Giacomo Puccini
Turandot
La vita
Puccini nacque a Lucca nel 1858.
Ottenne il diploma di Conservatorio a Lucca e si
trasferì Milano, dove venne notato dall’editore Giulio
Ricordi, sempre alla ricerca di nuovi talenti musicali.
Viaggiò molto e andò in tournée negli Stati Uniti e in
Argentina.
Aveva una passione per il gioco d’azzardo, le belle
donne e le automobili, tanto che ebbe un grave
incidente stradale.
Morì nel 1924 a Bruxelles, città dove si era recato
per curarsi.
Scrisse opere liriche di successo: Manon Lescaut,
Bohème, Tosca, Madama Butterfly e Turandot,
rimasta incompiuta per la morte del compositore.
Turandot
Dramma in tre atti su libretto di G. Adami e
R. Simoni, liberamente tratto dalla fiaba Turandot di
C. Gozzi.
Prima rappresentazione: 25 aprile 1926, Milano,
Teatro alla Scala, con finale composto da Franco
Alfano.
La trama
In una piazza di Pechino il principe Calaf riconosce il
padre Timur, re dei Tartari spodestato dai cinesi, e la
sua devota schiava Liù.
Stanno assistendo all’esecuzione di un giovane
principe persiano, che non è riuscito a risolvere i tre
enigmi che la principessa cinese Turandot pone a chi
la vuole in sposa, pena la morte.
Quando vede Turandot, Calaf se ne innamora subito
e decide di risolvere i suoi indovinelli.
Il padre e Liù sono disperati, ma Calaf non ascolta
nessuno: suona tre volte il gong e chiama la
principessa Turandot.
La principessa spiega al principe tartaro i motivi del
suo comportamento: molti anni prima una sua
antenata era stata catturata da uno straniero, che
l’aveva violata e uccisa. Lei aveva perciò deciso di
non essere mai sottomessa a un uomo e aveva
escogitato i tre enigmi.
Calaf risolve i tre enigmi. Turandot è sbigottita e
implora il padre di non cederla in sposa a uno
straniero. Ma l’imperatore è irremovibile.
Calaf decide allora di concedere una possibilità alla
bellissima e crudele principessa: se prima dell’alba
lei riuscirà a scoprire il suo nome, lui si consegnerà
al boia.
Quella notte nessuno dorme a Pechino: la
principessa ha ordinato che deve sapere
assolutamente il nome del principe ignoto.
Fa catturare Timur e Liù, che erano stati visti in
compagnia di Calaf, e li fa sottoporre a tortura.
Liù, temendo che l’anziano re non potesse
sopportare i supplizi, rivela che solo lei conosce il
nome del principe.
Turandot si accanisce sulla schiava, che però non
rivela il nome nonostante gli atroci supplizi.
Turandot è colpita dal gesto di Liù che,
impossessatasi di un coltello, si uccide, temendo di
non poter sopportare oltre le torture.
Intanto Calaf, rimasto solo con Turandot, la bacia.
La principessa dapprima lo respinge, ma poi gli
confessa di essere rimasta affascinata da lui fin da
quando lo ha visto la prima volta. Tuttavia è
orgogliosa e non vuole ammettere davanti a tutti la
sconfitta. Allora Calaf le rivela il suo nome.
Il giorno dopo tutta la corte imperiale e il popolo sono
riuniti nella piazza di Pechino per la prova di
Turandot. Quando appare, la principessa dichiara di
conoscere il nome del principe ignoto: si chiama
Amore.
La folla esulta e Turandot si abbandona tra le braccia
di Calaf.
Turandot, aria di Calaf Nessun dorma, parte del canto.
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