E’ cambiata la coppia? Dal contesto Formativo il percorso delle coppie con l’equipe adozioni Seminario Regionale 7 Giugno 2007 Dott.ssa Anna Cavallini L’attivazione dei corsi di Informazione • Confronto interno • Conoscenza ed integrazione con un nuovo soggetto: gli Enti autorizzati • Condivisione con i diversi attori chiamati alla conduzione di orientatori, strumenti e metodologie, nel rispetto dei diversi ruoli • Elaborazione di un questionario di gradimento (sicuramente da rivedere e migliorare) I Pensieri orientatori • Un buon post-adozione nasce dal preadozione. • Si condivide l’affermazione, seppur datata, che la buona riuscita dell’adozione dipende essenzialmente dalla famiglia adottiva (dr.Sacchetti) • In ogni modo il contributo che possiamo fornire è a questa rivolto. La doppia preoccupazione che ha guidato l’impostazione e il modello adottato • Tutelare la coppia dal dover affrontare in un contesto gruppale, tematiche riservate e personali (anche la motivazione adottiva può essere una informazione privata e delicata) • Non fornire contenuti superficialmente assumibili come risolutivi del lavoro richiesto durante lo studio di coppia SOLUZIONI INDIVIDUATE A • gruppo centrato su un compito, differenziato da gruppo terapeutico, teso a promuovere e sostenere una sensibilità specifica sulla realtà dell’adozione • Viene concesso lo spazio alla reticenza Diritto di non fare, diritto di non dire. Il corso è un’opportunità di riflessione ed ognuno coglie ciò che reputa utile per sé in quel momento. B • L’informazione impostata non solamente come espressione di una logica pedagogica • L’apprendimento non riguarda soltanto le conoscenze (sapere) • Ma le capacità (saper fare) • Le opinioni e le chiavi di lettura, le attribuzioni di significati (saper essere con l’attivazione del mondo emotivo) Il Gruppo è una palestra • Per avvicinarsi alle competenze genitoriali • Come supporto alle conoscenze personali • Dove vengono attivate le dimensioni relazionali ed intrapsichiche • Dove si cerca di stimolare il processo che favorisce la mentalizzazione del “bambino reale” partendo ed utilizzando la dimensione fantasmatica del “bambino del sogno” • Dove la coppia si avvicina alle istituzioni ed agli operatori e gli operatori si avvicinano alla coppia. Palestra per ammorbidire le negazioni e sciogliere le idealizzazioni L’asimmetria dei livelli di elaborazione dei partecipanti favorisce il passaggio: • Dalla negazione plateale (essere genitori adottivi è la stessa cosa che essere genitori naturali) alla visione adattiva dell’adozione come modalità per correggere una ferita • Dall’idealizzazione (l’adozione è un’avventura straordinaria, i bambini adottati hanno una marcia in più), alla costruzione di un’immagine più realistica del bambino, con le sue specificità e i suoi traumi, le sue ricchezze e le sue capacità di adattamento PALESTRA TESA A STIMOLARE LA VISIONE DELLA RECIPROCITA’ (nella relazione genitori-figlio adottivo) • Da un’iniziale immagine dell’incontro con un bambino che ha di fianco una valigia colma di sofferenze, i partecipanti di solito arrivano a prevedere di trovarsi anche loro con la loro valigia, altrettanto colma di tribolazioni di fronte al bambino • Il passato, conosciuto solo a frammenti, viene individuato, quale possibile e pericoloso schermo che può favorire la deresponsabilizzazione ed impedire la visione della reciprocità della relazione. L’esperienza è recente • Forse è troppo recente • Disomogenea l’introduzione delle prassi, per poter condurre a bilanci regionali • La confrontabilità delle esperienze resta un obiettivo Non deve destare stupore data l’innovazione, si pensi quanto resta ancora da discutere e da valutare sulle prassi delle istruttorie e del postadozione ormai regolamentate da decenni. CHE COSA CAMBIA??? • Innanzi tutto l’ottica • Il momento della valutazione è rimandato, per privilegiare il momento della costruzione di un percorso comune in cui la coppia assume il ruolo attivo di riflettere, senza delegare al giudizio esterno, la sua possibilità di accogliere un bambino in stato di abbandono COM’ERA PRIMA? • La coppia prima si sottoponeva alla consultazione sulle sue capacità genitoriali, non tanto su motivazioni personali, ma su una esigenza sostanzialmente estrinseca determinata dall’autorità giudiziaria • La coppia si sottoponeva o al limite aderiva ai colloqui riportando di sé una narrazione “sociale”, piuttosto che personale. LA CAPACITA’ DI AFFIDARSI • Questo nuovo percorso sconvolge l’ottica sino ad ora seguita • I servizi sono a “fianco delle coppie”, piuttosto che di fronte, dietro ad una severa scrivania • Il momento della valutazione è rimandato ed il più delle volte trasformato per privilegiare la costruzione del percorso comune I DATI DICONO • Confermano il ruolo attivo della coppia, la possibilità di autovalutare la propria motivazione • La costruzione di una consapevolezza maggiormente orientata al compito • Di 61 coppie che hanno frequentato i corsi di informazione nella Provincia di FE nel 2006 ad oggi 39 di loro hanno fatto domanda di Istruttoria. L’ultimo gruppo si è concluso il 6/12 (non può essere la sola variabile delle nuove prassi per gli accertamenti sanitari) 22 39 TEMPI Come dimostrato dai dati: • Nel gruppo sembra che il sentimento di urgenza sia più controllabile e si faccia strada il tempo per la riflessione • Le persone sembrano diventate più capaci di aspettare, d pensare, il sentimento di urgenza che li portava a sostenere il solo scopo di avvicinarsi il più velocemente possibile al bambino desiderato si attenua NEL SUCCESSIVO STUDIO DI COPPIA con una certa ricorrenza Ci si trova di fronte a persone Con minor fretta Più attivi e partecipativi Con la chiara richiesta di essere accompagnati L’immagine ed i contenuti riportati sul loro funzionamento è più personale e meno sociale E’ chiaro il ridimensionamento del bambino del sogno FORSE SIAMO CAMBIATI ANCHE NOI?! ANCHE NEL POST-ADOZIONE • Chiedono più frequentemente aiuto individuale • Manifestano un minor timore di essere giudicati • Confidano i propri pensieri anche più intimi, anche i pensieri solitamente inconfessati nelle copie adottive “ma chi me l’ha fatto fare?” E QUANDO TUTTO QUESTO NON SUCCEDE??? Si può assistere a: • Coppie che utilizzano in modo difensivo, intellettualizzando le informazioni precedentemente ricevute o desunte da internet • O che attribuiscono agli operatori valenze persecutorie, lacune informative(non essere stati accolti, non essere stati adeguatamente informati, aver già perso troppo tempo) • Anche questi saranno elementi prognostici Cosa hanno stimolato queste riflessioni??? • La ricerca della costruzione di uno strumento che supporti e renda le osservazioni quantificabili