Il territorio come progetto Nuovi scenari di sviluppo locale a seguito del riordino della programmazione negoziata alla luce del D.Lgs 99/2009 • Dopo 15 anni,la riforma degli incentivi alle imprese,ridefinisce la strategia industriale che riorganizzerà l’intero assetto degli incentivi alle imprese e agli investimenti produttivi, con forti snellimenti delle procedure e dei tempi,miglior valutazione dei progetti imprenditoriali, maggior ricorso ai co-finanziamenti pubblico-privato attraverso i nuovi Contratti di Sviluppo eredi degli attuali Contratti di Programma. Procedura per la concessione di agevolazioni agli investimenti • Il presente decreto disciplina i criteri, le condizioni e le modalità per la concessione delle agevolazioni destinate a favorire la realizzazione di investimenti di rilevanti dimensioni, in grado di contribuire allo sviluppo economico e al rafforzamento della competitività del territorio nazionale nonché a promuovere l’attrazione di investimenti anche esteri, attraverso la sottoscrizione di Contratti di Sviluppo • Ai fini del presente decreto, le imprese vengono classificate di piccola, media o grande dimensione sulla base dei criteri indicati nell’allegato 1 al Regolamento CE n. 800/2008 del 6 agosto 2008 pubblicato nella G.U.U.E. L. 214 del 9 agosto 2008 concernente l’applicazione degli artt. 87 e 88 del Trattato che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune (Regolamento generale di esenzione per categoria) GBER • I soggetti beneficiari delle agevolazioni di cui al presente decreto sono il soggetto proponente ed, eventualmente, altre imprese, che realizzano i progetti d’investimento previsti dalla proposta di contratto di cui al comma 1 del decreto. Nel caso di programmi di sviluppo realizzati da più imprese, il soggetto proponente ne assume la responsabilità ai soli fini della coerenza tecnica ed economica • • • • • • • • • • • I soggetti alla data di presentazione della istanza di accesso devono: essere regolarmente costituiti ed iscritti nel Registro delle Imprese; essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposti a procedure concorsuali; trovarsi in regime di contabilità ordinaria; non rientrare tra coloro che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea; operare nel rispetto delle vigenti norme edilizie ed urbanistiche, del lavoro, sulla prevenzione degli infortuni e sulla salvaguardia dell’ambiente, anche con riferimento agli obblighi contributivi; non essere stati destinatari, nei tre anni precedenti la predetta data, di provvedimenti di revoca totale di agevolazioni concesse dal Ministero dello sviluppo economico, ad eccezione di quelli derivanti da rinunce; aver restituito agevolazioni godute per le quali è stata disposta dal Ministero dello sviluppo economico la restituzione; non trovarsi in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà così come individuata nel Regolamento GBER. Proposta di Contratto di sviluppo • La proposta di contratto di sviluppo di cui all’articolo 2, comma 1 deve riguardare una delle tipologie di programma di sviluppo di seguito indicate: • a) programma di sviluppo industriale: un’iniziativa imprenditoriale finalizzata alla produzione di beni e/o servizi, per la cui realizzazione sono necessari uno o più progetti d’investimento, come individuati nei Titoli II e III, e, eventualmente, di sviluppo sperimentale, come individuati nel Titolo IV, strettamente connessi e funzionali tra di loro in relazione al processo di produzione dei prodotti finali; • b) programma di sviluppo turistico: un’iniziativa imprenditoriale finalizzata allo sviluppo dell’offerta turistica, attraverso il potenziamento e la qualificazione dell’offerta ricettiva e delle attività di produzione di servizi turistici del territorio, ivi comprese le attività degli esercizi commerciali e/o di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande purché complementari, per la cui realizzazione sono necessari uno o più progetti d’investimento come individuati nei Titoli II e III, strettamente connessi e funzionali tra di loro in relazione alla definizione di offerta turistica per il territorio di riferimento; • c) programma di sviluppo commerciale: un’iniziativa imprenditoriale finalizzata allo sviluppo del settore commerciale, attraverso il potenziamento e la qualificazione dell’offerta distributiva del territorio, per la cui realizzazione sono necessari uno o più progetti d’investimento, come individuati nei Titoli II e III, strettamente connessi e funzionali tra di loro in relazione alla definizione di offerta distributiv per il territorio di riferimento. La filosofia dei Contratti di sviluppo • Da territorio-unità amministrativa • A • Territorio-progetto • In tal modo l’identità locale diventa un elemento fondamentale della strategia del territorio e permette di esplorare nuove vie di sviluppo Gli strumenti per lo sviluppo del territorio • • • • Concertazione Negoziazione Pianificazione consensuale Contrattualizzazione delle decisioni territoriali Si tratta di tendenze presenti in tutti i contesti internazionali che costituiscono la risposta alla crescente complessità dei sistemi territoriali e delle relative politiche. Modalità per lo sviluppo del territorio • • • • Patti territoriali Programmazione negoziata Conferenze di servizi I forum dei processi di Agenda 21 locale Sono le nuove modalità con cui si sviluppa la decisionalità territoriale in condizioni di incertezza, complessità, frammentazione istituzionale ma di necessità di una forte sinergia fra attori differenti, pubblici alle diverse scale e privati. • Le nuove modalità di gestione del territorio o Contratti di sviluppo garantiscono la contemporaneità delle decisioni complementari, l’assunzione di responsabilità reciproca, una maggiore trasparenza delle decisioni rispetto al passato. • E’ dunque necessario impegnarsi alla costruzione di nuovi modelli di governance territoriale puntando su tre cardini: • 1- il sistema degli attori e delle relazioni che li legano; • 2- i principi generali regolativi delle loro relazioni; • 3- gli strumenti che garantiscono l’effettualità delle loro decisioni concertate. • Affinché questo modello democratico si sviluppi in termini di nuova capacità di governance, è necessario che gli attori istituzionali si relazionino fra di loro costruendo programmi condivisi e, soprattutto, assumendosi impegni vincolanti. • Senza programmi condivisi il potenziamento delle autonomie istituzionali si trasforma in un mosaico di tessere sparse, che non riescono a comporre un disegno definito. Senza impegni vincolanti, l’esercizio dell’autonomia decade in potere di interdizione, in incentivo al “non fare”. • • In sostanza, è necessario dare credibilità al metodo della concertazione, rendendolo operativo con strumenti di programmazione contrattata, in cui siano chiari gli impegni degli attori e in cui siano definiti gli obblighi e le sanzioni. • Un importante impulso di base a questa impostazione può essere dato dalla diffusione di accordi intercomunali (con la partecipazione della pianificazione territoriale provinciale), dall’istituzione di fondi finanziari di cooperazione intercomunale, dalla costruzione di tavoli decisionali. • L’ente pubblico non deve essere visto come semplice finanziatore, ruolo che con la riduzione delle risorse stesse tenderà ad indebolirsi. • Si devono rafforzare e innovare i rapporti cooperativi e di dotarli di capacità decisionale e realizzativa. L’impegno più importante e urgente è quello di definizione degli strumenti. Principi per lo sviluppo del territorio • 1-Il rapporto fra Regione e altri attori: va generalizzato il criterio di compartecipazione alle scelte e al cofinanziamento di piani, programmi, progetti. • 2-Incentivare alla cooperazione: piani, programmi, progetti devono essere il più possibile compartecipati da vari attori, a partire dall’associazione intercomunale; • 3-appropriatezza territoriale delle azioni di sviluppo:si è detto che il maggior potenziale di sviluppo di un territorio è dato dalla ricchezza e varietà delle sue risorse attuali e potenziali dei singoli territori che ne fanno parte. Questi potenziali non consistono semplicemente nella somma di singole risorse localizzate, ma semmai nel valore aggiunto derivabile dallo sviluppo di sinergie, a livello locale e in reti esterne. • Il territorio in quanto tale diviene un soggetto dello sviluppo e come tale deve essere considerato nelle azioni di governance. • Ciò comporta una maggiore aderenza delle politiche alle diversità territoriali. • Deve emergere un ruolo dei programmi di azione territoriale, che interessi tutti i settori e che li porti a sostenere programmi specifici di area, che faciliti la concentrazione di risorse e che fluidifichi le procedure di attribuzione. • Si tratta in sostanza di facilitare la costruzione di cicli completi, dalla concertazione e negoziazione , alla disponibilità rapida e trasparente di risorse finanziarie. • va incentivata la capacità delle istituzioni locali e regionali di aprirsi a relazioni ad ogni scala, mettendo in comune prospettive strategiche e concertando le soluzioni operative. • Promuovere nei rapporti istituzionali una visione orientata allo sviluppo sostenibile • al fine di definire piani, programmi e progetti capaci di coniugare sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, sostenibilità sociale • Rafforzare gli strumenti di governo del territorio quali piattaforme per integrare le problematiche settoriali e per rendere coerenti le politiche territoriali a scala diversa. Rivedere le forme e i contenuti degli strumenti legislativi regionali al fine di favorire la formazione di programmi concertati di sviluppo territoriale Pianificazione territoriale strategica • La Pianificazione strategica “può essere definita come la costruzione collettiva di una visione condivisa del futuro di un dato territorio, attraverso processi di partecipazione, discussione, ascolto: un patto tra amministratori, attori, cittadini e partners diversi per realizzare tale visione attraverso una strategia e una serie conseguente di progetti, variamente interconnessi, giustificati, valutati e condivisi; • e infine come il coordinamento delle assunzioni di responsabilità dei differenti attori nella realizzazione di tali progetti” • Riportare al centro del dibattito la territorialità è oggi un obiettivo dell’Unione Europea • Visione territorio e non visione settoriale • Sistemi territoriali per competere e cooperare • Modello che passi da sviluppo de-localizzato a uno sviluppo territoriale sostenibile,multi-soggetto, multisettore e con multi-livello di governance • Passaggio da un modello di governo del territorio gerarchizzato ad un modello di governo favorevole alla cooperazione e alla interazione tra attori pubblici e privati e anche attori territoriali di paesi diversi • Un modello che promuova reti decisionali miste pubblico-private • Un modello che adotti la pianificazione territoriale strategica e la programmazione negoziata di nuova generazione La rete territoriale • La rete è una modalità organizzativa o meglio un modello di organizzazione di relazioni tra soggetti diversi sia ai fini della regolazione di attività e comportamenti che della definizione del quadro di governance per la produzione e attuazione di politiche settoriali. Ma anche: • È uno strumento multi-stakeholders e di governance per la sostenibilità • È un laboratorio di idee, di progettazione locale intersettoriale • È un aula di formazione per adulti,gratuita, su saperi trasversali • È uno strumento di Marketing sociale e territoriale • È un Piano strategico di unione tra strumenti tecnici normativi e strumenti di partecipazione • E’ un sistema reticolare che ha come obiettivo prioritario il coordinamento tra soggetti di diversa natura per migliorare le proprie capacità decisionali e le possibilità di convergenza e integrazione. • La sfida riguarda la creazione di contenuti territoriali omogenei, che codifichi il sistema delle aspettative, che sviluppi processi congiunti di creazione di valore e la corresponsabilità della gestione del territorio. Anche con l’aiuto di laboratori territoriali regionali ,intesi quali organi collegiali informali con funzione di tensori della rete, si dovrà rendere possibile il confronto / incontro tra i diversi soggetti aderenti. • La creazione della rete presuppone anche l’istituzione di un Tavolo operativo con funzione di supporto alla fase starter della programmazione che si configurerà come strumento che colma un vuoto oggettivo di progettazione “sostenibile”. • Enti Locali; le Associazioni di categoria; le Organizzazioni sindacali; le Associazioni femminili; le Camere di Commercio; gli Istituti di credito e il sistema finanziario; le Istituzioni educative (Università, etc.); le Imprese; gli Istituti di ricerca, il Settore no-profit (economia sociale) e, si insiste, le Istituzioni di Parità.