Progettazione esecutiva anno 2010 PIANO SOCIALE DI ZONA Ambito di Agnone Sezione 1. Presentazione 1.1 Presentazione dell’ambito L’ambito del Piano Sociale di Zona di Agnone comprende 12 comuni( Agnone, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelverrino, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, San Pietro Avellana, Sant’Angelo del Pesco, Vastogirardi) e alcuni enti pubblici ed istituzioni: Provincia di Isernia, Azienda Sanitaria Locale n.1 “Alto Molise” di Agnone e la Comunità Montana Alto Molise. La popolazione complessiva dell’ambito è pari a 13.651 abitanti ripartita in 1.721 persone con età compresa fra 015 anni, 8.028 persone con età compresa tra 19-65 anni e 3.902 persone con età superiore ai 65 anni. Gli extracomunitari residenti nell’ambito territoriale di Agnone rappresentano lo 0,77% sulla popolazione totale e quindi sono circa 105, gli anziani rappresentano il 28,6% ( 3.902), i minori il 12,6% d i diversamente abili lo 0,23% ( 32). L’analisi dei dati socio demografici evidenzia un abbandono del territorio in età lavorativa ed un indice di invecchiamento abbastanza elevato. La popolazione residente si distribuisce in dodici comuni prevalentemente di piccole dimensioni: nove comuni hanno meno di 1.000 abitanti, 2 comuni hanno una popolazione compresa tra 1.000 e 3.000 abitanti; il solo comune di Agnone supera i 5.000 abitanti. Si evidenzia una notevole presenza di nuclei familiari multiproblematici e una sfaccettatura del disagio della popolazione anziana e dei diversamente abili. Una semplificazione delle strutture familiari, ha dato luogo all’aumento del numero delle famiglie ed alla contemporanea diminuzione del numero dei componenti le famiglie: il modello di famiglia unipersonale è in maggior crescita e la maggior parte è costituita da ultrasessantacinquenni. La composizione delle famiglie nonché un aumento costante dell’incidenza della popolazione anziana, con una dislocazione territoriale delle presenze fortemente differenziata ( da un minimo nel comune di Agnone ( 28,6%) ad un massimo nel comune di Pescopennataro ( 43,2%), fa evidenziare la necessità di interventi di supporto alle famiglie con particolare attenzione alle situazioni con presenza di persone anziane, non autosufficienti e di persone diversamente abili. E’ da evidenziare anche la presenza di popolazioni immigrate, sia per i flussi determinati dalle condizioni economiche e politiche dei paesi del terzo e quarto mondo, sia per i flussi di profughi. Emerge in tale contesto, un disagio abitativo riferito alla mancanza di alloggi. Infine per quanto riguarda il contesto organizzativo esiste un forte squilibrio territoriale sia a causa della conformazione morfologica dell’Ambito Territoriale sia per le caratteristiche demografiche: maggiore concentrazione dei servizi sul territorio di Agnone ed una carenza sul resto del territorio dell’ambito di zona. 2 1.2 Finalità del PSZ Il Piano mette al centro delle strategie e degli obiettivi gli interessi generali dei cittadini e, quindi, dell’intera comunità e i diritti delle persone svantaggiate ad avere pari opportunità di accesso alla vita comunitaria, al lavoro, alla dimensione partecipativa più vasta che il territorio potenzialmente esprime. Il Piano di zona è innanzi tutto un processo culturale, come tale implica uno sviluppo e un progressivo perseguimento degli obiettivi da parte di tutti i soggetti coinvolti. In quanto processo il PSZ costituisce la prima tappa di uno sviluppo di obiettivi ed azioni che saranno più esattamente scandite nelle successive tappe. Finalità generale ed estensiva del Piano è l’inclusione sociale e lavorativa di tutti i cittadini, ossia la promozione sociale, economica, culturale di tutta la comunità del territorio attribuendo alle politiche sociali una funzione strategica di primo piano nella programmazione complessiva dello sviluppo. Inoltre ci si propone di far sì che i diritti riconosciuti siano anche concretamente attuati, che le condizioni negative che tanto incidono sull’armonico sviluppo della personalità siano rimosse, che si pongano in essere condizioni di sostegno ad un itinerario evolutivo assai difficile nella società complessa in cui ci troviamo a vivere, che si realizzino ambienti e strutture che consentano a coloro che si affacciano alla vita di sperimentarsi, confrontarsi,incrementare le proprie potenzialità positive e le proprie inclinazioni, sviluppare il proprio spirito critico per poter conquistare una vera autonomia ed una autentica identità. Tra le finalità del Piano assume particolare importanza, infine, la promozione di una nuova cultura delle vecchiaia, e cioè la vecchiaia vista come età positiva, piena di potenzialità e di carica progettuale, età culturale capace di seminare innovazione e nuova cultura nelle comunità che rischiano di smarrire le radici della propria storia, di perdere gli archetipi dell’identità comunitaria. 3 1.3 Obiettivi generali e specifici Gli obiettivi generali del Piano Sociale di Zona di Agnone sono stati definiti in raccordo con gli obiettivi generali del Piano Sociale Regionale. In modo particolare si evidenziano come obiettivi generali: Potenziare, migliorare ed ampliare il sistema dei servizi e delle strutture presenti sul territorio; Migliorare l’accessibilità agli interventi da parte dei destinatari; Garantire equità e uguaglianza delle opportunità nel garantire livelli uniformi ed omogenei nell’erogazione dei servizi; Attivare un sistema di gestione dei reclami e di valutazione e monitoraggio continuo dei servizi erogati, per il continuo riadattamento degli stessi, a garanzia della validità e della loro attualità; Realizzare l’integrazione socio –sanitaria; Offrire formazione e formazione a quanti sono impegnati a vario titolo nel sociale; Attivare un sistema di raccolta ed analisi del “welfare locale” per una conoscenza organizzata del territorio e dei suoi bisogni sociali; Favorire una lettura più organica del bisogno evidenziato dal territorio; Ridurre il disagio psico-sociale presente nell’ambito territoriale e prevenire nuove forme di povertà e di bisogno; Attivare risposte socio sanitarie che possano rispondere alle esigenze rilevate. Gli obiettivi specifici sono legati alle aree di intervento individuate in base all’analisi di contesto svolta ed all’analisi dei fabbisogni e delle criticità emerse. Area disabili: Supportare economicamente la famiglia per la gestione di situazioni derivanti od attribuibili all’handicap di uno dei suoi membri; Promuovere l’informazione e l’orientamento finalizzati alla tutela dei propri diritti; Sviluppare azioni e programmi di aiuto alla persona; Estendere l’assistenza domiciliare come sostegno alla famiglia oltre che alla persona; Garantire i trasporti sociali; Realizzare una rete di supporto e di sollievo alle famiglie con disabili; Favorire l’apprendimento di abilità sociali per promuovere una progressiva autonomia e 4 realizzazione del “se”, garantendo interventi a carattere individuale e familiare di sostegno e di aiuto attraverso azioni mirate e sperimentate; Garantire un sistema informativo, di consulenza e di aggiornamento relativo alla normativa in materia ed alle risorse ed ai servizi del territorio, attraverso la collaborazione ed il raccordo con agenzie regionali e nazionali; Garantire una giusta partecipazione alla vita sociale, attraverso iniziative mirate oppure con interventi che consentano la fruizione dei servizi ricreativi e di animazione presenti nel territorio; Realizzare percorsi formativi e di supporto psicologico ai familiari ed agli operatori psicosociali impegnati a vario titolo nei servizi nonché agli stessi portatori di handicap; Favorire la permanenza nel proprio contesto di vita del portatore di handicap, attraverso il servizio di assistenza, mantenimento e recupero della situazione di handicap e di disagio; Promuovere l’integrazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita delle persone disabili e dei loro nuclei familiari; Area anziani: Rispondere alle necessità assistenziali senza allontanare l’utente dal proprio contesto abituale di vita; Assicurare agli anziani un’esistenza sicura e libera, consentendo loro di vivere come gli altri e on gli altri, riconoscendogli ruoli autentici in cui possano essere i protagonisti, tutelando i loro diritti e la loro dignità attraverso l’offerta di pari opportunità di vita; Promuovere e mantenere una politica assistenziale che inserisca nel programma assistenziale tutti i soggetti esistenti, vicini di casa, volontariato, famiglia, che circondano naturalmente l’anziano e prepari la famiglia e la comunità ad avere un approccio gerontologico corretto con esso, fornendo conoscenze e strumenti adeguati per aiutare i suoi membri ad invecchiare meglio; Promuovere la salute ed il miglioramento degli stili di vita; Prevenire e rimuovere ogni forma di emarginazione o di istituzionalizzazione impropria o garantire interventi diversificati; Garantire un servizio di informazione capillare ed accessibile e la circolarità delle informazioni; Garantire la fruibilità dei servizi attraverso la loro conoscenza ed adeguate politiche di trasporto; 5 Promuovere l’autonomia dell’utente nelle attività di vita quotidiana e tendere alla tutela globale della persona anziana verso il raggiungimento delle migliori condizioni di benessere possibile, inteso come equilibrio tra soma, psiche e spirito ed all’esterno fra persona e ambiente. Area minori: Informazione e sensibilizzazione sull’Istituto dell’Affidamento Familiare nei territori dell’ambito, avvalendosi delle Agenzie Territoriali, quali “antenne sociali” ( scuole, parrocchie, associazioni di volontariato, ecc.), alle quali aprire questa nuova dimensione della solidarietà verso i minori; Costituzione e monitoraggio di un’anagrafe degli affidi, costituita dai nominativi dei minori in difficoltà e delle famiglie disponibili all’affido; Supporto sociale, psicologico ed educativo alle famiglie affidatarie e alle famiglie di origine; Individuazione delle residenze dove collocare i minori in attesa di affidamento che non siano troppo lontane, territorialmente, dai luoghi di origine dei minori. Area immigrati: Osservare e documentare l’evoluzione dei bisogni dei cittadini stranieri; Organizzare e indirizzare presso i servizi di sportello la domanda avanzata dai cittadini stranieri; Informare i cittadini stranieri sull’esistenza /risposte adeguate ai loro bisogni. 1.4 Strategie per la realizzazione del PSZ La realizzazione del Piano Sociale di Zona è basata su una strategia che tiene conto in prevalenza dei punti di forza e dei punti di debolezza riscontrati a livello delle diverse territorialità ricomprese nel Piano stesso. A fronte di una buona gestione del servizio di assistenza domiciliare agli anziani, presenza di numerose associazioni di volontariato, di un forte senso di appartenenza all’area di riferimento dell’alto Molise, delle dimensioni ridotte delle comunità con buona conoscenza delle situazioni individuali, la presenza di reti di solidarietà informali ancora funzionanti si rileva la mancanza del servizio sociale professionale in alcuni comuni dell’ambito, la mancanza di un sistema integrato dei servizi socio-sanitari, la mancanza in alcuni comuni dell’ambito dell’assistenza domiciliare, la mancanza di un piano di comunicazione sociale che compromette 6 livelli omogenei di accessibilità ai servizi inficiando al tempo stesso la partecipazione attiva del cittadino, la mancanza di sportelli di orientamento e informazione, un evidente senso di spopolamento. Ed è su tali basi che si deve innescare una strategia che porti allo sviluppo di azioni con alto grado di potenzialità come l’attivazione ed il potenziamento dei servizi informali esistenti, la creazione di servizi di rete, il raccordo e l’integrazione dei servizi socio-sanitari. Nell’ambito della programmazione dei servizi e degli interventi sociali, la definizione del profilo sociale locale ha rappresentato l’indispensabile fondamento per la definizione di scelte strategiche e l’individuazione di priorità per una pianificazione sociale locale aderente alle specificità sociali di cui è portatore il territorio sia come bisogno latente che come bisogno espresso. Il profilo sociale locale ha rappresentato infatti uno strumento di valutazione importante, ossia un supporto conoscitivo alla decisione pubblica, mediante l’analisi della composizione socio-demografica, la valutazione della precedente pianificazione, l’analisi dei bisogni espressi dalla popolazione residente nell’ambito. L’Ambito Sociale rappresentato nel Piano Sociale di Zona di Agnone condivide con il documento di programmazione regionale – Piano Sociale Regionale – la necessità strategica di: • aumentare la capacità dell’ambito di conoscere per programmare con maggiore efficacia le politiche e gli interventi sociali; • gettare le basi per la costruzione di una banca dati, di un sistema di monitoraggio, capace di verificare e orientare le scelte dell’amministrazione anche attraverso la valutazione dell’impatto dei servizi sul sistema sociale locale; • coinvolgere gli attori sociali in una dimensione reticolare finalizzata allo sviluppo della partecipazione consapevole e matura in grado di costruire una coscienza civica solida e solidale, ossia un bacino di capitale sociale per l’Ambito. Inoltre attraverso il Piano di Zona, i Comuni e gli altri enti coinvolti, pervengono alla definizione, alla realizzazione ed alla valutazione di un PIANO COMPLESSO concernente lo sviluppo sociale e sociosanitario di un territorio e attuano una strategia di programmazione unitaria, orientata a garantire: un sistema integrato di servizi alla persona e alla famiglia; l’esplicitazione degli obiettivi e delle priorità delle politiche territoriali; le forme di controllo e di verifica delle spese e dei risultati; 7 la centralità ai bisogni del territorio e alle attese della cittadinanza; le forme di collaborazione e di raccordo fra il pubblico e il privato; l’adozione di soluzioni organizzative e gestionali flessibili ed innovative; un ottimale utilizzo delle risorse disponibili. 8 1.5 Risultati attesi Tenendo presenti gli obiettivi generali e specifici definiti nel paragrafo 1.3, si possono così riassumere i risultati attesi che si crede possano essere raggiunti con lo sviluppo delle azioni individuate: Avvicinamento ai luoghi di vita del paziente, secondo il principio di riabilitazione “in vivo”. Favorire modalità riabilitative, concordate con l’intero sistema di cura e radicate nel sistema di comunità, basate sui principi di autonomia e responsabilizzazione. Accoglienza ed inserimento in percorsi di attenzione e cura di persone con disagio psico fisico che non fanno domanda di aiuto. Diminuzione degli ingressi nelle strutture a carattere residenziale e aumento degli interventi a domicilio a favore della autonomia del soggetto. Miglioramento della comunicazione tra i servizi di enti diversi. Socializzazione malati, disabili, persone svantaggiate. Sollievo alle famiglie che assumono rilevanti impegni di cura. Miglioramento della qualità delle prestazioni a sostegno della persona non autosufficiente e del proprio contesto di vita ( familiare) Elaborazione di strumenti operativi condivisi Maggior flessibilità delle risorse e degli interventi in funzione del bisogno/benessere della persona non autosufficiente Maggiore integrazione tra servizi sociosanitari e socio-assistenziali al fine di omogeneizzare gli interventi all’utenza. Migliore conoscenza della realtà territoriale. 9 Sezione 2. Organizzazione 2.1. Articolazione dell’Ufficio di Piano L’Ufficio di Piano si configura come un gruppo tecnico di lavoro, a carattere intercomunale, la cui attività di progettazione esecutiva, gestione e monitoraggio per lo sviluppo di un sistema a rete dei servizi socio sanitari sul territorio di riferimento, è finalizzata alla programmazione sociale e alla attuazione del Piano Sociale di Zona. L’Ufficio di Piano individuato è costituito dal Coordinatore d’Ambito, responsabile gestionale ed amministrativo del Piano di Zona, dal Responsabile Amministrativo Settore Sociale del Comune di Agnone, dal Responsabile area contabile del Comune di Agnone, dal Responsabile sportello immigrati del Comune di Agnone, dal Segretario comunale del Comune di Agnone e dall’esperto per l’integrazione socio sanitaria dell’ARSEM. In conformità a quanto definito nelle direttive regionali, l’Ufficio di Piano è l’organo tecnico che realizza le funzioni di programmazione e gestione del Piano di Zona, coordina l’Ufficio di Cittadinanza e il Servizio Sociale Professionale. L’Ufficio inoltre predispone gli atti per l’organizzazione dei servizi e per il loro eventuale affidamento a soggetti terzi, predispone l’articolato dei protocolli d’intesa e degli altri atti volti a realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali, organizza la raccolta delle informazioni e dei dati, promuove iniziative per il reperimento di altre risorse, predispone tutti gli atti necessari all’assolvimento da parte del Comune di Agnone ( Ente Capofila) dell’obbligo di rendicontazione ( La formale attivazione dell’Ufficio di Piano è avvenuta mediante l’adozione delle due delibere del Comitato dei Sindaci che si allegano al presente progetto.) 10 2.2. Programmazione, articolazione e gestione degli Uffici di Cittadinanza Nell'ambito del cambiamento organizzativo del sistema territoriale dei servizi sociali su base regionale, e con riferimento al Piano Sociale di zona, l'Ufficio della cittadinanza si rivolge alla popolazione del proprio territorio di riferimento per fare fronte agli stati di bisogno, di disagio e alla ordinaria problematicità che interessa il ciclo di vita delle persone e delle famiglie. L’Ufficio della Cittadinanza è un servizio che, secondo quanto previsto dal Piano Sociale Regionale, ha lo scopo di riorganizzare in modo nuovo e più evoluto le funzioni tipiche del Servizio Sociale di base, rappresentando il primo livello di accesso al sistema territoriale dei servizi. Gli Uffici di Cittadinanza sono un nodo fondamentale della rete dei servizi in quanto soggetto i grado di verificare l’adeguatezza della rete dei servizi sociali alle effettive esigenze della comunità. Gli Uffici di cittadinanza sono servizi-funzione presenti sul territorio finalizzati a promuovere e supportare l’azione di rete coinvolgendo persone e famiglie, gruppi e associazioni, soggetti istituzionali e non, che operano a livello locale; assicurano la funzione di lettura ed osservazione dei bisogni e di monitoraggio e promozione delle risorse del territorio, di ascolto delle necessità dei cittadini in situazioni di bisogno, di orientamento, di accompagnamento e di filtro, di informazione sui diritti, le prestazioni, le modalità di accesso ai servizi pubblici e privati, di promozione della trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadini e servizi garantendo anche la possibilità di presentazione di reclami da parte degli utenti delle prestazioni sociali. Nell’ambito del Piano Sociale di Zona di Agnone, il coordinamento dell’Ufficio di cittadinanza è demandato al Comune di Agnone: ogni altro comune rientrante nell’ambito del Piano ha individuato un proprio dipendente che svolgerà le funzioni proprie dell’Ufficio di rappresentanza all’interno della propria sede di lavoro. Le persone così individuate lavorano insieme interagendo e costruendo un modo di nuovo di avvicinarsi ai servizi facendo sentire la cittadinanza partecipe dei processi di integrazione sociale. È un servizio che si rivolge alla totalità dei cittadini per la generalità delle problematiche ed esplica la sua azione prevalentemente a un livello educativo-promozionale. Il suo compito è quello di sostenere le persone nell’affrontare la normalità dei bisogni e delle problematiche della vita quotidiana come la solitudine 11 degli anziani, i problemi di relazione con i familiari, le difficoltà economiche. Le funzioni dirette alle singole persone, alle famiglie e alla comunità sono quelle proprie del segretariato sociale e del servizio sociale di base e si esplicano attraverso: l’ascolto l’informazione la comunicazione l’offerta attiva l’accompagnamento (Vedi allegato 2 Sportello di cittadinanza – attuazione delibera del comitato dei sindaci n° 21/09 del 28/12/09) 12 2.3. Costituzione e gestione territoriale del Servizio Sociale Professionale Il Servizio Sociale Professionale di Ambito Svolge attività professionale funzionale alla realizzazione degli interventi e servizi sociali previsti dal Piano di Zona. Il Servizio Sociale Professionale di Ambito: • • • opera per la valorizzazione della centralità delle persone e della loro capacità di scelta ed autodeterminazione; svolge attività di aiuto ai singoli, ai gruppi, alle famiglie per lo sviluppo delle capacità atte ad affrontare, gestire e risolvere i problemi; svolge funzioni di programmazione, organizzazione e valutazione degli interventi e dei servizi sociali. In particolare, il Servizio Sociale Professionale di Ambito svolge le seguenti funzioni: • • • • • • accompagnamento, monitoraggio e valutazione, dei servizi del sistema integrato di Ambito; presa in carico dei casi e predisposizione di progetti di intervento personalizzati, in ragione delle competenze di Ambito, d’intesa con gli altri attori coinvolti, e tenuto conto delle eventuali disposizioni di organi giudiziari; realizzazione di forme di cooperazione tecnica ed integrazione con altri attori sociali, pubblici e privati; rilevazione, monitoraggio, analisi e valutazione di nuovi bisogni partecipa all’Unità di Valutazione Interdisciplinare (UVI) collabora con le risorse territoriali del Terzo Settore per l’attivazione di interventi coordinati. Per lo svolgimento del servizio è stato emanato un bando per il conferimento di incarico professionale per attività di servizio sociale professionale ad un assistente sociale. La gestione del Servizio Sociale Professionale sarà disciplinata da un regolamento istituito ad hoc in cui saranno individuati i criteri di accesso ai servizi, la tipologia dei destinatari, l’organizzazione, le responsabilità, la metodologia di operatività, il comportamento degli operatori, le responsabilità giuridiche, la revoca e la sostituzione degli operatori, le retribuzioni ( vedi bando in allegato n. 3). 13 2.4. Risultati attesi I risultati che ci si attendono sono legati alla operatività delle organizzazioni individuate e pertanto consisteranno: nella definizione di un sistema di coordinamento sociale nella raccolta, segnalazione ed elaborazione di progetti ad hoc e verifiche in itinere nella integrazione istituzionale e tra servizi sociali, socio.-sanitari e sanitari e con le politiche dell’istruzione, del lavoro, della formazione, della casa, della mobilità nel modello organizzativo integrato tra servizi ospedalieri, sanitari del territorio, servizi sociali, socio-sanitari e sanitari 14 Sezione 3. Programmazione dei Progetti specifici 3.1. Quadro generale delle attività previste Le attività previste nel Piano Sociale di Zona riguardano principalmente quattro diverse aree di intervento: disabili, immigrati, anziani, minori. Per tali aree di intervento sono già stati pensati dei progetti da realizzare ( vedi sez. 4 descrizione di ogni singolo progetto). Nel Piano sociale di zona l’area anziani ha sempre ricoperto un importanza specifica non solo per il merito dei contenuti ma anche per il metodo e per il “cammino” dell’elaborazione, che in alcuni passaggi assume il profilo di una “trattativa” finalizzata alla definizione delle priorità da assegnare al documento programmatorio zonale. Gli obiettivi riguardano sia l’integrazione sociosanitaria che la promozione ed il sostegno all’autonomia della persona . Da un lato quindi un trasversale impegno allo sviluppo di un’integrazione socio-sanitaria capace di produrre effetti sul versante del miglioramento delle prestazioni e sullo sviluppo di scala degli interventi rivolti alla popolazione anziana. Dall’altro un necessario impegno all’implementazione di un quadro di attività rivolte alla persona anziana ed alla promozione dell’autonomia che guadi il più possibile al progetto di vita anche quando l’autonomia stessa è residuale. In tal senso il Piano Sociale di Zona vuole svolgere e rinforzare un ruolo di programmatore di interventi a sostegno dell’autonomia anche quando è differita o nella assistenza domicilare integrata. Fino ad ora la forte rete di supporto che le cooperative sociali e le associazioni di volontariato sono riuscite a strutturare, ha evitato fenomeni di marginalizzazione di questa fascia di popolazione che ha saputo e potuto salvaguardare alti livelli di autonomia, di integrazione e di partecipazione sociale. Il bisogno comunque che emerge dalla rilevazione dei dati raccolti sembra quello di una assistenza domiciliare di supporto, di sostituzione di una rete amicale e parentale che con il tempo tende sempre di più ad allargarsi. Dal momento che le persone anziane necessitano in modo particolare di interventi 15 personalizzati, dettati da diversi bisogni e condizioni di vita, saranno opportunamente articolati e differenziati interventi per consentire di disporre di prestazioni adattabili agli specifici bisogni e condizioni della persona, costruendo progetti individualizzati e curando il coordinamento degli interventi in forma integrata. Inoltre, i cittadini potranno usufruire di prestazioni socio assistenziali e socio sanitarie analoghe in tutte le zone dell’ambito territoriale, per cui sarà garantita l’omogeneità delle prestazioni. Il progetto da realizzare è denominato “Assistenza Domiciliare Integrata per anziani”. Per quanto riguarda l’area disabili, saranno attivati 3 percorsi di interazione per facilitare il rapporto con i servizi territoriali socio-sanitari attraverso azioni da definire in relazione al tipo di disabilità; in particolare si rilevano carenze nei servizi alle famiglie con minori diversamente abili, che non trovano adeguati supporti soprattutto nelle emergenze. La filosofia che ispira la programmazione degli interventi nell’area disabili fa riferimento al concetto di “progetto individuale di vita”. Pertanto le attività che si vogliono sostenere sono legate all’assistenza domiciliare volta all’accompagnare la persona disabile nella costruzione del proprio progetto di vita nel pieno rispetto della sua autonomia, della capacità di compiere le proprie scelte. Il servizio è finalizzato a: a) Consentire ai portatori di handicap la permanenza nel proprio ambiente di vita, mantenendo il ruolo e l’autonomia di singoli e/o nuclei familiari che, per esigenze permanenti o temporanee, hanno necessità di aiuto a domicilio per il soddisfacimento dei bisogni essenziali relativi al governo della casa, alla cura della persona e alla vita di relazione; perseguire l’obiettivo di evitare il ricorso all’istituzionalizzazione impropria, potenziando le capacità residuali del soggetto e/o del nucleo familiare attraverso prestazioni sociali, sanitarie , di aiuto alla persona rese a domicilio; ridurre gli stati di emarginazione fisica e psicologica. b) Inoltre verrà coordinato con l’Asrem la gestione del sostegno economico erogato in favore delle famiglie, ad integrazione dell’assegno di accompagnamento necessario per incrementare le risorse economiche destinate ad assicurare la continuità dell’assistenza alla persona non autosufficiente al fine di garantire la permanenza nel proprio nucleo familiare evitando forme di istituzionalizzazione e ricoveri impropri. c) Avviare la gestione di una residenza protetta per diversamente abili denominata “Dopo di 16 noi” nel Comune di Agnone. E’ prevista la possibilità di inserire i disabili in questa struttura con un contributo economico, ad integrazione di quello familiare, da parte del Piano sociale di zona. Il progetto da realizzare è denominato “ Pause di sollievo ( disabili)”. Nella definizione “ minori “ si racchiude in realtà il riferimento ad una diversificata articolazione del target: da un lato i minori come soggetto plurimo ( dalla prima infanzia agli adolescenti), dall’altro la loro famiglia come luogo educativo primario e la funzione genitoriale da essi svolta come ruolo pedagogico di partenza. In particolare nel Piano Sociale di Zona di Agnone sono state prese come punto di partenza storie di famiglie di alcuni comuni dell’ambito segnate da violenza e problemi economici. I minori di tali famiglie sono stati allontanati dal nucleo familiare e dati in affido presso case di accoglienza ( fuori dalla Regione Molise). Al sostentamento delle spese relative sono, per legge, deputati i Comuni. Gli oneri rischiano di portare alcuni comuni al dissesto finanziario. In via del tutto eccezionale, come deliberato dal Comitato dei Sindaci ( vedi allegato n. 4) si intende, da un punto di vista finanziario contribuire alle spese sostenute dai Comuni che a causa del forte debito contratto per il pagamento delle rette rischiano il dissesto finanziario. Nell’ambito dell’area minori quindi si intende, da un punto di vista finanziario sostenere l’alloggio di questi minori presso le strutture che li ospita dando un contributo ai Comuni interessati. Da un punto di vista di operatività di area si pensa di avviare attività di collaborazione con gli ambiti territoriali di Isernia e Venafro e promuovere varie azioni: - Ricercare una struttura presente in un territorio limitrofo all’ambito territoriale in cui i minori individuati sono cresciuti, sia per diminuire il costo di sostentamento sia per reinserirli nella loro realtà territoriale., - Promuovere ed istituire un’anagrafe degli affidi. Tale anagrafe vorrà essere uno strumento utile per tutti coloro che operano in questo settore, per avere una conoscenza reale del fenomeno. L’obiettivo sostanziale vorrà essere quello di facilitare il lavoro di rete tra i servizi che si occupano dei minori. - Creare una rete di collaborazione e di un lavoro sinergico tra i vari operatori del 17 settore basata sulla fiducia, il rispetto ed il sostegno reciproco in vista di un obiettivo comune. Il progetto da realizzare è denominato “Pollicino ( minori)” Anche l’area inclusione sociale racchiude una molteplicità di temi e di bisogni connessi a categorie di persone e cittadini in difficoltà, a rischio di emarginazione ed esclusione dalla vita sociale e comunitaria. In particolare le attività da realizzare attraverso il Piano Sociale di Zona sono rivolte agli immigrati. Il progetto da realizzare è denominato “Istituzione di uno sportello, informativo, di orientamento e consulenza nel Comune di Agnone” ( vedi allegato 5 Programma regionale di iniziative a favore degli immigrati extra comunitari- Istituzione di uno sportello informativo, di orientamento e consulenza nel comune di Agnone). Approvazione ) L’assistenza informativa è l’attività fondamentale dello sportello, diretta alle persone straniere, che vivono nel nostro territorio. L’obiettivo principale dell’iniziativa è fornire tutte le informazioni sulla legislazione vigente e sulle modalità attraverso le quali risolvere questioni legali e burocratiche. Questo tipo di servizio mira a facilitare l’inserimento nelle comunità degli immigrati e metterli in grado di interagire con essa, in modo consapevole, nel rispetto reciproco della propria cultura di appartenenza. Il servizio prevederà segretariato sociale, con erogazione di informazioni ed assistenza per lo svolgimento di pratiche amministrative ( T.U. 286/98) e aggiornato con la legge “Bossi-Fini” ( L. 189/02) e la legge 271/04 e supporto giuridico e consulenza relativi all’ingresso in Italia ed al permesso di soggiorno, alla carta di soggiorno ed il ricongiungimento familiare, i matrimoni e la cittadinanza, l’inserimento lavorativo e l’assistenza fiscale. Inoltre saranno realizzati altri interventi che saranno valutati nel corso di operatività del Piano Sociale e che potranno essere realizzati in ragione delle esigenze che man mano emergeranno nei contesti individuati: famiglia La famiglia è il luogo in cui la persona, nel tempo, stabilisce e struttura le sue relazioni sia con gli altri componenti, sia con i soggetti esterni. Essa è un intreccio di relazioni e connessioni a volte influenzate da eventi critici (separazioni coniugali, lutti, handicap, malattie invalidanti, problemi sociali) che vanno ad incidere, oltre che sul sistema psicologico della famiglia, anche 18 sull’organizzazione e quindi sui carichi assistenziali e di cura. Do fronte ad una famiglia che si trovi in situazione di difficoltà, il compito dei servizi non può limitarsi alla presa in carico di uno o più soggetti, ma deve esplicarsi in una presa in carico complessiva che interessi l’intero nucleo familiare e il contesto comunitario di prossimità. In questa dimensione il ruolo dei servizi è sempre meno di erogare prestazioni e sempre più di aiutare chi aiuta, secondo una prospettiva che permette di pensare alla famiglia come sistema con cui lavorare più che su cui lavorare. Considerando questa sintesi è necessario sviluppare metodologie di mutuo aiuto e favorire la promozione dell’associazionismo tra famiglie. adolescenti-giovani A cavallo degli anni ’80 e ’90 del secolo scorso è stata – quella delle politiche per adolescenti e giovani - un'area florida e foriera di buone prassi, in misura lieve anche nei territori del nostro Ambito. Nell’ultimo decennio, vuoi per il contrarsi delle risorse pubbliche vuoi per alcuni elementi di criticità derivanti dalla fatica della gestione del conflitto generazionale (connaturato alla dinamica adolescenti/giovani-adulti) si e smarrita in qualche modo la direzione strategica. Ora e venuto il momento in cui riprendere le fila del discorso per capire quali sono le strade moderne per essere per e con adolescenti e giovani, entro una logica di responsabilità, libertà e senso civico. Individuare la direzione delle politiche dei comuni e degli enti territoriali ci può aiutare ad individuare di conseguenza lo specifico che può giocare l’Ambito, in una logica di sovraterritorialità che ben si sposa ad esempio con la mobilita, caratteristica tipica di adolescenti e giovani. L’impegno e quello di ridefinire dei progetti a favore della fascia adolescenziale e giovanile con la ricerca di modalità di coordinamento tra gli interventi e i progetti attivi nei territori, promossi da comuni, realtà ecclesiale, associazioni e cooperative sociali. disagio adulti Basta la crisi economica di questi mesi a cavallo tra il 2008 e il 2009 a modificare abitudini consolidate nell’approcciare il cosiddetto disagio. Situazioni personali e familiari stabili possono improvvisamente modificarsi per il venire meno di una parte del reddito e creare difficoltà importanti a chi ne e coinvolto; giovani alla ricerca della prima occupazione faticano ad assumere 19 come propria una dimensione tipica di questo nostro tempo – la precarietà –, persone in bilico si trovano ad affrontare il venir meno di un posto di lavoro come elemento che rompe equilibri fragili; chi sta uscendo da percorsi difficili trova meno facilmente un lavoro. E vero, per fortuna, che la crisi prima o poi passera, ma, al di la del dato contingente, ciò che e utile a noi in questo caso e utilizzare la situazione attuale come leva per cambiare paradigma nell’affrontare le politiche riguardo al disagio, per migliorare l’offerta di servizi ed interventi di contrasto alla povertà, all’emarginazione e per facilitare l’inclusione sociale. Il servizio sociale e chiamato a recepire le richieste di interventi di sostegno economico e di accompagnamento nella ricerca di un’abitazione o di un impiego anche da parte di persone assolutamente normali (potremmo essere anche noi che leggiamo questo documento a rivolgerci oggi all’assistente sociale del nostro comune); il criterio con cui porsi alla domanda deve quindi necessariamente essere diverso da quello che si ipotizza abbia senso nei confronti delle categorie intese classicamente come svantaggiate. Diventa pertanto urgente e necessario approfondire la conoscenza del fenomeno ‘Vulnerabilità sociale’, identificandone i profili sul territorio, per poi definire nuove forme di intervento attraverso l’interconnessione dei servizi ed interventi che facilitano l’inclusione sociale, anche attraverso la collaborazione con i “Centri di Primo Ascolto”, i gruppi di volontariato e le famiglie sensibili presenti nei diversi territori. salute mentale Affrontare il problema del disagio psichico, della malattia mentale o dell’emarginazione psicosociale significa entrare in contatto con una problematica che, nonostante i molti tentativi fatti, non ha trovato risposte adeguate ai bisogni che si presentano in questo ambito sempre più come una vera e propria urgenza sociale. Non ci si riferisce solo alle patologie psichiche conclamate, ovviamente ma a tutto l’universo del disagio e dell’emarginazione psicosociale che appare in crescita esponenziale con ritmi del mutamento sociale contemporaneo. La rete dei processi emarginanti, soprattutto nel campo del disagio psichico, richiede oggi più che mai una visione d’insieme degli interventi che non può prescindere da uno sforzo maggiore nella direzione della riabilitazione e del reinserimento sociale, pena un aggravio in termini di risposte istituzionalizzanti le quali, senza un’adeguata rete integrata di interventi ed azioni positive sul 20 territorio, rimangono l’ultima spiaggia per contenere situazioni che si presentano con problematiche certamente più gravi e pesanti di altre forme di emarginazione e di disagio. I tentativi di attuazione della riforma sanitaria e dal Piano Sanitario Regionale in tema di salute mentale, mostrano oggi, a distanza di oltre vent’anni di esperienze, come sia difficile realizzare interventi che abbiano valenze diverse dalla semplice diagnosi e cura. Non si tratta evidentemente solo di un problema di carattere organizzativo riconducibile alla mancata creazione della necessaria rete di strutture territoriali sostitutive dei manicomi: il problema centrale sta ancora a monte, laddove non sembrano ancora sufficientemente mediati e sedimentati i mutamenti di ordine culturale ed operativo che negli anni settanta si erano così fortemente espressi nei riguardi dell’approccio al disagio mentale. In particolare, non sembra ancora sufficientemente consolidata, nelle progettazioni dei nuovi interventi, la consapevolezza che il territorio può funzionare solo se lo si intende come tale: cioè, come una rete sinergica ed integrata che deve farsi carico “nel complesso” del disagio da affrontare. Ciò significa che non basta riprogettare sulla carta nuove tipologie di intervento, magari inventando nuovi acronimi con cui identificare le strutture di sempre. Se la strada è, come deve essere, quella della deistituzionalizzazione bisogna operare scelte forti, nella consapevolezza che il cammino è tutto in salita e che occorre grande disponibilità, pazienza nell’attesa dei risultati, disponibilità ad investire risorse economiche, umane, sociali e soprattutto capacità di coinvolgimento delle varie componenti della comunità locale per un percorso che sia realmente riabilitativo ed accogliente. La partnership tra pubblico e privato sociale si presenta come la strada ineludibile sulla quale costruire un nuovo cammino. Il Privato sociale può, in sinergia con il Pubblico, gestire azioni territoriali innovative che permettano di completare il quadro offerto dal servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), affiancato da uno o più centri, da case famiglia e da residenze sanitarie assistenziali, da strutture intermedie. La presenza di un Centro Diurno in un contesto sociale ripropone una dialettica inevitabile al cui interno si confrontano i termini di normalità e devianza, in un clima in cui, ancora oggi, il disagio psicosociale risente di una sorta di stigmatizzazione che contribuisce a creare un atteggiamento di rifiuto o di rimozione del problema. E’ perciò fondamentale pianificare l’insediamento di una realtà riabilitativa intermedia non sulla base di parametri teorici ma con un lavoro propedeutico di 21 analisi e di sensibilizzazione del territorio medesimo. I singoli progetti già individuati nonché tutte le attività riferite alle altre aree di intervento saranno pensate, organizzate, realizzate e gestite attraverso un sistema di coordiamento-informazione-controllo costituito da due importanti aree: area project management, area comunicazione, gestione, valutazione. Il dettaglio della operatività di tali aree è descritta in apposite schede inserite nell’allegato 6 Work Pakage 22 3.2. Risultati attesi I risultati attesi sono legati alla realizzazione delle attività previste. Come detto nel paragrafo precedente si darà priorità a quattro tipologie di interventi: assistenza domiciliare anziani, assistenza domiciliare disabili, affidamenti familiari, inserimento sociale immigrati. Inoltre i risultati attesi sono visti da due punti di vista: quantitativi e qualitativi. Risultati attesi qualitativi - crescita psico socio educativa del minore - crescita dell’autonomia del minore e delle sue capacità di relazione e di socializzazione - crescita della famiglia di origine - reinserimento del minore nel nucleo familiare di origine - creazione anagrafe degli affidi - avvio e/o potenziamento domiciliare ed attuazione dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), adeguandola alle necessità dell’anziano e prevedendo anche una assistenza notturna e festiva - rafforzare, sostenere e sviluppare l’autonomia delle persone disabili - valorizzare le capacità e le abilità, sostenere le famiglie sul carico assistenziale - sostegno economico ( assegno di cura) a favore di nuclei familiari, con disabile, che richiedono un intervento programmato nel tempo - creare consapevolezza in merito ai diritti doveri dei cittadini stranieri; - favorire la fruizione da parte dei cittadini stranieri dei servizi pubblici e privati esistenti; - prevenire forme di illegalità diffusa Risultati attesi quantitativi - relativamente al reinserimento nel nucleo o in una struttura di accoglienza geograficamente vicina al nucleo familiare, si prevede una percentuale non inferiore al 20% dei casi - creazione di almeno una anagrafe degli affidi presso il comune di Agnone - erogazione del servizio ADI ad almeno l’80% delle persone bisognose 23 - - erogazione del servizio di assistenza domiciliare ed erogazione dell’assegno di cura ad almeno l’80% dei nuclei familiari con persone disabili erogazione servizi dello sportello informativo, di orientamento e consulenza nel Comune di Agnone ad almeno il 90% dei cittadini stranieri presenti sui territori dell’ambito. 24 Sezione 4. Descrizione di ogni singolo progetto ( per la descrizione dei progetti si utilizzerà il relativo format, qui di seguito allegato) Sezione 4.1. – Progetto n°1: “Progetto: Assistenza Domiciliare Integrata per anziani” Uno degli obiettivi prioritari dei Comuni afferenti all’ambito territoriale di Agnone è la progettazione e la realizzazione del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata ( ADI) per gli anziani, al fine di rispondere ai bisogni crescenti di sempre più numerosi cittadini che presentano un’elevata fragilità non solo della sfera fisica ma anche di quella relazionale e sociale, con necessità di interventi a breve, medio e lungo termine, sia di tipo socio-assistenziale che sanitario. Nello specifico della realtà dell’ambito di Agnone, gli interventi domiciliari si profilano frammentati in molteplici servizi sanitari e sociali, territoriali ed ospedalieri, spesso non collegati tra loro e presenti in maniera non omogenea sul territorio. Nel tentativo di superare questa frammentazione si è concepito un modello organizzativo degli interventi domiciliari integrati tra servizi sociali e servizi sanitari territoriali ed ospedalieri, restituendo assoluta centralità alla persona abbisognevole di assistenza ed alla sua famiglia. Tale modello assume una precisa identità nell’ambito della rete dei servizi, quale importante nodo che consente di presidiare i punti critici; centro di grande impatto nella risposta ai bisogni dell’utenza fragile, con forte potenzialità di sviluppo futuro e ampi spazi per le verifiche sulla qualità delle prestazioni. Ciò comporta la necessità di: ripensare l’intera organizzazione e il ruolo degli operatori, disegnare i percorsi di collegamento tra i servizi territoriali e le strutture già esistenti, connettere, attraverso la gestione di regole, percorsi e procedure al fine di realizzare quella trama indispensabile per un valido lavoro di rete. Tale operazione dovrà risultare produttiva in virtù del continuo e comune impegno nella costruzione e consolidamento dei canali comunicativi tra soggetti diversi per rendere gli stessi sinergici rispetto al bisogno. L’integrazione è continuamente confermata dalla capacità delle diverse professionalità di partecipare ad un progetto comune sul paziente, di sbloccare e dinamicizzare le risorse dello stesso e della sua famiglia a 25 cui, in particolare oggi, si chiede sempre più tempo e impegno economico per mantenere a domicilio le persone non autosufficienti. L’ambito territoriale è distrettuale e dà continuità al servizio di Assistenza Domiciliare già in essere in alcuni Comuni e di attivazione “ex novo” in altri. Il servizio summenzionato interessa tutti i cittadini di qualsiasi fascia di età nei casi di ridotta o compressa autonomia parziale, totale o temporanea che necessiti, per la complessità del bisogno personale, familiare, sociale e sanitario, di una risposta unitaria, continuativa e flessibile, sia sotto il profilo socio-assistenziale dei servizi sociali che in quello relativo agli interventi sanitari, anche specialistici, erogati a domicilio in forma multidisciplinare e multi professionale. Il servizio di assistenza domiciliare integrata non può essere inteso come semplice fornitura di prestazioni ma è erogato quale risposta complessa e flessibile ai più diversi problemi che nascono nel momento dello scompenso a favore, non solo dell’utente e della sua famiglia, ma anche a favore del cittadino che non riesce a dar voce alla sua fragilità. Ponendosi come strumento di intervento finalizzato a migliorare il coordinamento tra le diverse risorse impegnate sul singolo caso- quale che sia la loro natura – il servizio A.D.I. garantisce la necessità di integrazione e continuità assistenziale, identificando il percorso complessivo del paziente fragile a tutela della sua salute e, contemporaneamente, per una appropriata allocazione delle risorse. Tale sistema di erogazione dei servizi affronta: la complessità dei bisogni del soggetto fragile, la complessità dei servizi, la complessità temporale. 26 Sezione 4.1. – Progetto n°2:Progetto “Pause di sollievo ( disabili)” Gli interventi di assistenza domiciliare a favore dei disabili finora assicurati rappresentano una percentuale ridotta rispetto al fabbisogno evidenziato in tutto l’ambito del Piano Sociale di Zona di Agnone. La rete dei servizi, pur articolata e diffusa, non risulta più adeguata a sorreggere la forte domanda di famiglie rispetto alle difficoltà a gestire problematiche a volte molto complesse, derivanti sia dalla gravità della disabilità sia dall’invecchiamento e a volte dalla inabilità degli stessi genitori. L’incremento degli interventi di assistenza domiciliare personalizzata dovrà privilegiare degli interventi a favore di minori e adulti con disabilità psico-fisica o disagio psichico grave, dei disabili soli e di quelle situazioni in cui i familiari non sono più in grado di fornire adeguato supporto. Gli obiettivi che si intende perseguire con il presente progetto sono quelli di garantire il diritto da parte della persona disabile ad abitare nel luogo in cui ha scelto di vivere e costruire relazioni significative e sviluppare e migliorare i servizi per la domiciliarità sulla base di progetti personalizzati. Nell’anno considerato, si prevede di rimodulare gli interventi da attuare secondo progetti personalizzati che prevedono una flessibilità sia negli orari che nell’attività di cura e si cercherà di integrare questo servizio con il servizio di trasporto, l’accoglienza nei centri diurni e l’accoglienza residenziale, anche temporanea, affinchè lo stesso risulti integrato e coordinato con la rete dei servizi socio-sanitari del territorio. Tale integrazione avrà avvio immediato con la creazione dell’opportunità di inserimento dei disabili presso una Residenza protetta denominata “Dopo di noi” nel Comune di Agnone. Tale possibilità è sostenuta dall’erogazione di un contributo economico ad integrazione della retta mensile da sostenere. Dal processo strategico che sarà attivato per raggiungere gli obiettivi formulati, ci si attende il miglioramento della qualità dell’assistenza domiciliare, l’attivazione del servizio in tutti i comuni dell’ambito, il soddisfacimento della domanda, il miglioramento del livello di soddisfazione dei soggetti e delle famiglie. Le prestazioni che si vogliono implementare riguardano: l’aiuto per l’igiene e cura della persona, aiuto per il governo della casa, attività riabilitativa domiciliare, sostegno psicologico all’intero nucleo familiare, interventi 27 igienico-sanitari di semplice attuazione, disbrigo pratiche e servizi per la vita di relazione. Le attività da avviare riguardano: percorsi di coprogettazione con tutti i referneti ( operatori dei servizi sociali e sanitari pubblici e privati, il soggetto e la famiglia); costante monitoraggio e verifica dei progetti personalizzati. Inoltre come indicato nel programma regionale di interventi per la non autosufficienza ( DGR Molise n. 56/09) , in collaborazione con l’ASREM e la Regione, sarà istituito un sostegno economico, erogato in favore delle famiglie, ed in particolare al familiare che se ne assume il carico assistenziale ad integrazione dell’assegno di accompagnamento, necessario per incrementare le risorse economiche destinate ad assicurare la continuità dell’assistenza alla persona non autosufficiente al fine di garantire la permanenza nel proprio nucleo familiare evitando forme di istituzionalizzazione e ricoveri impropri. L’erogazione dell’assegno di cura è subordinata alla disponibilità della famiglia ad assicurare la permanenza della persona non autosufficiente nel proprio contesto abitativo, sociale ed effettivo offrendo un’assistenza diretta al congiunto disabile; alla disponibilità della famiglia ad assicurare la permanenza della persona non autosufficiente presso il domicilio di quest’ultima mediante l’ausilio di assistenti familiari, assunti con regolare contratto di lavoro o cooperative sociali con l’acquisto di prestazioni assistenziali ( voucher). 28 Sezione 4.1. – Progetto n°3: Progetto “Pollicino ( minori)” Come già anticipato sinteticamente nel paragrafo 3.1 “ Quadro generale delle attività previste”, il progetto relativo all’area minori è incentrato su due fattori principali: 1) la grave realtà economico finanziaria a cui devono far fronte i comuni per sostenere i costi relativi alle rette da pagare per i minori allontanati da alcune famiglie residenti in alcuni comuni rientranti nell’ambito territoriale del Piano; 2) la gestione di azioni volte a prevenire e risolvere in un medio periodo il problema degli affidi. La storia di violenza e disagio economico di alcune famiglie locali prese come riferimento per la realizzazione di un progetto che porti alla gestione “territoriale” del problema degli affidi con conseguente risparmio economico e con conseguenze positive sulla psicologia del minore che si trova sì in un contesto abitativo che non è quello familiare ma che comunque affronta il cambiamento in un contesto territoriale simile a quello in cui era con la famiglia. Il sostentamento di minori allocati in residenze fuori dal territorio del comune di appartenenza è un costo esorbitante per chi deve sostenerlo. Nel caso specifico si tratta di alcuni comuni dell’ambito per alcuni minori dati in affido ad una struttura di accoglienza con sede nella regione Abruzzo devono sostenere un costo di circa 600 euro al giorno. I Comuni interessati sono piccoli comuni di pochi abitanti e pertanto sostenere questi costi significa portare un dissesto alle finanza del comune stesso. Il progetto parte da questa esperienza ma si vuole allargare al problema generale degli affidi. Sulla base delle risultanze del lavoro di concertazione avviato nella fase della predisposizione della programmazione sociale di Ambito svoltosi con gli attori sociali si è delineata una mappa di bisogni , anche se non molto evidenziata, afferente la tematica dell’affido dei minori. Nel territorio dell’ambito vi è la presenza di nuclei familiari caratterizzati da disagio economico, in correlazione alla discontinuità di inserimento nel tessuto lavorativo di adulti, in gran parte connotati da una scarsa scolarizzazione. Il mancato conseguimento dell’obbligo scolastico e/o di qualificazione professionale impedisce un agevole accesso al mercato del lavoro in un clima, perlatro, di totale indifferenza dell’imprenditoria locale , soprattutto nei confronti delle fasce di popolazione più svantaggiate. Ciò comporta in molti casi disagi economici e di violenza nelle famiglie con gravi danni soprattutto nei confronti dei minori. Si rileva, quindi, indispensabile il 29 sostegno alla genitorialità, ai fine della prevenzione e del recupero di dinamiche familiari compromesse con rischio di disagio psico-relazionale e/o devianza a carico dei minori. Ne deriva l’esigenza di istituire un servizio di pronta accoglienza mediante il funzionamento di uno sportello che possa sopperire al bisogno di ascolto e di mediazione familiare per nuclei problematici. Più specificatamente è emerso il bisogno di assicurare un contesto familiare adeguato ai minori in difficoltà recuperando da un lato le risorse residue di quelle famiglie di origine disagiate o compromesse che comunque esprimono comportamenti responsivi all’aiuto ed al cambiamento e dall’altro a individuare spazi di accoglienza ( famiglie o istituti) in territori limitrofi ai comuni di residenza dei minori, utili al recupero del disagio e ad un reinserimento nella famiglia di origine. L’affidamento da assicurare deve essere inteso in un’ottica preventiva e non come intervento ripartivo. Per rendere i servizi sopra descritti ancora più efficaci e fattibili, occorre che ogni programma di intervento sia collocato in un quadro aggiornato e costante dei minori che sono collocati in un ambiente extrafamiliare nonché un quadro delle famiglie disposte ad avere in affido i minori fuori dalle famiglie. Pertanto si è pensato - alla istituzione di un’anagrafe di tutti i minori fuori dalla famiglia e delle famiglie disponibili all’accoglienza che possa essere uno strumento di analisi costante e di follow up per una verifica delle politiche attuate; - alla gestione di accordi con enti preposti. Sezione 4.1. – Progetto n°4: “Sportello Informativo, di orientamento e consulenza per immigrati” Le nuove forme del welfare locale all’interno dell’Ambito territoriale poggiano anche sul concetto di “inclusione”, inteso come nuovo modo di interpretare le forme del bisogno e punto di riferimento sulla cui base elaborare risposte concrete alle nuove forme del disagio sociale. Il Comitato dei Sindaci ( vedi allegato 4) ha deliberato per l’avvio del programma regionale di iniziative a favore degli immigrati extra comunitari e per l’approvazione della istituzione di uno sportello informativo, di orientamento e consulenza nel Comune di Agnone. Le attività dello sportello informativo verranno 30 realizzate con l’intento di fornire risposte concrete all’esigenza diffusa di un più aperto rapporto fra Amministrazioni e cittadini stranieri e per offrire informazioni e realizzare, conseguentemente, un’attività di orientamento ai servizi socio-educativi del territorio. Lo sportello informativo per immigrati intende facilitare l’accesso alle informazioni ed alla consulenza per una migliore integrazione degli immigrati nella Comunità locale. Lo sportello offre: - accoglienza ed ascolto; - informazioni in merito alle strutture, ai servizi, alle opportunità di sostegno e alle relative modalità di accesso; - consulenza ed orientamento; - accompagnamento per le procedure relative alle pratiche, soggiorno, ricongiungimento familiare, residenza, ecc.; - traduzioni e consulenza per la compilazione di tutta la modulistica necessaria per i procedimenti; - gestione di interventi di segretariato sociale; - interpretariato. Nello sportello saranno inoltre raccolte ed aggiornate tutte le leggi in materia di immigrazione, i documenti attuativi e i moduli che saranno a disposizione degli utenti. L’attività dello sportello svolgerà quattro funzioni: a) Funzione informativa: rispondere alle domande poste direttamente dai cittadini stranieri nel corso dei colloqui ( sui propri diritti, sulle procedure di regolarizzazione, sui documenti, sulle opportunità di inserimento lavorativo) b) Funzione di orientamento: orientare il detenuto attivando una rete di contatti con i servizi sociosanitari e le agenzie socio-lavorative del territorio c) Funzione di analisi: osservazione dell’evoluzione della popolazione immigrata e dei suoi bisogni d) Funzione di sostegno – accompagnamento: i colloqui sono anche momenti comunicativi positivi dove l’immigrato può parlare di sé anche nella propria lingua. Sarà prodotto un opuscolo informativo in diverse lingue destinato agli immigrati che si rivolgono allo sportello per favorire loro l’accesso ai servizi ed ai diritti previsti. 31 5. Dimensioni finanziarie del Piano di Zona ( In questa sezione vanno identificati gli aspetti economico-finanziari specifici, cercando di offrire un quadro sufficientemente chiaro ed analitico della situazione sia in generale che per ogni specifico progetto) 5.1. Entrate annuali totali previste dal Piano di Zona distinte per tipologia 5.1.1. Entrate da Fondo unico regionale €. 114.000,00 5.1.2. Entrate da Enti pubblici locali €. 138.040,00 5.1.3. Entrate da altri Enti pubblici Comunità montana Alto Molise €. 2.500,00 5.1.4. Altre entrate Utenti €. 26.000,00; Regione Molise ( coordinatore) €. 36.000,00; Regione Molise ( sportello immigrati) €. 7.500,00 5.2. Spese annuali totali previste dal Piano di Zona distinte per tipologia 5.2.1. Spese generali di Ambito ( distinte per centri di costo) Erogazione servizi per disabili €. 150.537,00 Erogazione servizi per disabili €. 53.763,00 Servizio professionale ( progetto minori) €. 10.000,00 Assegnazione n°1 esperto servizi immigrati €. 17.641,00 32 5.2.2. Riepilogo delle spese per i Progetti Anziani €. 150.537,00 Disabili €. 53.763,00 Minori €. 10.000,00 Immigrati €. 17.641,00 5.2.3. Riepilogo annuale generale €. 322.130,00 33 Allegato n°1: Format per singolo Progetto Del PSZ annuale Titolo: Assistenza Domiciliare Integrata per anziani a) Motivazioni La priorità individuata è l’incentivo al ricorso ad interventi domiciliari rispetto a quelli residenziali, anche incrementando le esperienze di servizi domiciliari di comunità, particolarmente utili nelle aree con alta concentrazione di anziani. Il progetto “Assistenza Domiciliare Integrata” nasce principalmente dalla necessità di creare una forma di assistenza rivolta a soddisfare le esigenze degli anziani parzialmente, totalmente, temporaneamente o permanentemente non autosufficienti, aventi necessità di un'assistenza continuativa, che può variare da interventi esclusivamente di tipo sociale (pulizia dell'appartamento, invio di pasti caldi, supporto psicologico, disbrigo di pratiche amministrative, ecc.) ad interventi socio-sanitari (attività riabilitative, assistenza infermieristica, interventi del podologo, ecc.). Non di meno una delle motivazioni alla base del progetto è la necessità di dare omogeneità, sul territorio dell’ambito del Piano di Zona di Agnone, agli interventi domiciliari, in quanto risultano frammentatiti in molteplici servizi sanitari e sociali, territoriali ed ospedalieri, spesso non collegati tra loro e presenti in maniera disomogenea sul territorio. Inoltre lo sviluppo del progetto ha dei risvolti anche economici. Infatti erogare un servizio di buona qualità, lasciando al proprio domicilio l'ammalato, consente al malato stesso di rimanere il più a lungo possibile all’interno del suo ambiente di vita domestico e fa si che diminuiscono notevolmente, in questo modo, anche i costi dei ricoveri ospedalieri. Infine a differenza di una normale assistenza domiciliare, l’assistenza domiciliare integrata trova fondamento nella varietà delle prestazioni a contenuto sanitario, quali prestazioni mediche da parte dei medici di medicina generale, prestazioni infermieristiche, compresi prelievi ematici da parte di personale qualificato, prestazioni di medicina specialistica da parte degli specialisti dell'Azienda Sanitaria Locale dipendenti 34 o in convenzione, prestazioni riabilitative e di recupero psico-fisico, erogate da terapisti della riabilitazione o logopedisti, supporto di tipo psicologico, purché finalizzato al recupero socio-sanitario, nonché prestazioni a carattere socio-assistenziale: igiene e cura della persona,aiuto domestico e preparazione dei pasti, disbrigo di pratiche burocratiche e altre commissioni esterne, rapporti con l'Azienda Sanitaria Locale e il medico curante, aiuto alla socializzazione, accompagnamento per commissioni esterne, aiuto economico. b) Obiettivi generali Obiettivi generali del progetto sono: prevenzione dell’istituzionalizzazione degli utenti attraverso il recupero e il mantenimento dell’autonomia personale e i rapporti sociali, il miglioramento della qualità della vita, il mantenimento e/o il recupero di adeguati livelli di vita autonoma al fine di evitare il ricovero in strutture residenziali, la riduzione dei tempi di ospedalizzazione. abbattimento del fenomeno del ricovero improprio, favorendo anche le dimissioni precoci e/o protette in collaborazione con le famiglie; sostegno alle famiglie per l’accoglienza e la gestione del paziente “difficile”; riduzione dei costi derivanti da servizi inefficaci e carenti nel continuum di cura. c) Obiettivi specifici rispetto alle Funzioni: curaassistenza, accompagnamento-abilitazione, promozione, educazione, informazione-consulenza Il servizio di assistenza domiciliare è organizzato/gestito al fine di perseguire i seguenti obiettivi specifici: - mantenere le persone nel loro ambiente non solo domestico, ma soprattutto sociale; - prevenire la non autosufficienza favorendo il mantenimento delle capacità funzionali; - limitare il numero dei ricoveri anche per le persone con deficit rilevanti di autosufficienza, attraverso un consistente supporto agli utenti e a coloro che li assistono; - promuovere l’autodeterminazione del proprio progetto di vita; - favorire la vita di relazione, alleviando le condizioni di solitudine e di isolamento 35 d) Attività previste distinte per Aree organizzative: strutture, servizi, tipologie Le attività che costituiscono l’azione consistono in: - accoglimento della domanda: raccolta della richiesta di servizio dell’utente e della valutazione effettuata dal Servizio Sociale Professionale; - analisi della richiesta: valutazione dei bisogni, delle aspettative e delle risorse del nucleo familiare effettuate dall’UVI a cura del responsabile tecnico del servizio; - verifica di fattibilità del servizio; - progettazione individualizzata dell’intervento:formulazione di obiettivi operativi, definizione di dettaglio delle prestazioni da realizzare, dei monitoraggi e delle verifiche di efficacia del servizio. Si favorirà la partecipazione dell’utente e della famiglia, se presente, alla definizione degli obiettivi e degli interventi e si stipulerà il patto di assistenza; - attivazione del servizio ed erogazione degli interventi domiciliari; - gestione del caso: monitoraggio e verifica in itinere dell’evoluzione dei bisogni, dei risultati raggiunti e adeguamento degli interventi. Lavoro di rete con eventuali altre risorse presenti/attivate; - al venir meno della situazione di bisogno o in caso sopraggiungano condizioni che non consentono la permanenza dell’anziano nel domicilio, o su indicazione del UVI si effettuerà la valutazione finale del caso e la dimissione. Le prestazioni erogabili sono di tipo socio assistenziale e possono includere: - prestazioni di aiuto domestico ( igiene degli ambienti e delle suppellettili quotidianamente utilizzati dall’utente per i propri bisogni primari, igiene e riordino della biancheria, ecc.); - igiene della persona; - preparazione e somministrazione pasti; - disbrigo commissioni esterne ( acquisto beni di prima necessità, pagamento bollette, 36 - prenotazione di visite mediche, ecc.); accompagnamento alla fruizione di risorse del territorio. L’erogazione degli interventi verrà affidata ad una o più cooperative sociali di tipo A che dovranno seguire una procedura di accreditamento per l’inserimento nell’Albo delle imprese sociale d’Ambito. L’accreditamento configura una procedura basata su un sistema di regole che attengono ai requisiti formali di funzionamento e di qualità dei processi di lavoro. I soggetti “accreditati” attraverso la modalità dell’attestazione dell’Ente Pubblico che ne certifica, in tal modo, il possesso dei requisiti richiesti, possono fornire servizi al mercato pubblico e a quello privato. L’accreditamento è un sistema che tende a riconoscere un ruolo attivo al cittadino dandogli la possibilità di scegliere direttamente il servizio e il produttore di quel servizio “accreditato” fra quelli iscritti presso un apposito “Albo delle Imprese Sociali d’Ambito” presenti sul mercato. e) Localizzazione degli interventi Gli interventi saranno localizzati in tutti i comuni facenti parte dell’ambito del Piano Sociale di Zona di Agnone. f) Tipologie dei destinatari Destinatari del servizio sono gli anziani con livelli di non autosufficienza residenti nell’ambito sociale di Agnone e inseriti in nuclei familiari che non sono in grado di garantire una compiuta assistenza. g) Tempi di organizzazione e gestione dei servizi Il servizio sarà attivo sul territorio per l’intera durata della programmazione. I tempi di accesso del richiedente al servizio sono legati alla realizzazione delle attività di valutazione a cura del UVI ed ai tempi di attivazione del caso da parte dell’unità operativa del servizio domiciliare. La durata di tali tempistiche non supererà 7 giorni. 37 h) I rapporti con il territorio ( soggetti istituzionali, formazioni sociali, popolazione) Il processo di costruzione del Piano sociale di zona è partito dal territorio e si sviluppa sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni e degli altri enti associati sia attraverso il lavoro di tavoli tecnici e tematici cui si da la possibilità di partecipare non solo alle istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di associazionismo. Per favorire la partecipazione alle attività del Piano sono stati individuati i seguenti strumenti: - la consultazione e l’informazione degli organismi di volontariato in occasione dell’assunzione di provvedimenti deliberativi programmatici o della indizione di particolari iniziative negli ambiti in cui gli stessi operano; - la promozione di momenti seminariali, che coinvolgono tutte le organizzazioni, gli enti operanti sul territorio in settori specifici, che siano sede di elaborazione e di promozione di nuove progettualità; - la costruzione di gruppi di lavoro a composizione mista per la programmazione di interventi su particolari fasce di utenza o su specifiche problematiche. La modalità di partecipazione di altri enti pubblici e/o privati è definita in apposite schede ( vedi allegato 7 Scheda rapporti con il territorio e le modalità di integrazione tra i servizi) in cui sono definiti i servizi in cui sono o possono essere coinvolti. i) Modalità di raccordo/integrazione con altri servizi/interventi In tutto il contesto del piano assumono rilevanza i servizi finalizzati a costituire un sistema dei livelli minimi essenziali delle prestazioni sul territorio collocati nelle aree di intervento prioritarie e nel solco delle direttrici dell’innovazione indicate nel Psa regionale. La tecnologia organizzativa delle relazioni operative tra enti e soggetti titolari delle competenze sociali e sanitarie o che devono concorrere alla realizzazione del sistema territoriale dei servizi sociali, ha come perno la interazione e collaborazione tra i soggetti coinvolti e/o interessati. 38 L’insieme dei soggetti coinvolti nella realizzazione dei servizi costituisce a tutti gli effetti l’ambito culturale e operativo più vicino alla comunità, diventa il terminale intelligente capace di scegliere, selezionare, rielaborare, filtrare e utilizzare al meglio le risorse reali e potenziali. Questo insieme è un gruppo di lavoro multidisciplinare che valuta e progetta gli interventi, segue e coordina in termini operativi le attività previste in seno agli accordi di programma relativamente all’area di pertinenza; interviene prioritariamente sui primi sintomi o manifestazioni potenziali di disagio o di patologia. L’integrazione tra i vari servizi sarà individuata nel momento in cui saranno resi chiari i soggetti coinvolti nell’erogazione dei servizi stessi ( vedi scheda allegato 7). l) Eventuali azioni informative e formative previste La comunicazione interna verrà garantita da: - il regolamento del servizio; - il progetto del servizio; - i piani individualizzati di intervento; - il sistema informativo di gestione del servizio. La comunicazione esterna sarà promossa mediante: - il regolamento di servizio; - la carta dei servizi di ambito. Nell’area della formazione è la Amministrazione Provincia di Isernia ad avere un ruolo nella realizzazione di progetti di formazione professionale. Spetta infatti a tale livello istituzionale di prendere parte al percorso di costruzione delle strategie di intervento, soprattutto per quanto riguarda gli interventi che si collocano necessariamente su di un livello più ampio dell’ambito, nella riqualificazione degli operatori e nel concorrere a definire e a formare le nuove professionalità che in campo sociale si vanno delineando. m) Strumenti di documentazione degli interventi che si intendono adottare Tutta la documentazione relativa ai servizi resi sarà conservata presso il Comune di Agnone Ufficio di Piano e consiste in: archivio per corrispondenza ed atti relativi alla gestione ed organizzazione del servizio; elenco del personale addetto al servizio, suddiviso in fisso e 39 sostituito; elenco dei soggetti fruitori del servizio. Per ogni servizio erogato si prevede di realizzare una cartella sociale professionale ( per organizzare la documentazione relativa ad ogni servizio ed ogni utente), un sistema informativo del servizio per la raccolta e la sistematizzazione delle informazioni relative a vari servizi ed agli utenti ed una cartella contente la documentazione di verifica della soddisfazione da parte dell’utente finale. n) Strumenti e procedure interne di verifica e monitoraggio degli interventi che si intendono adottare Sono previsti verifiche e controlli sugli esiti e sulla qualità delle prestazioni indispensabili per: 1) fondare la presa in carico sulla verifica di criteri di eleggibilità predefiniti ed uniformi; 2) realizzare eventuali modifiche del piano assistenziale in base all’evoluzione delle condizioni e del fabbisogno del soggetto da assistere. Al fine di effettuare un riscontro sulla qualità e sull’efficacia degli interventi si prevede, altresì, la realizzazione di: un sistema informativo appropriato il monitoraggio sull’efficacia e sull’efficienza degli interventi domiciliari, coinvolgendo anche l’utente e il suo nucleo familiare, in base a determinati indicatori. ( Le attività di verifica e monitoraggio è meglio definita nell’allegato 6 paragrafo valutazione) o) Indicatori previsti per la valutazione degli interventi che si intendono adottare Indicatori dei tempi assistenziali ⇒ Tempo intercorso tra segnalazione e presa in carico dei soggetti ⇒ N° persone assistite/N° di accessi per ciascuna delle seguenti tipologie di prestazioni socio assistenziali: aiuto domestico familiare, mediche, infermieristiche, riabilitative. Indicatori di attività ( rapporto domanda offerta). ⇒ N° segnalazioni/Nà soggetti presi in carico ⇒ N° giorni di assistenza erogati per ciascun distretto/N° persone assistite Indicatori di produttività 40 ⇒ N° personale per qualifica professionale/N° casi assistiti Indicatori di efficienza organizzativa: ⇒ N° personale per qualifica professionale/N° soggetti presi in carico e N° stimato di malati. p) Risorse finanziarie €. 150.537,00 q) Risorse professionali Assistenti sociali, operatori socio assistenziali, operatori socio sanitari, medici di assistenza primaria, medici specialisti, infermieri professionali, terapisti della riabilitazione, psicologi. r) Risorse strutturali e spazi Le risorse materiali utili allo svolgimento del servizio consistono in locali messi a disposizione dal Comune di Agnone, per il coordinamento ed il lavoro di staff attrezzato con telefono, fax, fotocopiatrice, attrezzature informatiche, sistemi operativi, connessione internet ed ogni altra attrezzatura si renda utile all’erogazione delle prestazioni sociali. Le risorse materiali consistono, anche, nei dispositivi si sicurezza individuale necessari per la protezione del personale domiciliare ai sensi della normativa vigente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. I servizi vengono svolti a domicilio. s) Costi ( distinti per centri di costo) Erogazione servizi €. 150.537,00 t) Eventuali note integrative e/o esplicative La strategia operativa si basa principalmente sul contrasto del deterioramento legato all’anzianità. Questo principio può trovare un riscontro nella realtà se ci si avvicina alla persona anziana e alla sua realtà per conoscerla da vicino nelle loro unicità. Occorre, in altri termini, personalizzare la conoscenza della situazione presso la quale si intende intervenire e programmare 41 interventi tagliandoli sulle caratteristiche uniche e irripetibili di quell’anziano e di quel contesto specifico. Operativamente, quindi, è necessario adottare piani di assistenza personalizzati supportati da verifiche costanti e attente dell’evoluzione della situazione personale e ambientale della persona in carico. 42 Format per singolo Progetto Del PSZ annuale Titolo: Pause di sollievo ( disabili) a) Motivazioni L’assistenza alle persone con disabilità si fonda necessariamente sull’integrazione tra i servizi, sanitari e sociali, con il coinvolgimento delle famiglie, del volontariato, delle associazioni, dei singoli. Si tratta di un sistema di assistenza a rete che ha l’obiettivo di favorire l’autonomia personale e l’integrazione scolastica, sociale e lavorativa della persona con disabilità. In alcuni comuni dell’ambito sono già sviluppati degli interveti di assistenza domiciliare rivolti ai disabili ma, alcune volte, si evidenziano tempi di attesa lunghi nella funzione del servizio. Inoltre la discontinuità del servizio e la non presenza di esso in tutti i comuni dell’ambito evidenzia un elevato numero di persone che potrebbero usufruire del servizio ma non lo sono. Pertanto le motivazioni alla base del presente progetto sono: • allocazione dei servizi in tutti i comuni dell’ambito; • correlazione frequente tra invalidità e vecchiaia e peso significativo della fascia di popolazione anziana/disabile su quella residente nell’ambito; • adeguamento progressivo agli standard previsti dalla normativa vigente. b) Obiettivi generali Lo scopo del servizio è di consentire alle persone disabili la permanenza nel proprio contesto di vita ricevendo un sostegno al soddisfacimento dei bisogni legati alla propria vita quotidiana. Tale sostegno si realizza nel ricevere prestazioni atte a integrare le funzioni che la persona non può realizzare in autonomia o che la famiglia non è in condizione di garantire. Integrare le funzioni significa valorizzare le abilità personali consolidate e quelle residue ma inespresse, non sostituendosi ad esse, ma sostenendo la loro piena espressione. In modo particolare obiettivi generali sono: 43 - riconoscere e promuovere la funzione centrale della famiglia; - garantire il diritto da parte della persona disabile ad abitare nel luogo in cui ha scelto di vivere e costruire relazioni significative; - sviluppare e migliorare i servizi per la domiciliarità sulla base di progetti personalizzati; - offrire sostegno alle famiglie in un’ottica più ampia che rispetti il soggetto nella sua interezza considerando i bisogni relazionali, di autonomia ed emancipazione ( ricostruire il senso di appartenenza alla comunità); - favorire e promuovere le iniziative solidaristiche tra famiglie che hanno al loro interno persone disabili ed altre che possono dare parte del proprio tempo a supporto. c) Obiettivi specifici rispetto alle Funzioni: curaassistenza, accompagnamento-abilitazione, promozione, educazione, informazione-consulenza Obiettivi specifici del servizio di assistenza domiciliare per le famiglie con figli minori disabili: • offrire spazi e tempi di sosta ai genitori; • sostenere i familiari nella comprensione delle problematiche del figlio disabile; • individuare risorse di sostegno sia all’interno del nucleo familiare o della famiglia allargata, che nella comunità locale • usufruire di risorse di sostegno economico Obiettivi specifici del servizio di Assistenza Domiciliare per adulti: • rendere possibile la permanenza a casa propria dei soggetti in condizione di non autosufficienza; • ridurre o contenere stati di non autosufficienza, malessere ed emarginazione fisica, psicologica e relazionale; • sostenere la famiglia nei suoi compiti di cura; • individuare risorse di sostegno sia all’interno del nucleo familiare o della famiglia allargata, che nella comunità locale; • usufruire di risorse di sostegno economico 44 d) Attività previste distinte per Aree organizzative: strutture, servizi, tipologie Le attività che costituiscono l’azione consistono in: - accoglimento della domanda: raccolta della richiesta di servizio dell’utente e della valutazione effettuata dal UVI; - analisi della richiesta: valutazione dei bisogni, delle aspettative e delle risorse del nucleo familiare effettuate dal UVI a cura del responsabile tecnico del servizio; - verifica di fattibilità del servizio; - progettazione individualizzata dell’intervento: formulazione di obiettivi operativi, definizione di dettaglio delle prestazioni da realizzare, dei monitoraggi e delle verifiche di efficacia del servizio. Si favorirà la partecipazione dell’utente e della famiglia, se presente, alla definizione degli obiettivi e degli interventi e si stipulerà il patto di assistenza; - attivazione del servizio ed erogazione degli interventi domiciliari; - gestione del caso: monitoraggio e verifica in itinere dell’evoluzione dei bisogni, dei risultati raggiunti e adeguamento degli interventi. Lavoro di rete con eventuali altre risorse presenti/attivate; - al venir meno della situazione di bisogno o in caso sopraggiungano condizioni che non consentono la permanenza dell’anziano nel domicilio, su indicazione del UVI si effettuerà la valutazione finale del caso e la dimissione. Le prestazioni erogabili sono di tipo educativo e socio assistenziale e possono includere: - prestazioni di aiuto domestico ( igiene degli ambienti e delle suppellettili quotidianamente utilizzati dall’utente per i propri bisogni primari, igiene e riordino della biancheria, ecc.); - igiene della persona; - preparazione e somministrazione pasti; - disbrigo commissioni esterne ( acquisto beni di prima necessità, pagamento bollette, prenotazione di visite mediche, ecc.); - accompagnamento alla fruizione di risorse del territorio; 45 - attività di carattere educativo definite in base alla necessità personale dell’assistito. Servizio di coordinamento e gestione assegno di cura per non auto sufficienti e) Localizzazione degli interventi Gli interventi saranno localizzati in tutti i comuni facenti parte dell’ambito del Piano Sociale di Zona di Agnone. f) Tipologie dei destinatari Usufruiscono del servizio di Assistenza Domiciliare tutti i soggetti disabili che vivono residenti nel territorio dei comuni facenti parte dell’ambito di Agnone, che a causa delle loro condizioni fisiche, sensoriali, psicologiche non sono in grado di gestire a pieno la loro autonomia, soli o 46 senza adeguato supporto familiare o comunque quei nuclei familiari privi o carenti di risorse di autonomia. Dell’assegno di cura usufruiranno tutti i disabili in situazione di particolare disabilità grave che vivono residenti nel territorio dei comuni facenti parte dell’ambito di Agnone. g) Tempi di organizzazione e gestione dei servizi Il servizio di assistenza domiciliare, opera nel rispetto del ruolo primario della famiglia, la sostiene e la agevola nello svolgimento delle funzioni e dei compiti che le sono propri , promuovendo la responsabilizzazione e stimolando la collaborazione di tutti i suoi membri senza sostituirsi ad essa. Il servizio risponde ai bisogni essenziali di autonomia e autosufficienza di singoli o nuclei familiari, integrando le funzioni primarie della famiglia nei compiti di governo della casa e di cura della persona, nella vita di relazione, attraverso attività di: assistenza domestica –familiare e assistenza alla persona. Le attività di cui ai precedenti punti sono rese in rapporto alle possibilità di autonomia del soggetto riferite alle seguenti variabili: disabilità, contesto familiare, situazione economica, situazione abitativa, situazione assistenziale. Il servizio è organizzato dall’Ufficio di Piano ed è gestito da cooperative accreditate. L’Ufficio di Piano - progetta le attività, definisce le prestazioni, i contenuti e le modalità delle stesse, effettua il controllo di qualità sui processi assistenziali e sullo svolgimento complessivo del servizio in collaborazione con la Asrem; - partecipa al gruppo di coordinamento “Assistenza Domiciliare Disabili” per la programmazione socio sanitaria unitaria, la verifica delle intese interistituzionali ed il rispetto delle competenze; - gestisce la domanda socio assistenziale e dispone l’accesso al servizio. Per quanto riguarda l’erogazione dell’assegno di cura, si procederà allo stesso modo tenendo in considerazione la gravità della disabilità ed il livello economico dell’assistito. Il servizio domiciliare viene offerto tutti i giorni secondo un programma rispondente alle esigenze dell’utenza. La continuità del servizio viene assicurata dalla reperibilità 47 telefonica di un operatore nelle ore al di fuori delle prestazioni a domicilio. Per l’erogazione del servizio di assistenza domiciliare o dell’assegno di cura, si presenta domanda di ammissione, da parte dell’interessato o da chi di competenza, all’Ufficio di Piano compilando appositi moduli e documentazione. La documentazione viene esaminata e viene redatta una apposita scheda tecnica di accesso. L’ammissibilità ai servizi o ad uno di essi, è subordinata alla situazione del soggetto/famiglia in base a determinate condizioni: condizione di handicap grave, condizione socio economica, distanza chilometrica della residenza dell’utente dai servizi, eventuale assenza di conviventi o la presenza di conviventi anziani o malati e la contemporanea esistenza o meno di altri conviventi a carico. h) I rapporti con il territorio ( soggetti istituzionali, formazioni sociali, popolazione) Il processo di costruzione del Piano sociale di zona è partito dal territorio e si sviluppa sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni e degli altri enti associati sia attraverso il lavoro di tavoli tecnici e tematici cui si da la possibilità di partecipare non solo alle istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di associazionismo. Per favorire la partecipazione alle attività del Piano sono stati individuati i seguenti strumenti: - la consultazione e l’informazione degli organismi di volontariato in occasione dell’assunzione di provvedimenti deliberativi programmatici o della indizione di particolari iniziative negli ambiti in cui gli stessi operano; - la promozione di momenti seminariali, che coinvolgono tutte le organizzazioni, gli enti operanti sul territorio in settori specifici, che siano sede di elaborazione e di promozione di nuove progettualità; - la costruzione di gruppi di lavoro a composizione mista per la programmazione di interventi su particolari fasce di utenza o su specifiche problematiche. La modalità di partecipazione di altri enti pubblici e/o privati è definita in apposite schede ( vedi allegato 7) in cui sono definiti i servizi in cui sono o possono essere 48 coinvolti. i) Modalità di raccordo/integrazione con altri servizi/interventi In tutto il contesto del piano assumono rilevanza i servizi finalizzati a costituire un sistema dei livelli minimi essenziali delle prestazioni sul territorio collocati nelle aree di intervento prioritarie e nel solco delle direttrici dell’innovazione indicate nel Psa regionale. La tecnologia organizzativa delle relazioni operative tra enti e soggetti titolari delle competenze sociali e sanitarie o che devono concorrere alla realizzazione del sistema territoriale dei servizi sociali, ha come perno la interazione e collaborazione tra i soggetti coinvolti e/o interessati. L’insieme dei soggetti coinvolti nella realizzazione dei servizi costituisce a tutti gli effetti l’ambito culturale e operativo più vicino alla comunità, diventa il terminale intelligente capace di scegliere, selezionare, rielaborare, filtrare e utilizzare al meglio le risorse reali e potenziali. Questo insieme è un gruppo di lavoro multidisciplinare che valuta e progetta gli interventi, segue e coordina in termini operativi le attività previste in seno agli accordi di programma relativamente all’area di pertinenza; interviene prioritariamente sui primi sintomi o manifestazioni potenziali di disagio o di patologia. L’integrazione tra i vari servizi sarà individuata nel momento in cui saranno resi chiari i soggetti coinvolti nell’erogazione dei servizi stessi ( vedi scheda allegato 7). l) Eventuali azioni informative e formative previste L’informazione sarò garantita da sistemi di integrazione e raccordo periodico tra i soggetti coinvolti ed in particolare tra i comuni dell’ambito e le cooperative e/o associazioni che erogano il servizio in convenzione. La circolazione e lo scambio delle informazioni sarà utile a promuovere la diffusione di una cultura del lavoro per progetti personalizzati e finalizzata alla valutazione dei risultati raggiunti. Le realtà territoriali presenti nell’ambito saranno attivamente coinvolte nella fase di riprogettazione e implementazione dell’intervento. L’utenza sarà adeguatamente informata tramite carta dei servizi. Nell’area della formazione è la Regione Molise ad avere un ruolo nella realizzazione di progetti di formazione 49 professionale. Spetta infatti a tale livello istituzionale di prendere parte al percorso di costruzione delle strategie di intervento, soprattutto per quanto riguarda gli interventi che si collocano necessariamente su di un livello più ampio dell’ambito, nella riqualificazione degli operatori e nel concorrere a definire e a formare le nuove professionalità che in campo sociale si vanno delineando. m) Strumenti di documentazione degli interventi che si intendono adottare Tutta la documentazione relativa ai servizi resi sarà conservata presso il Comune di Agnone Ufficio di Piano e consiste in: archivio per corrispondenza ed atti relativi alla gestione ed organizzazione del servizio; elenco del personale addetto al servizio, suddiviso in fisso e sostituito; elenco dei soggetti fruitori del servizio. Per ogni servizio erogato si prevede di realizzare una cartella sociale professionale ( per organizzare la documentazione relativa ad ogni servizio ed ogni utente), un sistema informativo del servizio per la raccolta e la sistematizzazione delle informazioni relative a vari servizi ed agli utenti ed una cartella contente la documentazione di verifica della soddisfazione da parte dell’utente finale. n) Strumenti e procedure interne di verifica e monitoraggio degli interventi che si intendono adottare Il responsabile del servizio è responsabile del controllo esterno sull’azione e sarà supportato dall’Ufficio di Piano. Il disegno di valutazione prevede un sintetico set di indicatori di out come collegati agli obiettivi specifici sopra indicati. La verifica dei risultati avverrà con cadenza bimestrale. o) Indicatori previsti per la valutazione degli interventi che si intendono adottare La valutazione si basa sui seguenti indicatori di efficacia e di efficienza: rapporto operatori/utenti; raggiungimento degli obiettivi rispetto alla valutazione ex ante; comuni in cui vengono attivati i servizi; riduzione /aumento delle liste di attesa; livello di soddisfazione dell’utente; livello di soddisfazione della famiglia dell’utente; incremento/decremento del livello di qualità 50 della vita dell’utente. Soggetti coinvolti nella valutazione sono gli operatori responsabili del servizio che effettuano il monitoraggio e la verifica dei risultati raggiunti per l’eventuale rimodulazione degli interventi programmati. p) Risorse finanziarie €. 53.763,00 q) Risorse professionali Gli operatori impiegati avranno la qualifica di operatore socio assistenziale, operatore socio sanitario, assistenti sociali, assistenti domiciliari, psicologici, infermieri, medici di medicina generale e specialistica. r) Risorse strutturali e spazi Le risorse materiali utili allo svolgimento del servizio consistono in in locali messi a disposizione dal Comune di Agnone, per il coordinamento ed il lavoro di staff attrezzato con telefono, fax, fotocopiatrice, attrezzature informatiche, sistemi operativi, connessione internet ed ogni altra attrezzatura si renda utile all’erogazione delle prestazioni sociali. Le risorse materiali consistono inoltre nei dispositivi di sicurezza individuale necessari per la protezione del personale domiciliare ai sensi della normativa vigente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. I servizi vengono svolti anche a domicilio. s) Costi ( distinti per centri di costo) Erogazione servizio €. 53.763,00 t) Eventuali note integrative e/o esplicative La strategia che si vuole porre in essere si basa sull’uso di una metodologia di lavoro che promuova la valorizzazione delle risorse del soggetto e del contesto familiare e sociale attraverso l’elaborazione di piani di assistenza personalizzati. 51 Format per singolo Progetto Del PSZ annuale Titolo: Pollicino ( minori ) a) Motivazioni Considerata la particolare delicatezza e complessità dell’affidamento, occorre una maggiore specializzazione all’interno dei servizi titolari dell’intervento: questo richiede una adeguata professionalizzazione della procedura di affido con l’attivazione di risorse umane e materiali tali da assicurare la realizzazione delle finalità del provvedimento. Parallelamente occorre assicurare ai minori in difficoltà ed alle loro famiglie affidatari competenti da sensibilizzare, selezionare, preparare e sostenere, affinchè ne venga riconosciuto il ruolo sociale di volontari animati da forte impegno civile. Pertanto è importante predisporre un’adeguata organizzazione dei servizi socio assistenziali e sanitari e modalità integrative di lavoro che si facciano prioritariamente carico del sostegno e del recupero della famiglia di origine. Fatta questa premessa le motivazioni possono essere sintetizzate in: - esigenza di collocare in contesi familiari i minori con disagio psico sociale; - incrementare l’accoglienza familiare come alternativa agli interventi istituzionali ( educativo domiciliare o comunità); - coordinare gli interventi su un territorio limitrofo al comune di residenza del minore al fine di reperire maggiori risorse affidatarie tali da rendere l’allontanamento dal proprio contesto familiare meno pesante. b) Obiettivi generali La creazione di una mentalità diffusa e quindi di una comprensione generalizzata del problema, costituisce un processo culturale propedeutico alla individuazione di famiglie affidatarie che attualmente attualmente o non ci sono o non sono sufficienti a rispondere al bisogno. Lo scopo dell’affidamento non è quello di mettere a 52 confronto o in conflitto le due famiglie ma di creare attorno al bambino una rete di rapporti affettivi significativi con adulti validi che siano di aiuto al minore ed alla sua famiglia in una situazione critica. Sulla base di quanto esposto ci si prefigge di: - sensibilizzare e reperire persone o nuclei familiari disponibili a candidarsi all’affidamento di minori; - fornire un supporto mirato alle famiglie di origine, promuovendo la rete di relazioni con la famiglia affidataria, per assicurare l’equilibrio psico fisico del minore; - favorire la de-istituzionalizzazione di minori, già collocati in comunità educative di tipo residenziale; - selezionare gli aspiranti affidatari e sostenerli con interventi mirati durante l’affidamento c) Obiettivi specifici rispetto alle Funzioni: curaassistenza, accompagnamento-abilitazione, promozione, educazione, informazione-consulenza Supporto sociale, psicologico ed educativo alle famiglie affidatarie e alle famiglie di origine. Costituzione di elenchi di famiglie e/o singole persone affidatarie ai fini della costituzione dell’anagrafe degli affidi. Selezione delle famiglie affidatarie. Costituzione e monitoraggio di una banca dati relativa ai minori in difficoltà e alle famiglie disponibili all’affido. Informazione e sensibilizzazione sull’Istituto dell’affidamento familiare nei territori dell’ambito. d) Attività previste distinte per Aree organizzative: strutture, servizi, tipologie Le attività da realizzare possono essere distinte in tre tipologie: 1) implementazione e start-up; 2) Disseminazione; 3) Inserimento. 1) Implementazione e start-up a) costituzione di un comitato di gestione dell’iniziativa b) preparazione di un opuscolo informativo da distribuire su tutto il territorio c) creazione di una pagina all’interno del sito web. 2) Disseminazione a) creazione di una banca dati di famiglie e/o cittadini disponibili all’affido 53 b) reazione di una banca dati dei minori da inserire in affido o già collocati presso case famiglia e simili c) definizione protocollo d’intervento (sostegno alla famiglia di origine del minore, predisposizone del programma d’inserimento, sostegno alla famiglia affidataria); stesura regolamento d’Ambito c) sostentamento casi concreti comuni dell’ambito interessati al sostentamento degli affidi 3) Si prevede la sperimentazione di almeno un caso di affido e) Localizzazione degli interventi Gli interventi saranno localizzati in tutti i comuni facenti parte dell’ambito del Piano Sociale di Zona di Agnone. f) Tipologie dei destinatari Le attività e gli interventi previsti dal progetto si rivolgono ad una pluralità di soggetti diversi, in funzione degli obiettivi da perseguire. I minori che necessitano di interventi di affidamento familiare sono i destinatari autentici di tale iniziativa, poiché attraverso il progetto si intendono reperire, promuovere e sostenere le risorse affidatarie che saranno in grado di accogliere e prendersi cura temporaneamente dei minori. Esistono altresì dei destinatari intermedi delle iniziative dal progetto, il cui coinvolgimento è propedeutico alla realizzazione degli interventi di tutela sulla popolazione minorile di cui sopra; tali destinatari sono: le famiglie affidatarie, le cui disponibilità necessitano di essere promosse , incoraggiate e sostenute; gli operatori dei servizi territoriali, il cui ruolo istituzionale nell’attuazione degli interventi di affidamento, implica un alto livello di competenza professionale e responsabilità. g) Tempi di organizzazione e gestione dei servizi Il servizio sarà attivo sul territorio per l’intera durata della programmazione. Per la tempistica riguardante i tempi di attesa per la presa in carico si rimanda alla carta della dei servizi. h) I rapporti con il territorio ( soggetti istituzionali, formazioni sociali, popolazione) 54 Il processo di costruzione del Piano sociale di zona è partito dal territorio e si sviluppa sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni e degli altri enti associati sia attraverso il lavoro di tavoli tecnici e tematici cui si da la possibilità di partecipare non solo alle istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di associazionismo. Per favorire la partecipazione alle attività del Piano sono stati individuati i seguenti strumenti: - la consultazione e l’informazione degli organismi di volontariato in occasione dell’assunzione di provvedimenti deliberativi programmatici o della indizione di particolari iniziative negli ambiti in cui gli stessi operano; - la promozione di momenti seminariali, che coinvolgono tutte le organizzazioni, gli enti operanti sul territorio in settori specifici, che siano sede di elaborazione e di promozione di nuove progettualità; - la costruzione di gruppi di lavoro a composizione mista per la programmazione di interventi su particolari fasce di utenza o su specifiche problematiche. La modalità di partecipazione di altri enti pubblici e/o privati è definita in apposite schede ( vedi allegato 7) in cui sono definiti i servizi in cui sono o possono essere coinvolti. i) Modalità di raccordo/integrazione con altri servizi/interventi In tutto il contesto del piano assumono rilevanza i servizi finalizzati a costituire un sistema dei livelli minimi essenziali delle prestazioni sul territorio collocati nelle aree di intervento prioritarie e nel solco delle direttrici dell’innovazione indicate nel Psa regionale. La tecnologia organizzativa delle relazioni operative tra enti e soggetti titolari delle competenze sociali e sanitarie o che devono concorrere alla realizzazione del sistema territoriale dei servizi sociali, ha come perno la interazione e collaborazione tra i soggetti coinvolti e/o interessati. L’insieme dei soggetti coinvolti nella realizzazione dei servizi costituisce a tutti gli effetti l’ambito culturale e operativo più vicino alla comunità, diventa il terminale intelligente capace di scegliere, selezionare, rielaborare, filtrare e utilizzare al meglio le risorse reali e potenziali. 55 Questo insieme è un gruppo di lavoro multidisciplinare che valuta e progetta gli interventi, segue e coordina in termini operativi le attività previste in seno agli accordi di programma relativamente all’area di pertinenza; interviene prioritariamente sui primi sintomi o manifestazioni potenziali di disagio o di patologia. L’integrazione tra i vari servizi sarà individuata nel momento in cui saranno resi chiari i soggetti coinvolti nell’erogazione dei servizi stessi ( vedi scheda allegato 7). l) Eventuali azioni informative e formative previste Il primo strumento di comunicazione dei servizi sia verso l’interno che verso l’esterno è il regolamento di funzionamento dei servizi. Il passaggio delle informazioni verso l’esterno verrà garantito dalla carta dei servizi che indicherà le finalità dei servizi, le modalità di accesso e le procedure di reclamo di eventuali inadempienze. Per favorire la comunicazione all’interno del servizio verranno elaborati degli strumenti cartacei ed informatizzati che avranno lo scopo di raccogliere le informazioni utili alla gestione dei casi ( cartelle/schede utente) e di fornire notizie circa i bisogni del territorio, utili in sede di elaborazione delle politiche sociali. Sono previsti inoltre: - incontri periodici finalizzati al monitoraggio ed alla valutazione delle varie fasi progettuali; - tavolo finale di partenariato con i soggetti coinvolti nel progetto, mirato alla comunicazione degli esiti e dei risultati raggiunti; - dibattito pubblico con i referenti istituzionali e la cittadinanza. Nell’area della formazione è la Amministrazione Provincia di Isernia ad avere un ruolo nella realizzazione di progetti di formazione professionale. Spetta infatti a tale livello istituzionale di prendere parte al percorso di costruzione delle strategie di intervento, soprattutto per quanto riguarda gli interventi che si collocano necessariamente su di un livello più ampio dell’ambito, nella riqualificazione degli operatori e nel concorrere a definire e a formare le nuove professionalità che in campo sociale si vanno delineando. 56 m) Strumenti di documentazione degli interventi che si intendono adottare Tutta la documentazione relativa ai servizi resi sarà conservata presso il Comune di Agnone Ufficio di Piano e consiste in: archivio per corrispondenza ed atti relativi alla gestione ed organizzazione del servizio; elenco del personale addetto al servizio, suddiviso in fisso e sostituito; elenco dei soggetti fruitori del servizio. Per ogni servizio erogato si prevede di realizzare una cartella sociale professionale ( per organizzare la documentazione relativa ad ogni servizio ed ogni utente), un sistema informativo del servizio per la raccolta e la sistematizzazione delle informazioni relative a vari servizi ed agli utenti ed una cartella contente la documentazione di verifica della soddisfazione da parte dell’utente finale. n) Strumenti e procedure interne di verifica e monitoraggio degli interventi che si intendono adottare Il responsabile del servizio è responsabile del controllo esterno sull’azione e sarà supportato dall’Ufficio di Piano. Il disegno di valutazione prevede un sintetico seti di indicatori di out come collegati agli obiettivi specifici sopra indicati. La verifica dei risultati avverrà con cadenza semestrale. ( Le attività di verifica e monitoraggio è meglio definita nell’allegato 6 paragrafo valutazione) o) Indicatori previsti per la valutazione degli interventi che si intendono adottare Al fine di valutare quanto realizzato sono stati individuati i seguenti indicatori relativi agli obiettivi da raggiungere: n° nuclei affidatari presi in carico n° minori coinvolti in interventi di affido familiare. Gli strumenti utilizzati sono quelli della rilevazione numerica delle variabili indicate per gli indicatori di cui sopra. Sono previsti anche strumenti di valutazione di tipo qualitativo: - questionari rivolti ai soggetti del progetto per la verifica della rispondenza dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi 57 - prefissati; questionari rivolti all’utenza che afferisce al servizio affido familiare per verificare il gradimento del servizio; questionari rivolti agli operatori sociali per verificare la qualità delle attività realizzate. p) Risorse finanziarie €. 10.000,00 q) Risorse professionali Saranno coinvolti nella realizzazione del progetto: 1 psicologo, 1 assistente sociale, 1 sociologo-coordinatore. r) Risorse strutturali e spazi Le risorse materiali utili allo svolgimento del servizio consistono in locali messi a disposizione dal Comune di Agnone, per il coordinamento ed il lavoro di staff attrezzato con telefono, fax, fotocopiatrice, attrezzature informatiche, sistemi operativi, connessione internet ed ogni altra attrezzatura si renda utile all’erogazione delle prestazioni sociali. Le risorse materiali consistono, anche, nei dispositivi si sicurezza individuale necessari per la protezione del personale domiciliare ai sensi della normativa vigente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. I servizi possono essere svolti anche a domicilio. s) Costi ( distinti per centri di costo) Servizio professionale €. 10.000,00 ( Asrem – Ufficio di Piano) t) Eventuali note integrative e/o esplicative La metodologia professionale che sostiene tale compito consiste in un approccio complesso che si fonda su: - l’analisi sistemica delle problematiche del nucleo familiare, ogni criticità presente nella famiglia, sia essa di tipo sociale, psicologico o educativa, è collegata con altri aspetti della famiglia secondo un rapporto di interdipendenza. Ogni problematica, quindi, deve essere analizzata in funzione 58 - - - di un contesto sufficientemente ampio da dare il significato giusto al valore e alla funzione che tale problematica riveste nell’equilibrio del gruppo familiare; la multi professionalità dell’equipe, la complessità delle problematiche con le quali ci si imbatte richiede l’attivazione di risposte capaci di incidere su più livelli ( sociale, educativo, psicologico) ma in maniera unitaria, non perdendo di vista l’unitarietà dell’obiettivo finale; l’orientamento all’empowerment, ( potenziamento delle capacità e risorse dell’utente o famiglia): il sostegno socio educativo che si vuole offrire non deve essere sostituito da competenze già presenti nella famiglia. Il gruppo familiare e le persone che lo compongono sono ricchi di capacità e di risorse che il servizio deve saper riconoscere; la missione del servizio, quindi, diventa quella di rimuovere le cause che ostacolano la piena espressione di tali capacità. Nelle fasi iniziali dell’intervento, dunque, si potenzieranno le risorse presenti ma momentaneamente carenti per giungere a restituire alla famiglia una piena autonomia gestionale, evitando la cronicizzazione del disagio, l’impostazione di modelli di comportamento e la dipendenza dai servizi; lavoro di rete con le altre risorse del territorio, la vicinanza di risorse formali ed informali ha una valenza fortemente protettiva nei confronti della cronicizzazione del disagio. Tali risorse, soprattutto quelle naturali, vanno considerate l’humus sul quale seminare la capacità di scambiarsi reciprocamente le risorse, consolidando una mutualità che rappresenta il vero patrimonio dei gruppi sociali, soprattutto quando al loro interno vi sono dei minori. 59 Format per singolo Progetto Del PSZ annuale Titolo: “Sportello Informativo, di orientamento e consulenza per immigrati” a) Motivazioni Il Molise sta diventando una regione ad elevata immigrazione. In particolare nell’Ambito territoriale si registra un aumento della presenza di popolazioni immigrate, sia per i flussi determinati dalle condizioni economiche e politiche dei paesi del terzo e quarto mondo, sia per i flussi di profughi: il dato complessivo vede una presenza nell’Ambito Territoriale di Agnone che si aggira intorno all’0,81% (dato regionale 0,75% e dato nazionale 2,09%). Il progetto mira alla creazione di uno sportello informativo, di orientamento e consulenza rivolto agli immigrati presenti sul territorio. Lo sportello informativo risponde al bisogno di informazione ed orientamento dei cittadini stranieri nel sistema dei servizi del territorio dell’ambito e nel panorama normativo con l’obiettivo di abbattere le numerose barriere che possono ostacolare la realizzazione dei diritti di cittadinanza sociale. b) Obiettivi generali L’obiettivo principale dell’iniziativa è fornire tutte le informazioni sulla legislazione vigente e sulle modalità attraverso le quali risolvere questioni legali e burocratiche 8 come rinnovare il permesso di soggiorno, ricongiungimento dei familiari, ecc.). Questo tipo di servizio mira a facilitare l’inserimento nelle comunità degli immigrati e metterli in grado di interagire con essa, in modo consapevole, nel rispetto reciproco della propria cultura di appartenenza. Prevederà: a) segretariato sociale, con erogazione di informazioni e di assistenza per lo svolgimento di pratiche amministrative ( T.U. 286/98) e aggiornato con la legge “Bossi –Fini” ( L. 189/02) e la legge 271/04; b) supporto giuridico e consulenza relativi: dall’ingresso in Italia al permesso di soggiorno, dalla carta di soggiorno al ricongiungimento familiare, dai 60 matrimoni alla cittadinanza, dall’inserimento lavorativo all’assistenza fiscale. c) Obiettivi specifici rispetto alle Funzioni: curaassistenza, accompagnamento-abilitazione, promozione, educazione, informazione-consulenza Lo sportello informativo per gli immigrati vuole garantire ai cittadini stranieri la esigibilità dei diritti di cittadinanza, consentendo la conoscenza delle risorse presenti nella comunità e dei diritti sanciti dalla normativa a favore della popolazione straniera: promuove il superamento delle barriere ( culturali, informative, fisiche, organizzative, burocratiche) tra i bisogni dei cittadini stranieri ed i servizi di varia natura ( pubblici, del terzo settore, del volontariato) presenti sul territorio. Ciò viene realizzato garantendo funzioni di ascolto, informazione, orientamento e accompagnamento, accesso ai servizi, promozione sociale, osservatorio. Gli obiettivi specifici sono: 1. informare il cittadino straniero sull’esistenza di servizi/risposte adeguate al suo bisogno; 2. organizzare e indirizzare presso i servizi la domanda avanzata dal cittadino; 3. osservare e documentare l’evoluzione dei bisogni dei cittadini stranieri. d) Attività previste distinte per Aree organizzative: strutture, servizi, tipologie Le attività saranno finalizzate all’istituzione, organizzazione, diffusione e avvio del servizio, trattandosi di un servizio innovativo. 1ª fase: definizione delle regole e modalità di funzionamento; affidamento del servizio; 2ª fase: approvvigionamento materiali ed attrezzature; allestimento sede, reclutamento risorse umane; 3ª fase: ideazione e realizzazione supporti informativi pubblicitari; attuazione della diffusione presso le comunità locali dell’ambito; 4ªfase: individuazione e predisposizione degli strumenti di lavoro; predisposizione del sistema informativo; avvio del servizio. Le prestazioni che saranno assicurate presso lo sportello saranno: - erogazione di informazioni ai cittadini, 61 privilegiando il momento dell’ascolto delle richieste e dei bisogni per facilitare la personalizzazione e l’appropriatezza dell’informazione stessa; - orientamento e accompagnamento: l’intento è di indirizzare il cittadino straniero alla fruizione dei servizi, al godimento dei benefici o all’assolvimento di obblighi, superando eventuali barriere culturali, linguistiche, logistiche, fisiche e psichiche; - accesso ai servizi: si realizza quando è necessario facilitare l’accesso diretto del cittadino straniero alla risorsa/ misura di cui necessita anche disbrigando pratiche amministrative o burocratiche; - raccolta dei dati riferiti ai cittadini che presentano una domanda al servizio e registrazione nel database del servizio; - raccolta dei dati riferiti all’offerta di servizi/opportunità nei territori limitrofi, provinciali o regionali. I cittadini che vorranno fruire del servizio avranno accesso libero e gratuito agli sportelli attivati sul territorio, aperti al pubblico in giorni ed orari adeguatamente pubblicizzati. Sarà possibile, all’occorrenza o in caso di specifiche esigenze della cittadinanza, ricevere previo appuntamento o in sedi diverse dalla sede dello sportello. In caso di necessità, le informazioni possono essere rese anche telefonicamente o via e_mail. e) Localizzazione degli interventi Lo sportello informativo, di orientamento e consulenza sarà realizzato nel Comune di Agnone. f) Tipologie dei destinatari Possono accedere al servizio tutti i cittadini stranieri residenti nel territorio dell’ambito sociale g) Tempi di organizzazione e gestione dei servizi Le attività di allestimento amministrativo avranno inizio subito dopo l’approvazione della seguente programmazione. 62 Saranno poi espletate le procedure amministrative per l’affidamento del servizio. La funzionalità dello sportello sarà comunque garantita entro il 2010. Lo sportello sarà aperto al pubblico tutto l’anno per un totale di due ore al giorno. h) I rapporti con il territorio ( soggetti istituzionali, formazioni sociali, popolazione) Il processo di costruzione del Piano sociale di zona è partito dal territorio e si sviluppa sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni e degli altri enti associati sia attraverso il lavoro di tavoli tecnici e tematici cui si da la possibilità di partecipare non solo alle istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale e del volontariato, le organizzazioni sindacali e varie forme di associazionismo. Per favorire la partecipazione alle attività del Piano sono stati individuati i seguenti strumenti: - la consultazione e l’informazione degli organismi di volontariato in occasione dell’assunzione di provvedimenti deliberativi programmatici o della indizione di particolari iniziative negli ambiti in cui gli stessi operano; - la promozione di momenti seminariali, che coinvolgono tutte le organizzazioni, gli enti operanti sul territorio in settori specifici, che siano sede di elaborazione e di promozione di nuove progettualità; - la costruzione di gruppi di lavoro a composizione mista per la programmazione di interventi su particolari fasce di utenza o su specifiche problematiche. La modalità di partecipazione di altri enti pubblici e/o privati è definita in apposite schede ( vedi allegato 7) in cui sono definiti i servizi in cui sono o possono essere coinvolti. i) Modalità di raccordo/integrazione con altri servizi/interventi In tutto il contesto del piano assumono rilevanza i servizi finalizzati a costituire un sistema dei livelli minimi essenziali delle prestazioni sul territorio collocati nelle aree di intervento prioritarie e nel solco delle direttrici 63 dell’innovazione indicate nel Psa regionale. La tecnologia organizzativa delle relazioni operative tra enti e soggetti titolari delle competenze sociali e sanitarie o che devono concorrere alla realizzazione del sistema territoriale dei servizi sociali, ha come perno la interazione e collaborazione tra i soggetti coinvolti e/o interessati. L’insieme dei soggetti coinvolti nella realizzazione dei servizi costituisce a tutti gli effetti l’ambito culturale e operativo più vicino alla comunità, diventa il terminale intelligente capace di scegliere, selezionare, rielaborare, filtrare e utilizzare al meglio le risorse reali e potenziali. Questo insieme è un gruppo di lavoro multidisciplinare che valuta e progetta gli interventi, segue e coordina in termini operativi le attività previste in seno agli accordi di programma relativamente all’area di pertinenza; interviene prioritariamente sui primi sintomi o manifestazioni potenziali di disagio o di patologia. L’integrazione tra i vari servizi sarà individuata nel momento in cui saranno resi chiari i soggetti coinvolti nell’erogazione dei servizi stessi ( vedi scheda allegato 7). l) Eventuali azioni informative e formative previste La comunicazione interna è garantita /supportata dal regolamento del servizio e dal progetto. La comunicazione on l’esterno sarà garantita, oltre che dal medesimo regolamento anche dalla carta della cittadinanza sociale e dagli interventi di diffusione che si realizzeranno all’avvio del servizio. La strategia che si perseguirà per garantire il diritto di accesso ai servizi territoriali e ai diritti/doveri sanciti dalla legge per le persone straniere consisterà nell’aumentare la visibilità del servizio presso ogni comune dell’ambito ( affissione del materiale pubblicitario dentro e fuori i palazzi comunali). Sarà inoltre incentivato il metodo del “passaparola” ritenendolo particolarmente appropriato per diffondere informazioni e fiducia tra le persone straniere tendenti a costituire piccole comunità locali. Nell’area della formazione è la Amministrazione Provincia di Isernia ad avere un ruolo nella realizzazione di progetti di formazione professionale. Spetta infatti a tale livello istituzionale di prendere parte al percorso di costruzione delle strategie di intervento, soprattutto per quanto riguarda gli interventi che si collocano necessariamente su di un livello più ampio dell’ambito, nella riqualificazione degli operatori e nel concorrere a definire e a formare le nuove professionalità che in 64 campo sociale si vanno delineando. m) Strumenti di documentazione degli interventi che si intendono adottare Tutta la documentazione relativa ai servizi resi sarà conservata presso il Comune di Agnone Ufficio di Piano e consiste in: archivio per corrispondenza ed atti relativi alla gestione ed organizzazione del servizio; elenco del personale addetto al servizio, suddiviso in fisso e sostituito; elenco dei soggetti fruitori del servizio. Per ogni servizio erogato si prevede di realizzare una cartella sociale professionale ( per organizzare la documentazione relativa ad ogni servizio ed ogni utente), un sistema informativo del servizio per la raccolta e la sistematizzazione delle informazioni relative a vari servizi ed agli utenti ed una cartella contente la documentazione di verifica della soddisfazione da parte dell’utente finale. n) Strumenti e procedure interne di verifica e monitoraggio degli interventi che si intendono adottare La responsabilità del controllo esterno sul servizio è a carico dell’Ufficio di Piano. Il disegno di valutazione prevede un sintetico set di indicatori collegati agli obiettivi specifici indicati nella specifica sezione. La verifica dei risultati avverrà con carenza bimestrale, in corrispondenza della stesura del rapporto valutativo a cura del responsabile tecnico dell’azione. o) Indicatori previsti per la valutazione degli interventi che si intendono adottare Gli indicatori individuati sono: • livello di evasione delle domande di informazione ( rapporto tra le richieste evase e le richieste di informazioni pervenute nel periodo); • livello di accompagnamento alle risorse/servizi del territorio( rapporti tra cittadini fruitori dei servizi/benefici/misure richiesti e le richieste di accompagnamento/orientamento avanzate nel periodo); • livello di diffusione del servizio: rapporto tra i cittadini stranieri richiedenti il servizio e la popolazione straniera residente; • livello di soddisfazione: rapporto tra gli utenti 65 completamente soddisfatti e gli utenti fruitori del servizio. p) Risorse finanziarie €. 17.641,00 q) Risorse professionali Il responsabile del progetto, con funzione di referente per il controllo e la verifica di quanto progettato è il responsabile del servizio dell’Ente d’Ambito Sociale. La persona che curerà l’erogazione del servizio è stata individuata nel dott. Fiorito Ettore con formazione nel settore dell’immigrazione ( vedi allegato 5) r) Risorse strutturali e spazi Le risorse necessarie per lo svolgimento del progetto sono: un locale per l’accoglienza del pubblico, attrezzato con telefono, computer completo con connessione internet, fotocopiatrice, testi utili alla realizzazione degli interventi. Il locale è messo a disposizione dal Comune di Agnone. s) Costi ( distinti per centri di costo) Assegnazione n°1 esperto servizi immigrati €. 17.641,00 t) Eventuali note integrative e/o esplicative Lo sportello informativo risponde al bisogno di informazione ed orientamento dei cittadini stranieri nel sistema dei servizi del territorio e nel panorama normativo con l’obiettivo di abbattere le numerose barriere che possono ostacolare la realizzazione dei diritti di cittadinanza sociale. La strategia che si perseguirà per garantire il diritto di accesso ai servizi territoriali e ai diritti sanciti dalla legge per le persone straniere consisterò nell’aumentare la visibilità del servizio presso i comuni. 66