Il tutor nella formazione a distanza: profilo e problematiche Pier Cesare Rivoltella CEPaD – Università Cattolica di Milano Milano, 24 novembre 2004 Mappa dell’intervento… Sfondo problematico Quadro concettuale Agenda Sfondo problematico: il tutor, tra presente e futuro La Blended Instruction o della insostituibilità del tutor Due rilievi: 1) la necessità di immaginare, nel sistema dell’istruzione, nuove figure professionali 2) il riproporsi, nella scuola, della questione relativa a spazi e possibilità per il middle management A fronte di questa prospettiva, oggi va rilevato: 1) lo scarto fra bisogno sociale e riconoscimento istituzionale 2) la leggerezza estrema del profilo professionale (anche se la fondazione di ANITEL, forse, è un primo segnale in controtendenza) Quadro concettuale: identità e competenze ruolo forte contenuto disciplina sistema competenze debole identità funzione relazione Identità ruolo Mentor (tutor disciplinare) Tutor (tutor di sistema) contenuto relazione Docente (insegnante-mentor, insegnante-tutor) funzione Highlights… La posizione sul quadrante: mille modi di essere mentor, tutor, docente… (l’host, il comandante della nave, il presidente di assemblea, l’angelo custode, il bigliettaio…) La parte alta e bassa del quadrante configurano due opzioni teoriche: ci troviamo di fronte a figure ad hoc o a un’evoluzione delle figure tradizionali? Si può ragionare in termini di esclusione (aut-aut) o di inclusione (et-et) e ciascuna delle due istanze può presentare dosature diverse Il dato teorico: la lateralizzazione/distribuzione dell’identità educativa/formativa Parola-chiave: complessità Funzioni ruolo animatore esercitatore tecnico collettore moderatore scaffolder istruttore osservatore course designer scaffolder contenuto relazione Information sharing Facilitazione tecnologica Knowledge building Socializzazione Scaffolding Scaffolding funzione Highlights… Le funzioni variano sensibilmente nel caso si tratti di percorsi in autoistruzione (controlling) o basati su approcci costruttivisti (building) In ogni caso la logica secondo cui le singole funzioni vengono giocate è quella del fading: questo richiede forti metacompetenze di riflessività e gestione dei processi Emerge sempre più lo spazio che l’intelligenza emotiva e la dimensione affettiva richiedono nell’ambito della relazione educativa/formativa (cfr. la logica del desiderio triangolare in Girard) Il dato teorico: la burocratizzazione/sistemicità (Weber, Schluchter) dell’intervento in campo educativo e formativo Parola-chiave: specializzazione L’agenda: lo spazio doveroso della ricerca Organizzazione Metodologia Ricerca Tecnologia Formazione Piano dell’organizzazione Livello macro La disarticolazione e la specializzazione delle funzioni e dei compiti configura un taylorismo di ritorno o risponde a precise esigenze? Ci troviamo di fronte a un fenomeno specifico dell’e-learning o a un processo che riguarda le professioni formative in generale? Quali azioni porre in atto, a livello di sistemi e di istituzioni, per definire i nuovi profili professionali e ridefinire i vecchi? Livello micro Come saldare lavoro culturale e lavoro di supporto all’interno della singola organizzazione? Come minimizzare la deriva burocratizzante e massimizzare gli effetti di sistema? Come ritagliare le figure di e-tutor nell’economia più generale degli altrri lavoratori del simbolico impiegati nella filiera produttiva dell’e-learning? E come rendere compatibile questa sovraesposizione del lavoro formativo con le esigenze del ROI? Piano della formazione Quale profilo delle competenze si deve pensare per questo tipo di figure? E’ ipotizzabile la definizione di uno standard certificabile a questo riguardo? Quale percorso formativo definire (laurea triennale, specialistica, master, alta formazione, altro?) Quali i soggetti che lo potrebbero allestire (un comitato interuniversitario dei centri di ricerca sull’e-learning)? Quali aree disciplinari dovrebbero essere coinvolte? Quali declinazioni potrebbe suggerire alla formazione lo spazio-target in cui queste professionalità si dovranno spendere? Piano della metodologia Anche a questo livello si ripropone la questione degli standard. E’ possibile ipotizzarne uno per le procedure di tutoraggio? Chi e come lo potrebbe certificare? Si può mettere ordine tra le sue funzioni riconducendole a specifici piani di azione? Potrebbero essere, questi piani di azione, relativi alle tre macro-aree dello scaffolding cognitivo, emotivo e del monitoraggio/valutazione? Di quali strumenti e di quali metodologie si dovrebbe saper servire l’e-tutor in relazione a ciascuna di queste aree? Si può ipotizzare che anche nel campo delle scienze dell’educazione si cominci a parlare di e-research come già si è iniziato a fare da qualche anno nell’ambito della ricerca sociale? Piano della tecnologia 1. 2. 3. 4. 5. L’e-tutoring ha bisogno di strumenti di supporto. La logica non è quella della sostituzione (come demandare a un agente intelligente le funzioni del tutor?) ma della facilitazione. Questi strumenti dovrebbero rispondere ad alcune esigenze dell’e-tutor: la creazione di e-portfolios individuali degli studenti; la marcatura semantica della messaggistica dei forum funzionale al suo utilizzo come materia di valutazione; l’archiviazione, la gestione e il riutilizzo in funzione didattica delle parti “di processo” dell’e-learning (creazione di mappe ipertestuali con link interni alla messaggistica scambiata in un forum, gestione intelligente delle sessioni di chat); l’osservazione delle pratiche d’uso del corsista nell’ambiente on line (evoluzione in senso qualitativo dei sistemi di tracking); la gestione/somministrazione assistita da SW di griglie di osservazione e di strumenti CAWI. Una conclusione… o un punto di partenza? Chi è il tutor FAD? Vorrebbero essere tutto Non sono nulla Forse potranno essere qualcosa [email protected]