RITROVARE IL TEMPO PER LEGGERE Il cristianesimo non è una religione del libro ma una religione della Parola. È Gesù Cristo, il Verbo venuto in questo mondo, che rivela l'uomo a se stesso e lo conduce a Dio. Eppure i libri della Bibbia occupano un posto importante nella strutturazione della persona credente. Se il libro non è mai stato assolutizzato, esso però è venerato, meditato e la sua conoscenza conferisce autorità. I libri: gioielli di una tradizione vivente ….oltre alle sacre Scritture, i cristiani, sin dai tempi più remoti, non hanno mai smesso di scrivere. La lettura spirituale, la ricerca teologica, gli studi di esegesi della Chiesa di oggi non annullano i lavori precedenti. Leggere le opere che ci vengono dal passato è accogliere una tradizione vivente, è arricchirla a nostra volta con la nostra viva partecipazione. La nostra società secolare vive, anch'essa, su questa acquisizione e continua a pensare che guardiamo il mondo "appoggiati sulle spalle di coloro che ci hanno preceduto" e beneficiando dei loro sforzi. Tutta la nostra tradizione culturale e letteraria, quella che ha maturato le nostre "umanità", vive su questi presupposti che sono direttamente ereditati dalla cultura cristiana del libro. Che cosa rimane oggi di tutto ciò? Abbiamo la stessa avidità di lettura che caratterizzava i nostri padri nella fede? E la si trovava, ancora qualche tempo fa, in chi era un appassionato della letteratura, persino negli agnostici o negli atei dichiarati, ma comunque umanisti? Forse. Sappiamo però che leggere richiede tempo ed è la principale obiezione di tutti i cristiani contemporanei. Prendere la decisione di darsi del tempo per leggere è organizzare diversamente il proprio tempo, introdurre il nuovo nella successione delle ore. Attraverso i libri, ciascuno può costruirsi diversamente dagli altri e accedere a una vita interiore autonoma con riferimenti propri, alla propria intima geografia, alla propria identità particolare. Leggere è rompere la monotonia dei giorni, è lottare contro il logorio del tempo. Prendere un libro significa immergersi in un mondo di evasione, regalarsi la gioia di arricchirsi di ciò che si scopre. Leggere è abbeverarsi a una sorgente che non si esaurisce quando le ci s'avvicina. Un libro può prendere colori nuovi secondo i momenti; porta profumi inebrianti che danno alla testa o scendono nel cuore, secondo le stagioni, al ritmo dei desideri. Il libro è un oggetto strano. Si guarda, si valuta, si manipola, si posa, si ritrova. Una frase è riletta, un passaggio familiare o oscuro è nuovamente decifrato. Il libro aspetta se il tempo manca. Ma il libro richiede anche un minimo di silenzio interiore. Un ritiro, un difendersi da ciò che importuna. La lettura attende il momento opportuno, ma impone delle condizioni particolari. Bisogna volerla, come si vuole un bene prezioso, è una scelta ma anche una ricchezza: quella dei tempi riservati… … In questi tempi riservati si rivela una parte segreta che non appartiene che a sé ma della quale si può comunicare qualcosa. Il libro è un regalo che si offre a sé stessi prima di essere un regalo che si fa con la semplicità di una gioia sorridente. Offrire a qualcun altro un libro è farlo entrare in complicità con se stesso, è fargli un cenno. La fede dell'uomo semplice è da rispettare e da tenere in considerazione, ma l'uomo semplice, per compiere bene la sua opera, deve egli stesso entrare nell'intelligenza del suo mestiere… Credere è aderire facendo omaggio a Dio della propria intelligenza. Omaggio, non sacrificio. Comprendere, confrontare, vibrare, cercare, scoprire, attraverso la lettura, è onorare Dio che è padrone di tutte le cose. Essere cristiani è un divenire che si arricchisce degli apporti altrui e che vive nella cultura di un'epoca. Attraverso il libro, ciascun cristiano può costruirsi, divenire in ultima analisi "l'istitutore" di se stesso. Ciascuno si rende conto come nella propria vita professionale non ci si possa accontentare della formazione iniziale, ciascuno trova normale perfezionarsi nelle lingue o nell'informatica e riservare del tempo alla formazione per approfondire il proprio mestiere e le proprie conoscenze. Non dovrebbe allora essere considerato normale organizzarsi per approfondire la propria fede e la propria vita cristiana in particolare dandosi tempo per una lettura regolare? Messa da parte la questione tempo, le obiezioni alla lettura dei libri sono numerose. Il desiderio di lettura, anche se vivo in molti, si presenta all'apparenza come un desiderio contrastato: "Vorrei leggere ma i libri costano troppo". "Ho vergogna di prendermi del tempo per leggere pensando a tutti quelli che vivono nella miseria". "Ho voglia di leggere tutto, m'interessa tutto, ma alla fine non so cosa scegliere". "Provo a leggere, ma non ricordo nulla, a cosa serve?". Il primo passo consiste nel fermarsi, ascoltando in verità e profondità il proprio desiderio di lettura e nel rispondervi attraverso semplici accorgimenti. Si prende facilmente appuntamento per cenare con amici, perché non dare appuntamento regolarmente a sé stessi per una mezz'ora di lettura? Cominciare con questo tempo in cui ci si ferma e perseverare con fedeltà, cambierà certamente la declinazione delle altre obiezioni, perché si sarà sperimentata la lettura stessa. La lettura è come la moltiplicazione dei pani. L'appetito non è sufficiente, bisogna ancora donare qualcosa di sé (un pane, due pesci… il proprio tempo, l'attenzione) perché il miracolo avvenga. Gregorio Magno, nel VI secolo, si meravigliava che i testi letti "crescessero" assieme allo spirito di colui che li leggeva. Bisogna augurare oggi a ciascuno la stessa meraviglia. Testo tratto dalla Lettera “ Ritrovare il tempo di leggere” Episcopato Francese, Parigi, 16 gennaio 2002; Il Regno documenti, n. 5/ 2002 Ogni libro è un giardino. Beato chi lo sa coltivare e coglie le rose per darle in pasto alla sua anima! Federico Garcia Lorca arcofloridapps: www.monachesantamargheritafabriano.it Foto archivio del Monastero