Centro Civico di Rovello Porro Capire la Crisi dell’Europa 4 Maggio 2013 – Ore 21.00 Parte 1 La CONGIUNTURA e gli INDICATORI in ITALIA 2 PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CROLLO La Produzione Industriale e’ in crollo costante da 22 mesi…. I valori di produzione sono del 18% sotto al valore del 2005. Il crollo e' connesso al mercato interno che collassa, a causa dell'inasprimento fiscale legato alle manovre finanziarie recenti. 3 CONSUMI ENERGETICI COLLASSANO I consumi petroliferi come 40 anni fa… 4 L’OCCUPAZIONE VA MOLTO MALE Da inizio crisi +1.000.000 Disoccuppati, +300.000 persone in Cassa Integrazione…. Quasi 3 milioni di disoccupati, tasso cresciuto dall’8% all’11,6%, boom della cassa e dei lavori Part Time, a danno dei Lavori permanenti. 5 LA DOMANDA INTERNA CROLLA I consumi al dettaglio collassano con un -4,8% a Febbraio…. Crollano anche i consumi alimentari. La causa del crollo e’ la riduzione del Potere d’acquisto delle famiglie: i salari lordi crescono dell’1,5% (al netto delle tasse sono invariati), assai meno dell’inflazione. 6 MIGLIORA PERO’ L’IMPORT-EXPORT L’EXPORT tiene, ma crolla l’Import, ed il saldo commerciale torna attivo…. Il saldo manifatturiero degli ultimi 12 mesi attivo per 90 miliardi (questo e’ in attivo con tutte le aree del mondo, tranne Germania e Cina). 7 IL PIL IN PICCHIATA Il PIL crolla del 2,5%.... La Ricchezza dell’Italia crolla, come conseguenza di un calo epocale del 4% della domanda interna (Consumi delle famiglie ed investimenti); per fortuna il miglioramento della bilancia commerciale attenua la caduta 8 LE BORSE VANNO MALE La borsa italiana va male, molto peggio di quella USA e dei paesi del Nord Europa…. 9 I PREZZI DELLE ABITAZIONI CALANO I prezzi delle abitazioni a prezzi costanti tornano a fine 2012 ai valori di 8 anni fa…. 10 IL RISPARMIO SI DIMEZZA Il Risparmio delle Famiglie crolla e si porta dal 12/14% all’8%…. 11 I CONTI PUBBLICI NON MIGLIORANO Il Deficit Pubblico si riduce poco... Nessun risanamento effettuato e conti pubblici peggiorati. Previsionali di Governo e Commissione UE regolarmente smentiti. 12 IL DEBITO PUBBLICO ESPLODE Il Debito Pubblico nel 2012 fa un balzo al 127%... La dinamica del Debito peggiora nel 2012. Previsionali di Governo e Commissione UE smentiti. 13 LE BANCHE NON CONCEDONO PRESTITI Cala l’erogazione di prestiti ad Imprese e Famiglie... Nonostante l’intervento di finanziamento della BCE per oltre 250 miliardi a favore delle Banche Italiane, queste preferiscono comprare Titoli di Stato, piuttosto che finanziare famiglie ed imprese, con impatto evidente sull’economia reale. 14 CONCLUSIONI Le svariate manovre cui e’ stata sottoposta l’Italia (quelle di Tremonti e quella di Monti), sotto la pressione di Bruxelles che aveva chiesto di anticipare il pareggio di bilancio , ed incentrati sull’incremento della Pressione Fiscale hanno i seguenti effetti, guardando i dati del 2012: - Crollo verticale dei consumi interni ed investimenti (quindi del PIL) - Impoverimento reale consistente degli Italiani - Crollo produttivo - Aumento fortissimo della disoccupazione - Crollo della FIDUCIA 15 CONCLUSIONI Quanto sopra ha a sua volta i seguenti effetti: - Non conseguimento dei target previsti per le Entrate Fiscali - Miglioramenti dei Conti Pubblici sotto le attese - Crollo dell’Import e quindi miglioramento bilancia commerciale E’ il gatto che si morde la coda! In sintesi, l’Italia oggi e messa “peggio” rispetto ad 1 anno fa, e l’austerity porta verso l’esito Greco. Non c’e’ alcun dubbio, comunque, che 40 anni di manovre economiche incentrate sul solo incremento della pressione fiscale, hanno semplicemente messo in ginocchio l’Italia. 16 Parte 2 Nel merito della CRISI: Noi e gli altri 17 LA CRISI MONDIALE E’ RIMASTA IN EUROPA DOMANDA: MA LA CRISI COINVOLGE SOLO L’ITALIA? RISPOSTA: NO! DOMANDA: QUALI NAZIONI SONO IN CRISI? RISPOSTA: Dopo la crisi mondiale nel 2008-09, gli USA ed il resto del Mondo sono tornati a crescere. Abbiamo pero’ vissuto dal 2010 al 2013 una serie di CRISI in GRECIA, IRLANDA, PORTOGALLO, SPAGNA, ITALIA e CIPRO (Salvataggi Stati e Banche), e vi sono nubi su SLOVENIA, OLANDA e MALTA. DOMANDA: COSA HANNO IN COMUNE QUESTE NAZIONI? RISPOSTA: SONO TUTTE NELL’EURO-ZONA! 18 LA CRISI MONDIALE E’ RIMASTA IN EUROPA DOMANDA: QUINDI C’E’ UN “PROBLEMA” NELLA ZONA EURO. MA ALLORA PERCHE’ LA CRISI COIVOLGE PESANTEMENTE ALCUNI PAESI DELL’EURO-ZONA, ALTRI MENO, ED ALTRI ANCORA COME LA GERMANIA MENO ANCORA? RISPOSTA: PER CAPIRLO, BISOGNA ANALIZZARE QUANTO ACCADUTO IN EUROPA NEGLI ULTIMI 15 ANNI. 19 LA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN EUROPA Dal 2005 ad oggi, la Germania ha aumentato la Produzione industriale del 12%, mentre la media di PIGS e Francia l’hanno ridotta specularmente (-14% in media). 20 LA DISOCCUPAZIONE IN EUROPA Dal 2005 ad oggi, la Germania ha visto crollare la Disoccupazione dal 12 al 6%, mentre nel resto d’europa e’ esplosa (Spagna e Grecia dall’8 al 27%) 21 BILANCIA DEI PAGAMENTI La Germania ha migliorato la Bilancia dei Pagamenti dal 2000 di un valore pari alla perdita nel resto d’Europa 22 PIL La Germania s’e’ arricchita durante la crisi ed ha migliorato il PIL, mentre i paesi periferici si sono impoveriti 23 LA CRISI MONDIALE E’ RIMASTA IN EUROPA DOMANDA: PERCHE’ LA GERMANIA S’E’ ARRICCHITA NEGLI ULTIMI 10 ANNI, MENTRE GRAN PARTE DELL’EUROPA S’E’ IMPOVERITA? RISPOSTA: PERCHE’ LA GERMANIA HA APPROFITTATO DELL’EURO. LA GERMANIA NEI PRIMI ANNI 2000 ERA IL GRANDE MALATO D’EUROPA, MA GRAZIE AD UNA POLITICA DEFLAZIONISTICA DEI SALARI (EFFICACE COI CAMBI FISSI) ED AI MECCANISMI CLASSICI DEI CAMBI FISSI (CICLO DI FRENKEL), HA SOTTRATTO AL RESTO D’EUROPA UNA FETTA DELL’ECONOMIA REALE CON UNA POLITICA SOSTANZIALMENTE PREDATORIA 24 Parte 3 Il Ciclo di Frenkel (un caso pratico di unione monetaria) 25 CAPIRE LA CRISI 26 CAPIRE LA CRISI 27 CAPIRE LA CRISI 28 CAPIRE LA CRISI 29 CAPIRE LA CRISI 30 CAPIRE LA CRISI 31 CAPIRE LA CRISI 32 CAPIRE LA CRISI 33 CAPIRE LA CRISI 34 CAPIRE LA CRISI 35 CAPIRE LA CRISI 36 CAPIRE LA CRISI L’ADOZIONE DI UNA MONETA UNICA COMPORTA PER LE NAZIONI ADERENTI: • Perdita dei Poteri di una Banca Centrale Nazionale e rinuncia agli strumenti di gestione delle crisi (muovere i Tassi, stampare moneta, etc) • Rinuncia ad ogni elemento di flessibilita’ (come la possibilita’ di svalutare e rivalutare) LA PERDITA DELLA SOVRANITA’ MONETARIA DI FATTO COMPORTA LA PERDITA DELLA SOVRANITA’ POLITICA e quindi dell’ABC della Democrazia Rappresentativa. 37 CAPIRE LA CRISI La gestione delle CRISI vissute dal 2010 al 2013 in GRECIA, IRLANDA, PORTOGALLO, SPAGNA, ITALIA e CIPRO (Salvataggi Stati e Banche), e’ stata sempre guidata dal principio di massimizzare la tutela dei piu’ forti (i CREDITORI, quindi le Banche del Nord Europa) e far pagare il conto ai cittadini, alle Imprese ed alle future generazioni delle Nazioni periferiche. In EUROPA di fatto comandano FRANCIA e GERMANIA (specie quest’ultima), che tendenzialmente fanno i loro interessi. 38 CAPIRE LA CRISI La crisi che attanaglia l'Euro-zona e' una crisi che nasce dal fatto che s'e' introdotta una Valuta unica (Euro) senza fare prima tutte le cose necessarie a far funzionare il meccanismo (armonizzazione mercati del lavoro e sistemi fiscali, meccanismo trasferimenti interno, unione politica) e che portano inevitabilmente a squilibri legati ad una crisi di bilancia dei pagamenti. E' opinione condivisa da grandi economisti internazionali (Krugman, Roubini, Manchau). In Italia segnialiamo Bagnai. 39 Parte 4 Le argomentazioni Pro-Euro 40 GLI ALFIERI DELL’EURO Le argomentazioni a favore del restare nell'Euro riportate sui Media nazionali ed internazionali, non sono MAI numeriche ed analitiche, ma tendenzialmente sprezzanti e senza alcun background storico. Generalmente si basano su 2 concetti: a) Introdurre il concetto di PAURA attraverso falsita' o verita' parziali b) Demolire le tesi altrui con argomentazioni MORALI Ovviamente sono le stesse tesi che il Potere, attraverso i media vuole che passino nelle masse, e guarda caso ci riesce benissimo 41 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 1) LA CRISI EUROPEA E' LEGATA AI DEBITI ED AGLI SPRECHI DEI PAESI PERIFERICI FALSO! Nell'epoca euro i conti pubblici dei periferici hanno avuto andamenti migliori rispetto a quelli Tedeschi (in Germania e Francia il Debito pubblico e' salito, mentre nei periferici in genere e' sceso). Gli squilibri sono stati nel settore privato e nei debiti esteri. I periferici hanno senza dubbio problemi (che vanno affrontati) ma la crisi ha evidentemente cause diverse 42 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 2) IL RITORNO ALLE VALUTE NAZIONALI E' UN SALTO NEL BUIO FALSO! Le valute nazionali sono la norma da secoli, mentre le Valute Sovrannazionali (o l'aggancio a Valute estere, adottandole o fissando cambi fissi) e' l'eccezione, ed ha sempre portato alla disgregazione del sistema, per la creazione di squilibri non governabili. 43 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 3) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE VI SAREBBE UNA SVALUTAZIONE PAUROSA, DEL 40, 50 O 60% FALSO! Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l'entita' delle svalutazioni e' generalmente pari, a parte oscillazioni iniziali, al differenziale di inflazione accumulato nel periodo a cambi fissi con la nazione piu' forte cui si e' adottato il cambio. Questo dice la storia economica mondiale 44 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 4) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE VI SAREBBE UN'INFLAZIONE GALOPPANTE; un litro di latte o di benzina costerebbe 5.000 Lire FALSO! Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l'inflazione e' sempre stata pari ad una frazione dell'entita' della svalutazione. Anche qui lo dice la storia. 45 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 5) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE I TASSI SAREBBERO GALOPPANTI FALSO! Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), i tassi salgono prima delle svalutazione (proprio perche' anticipano l'evento). Dopo la svalutazione immancabilmente, storicamente scendono. Qui l'Italia nel 1992. 46 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 6) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE l'ECONOMIA REALE SAREBBE MENO COMPETITIVA La cosa e' riscontrabile su tutti gli indicatori e va estesa a tutti i paesi dell'euro. Vale comunque SEMPRE, in ogni esperienza storica a cambi fissi. FALSO! E' vero il contrario e qui TUTTI gli indicatori dell'economia reale lo confermano. Qui la produzione industriale della Germania e dell'Italia. Si vede chiaramente che l'Italia ha fatto decisamente meglio in coincidenza della svalutazione, mentre la Germania ha fatto meglio in regime di cambi semi-fissi (anni 80 fino al 1991) e con l'Euro (specie dopo il 2000). 47 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 7) LA MONETA E' UN FALSO PROBLEMA, VISTO CHE IL MONDO E' CAMBIATO E C'E' LA CINA FALSO! 48 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 8) PERCHE' ATTACCHI L'EFFICIENTE E LAVORATRICE GERMANIA E DIFENDI GLI INEFFICIENTI ED IMMORALI PAESI PERIFERICI? LA GERMANIA STA ALL'EUROPA COME LA LOMBARDIA STA ALL'ITALIA. FALSO! Il paragone non regge per niente, perche' la Lombardia da' al resto l'Italia TRASFERIMENTI pari al 12% del suo PIL, la Germania un misero 0,3%. Questo numero da solo dice tutto. Un unione valutaria funziona se ci sono delle precondizioni: A)forti trasferimenti interni in sussidiarieta' B)un mercato del lavoro ed un sistema legislativo e fiscale comuni C)Un centro politico unitari. In Italia vi sono tutti e 3 questi fattori (sia pure con enormi storture), in Europa no. 49 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 9) SE USCIAMO DALL'EURO, LE ALTRE NAZIONI EUROPEE CI FANNO A FETTINE E METTONO BARRIERE. FALSO! L'affermazione sopra e' insostenibile per 2 ragioni: a) Se l'Italia esce dall'Euro, e' evidente che ne uscirebbero almeno meta' delle nazioni (nel caso minore) o tutte (piu' realisticamente). Per esempio la sola uscita dell'Italia dall'EURO costerebbe alla Francia, restando questa ancorata alla Germania ed alla valuta unica, il passare da un Deficit Commerciale abnorme, ad uno immenso, con banali conseguenze. b) Storicamente, nelle varie crisi dove una valuta s'e' sganciata da altre, non s'e' MAI verificato l'ingabbiamento commerciale del paese stesso, semplicemente perche' impossibile da fare e perche' sarebbe sconveniente nel medio periodo a chi lo attua. Avverra' parimenti in Europa. 50 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 10) SE USCIAMO DALL'EURO, PERDIAMO I TRASFERIMENTI DALL'UNIONE EUROPEA. ED ALLORA? L'Italia inspiegabilmente regala quasi lo 0,4% del suo PIL (piu' della Germania), circa 6 miliardi all'anno di euro, al resto d'europa. Durante le crisi degli stati ha generano decine di miliardi di nuovo debito pubblico a favore di altri. Se usciamo dall'euro da questo punto di vista non potremo che guadagnarci. 51 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 11) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE SAREMO TUTTI PIU' POVERI FALSO E' vero solo se uno percepisce redditi in Italia e li spende all'estero. Ma per la quasi totalita' dei residenti italiani accadrebbe il contrario. Tutte le esperienze storiche, e le simulazioni numeriche fatte all'estero dicono il contrario (la nostra a lato). Oggi siamo nell'EURO e stiamo conoscendo una depressione economica impressionante e mai l'economia italiana e' andata peggio. 52 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 12) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE L'ITALIA VEDREBBE ESPLODERE IMMEDIATAMENTE IL DEBITO PERCHE' I DEBITO SONO IN EURO. FALSO Lo Stato onorerebbe il debito in valuta locale, non in euro (Lex Monetae). L'onere del debito non aumenterebbe; i creditori esteri hanno gia' incorporato la svalutazione nello spread, ed anzi il tasso diminuirebbe. Inoltre come visto aumenterebbe il PIL nominale, comprimendo il debito stesso. 53 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 13) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE SVANIREBBE LA DEMOCRAZIA, IL LIBERO SCAMBIO ED IL SOGNO EUROPEO FALSO La struttura che muove le decisioni dell'Eurogruppo non ha niente di democratico. L'imporre cicli di austerita'-recessione-poverta'-tracollo conti pubblici non ha niente di razionale ed UCCIDE IL MERCATO interno. Il peggior nemico dell'Integrazione europea e' proprio l'EURO, la costruzione assurda che c'e' alle spalle a governarlo e la follia della gestione della crisi che porta la crisi stessa ad essere eterna ed a perpetuare se' stessa, ampliando le forze anti-europee e seminando le basi per la distruzione dell'Eurozona. Tornare alle valute nazionali, con un mercato unico e' la sola possibilita' per l'Europa per ricominciare un percorso di unione politica, la cui unione valutaria sia l'ultimo anello della catena, e non il primo. 54 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 14) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE CI SAREBBE IL CAOS, MENTRE L'EURO DA' STABILITA'. FALSO EVIDENTE ANCHE AD UN CIECO. Il caos c'e' adesso, da ormai 4 anni, grazie a questo ESPERIMENTO chiamato EURO. L'EURO ha introdotto RIGIDITA' e non ha un sistema in grado GESTIRE GLI SQUILIBRI INTERNI. Coi cambi e le valute nazionali, queste avrebbero una forza conseguente alla forza degli stati stessi. In sintesi l'EURO e' una costruzione artificiale che spinge ad una perenne crisi interna ed a contrasti in cui alla fine la spunta sempre il piu' forte (cioe' non l'Italia). TUTTI gli esperimenti di CAMBIO FISSO sono finiti in malomodo, SEMPRE (a meno di non aver fatto PRIMA un unione politica, dei mercati del lavoro, dei sistemi fiscali, etc). 55 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 15) IL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE E' IMPOSSIBILE, PERCHE' NON CI CONSENTIRANNO DI USCIRE. L'EURO E' IRREVERSIBILE. FALSO! La STORIA offre centinaia di casi di Imperi e situazioni irreversibile che immancabilmente sono crollati, a causa in primis delle proprie contraddizioni interne. E' comunque ovvio che tecnicamente l'uscita non sia affatto cosa semplice, ma se c'e' la volonta' di fa. 56 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 16) L'EURO CONSENTE A TUTTE LE NAZIONI PERIFERICHE DI ALLINEARSI ALLE NAZIONI PIU' EVOLUTE, DIVENTARE PIU' EFFICIENTI, SERIE, RESPONSABILI. FALSO! Con l'EURO e' accaduto OVUNQUE in Europa esattamente l'Opposto. E la cosa e' ovvia: l'EURO deresponsabilizza proprio le nazioni piu' deboli (la cosa e' avvenuta grazie all'afflusso di capitali dal cuore d'europa alimentando l'economia reale). 57 LE ARGOMENTAZIONI PRO-EURO 17) COL RITORNO ALLA VALUTA NAZIONALE E' VERO CHE L'ECONOMIA SI RIPRENDEREBBE, MA LA PRESENZA DI UNA CLASSE POLITICA IRRESPONSABILE POTREBBE VANIFICARNE I VANTAGGI VERO Questa e' l'unica argomentazione che dal mio punto di vista regge, anche se siamo nel campo delle opinioni. Cio' pero' non spingerebbe nessuno, lucido di mente, a non tornare alla valuta nazionale. Non tornare alla valuta nazionale sta impoverendo l'Italia e mezza Europa ad una velocita' mai vista, ed interrompere tale processo e' perfettamente razionale e logico. 58 CONCLUSIONI Il ritorno alla Valuta Nazionale, non risolve i problemi dell'Italia. Ma e' altrettanto certo che una permanenza nell‘Euro non puo' che spingere l'Italia verso un impoverimento complessivo nazionale, che non ha niente di taumaturgico. Per cui non c'e' alcuna ragione razionale per non tornare alla Valuta Nazionale, preparandosi a tale evento (che riteniamo inevitabile, come insegna la storia). La soluzione opposta e’ utopica (Realizzazione dell’Unione Politica, armonizzazione dei Mercati del Lavoro e dei sistemi fiscali). 59 Parte 5 L’evoluzione del pensiero degli Italiani 60 COSA PENSANO GLI ITALIANI SULL’EURO (15-19 aprile 2013) Sarebbe favorevole alla reintroduzione di una valuta nazionale al posto dell'Euro, affiancando questo processo con il ripristino della Banca d'Italia come prestatore d'ultima istanza, al fine di calmierare i tassi d'interesse sui titoli del debito pubblico italiano? SI: 44% NO: 48% Non so, non rispondo: 8% Disaggregato per partiti (SI-NO-Non so, non risp.) Centrodestra (PDL, LN, FdI ecc): 68% - 24% - 8% Centro (SC, UDC, FLI): 4% - 94% - 2% Centrosinistra (PD, SEL, CD, SVP): 7% - 89% - 4% 61 I SONDAGGI SULL’ECONOMIA (15 – 19 aprile 2013) Pensi in generale al suo settore lavorativo, all'azienda (pubblica/privata) o all’ente (pubblico/privato) per cui lavora. Basandosi su quello che ha visto e/o quello che sa per certo, può dire se l’azienda (pubblica/privata) per cui lavora: Sta aumentando la forza lavoro : 9% Non sta aumentando la forza lavoro: 40% Sta diminuendo la forza lavoro: 46% Non so, non rispondo: 5% NATIONAL OCCUPATION INDEX: -37 N.B. L'universo di riferimento sono gli italiani occupati 62 I SONDAGGI SULL’ECONOMIA (15-19 aprile 2013) A suo giudizio, nei prossimi 12 mesi, la situazione economica generale dell’Italia dovrebbe: Migliorare : 11% Rimanere stazionaria: 32% Peggiorare: 53% Non so, non rispondo: 4% ITALY INDEX: -42 N.B. L'universo di riferimento sono gli italiani maggiorenni 63 I SONDAGGI SULL’ECONOMIA (15-19 APRILE 2013) A suo giudizio, nel corso dei prossimi 12 mesi, la situazione economica della sua famiglia dovrebbe: Migliorare : 9% Rimanere stazionaria: 54% Peggiorare: 33% Non so, non rispondo: 4% FAMILY INDEX: -24 N.B. L'universo di riferimento sono gli italiani maggiorenni 64 Parte 6 Gli “altri Problemi” economici dell’Italia 65 1 - UN DEBITO ESPLOSIVO Debito Pubblico al 127%... L’enorme debito pubblico Italiano e’ consequenziale a: • Espansione incontrollata della Spesa Pubblica passata dal 30% nel 1970 al 50% nel 1985 • Divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia nel 1981 Il debito attuale e’ pari a 2.000 miliardi. Negli ultimi 20 anni l’Italia ha avuto ampi “attivi primari” ed ha pagato 2.000 miliardi in interessi (per la felicita’ dei nostri creditori), e non ha minimamente intaccato il problema dello stock del Debito 66 2 – UNA SPESA PUBBLICA ENORME ED INEFFICIENTE La Spesa Pubblica in Italia e’ pari al 50% del PIL, valore molto alto, e la qualita’ dei servizi erogati dalla PA e’ decisamente inferiore all’ammontare speso. La spesa e’ sostenuta in capitoli quali Previdenza ed Interessi, mentre e’ bassa negli investimenti e protezione sociale. 67 3 – UNA NAZIONE INGESSATA CON PIL CALANTE L’Italia in 17 anni ha perso il 18% di PIL rispetto alla media UE, circa l’1% all’anno. La causa sta in vari fattori: • Introduzione EURO • Elevata spesa inutile (interessi) • Alte Tasse e bassa qualita’ spese pubbliche L’anno piu’ disastroso per il PIL, e’ stato il 2012, anno in cui l’Italia ha avuto una dinamica del PIL pari a ben il 2% inferiore alla media UE 68 4 – UN LIVELLO DI TASSAZIONE SUL LAVORO INTOLLERABILE A lato la simulazione della Pressione Fiscale, Tributaria e Contributiva reale su un Dirigente, un Impiegato ed un Operaio calcolata da scenarieconomici.i t Siamo a valori reali tra il 66% ed il 77% 69 5 – RECORD MONDIALE DI TASSAZIONE SULLE IMPRESE A sinistra la simulazione della Pressione Fiscale, Tributaria e Contributiva totale sottrendo il sommerso: siamo al 57% sul PIL, record mondiale La pressione fiscale sulle imprese e’ al 68%, record mondiale. Come si vede a lato rapprenta un’aggravio del 24% rispetto alla media Europea. 70 6 – …. E MILLE ALTRI PROBLEMI ed ARRETRATEZZE…. 71 Parte 7 Come ridare un Futuro ai nostri figli? 72 Come ridare un Futuro ai nostri figli? 1) UNA RIDUZIONE DRASTICA DEGLI SPRECHI E DEI LUSSI DELLO STATO, LIBERANDO RISORSE PER INVESTIMENTI E PER UNA MASSIVA RIDUZIONE DELLE TASSE SUI PRODUTTORI 2) UNA PATRIMONIALE SULLO STATO, PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO 3) RIFORME - EPOCALE PASSAGGIO DAL”COMPLESSO” AL “SEMPLICE” 4) USCITA DALL’EURO, RIPRISTINO DELLA SOVRANITA’ MONETARIA 73 1) SPESA PUBBLICA E TASSE L’idea e’ ridurre la Spesa Pubblica di 100-150 miliardi senza sostanzialmente compromettere l’efficienza dello stato. • Riduzione drastica dei costi politici a tutti i livelli • Diverse decine di miliardi verrebbero utilizzando il “Criterio dei migliori” (in sintesi da interventi sul Personale della PA, pensioni di invalidita’, spese sanitarie ed amministrative volti a portare tanto il livello di Spesa quanto quello di efficienza al livello della Regione di riferimento, quella che fa meglio) • Sostituzione degli aiuti alle imprese in crediti d’imposta • Interventi sugli acquisti della PA, sulle pensioni d’oro e su alcune disfunzioni rimaste nel sistema pensionistico, etc. 74 1) SPESA PUBBLICA E TASSE Questa massa di denaro deve essere immessa nel sistema tramite maggiori investimenti e spese per creare un sistema di tutele che oggi e’ fortemente iniquo, ma soprattutto per ridurre drasticamente il livello di tassazione su Imprese, Lavoratori e Famiglie (eliminazione IRAP, eliminazione IMU sulla prima casa, riduzione accise e semplificazione balzelli, riduzione della tassazione diretta su lavoratori e famiglie). 75 2) UNA PATRIMONIALE SULLO STATO, PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO L’Idea e’ fare una serie di misure straordinarie per mette a dieta lo stato, dismettendo tutto cio’ che non e’ essenziale, quali una serie di aziende, di immobili, etc, e cartolarizzando i crediti inesigibili. La dimensione della manovra e’ tra i 200 ed i 400 miliardi. Le risorse andranno al pagamento dei crediti della PA ed ovviamente alla riduzione del Debito Pubblico. 76 3) RIFORME - EPOCALE PASSAGGIO DAL”COMPLESSO” AL “SEMPLICE” E’ evidente che se l’Italia non si da’ una regolata rendendo i servizi fondamentali piu’ semplici ed immediati, perde un opportunita’ enorme. E’ ovvio che bisognera’ fare RIFORME importanti su Mercato del Lavoro, Sistema Fiscale e Tributario, Burocrazia, Giustizia che abbiano questa stella polare, col preciso scopo di consentire di rendere piu’ agevole lavorare, investire e soprattutto vivere in questo paese. 77 4) USCITA DALL’EURO, RIPRISTINO DELLA SOVRANITA’ MONETARIA Il ritorno ad una valuta nazionale non solo e’ un vantaggio dal punto di vista economico, ma ci consente sostanzialmente di tornare “a badare a noi stessi ed alla conseguente responsabilita’”. Al tempo stesso ci permette di uscire da una costruzione che governa l’Euro, che sostanzialmente fa l’interesse di altre nazioni (Germania, Francia), non ha alcun fondamento democratico, ha politiche fortemente antiliberali e sostanzialmente suicide. 78 4) USCITA DALL’EURO, RIPRISTINO DELLA SOVRANITA’ MONETARIA Il ritorno ad una valuta nazionale, altro non e’ che il ritorno alla Normalita’, che e’ una valuta nazionale che rispecchia nel suo valore il peso reale dell’Italia, ed di una Banca Centrale che fa politiche nell’interesse nazionale, uscendo da un esperimento, l’Euro, che sostanzialmente e’ un fallimento tanto dal punto di vista economico e perfino dal fondamento della stabilita’ (di fatto ci sta regolando un’instabilita’ ed una recessione permamente). 79 Queste pubblicazioni sono disponibili su internet all’indirizzo www.scenarieconomici.it Elaborato da: GIAMPAOLO ATZORI e da ANDREA LENCI e dalla Redazione di scenarieconomici.it e di scenaripolitici.com 80