turandot
(Opera in 3 atti – Musiche di G. Puccini – Libretto di G. Adami e R. Simoni)
Personaggi principali:
Turandot, principessa
Altoum, imperatore
Timur, re tartaro spodestato
Calaf, principe ignoto, suo figlio
Liù, giovane schiava
Ping, Pang e Pong, tre ministri
Trama:
Atto primo. A Pechino, in un imprecisato «tempo delle favole».
Dall’alto delle mura, su una musica tagliente e dissonante
che nel corso di tutta l’opera sta in relazione con la crudeltà
della protagonista, il mandarino si appresta ad annunciare
la «legge di Turandot» alla folla multicolore che si accalca
nel palazzo imperiale: la principessa andrà sposa a chi,
di sangue regale, scioglierà i tre enigmi da lei proposti.
Ma triste è la sorte di chi l’impresa fallisce: il boia Pu-Tin-Pao,
è infatti coloro che non riesco a sciogliere gli enigmi,
come lo sfortunato principe di Persia, che salirà al patibolo
al sorgere della luna. La folla, eccitata dalla notizia,
muove verso la reggia invocando Pu-Tin-Pao e travolge
il vecchio e cieco Timur, re tartaro spodestato ed esiliato, e
la piccola Liù, che invoca per lui soccorso. È qui che il
principe Calaf ritrova suo padre, ne ascolta la storia e
quella di Liù, la fanciulla che ha condiviso le sofferenze
di Timur soltanto perché lui, Calaf, un giorno, nella reggia le
aveva sorriso. Si avanzano i servi del boia intenti ad affilare
la lama della spada di Pu-Tin-Pao. Nel frattempo è scesa
la sera e gli astanti invocano la luna e il boia Pu-Tin-Pao.
Il corteo del principe di Persia è aperto dal canto di una
schiera di ragazzi. Sulle note lugubri di un «tempo di marcia
funebre», avanzano poi i sacerdoti con le offerte,
i mandarini e gli alti dignitari, quando Turandot, avvolta
in un raggio di luna, appare sul loggiato «come una visione» e risponde con gesto imperioso di condanna alle richieste
di grazia della folla. Sulle note del corteo che, seguito
dalla folla, si allontana oltre gli spalti, il principe Calaf,
rapito dall’inattesa visione di bellezza, rimane immobile
ed estatico, prima di avanzare verso il gong – mezzo con
cui lanciare la sfida agli enigmi di Turandot per tentare di
conquistarne la mano - proprio mentre si ode da lontano il
grido straziato del principe di Persia. Timur, poi Liù, quindi
i tre ministri-maschera Ping, Pang e Pong tentano
di dissuaderlo: l’uno giocando la carta della pietà filiale;
l’altra quella del proprio amore segreto; i tre, infine,
parlandogli delle nefandezze che si compiono nel Palazzo
Imperiale, tentando di ridimensionare la bellezza di
Turandot rispetto alle molteplici gioie che la vita riserva e,
da ultimo, di spaventarlo descrivendogli l’oscurità
degli enigmi. Nulla però, neppure l’accorata preghiera
di Liù, sembra smuovere il principe ignoto dal folle proposito:
irresistibilmente attratto dal «fulgido volto» della principessa,
Calaf dà i prestabiliti tre colpi al gong.
Atto secondo. Quadro primo. I tre ministri Ping, Pang e
Pong si ritrovano nella loro tenda a ripassare sia il protocollo
nuziale sia quello funebre, per esser pronti ad allestire l’uno o
l’altro a secondo dell’esito della nuova sfida lanciata a
Turandot dal principe ignoto. Stanchi dell’infinita crudeltà
della principessa, i tre si abbandonano al ricordo dei tempi
felici anteriori alla sua nascita, invocando la resa della
principessa e sognando di approntare l’alcova per la sua
prima notte d’amore. Quadro secondo. Tornando nel vivo
turandot
(Opera in 3 atti – Musiche di G. Puccini – Libretto di G. Adami e R. Simoni)
Personaggi principali:
Turandot, principessa
Altoum, imperatore
Timur, re tartaro spodestato
Calaf, principe ignoto, suo figlio
Liù, giovane schiava
Ping, Pang e Pong, tre ministri
Trama:
della vicenda la corte imperiale prende posto per assistere
alla nuova prova degli enigmi. Ai ultimi estremi tentativi
di dissuasione del vecchio imperatore Altoum, ostinato
il principe ignoto si dimostra ostinato e irremovibile
nel suo proposito ed il mandarino bandisce la nuova prova.
La principessa si avanza, fino ai piedi del trono e, guardando
con occhi «freddissimi» il principe ignoto, spiega le ragioni
della sua ferocia. Propone quindi al principe ignoto i tre
enigmi, che, con sua somma sorpresa, Calaf riesce finalmente
a sciogliere. Vinta dal principe, ma non doma, Turandot
implora invano il padre Altoum di salvarla dalle «braccia dello
straniero», invocando la propria sacralità e prospettando al
principe tutto il proprio odio. Ma è lo stesso Calaf, con gesto
di generosità, a rinunciare alla vittoria e a proporre a sua
volta una prova a Turandot: qualora essa avesse saputo
svelarne il nome prima dell’alba, egli avrebbe accettato
di morire.
Atto terzo. Quadro primo. Gli araldi diffondono, nottetempo,
la volontà di Turandot: tutti veglino e cerchino di conoscere il
nome del principe ignoto. Anche Calaf veglia e ascolta proiettato ormai verso la vittoria definitiva dell’alba e del bacio a
Turandot. Per carpire il nome del principe ignoto, e salvarsi
così dall’efferata vendetta minacciata da Turdandot a tutti i
suoi sudditti qualora non l’aiutino a scoprirlo, i tre ministri gli
offrono l’amore di fanciulle bellissime e procaci, la ricchezza,
la gloria di essere stato il solo vincitore della spietata principessa, ma non ottengono da lui che l’ennesimo rifiuto.
Mentre s’apprestato allora a strappargli quel nome con la
forza, un gruppo di sgherri introduce Timur e Liù logori e
insanguinati, per le torture subite in quanto sospettati di
essere a conoscenza del nome segreto. Liù, però, non è
disposta a tradire Calaf ed affronta perciò con determinazione
la principessa di gelo e la tortura, fino ad arrivare al suicidio
pur di permettere la vittoria all’uomo che ama. Il compianto
accorato e straziante di Timur e di Calaf sul corpo di Liù morta
avvia un mesto corteo funebre. All’uscita della folla, Turandot
e il principe ignoto rimangono soli, l’uno di fronte all’altra.
Calaf con l’impeto della passione riesce a baciare la
principessa, la quale rimane senza voce, né forza, né volontà.
Ormai si levano le prime luci dell’alba, e Calaf rivela il proprio
nome a Turandot, dopo che essa gli ha confessato il «brivido
fatale» da cui fu colta al suo arrivo, l’odio e l’amore suscitato
in lei dal di lui atteggiamento fiero e determinato. Quadro secondo. Si giunge così all’epilogo: l’imperatore, insieme a tutta
la corte, si presenta alla folla insieme a Turandot e al principe
non più ignoto. La principessa annuncia di conoscere
finalmente il nome dello straniero: «amore».
turandot
(Opera in 3 atti – Musiche di G. Puccini – Libretto di G. Adami e R. Simoni)
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Performances
AIDA, TOSCA, NABUCCO, CARMEN, RIGOLETTO, GALA ROMEO ET JULIETTE.
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