I Principi dell'attività amministrativa sono quei principi a cui si deve conformare l'attività della pubblica amministrazione. I principi a cui si deve conformare l'attività amministrativa, sono innanzitutto quelli stabiliti dalla Costituzione italiana, e poi quelli stabili dalle leggi ordinarie dello stato. Articolo 97 della Costituzione • La Costituzione stabilisce diversi principi a cui l'attività amministrativa della pubblica amministrazione si deve conformare, ma quelli che la dottrina ritiene come i più caratterizzanti sono i principi costituzionali definiti dal primo comma dell'art 97, che recita: • « I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. »Il comma fissa tre principi, che rappresentano la chiave di volta, del sistema dei principi per l'attività amministrativa pubblica, che sono: • Principio di legalità; • Principio del buon andamento; • Principio dell'imparzialità. Principio di legalità Il principio di legalità amministrativa stabilisce che la pubblica amministrazione trova nella legge i fini della propria azione e i poteri giuridici che può esercitare e non può esercitare alcun potere al di fuori di quelli che la legge le attribuisce. È espressione del principio democratico e della supremazia della volontà popolare. La Costituzione italiana accoglie tale principio in vari punti: all'art. 23 stabilendo che "Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge"; all'art. 42 comma 3 dicendo che "La proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale"; all'art. 97 dove stabilisce che "I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, (...)". art 1 Lex 241/90 (legge sul procedimento amministrativo): l'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge secondo le modalità fissate dalla stessa legge, nonché in base ai principi individuati dall'ordinamento comunitario. L’attività amministrativa della pubblica amministrazione si deve conformare ai dettati della costituzione e, per espressa previsione delle norme costituzionali, della legge. La pubblica amministrazione gode di una situazione di privilegio in quanto preposta alla soddisfazione dei bisogni pubblici che sono quelli e solo quelli stabiliti dal legislatore; quindi al di fuori dei casi previsti dalla legge, l’attività della pubblica amministrazione non può godere di posizioni di privilegio, di potere o di favore. Conseguenze di questo principio sono: tipicità e nominatività degli atti amministrativi: eccezionalità dell’esecutorietà dei provvedimenti che comportano obblighi per i destinatari; eccezionalità degli atti amministrativi destinati a fornire certezza legale; Nonostante l'attività dell'amministrazione sia soggetta alle previsioni di legge non si tratta comunque di una attività meramente esecutiva della legge; in effetti, nella generalità dei casi, si tratta di un'attività discrezionale dai fini determinati dalle norme costituzionali e legislative. Principio del buon andamento Il principio del buon andamento della pubblica amministrazione, o più semplicemente della buona amministrazione stabilisce che l'attività della pubblica amministrazione, volta alla realizzazione dell'interesse pubblico, si conformi ai criteri dell'efficacia ed efficienza. L'Art. 97 della Costituzione italiana, dedicato alla Pubblica Amministrazione individua alcuni principi fondamentali. Fra questi, al primo comma, vi è quello del buon andamento. La norma reca infatti: "I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione". Sulla base di tale previsione normativa i criteri generali da osservare sono: economicità; rapidità; efficacia; efficienza; Un'applicazione di tale principio è costituita dalla regola che consente l'utilizzazione presso altri enti locali di dipendenti di altri enti per le sole prestazioni lavorative che non rechino pregiudizio al corretto svolgimento del rapporto di lavoro presso l’ ente di appartenenza e non interferiscano con i suoi compiti istituzionali. Altri principi fondamentali contenuti nella norma sono quello di imparzialità e quello di legalità. Il principio dell'imparzialità della pubblica amministrazione stabilisce che l'attività della pubblica amministrazione, volta alla realizzazione dell'interesse pubblico, deve essere svolta con imparzialità. L'imparzialità deve intendersi sia come divieto di qualsiasi forma di favoritismo nei confronti di alcuni soggetti, sia come ugual diritto di tutti i cittadini ad accedere ai servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Ulteriore principio sancito dalla norma è quello di legalità: esso significa che la pubblica amministrazione trova nella legge i fini della propria azione e i poteri giuridici che può esercitare e non può esercitare alcun potere al di fuori di quelli che la legge le attribuisce. È espressione del principio democratico e della supremazia della volontà popolare. Principio dell’imparzialita Il principio dell'imparzialità della pubblica amministrazione stabilisce che l'attività della pubblica amministrazione, volta alla realizzazione dell'interesse pubblico, debba essere svolta con imparzialità. La Costituzione italiana accoglie tale principio con il primo comma dell'articolo 97 dove stabilisce che: « I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. »L'imparzialità deve intendersi sia come divieto di qualsiasi forma di favoritismo nei confronti di alcuni soggetti, sia come ugual diritto di tutti i cittadini ad accedere ai servizi erogati dalla pubblica amministrazione. In particolare, l'art. 97 impone alla P.A. di svolgere la propria attività nel pieno rispetto della giustizia. Articolo 118 della Costituzione L'articolo 118 ha introdotto nel nostro ordinamento ulteriori e pregnanti principi; recita il primo comma dell'articolo: « Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. »Dopo aver introdotto i principi di sussidiarietà, adeguatezza e di differenziazione, il quarto comma dello stesso articolo introduce l'ulteriore principio di sussidiarietà orizzontale quando stabilisce che: « Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà. »Con quest'ultimo principio il legislatore stabilisce che è comunque preferibile (dove possibile) soddisfare i bisogni pubblici tramite l'attività dei privati piuttosto che con quella della pubblica amministrazione. Principio di sussidiarietà La sussidiarietà è un principio regolatore in alcuni sistemi di scienza politica. Fondato su una visione gerarchica della vita sociale, tale principio afferma che le società di ordine superiore devono aiutare, sostenere e promuovere lo sviluppo di quelle minori. In particolare, il principio di sussidiarietà esalta il valore dei cosiddetti corpi intermedi (famiglie, associazioni, confessioni religiose strutturate, etc.) che si trovano in qualche modo tra il singolo cittadino e lo Stato: secondo questo principio, se i corpi intermedi sono in grado di svolgere una funzione sociale o di soddisfare un bisogno del cittadino (per esempio l’istruzione, l’educazione, l’assistenza sanitaria, i servizi sociali, l’informazione), lo Stato non deve privare queste "società di ordine inferiore" delle loro competenze, ma piuttosto sostenerle - anche finanziariamente - e al massimo coordinare il loro intervento con quello degli altri corpi intermedi. In sintesi il principio di sussidiarietà si potrebbe riassumere nella formula: se un ente che sta "più in basso" è capace di fare qualcosa, l’ente che sta "più in alto" deve lasciargli tale compito e sostenerne l’azione. In questo modo il principio di sussidiarietà, che è un principio organizzativo del potere basato su una ben precisa antropologia, traduce nella vita politica, economica e sociale una concezione globale dell’essere umano e della società: in questa concezione, il fulcro dell'ordinamento giuridico resta la persona, intesa come individuo in relazione, e perciò le funzioni pubbliche devono competere in prima istanza a chi è più vicino alle persone, ai loro bisogni e alle loro risorse. Sebbene spesso i Paesi di cultura anglosassone (principalmente Regno Unito e Stati Uniti d'America) vengano citati come esempi di società in cui è valorizzata la sussidiarietà, tale esempio non è del tutto pertinente. La sussidiarietà, infatti, proprio per il fatto di avere i propri presupposti in una visione gerarchica della società, è molto più tipica del cattolicesimo, mentre la cultura liberale anglosassone, di matrice calvinista, sostiene piuttosto il principio di sovranità delle sfere, che sì rigetta lo statalismo - come fa anche il principio di sussidiarietà -, ma esclude anche qualsiasi sostegno economico da parte dello Stato ai corpi intermedi (e prima di tutto alle Chiese), mentre chi invoca il principio di sussidiarietà generalmente appoggia questo tipo di sostegno. Principio di adeguatezza • Il principio di adeguatezza, nel campo del diritto amministrativo, stabilisce che l'entità organizzativa che è potenzialmente titolare di una potestà amministrativa, deve avere un'organizzazione adatta a garantire l'effettivo esercizio di tali potestà; l'adeguatezza va considerata sia rispetto al singolo ente, sia rispetto all'ente associato con altri enti, per l'esercizio delle funzioni amministrative. • Il principio di adeguatezza è citato nell'ordinamento italiano all'art. 118 della Costituzione, unitariamente al principio di sussidiarietà e al principio di differenziazione. • Dal combinato di questo principio con il principio di sussidiarietà, si ricava che se l'ente territoriale a cui è affidata una funzione amministrativa, che per il principio della sussidiarietà dovrebbe essere quello più vicino al cittadino amministrato, non ha la struttura organizzativa per rendere il servizio, questa funzione deve essere attribuita all'entità amministrativa territoriale superiore. Principio di differenziazione • Il principio di differenziazione, nel campo del diritto amministrativo, stabilisce che nell'assegnare una potestà amministrativa, si devono considerare le caratteristiche degli enti amministrativi riceventi; queste sono caratteristiche demografiche, territoriali, associative, strutturali che possono variare anche in misura notevole nella realtà del paese. • Il principio di differenziazione è citato nell'ordinamento italiano all'art. 118 della Costituzione, unitariamente al sussidiarietà e al principio di adeguatezza. Ulteriori principi costituzionali • Ulteriori principi presenti nella costituzione che interessano l'attività amministrativa della pubblica amministrazione sono: • principio del decentramento amministrativo la Repubblica deve operare il più ampio decentramento possibile. • principio del riconoscimento delle autonomie locali la Repubblica anche se indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; • principio della responsabilità della pubblica amministrazione lo Stato e gli enti pubblici sono responsabili per i fatti compiuti dai propri dipendenti; • principio della tutela giurisdizionale del privato contro atti della pubblica amministrazione contro gli atti della pubblica amministrazione è ammessa sempre la tutela dei propri diritti e dei propri interessi legittimi. Legge 241 del 1990 • La legge n. 241 del 1990 che ha definito positivamente il procedimento amministrativo, ha definito il principio della trasparenza e il principio del diritto all'accesso del procedimento amministrativo. • Questi, che potrebbero definirsi come corollari del principio dell'imparzialità dell'attività amministrativa, stabiliscono che il procedimento e le relative informazioni devono essere facilmente accessibili da parte di chi ve ne abbia legittimo interesse. • Dall'applicazione di questi due principi ne deriva che: • il procedimento di formazione dell'atto amministrativo è un procedimento pubblico; • l'avvio del procedimento deve essere portato a conoscenza degli interessati; • gli atti finali del procedimento devono essere pubblicizzati; • gli interessati hanno diritto di prendere visione degli atti e dei documenti procedimentali; • gli interessati hanno diritto di ottenere copia degli atti amministrativi. FINE