ORIENTAMENTI PER LA COMUNICAZIONE TRA SCUOLA E SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI PER LA PROTEZIONE E TUTELA DEI DIRITTI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI NEL CONTESTO SCOLASTICO. Concetti base • • • • Reciproca relazione comunicativa Problematizzazione delle situazioni di disagio Evitamento dell’ approccio negativo al disagio Prospettiva promozionale Focus attenzione e concentrazione su PROMOZIONE E SVILUPPO DELLA PERSONALITA’ DEL BAMBINO, DEI SUOI DIRITTI E DEL SUO BENESSERE. • Temporaneità del disagio. • Sguardo positivo investimento sull’ educazione delle nuove generazioni e nel loro futuro. Aspetti critici • Rapidità dei cambiamenti sociali • Complessità dei mutamenti (famiglia, composizione sociale demografica culturale-politica) • Adulti privi di strumenti adeguati per comprendere valori e bisogni di cui le nuove generazioni sono portatrici • Realtà instabile difficile da essere tradotta e comunicata. Necessità • Compartecipazione di tutti gli attori (famiglia-scuola-agenzie sociali..) allo sviluppo del progetto educativo • Lavoro di rete • Interfacciarsi in modo rapido e produttivo. • Evitare la delega delle responsabilità. Per chi • Sono escluse le forme più consolidate di disagio già riconosciute e normate. • Per le situazioni intermedie, significative sul piano della vita scolastica (nell’ ambito della didattica, della convivenza tra alunni, dei rapporti con l’ educatore, ecc.), e da cui gli insegnanti traggono elementi per identificare un certo “malessere”, più o meno latente, di cui il singolo o il gruppo di allievi è portatore; situazioni però che non necessariamente, quando portate all’ attenzione dei servizi sociali o sociosanitari ricevono analoga attenzione. Sono indicative di una “zona grigia” in cui il malessere sofferto dagli alunni non ha ancora un nome o non si manifesta ancora in modo preciso. Come • Gli orientamenti propongono un metodo di lavoro. • Sono state create 5 schede nell’ intento di fornire una classificazione delle problematiche appartenenti alla zona grigia del malessere. Evitando “connotazioni specialistiche” si sono identificate cinque situazioni tipo. • AGGRESSIVITA’ • MALTRATTAMENTO • CONDIZIONI FAMILIARI CARENTI • DIFFICOLTA’ APPRENDITIVA • ALUNNI STRANIERI • Le schede propongono dei percorsi per approfondire il problema e le indicazioni di metodo con cui affrontarlo. Passi • • • Il primo passo da fare è sempre quello di parlare del problema fra docenti e con il Dirigente o le figure preposte per : - analizzarlo - contestualizzarlo - approfondirne la conoscenza - effettuare osservazioni mirate e ricercare ulteriori dati - utilizzare schede di osservazioni e questionari. L’ obiettivo è la CO-COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA DEL PROBLEMA che possa non solo DEFINIRE LE CARATTERISTICHE MA ANCHE METTERE IN LUCE CRITICITA’ E PUNTI DI FORZA. Avviare una collaborazione con i servizi tramite la scheda di accesso che è formulata per due procedure diverse: - RISCHIO - PREGIUDIZIO E poi ? • La scheda di accesso ai servizi non è un punto di arrivo ma è un punto di partenza. • E’ errato pensare che i servizi rimetteranno “a nuovo” il nostro alunno rendendolo corrispondente alle mie aspettative. • Si avvieranno ulteriori fasi di analisi per comprendere quale sia il miglior percorso da effettuare per riportare la situazione entro i confini della “norma”. • Gli insegnanti saranno contattati per gli approfondimenti del caso e verranno informati sul “destino” della segnalazione. L’ITER DELLA SCHEDA • Problemi di rilevanza educativo/didattica • Problemi di rilevanza sociale / familiare • Problemi di rilevanza penale • La tipologia del problema è chiaramente definita • La tipologia del problema non è chiaramente definita 9 PROBLEMI DI RILEVANZA EDUCATIVO/DIDATTICA • Lo sportello contatta la scuola • C’è un incontro di condivisione del problema, di analisi delle risorse e di progettazione dell’intervento 10 PROBLEMI DI RILEVANZA SOCIO/FAMILIARE La segnalazione viene inviata dallo sportello ai servizi ULSS di riferimento • Distretto 1 Cadore: Consultorio Familiare (dott. Quartarella) • Distretto 2 Agordo: Consultorio Familiare (dott.ssa Bortoli) • Distretto 3 Belluno: Unità Operativa Infanzia, famigia, adolescenza (dott.ssa Arrigoni) Il referente del servizio provvederà ad attivare i servizi (Consultorio, Unità Tutela Minori, ecc.) che prenderanno contatto con la scuola 11 PROBLEMI DI RILEVANZA PENALE • Lo sportello invia la segnalazione alla Procura della Repubblica che attiverà gli interventi del caso 12 LE RICHIESTE SENZA ASSENSO DEI GENITORI • L’iter è lo stesso (dalla definizione del problema all’attivazione del servizio preposto) • Non possono essere inviate alla Procura segnalazioni senza i dati del minore, quindi la scuola verrà comunque contattata dallo sportello e si concorderà come intervenire 13 INOLTRE • La scuola viene sempre informata sul “destino” della segnalazione (a chi è stata girata, qual è il servizio che se ne farà carico, ecc.) • Ci sarà un referente in ogni scuola con cui i servizi e lo sportello terranno i contatti 14