Scuola tecnologica
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Istituto Superiore di Scienze Religiose «Giovanni Paolo II» - Foggia
La rivoluzione tecnologica
nella scuola
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La scuola: un caso a parte
“Le trasformazioni radicali avvenute in una banca o in un ufficio
postale in seguito all’avvento dei computer e delle tecnologie
digitali li hanno resi irriconoscibili rispetto a un passato non
troppo remoto. [..] La scuola non somiglia a nessuna di queste
realtà […] è caratterizzata da legami gerarchici molto deboli e
da un forte senso di autonomia dei professionisti che vi operano.
Qui il cambiamento avviene solo se le novità introdotte dalle
leggi, le nuove indicazioni, le raccomandazioni provenienti dal
centro, vengono riconosciute come valide, condivise e
trasformate in pratica professionale dai singoli insegnanti.” 1
1 – Massimo Faggioli (a cura di) , Tecnologie per la didattica 6 - Ambienti di apprendimento
virtuali , Introduzione, Apogeo, Feltrinelli, 2010.
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Investimenti pubblici
“Più che a soddisfare un’impellente richiesta di innovazione
tecnologica espressa dalla scuole, che in realtà si è sempre
manifestata in forme molto deboli e sporadiche, sembra che
l’iniziativa pubblica del centro sia stata orientata a convincere i
docenti ad accettare le nuove tecnologie in modo da allineare i
dati sulla presenza di computer nelle scuole ai parametri imposti
dal quadro internazionale, primi fra tutti quelli previsti negli
accordi di Lisbona. Gli investimenti, anche abbastanza
consistenti, sono stati indirizzati in un primo tempo a sostenere
l’acquisto di attrezzature, e successivamente allo sviluppo delle
risorse umane, con la formazione dei docenti.”2
2 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Investimenti pubblici.
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Investimenti pubblici
“Così, dopo aver chiuso il decennio passato [1990-2000] con il
Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche (PSTD 972000) finalizzato all’acquisto di laboratori di informatica, nei primi
anni 2000 il Ministero ha puntato sulla formazione dei docenti con
il progetto ForTic, che ha coinvolto quasi 250.000 insegnanti, più
di un quarto dell’intero corpo docente.
I piani più recenti, in primo luogo il piano di diffusione delle
lavagne digitali, tendono a unificare le due tendenze: si torna
infatti a finanziare l’introduzione di nuove attrezzature, ma se ne
associa l’acquisto a progetti di formazione dei docenti coinvolti,
spostando così il focus dei corsi dalle competenze informatiche
alla didattica disciplinare integrata dall’uso dei nuovi strumenti..” 3
3 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Investimenti pubblici.
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Investimenti pubblici
“Sta di fatto comunque che, nonostante le difficoltà di ordine
finanziario in cui versa tutto il settore dell’istruzione, gli
investimenti pubblici nel campo delle nuove tecnologie sono
tuttora abbastanza rilevanti. È però altrettanto vero che, pur in
assenza di dati sistematici di monitoraggio sulla reale
utilizzazione delle attrezzature che vengono installate nelle
scuole, si ha sensazione diffusa che buona parte delle macchine
diventino obsolete prima che le scuole ne finalizzino al meglio
le potenzialità, e che alcune di esse finiscano inoperose o
sottoutilizzate, poco accessibili ai docenti e agli studenti.” 3
4 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Investimenti pubblici.
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La diffidenza…
“Così il docente arriva in cattedra con la consapevolezza, che gli
deriva da tutto il suo percorso precedente, che quello che conta
è “cosa si insegna” e che i metodi, le tecniche didattiche hanno
uno scarsissimo valore. Spesso, in assenza di un quadro teorico
di riferimento in questo campo, il docente ritrova come unico
modello la propria esperienza scolastica vissuta come studente.
Si determina così una cultura professionale diffusa che può
riservare qualche attenzione ai nuovi media come enfatizzatori
dell’insegnamento tradizionalmente […] ma che guarda con
diffidenza al “disordine” che un ingresso delle nuove tecnologie
può portare all’organizzazione del lavoro in classe.” 5
5 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Evoluzione o rottura?
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La “vocazione” dell’insegante
“A questi aspetti contingenti fa da sfondo una concezione di
matrice spiritualista tipicamente crociana che ha informato di sé
gran parte della cultura che da quasi un secolo fa da sfondo alla
scuola secondaria. Questa cultura ha alimentato l’idea che non
esiste un “metodo di insegnamento”, che l’essere un bravo
insegnante corrisponde a un moto interiore, una sorta di
“vocazione” che anima il lavoro del docente..” 6
6 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Le “tecniche didattiche”.
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Tecniche e tecnologie
“Non c’è dubbio, per esempio, che il metodo della lezione
frontale usi da sempre la tecnica dell’esposizione verbale di
contenuti supportata da strumenti come la lavagna di ardesia che
ne rappresentano la componente tecnologica tipica..”
[…]
Le tecnologie appartengono dunque al campo degli strumenti,
sono il veicolo utile per dare attuazione alle tecniche didattiche
previste dal metodo di insegnamento scelto dall’insegnante.
“Tecnica” e “tecnologia” sono due termini spesso usati in modo
quasi analogo, ma occorre a questo punto operare un distinguo.7
7 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Le “tecniche didattiche”.
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Tecnicismo acritico
Come abbiamo detto, troppo spesso negli ultimi decenni, in
modo particolare per quanto concerne l’uso dei computer e degli
altri dispositivi informatici, si è pensato a un’adozione acritica,
animati dall’idea aprioristica che la loro semplice comparsa
potesse rendere la scuola più efficiente e moderna. In realtà, se
non si formulano agli insegnanti proposte che mettano in
evidenza le potenzialità dei nuovi strumenti all’interno i percorsi
disciplinari innovativi, i nuovi media mal si adatteranno
all’ambiente di apprendimento esistente, non saranno coerenti
con i metodi in uso in modo prevalente nelle scuole e la loro
utilizzazione sarà episodica e marginale.”8
8 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. La scuola digitale dopo l’informatica.
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La via da percorrere
“Bisogna insomma mostrare all’insegnante, anche con l’aiuto
delle migliori pratiche in questo settore, come i nuovi media non
portino con sé nuovi contenuti, nuove aree di insegnamento che
si aggiungono al curricolo, ma una serie di strumenti che
possono contribuire a rendere più efficace il processo di
insegnamento/apprendimento in tutte le aree disciplinari che lo
compongono..”9
9 – Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. La scuola digitale dopo l’informatica.
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La scuola virtuale
“Tra i casi di scuola virtuale più noti potremmo citare la Florida
Virtual School, i cui curricula online coprono diversi gradi
scolastici, dalla middle alla high school, o l’altrettanto nota
Virtual School dell’Illinois e molte altre ancora. Si tratta, in ogni
caso, del tentativo di superare ostacoli legati alla frequenza degli
studenti, impossibilitati per qualche ragione a frequentare le aule
di pietra, calce e mattoni. […] lo studente può consultare
materiali didattici presentati secondo la successione indicata dal
curriculum stesso, può partecipare a lezioni in videoconferenza
o a forum di discussione, può svolgere esercitazioni online che
prevedono un feedback retroattivo o richiedono l’intervento di
un docente che corregge a distanza.[…]” 10
10– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Le prospettive.
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La “nostra” scuola virtuale
“Senza togliere valore a queste esperienze – tra cui ci piace
segnalare Marinando, il progetto per la piccola isola di
Marettimo promosso e gestito dall’Agenzia Nazionale per lo
Sviluppo dell’Autonomia Scolastica –, vorremmo tuttavia
riportare l’attenzione su situazioni ordinarie, […] Per questa
scuola, lo spazio virtuale che immaginiamo non si pone come
sostitutivo alla presenza, ma ne rappresenta l’integrazione, […]
Si tratta in primo luogo di uno spazio di comunicazione, ma
anche di un nuovo supporto per il lavoro di lettura, scrittura e
studio che tradizionalmente si svolge a scuola, un supporto che
conferisce alle attività didattiche parametri e caratteristiche tutte
nuove.” 11
11– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Le prospettive.
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Le opportunità digitali: scrivere
“Oggi la carta sembra diventata insufficiente a svolgere appieno
la sua funzione. Altri supporti si stanno rivelando più adeguati a
ospitare una forma di testualità che per sua stessa natura non
possiede la prerogativa della fissità, ma si presenta come
qualcosa di mutabile e flessibile, in perenne aggiornamento.
[…]
Gli spazi di scrittura online consentono anche l’accesso
incrociato di più persone agli stessi documenti, la possibilità di
condividere un testo, che rappresenta una grande occasione per
la scuola” 12
12– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Scrivere.
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Le opportunità digitali: comunicare
“Partiamo dalla comunicazione interna [...] Tramite una serie di
strumenti (chat, forum, eventi sincroni) si entra in contatto con i
compagni, quelli abituali, ma ci si rapporta a loro secondo stili
inediti, in una comunicazione tutta sui generis, prevalentemente
scritta, che si affida alla memoria potente di un sistema in grado
di tenere traccia di quanto viene scritto o detto da ognuno. [...]
La comunicazione interpersonale diventa qualcosa di
“tracciabile”, come una sorta di memoria condivisa che può
rappresentare un interessante oggetto di analisi per un gruppo di
lavoro come la classe.”13
12– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Comunicare.
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Le opportunità digitali: comunicare
“La comunicazione “esterna”, poi, consente alla classe di aprirsi
oltre i suoi limiti fisici, stabilendo possibili relazioni con il mondo
dell’extra-scuola (i genitori, per esempio, invitati a partecipare ad
attività che si svolgono online o ad accedere a documenti prodotti
in questo spazio). Consente anche di stabilire relazioni a distanza
con altri studenti, che non risiedono in ambiti geograficamente
vicini. Attraverso lo spazio online le scuole possono accostarsi
facilmente a un lavoro di proficuo scambio e possono condividere
a distanza progetti di lavoro utilizzando tutta la strumentazione che
l’ambiente mette a disposizione (qualcosa di più funzionale dei
tradizionali gemellaggi o scambi postali, tra classi di realtà
geografiche diverse).”13
13– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Comunicare.
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Le opportunità digitali: esercitarsi
“In un ambiente di apprendimento virtuale, i contenuti didattici
digitali sono collocati all’interno di strutture organizzate
(conosciute con il nome di repository), alle quali si può
attingere, pescando quello che si ritiene più opportuno.
L’ambiente può essere progettato in modo da lasciare al docente
la possibilità di scegliere e assegnare ai suoi studenti
esercitazioni diverse. Oppure, in qualche caso, sarà lo studente
stesso a selezionare le attività più vicine alle proprie esigenze
formative di quel preciso momento.”14
14– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Esercitarsi.
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Le opportunità digitali: esplorare
“Vincolato a percorsi guidati lo studente può esplorare lo spazio
aperto di Internet, partendo da un luogo che alla Rete appartiene
a tutti gli effetti. […] Difendere la curiosità degli studenti,
assecondare un certo gusto per il girare a vuoto, senza meta tra
le pagine di un testo, tra video e strane notizie è uno dei compiti
della scuola, che deve insegnare per contro anche a tenere la
rotta, a distinguere e a valutare un’offerta che troppe volte
risulta eccessiva e caotica.”15
15– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Esplorare.
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Le opportunità digitali: documentare
“File di testo, immagini, registrazioni o filmati che possono
rappresentare la fonte per analisi mirate, o anche possono
diventare il materiale da utilizzare per riassemblare in proprio
percorsi di approfondimento personalizzati, self-made. A chi
spetti il compito di allestire, arricchire e controllare gli
inserimenti sarebbe motivo di discussione. Certo i docenti
dovranno avere un ruolo chiave nel proporre materiali utili ai
percorsi che si propongono di affrontare con gli studenti, ma
uno spazio di proposta potrà essere lasciato anche agli studenti,
in grado di scovare testi, immagini o anche spezzoni audio e
audiovisivi che, controllati dai docenti, possano poi entrare a
pieno titolo a far parte della collezione a disposizione di tutti.”16
16– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Documentare.
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Le opportunità digitali: motivare
“Per essere davvero motivanti, tuttavia, e, oltre a questo, essere
davvero utili alla formazione nel senso proprio del termine, le
tecnologie in genere, e questi spazi per la didattica online in
particolare, devono fare leva su alcune loro potenzialità che
sono sostanzialmente quelle di riconsegnare agli studenti il
gusto di “creare”, di progettare oggetti e testi, di assumere un
ruolo attivo nelle relazioni interpersonali e nella costruzione
della conoscenza. Devono contribuire ad affinare quella capacità
di pensiero complesso, fondamentale per la nostra società, che
può essere oggi appreso solo attraverso percorsi di esperienza
significativi e articolati, che si realizzano all’interno di contesti
variati e profondamente diversi.”17
17– Massimo Faggioli (a cura di) , op. cit. Motivare.
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Gli strumenti: il registro elettronico
Il registro elettronico è ormai diventato realtà nelle scuole
italiane (in particolare nelle scuole medie inferiori e superiori) da
quasi un anno sotto il nome di “Piano per la dematerializzazione
delle procedure amministrative in materia di istruzione,
università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti,
del personale, studenti e famiglie”, ma è soltanto a partire
dall’anno scolastico 2013/2014 che la maggior parte degli istituti
è riuscita a trovare i fondi necessari per avviare il progetto e
renderlo finalmente operativo, tra software, hardware e
insegnanti da formare. (continua)
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Gli strumenti: il registro elettronico
(continuazione) Ma quali sono i vantaggi del registro
elettronico? Essenzialmente, così come nella maggior parte dei
settori della pubblica amministrazione, lo scopo è di
“smaterializzare” tutta la documentazione relativa ad alunni e
professori rendendola fruibile a tutte le persone interessate
attraverso il web. Una password fornita ad ogni genitore ed ogni
professore riesce a garantire, da una parte l’attualità della
situazione scolastica degli alunni, dall’altra la trasparenza e la
“tassatività”. Una tutela che corre su due binari paralleli che
appare come una vera e propria rivoluzione (almeno teorica)
nell’ambito dell’insegnamento.
Fonte: www.fanpage.it
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Gli strumenti: la LIM
L'introduzione della lavagna interattiva multimediale nella scuola italiana
risale al 2006 quando il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni
ne ha annunciato l'introduzione in Italia. L'iniziativa è stata poi ripresa,
nell'ottobre 2008, dal ministro Maria Stella Gelmini che ha rilanciato il piano
con l'obiettivo di dotare le scuole italiane di 10.000 lavagne multimediali. Da
una nota del 2 aprile 2012 risulterebbe che dall'indagine voluta dal ministro
Maria Stella Gelmini l'82% delle scuole pubbliche e il 18,5% di quelle
paritarie posseggano una LIM.
Con la LIM, collegata al computer e ad Internet:
 si proietta;
 si scrive anche a mano un testo che può essere riconosciuto (OCR);
 si disegna e si salva l’immagine;
 si registra come un filmato quello che si scrive;
 si invia un testo, un filmato, file multimediale ad una mailing-list;
 ecc.
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Gli strumenti: il cloud
La nuvola è uno spazio di archiviazione, ma soprattutto un vero
e proprio computer virtuale che si sincronizza con il proprio Pc
e non solo.
Per esempio, gli appunti presi in classe sul proprio dispositivo
mobile, un tablet Android o un iPad, possono essere poi rivisti,
sistemati e integrati più tardi con un PC o un notebook. Per fare
questo serve un editor.
Il migliore strumento di questo tipo è Google Drive. Oltre a
creare documenti, esso permette di editare fogli di calcolo e
presentazioni. Anche per la collaborazione, Google Drive è
un’ottima soluzione, consente infatti di collaborare con più
persone in tempo reale sullo stesso file.
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Gli strumenti: materiali on-line
Uno spazio web può esser usato come archivio di dati di diversa
natura: testi, presentazioni, fogli di calcolo, data-base,
immagini, filmati.
La pagina web personale di un docente, ma anche alcune pagine
del sito di una scuola possono contenere materiali da “scaricare”
(down-load), con accesso libero o regolato da credenziali
(username e password).
Determinati “privilegi” di accesso, in genere in possesso dei
docenti, possono consentire anche l’up-load di materiali
didattici, che vengono in tal modo resi accessibili agli studenti.
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Gli strumenti: il questionario elettronico
Un questionario elettronico per studenti viene strutturato in
genere con autenticazione e tracciamento, per evitare la
possibilità di reiterare la compilazione da parte del medesimo
utente.
Il docente può quindi controllare chi, quando e quanto tempo
ha impiegato a compilare il questionario.
I risultati dei diversi questionari sono poi raccolti in un foglio
di calcolo.
Un questionario può essere in genere a risposta libera o a
scelta multipla.
Per ovvi motivi un questionario elettronico, come strumento di
valutazione
o
misurazione
dell’apprendimento,
va
somministrato in presenza.
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Gli strumenti: i social-network
Un argomento della lezione può diventare efficacemente
argomento di discussione on-line, per mezzo dei forum.
Aprire una discussione sulla piattaforma dell’istituto o su altra
piattaforma on-line , regolamentarne l’accesso e moderarne gli
interventi da parte del docente può essere un’ottima occasione
per confrontarsi con gli studenti e conoscere il loro punto di
vista .
Tuttavia i forum subiscono la concorrenza di social-network
come Facebook , che non avendo finalità didattiche si propone
con efficacia di diffondere informazioni anche personali,
scambiarsi messaggi e creare“amicizie”.
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Gli strumenti: il podcasting
Una lezione, una conferenza, una chiacchierata in classe
possono essere rese disponibili on-line per gli studenti, che
come ospiti i o utenti registrati accedano alla piattaforma
della scuola o alla pagina web del docente.
Il vantaggio è ovviamente quello di poter in ogni momento
ascoltare/vedere
e riascoltare/rivedere la lezione o la
conferenza.
Utile è la possibilità di inserire nella stessa pagina web
commenti o richieste di chiarimenti, ai quali il docente o gli
stessi altri utenti-studenti possono rispondere.
Si veda LIVIUS - Learning in a Virtual Integrated University System
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