattura si divide in:
 Composta (senza spostamento dei monconi)
 Scomposta (con spostamento dei monconi)
La cute può lacerarsi trasformando una
frattura chiusa in una esposta.
Si manifesta con dolore, impotenza
funzionale, limitazione del movimento,
deformità, mobilità abnorme, ematoma e
gonfiore
Nelle fratture bisogna impedire che l’infortunato venga
mosso prima dell’arrivo del personale di pronto soccorso.
Comportamento generale:
 slacciare (se possibile) cinture,calze, indumenti
 immobilizzare l’arto solo se si deve provvedere a spostare il
paziente
Ricordarsi inoltre di:
 Non forzare la parte colpita
 Non tentare di ristabilire la normale situazione dell’osso
fratturato
 Prestare particolare attenzione alle fratture esposte (sii
infettano con facilità)
Trauma cranico
Si manifesta, nelle forme gravi, con uno dei
seguenti sintomi:
- Incoscienza, sonnolenza, disorientamento
- Sangue che fuoriesce dal naso, dalla bocca
e dall’orecchio
- Paralisi di un arto del corpo
- Vomito
- Vertigine e cefalea
Traumi della colonna
I traumi della colonna possono essere provocati da cadute
dell’alto, colpi diretti e distorsioni.
Possono o meno interessare il midollo spinale
Si manifestano con dolore localizzato, impossibilità di
reggersi in piedi, rigidità e perdita della sensibilità
Che cosa fare:
•
•
•
•
•
Assicurarsi della pervietà delle vie aeree
Coprire con una coperta
Non spostare l’infortunato
Evitare ogni movimento
Non somministrare bevande
I morsi di animale e le
punture di insetto
Tra le numerose specie animali che
possono arrecare danno all’uomo con morsi
e punture vanno ricordate:
•
•
•
•
•
Le vipere
Gli imenotteri
Gli aracnidi e gli scorpionidi
I celenterati
La murena e la razza
Nel mondo esistono 3500
specie di serpenti velenosi.
In Italia ne abbiamo 4:
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•
•
•
Vipera aspis o vipera comune
Vipera berus o marasso palustre
Vipera ammodytes o vipera del corno
Vipera ursinii
• Le vipere con il morso inoculano numerose tossine.
• E’ importante stabilire se a mordere è stato un serpente velenoso o
meno.
• Il morso della vipera è riconoscibile dalla presenza di due forellini
distanziati di 1 cm
Effetti locali
Compaiono in pochi minuti e sono:
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
Dolore
Edema esteso a tutto l’arto
Necrosi in sede di morso
Chiazze emorragiche
Gli effetti sistemici compaiono entro un’ora e sono:
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

Vomito e nausea
Dolori muscolari ed articolari
Aumento della temperatura
Collasso cardiocircolatorio
La morte può avvenire entro 6-48 ore
I provvedimenti
• Sfilare anelli e bracciali, ecc
• Applicare bendaggio di compressione sul punto di
morsicatura esteso poi sia a monte che a valle della ferita
• Immobilizzare la parte colpita e mantenere il paziente
tranquillo e immobile
• Trasportare sempre il paziente in ospedale per la
somministrazione del siero antiofidico
• Nel caso in cui si disponga di siero antiofidico e si è
distanti da una struttura sanitaria di pronto soccorso, il
siero andrà somministrato con le seguenti modalitaà
• Mezza fiale intorno alla ferita, in 2-3 punti
• L’altra metà per via in tramuscolare
Le punture di insetto
Le reazioni sistemiche immediate (fenomeni
allergici anche gravi) e tardive (manifestazioni
cutanee diffuse)
I provvedimenti sono:
•
•
•
•
La raccolta delle informazioni sull’insetto
Accertarsi se il soggetto è allergico
Rimuovere l’aculeo
Impacchi con il ghiaccio
Bibliografia
 Corso di formazione per gli incaricati al
primo soccorso a cura del medico
competente – Sovraintendenza Medica
Generale dell’INAIL
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Lo stato di necessità: come sostengono all