MEDIOEVO:
SCONTRO
TRA CHIESA E IMPERO
A CURA DELLA PROF.SSA
MARIA ISAURA PIREDDA
L’IMPERO GERMANICO NEL X SECOLO
E L’ANARCHIA FEUDALE
In seguito alla divisione dell’impero carolingio fra
gli eredi di Carlo Magno (la parte occidentale a
Carlo il Calvo, la parte orientale a Ludovico il
Germanico e la parte centrale con la corona
imperiale a Lotario), il Sacro Romano Impero
si era ridotto alla Germania e all’Italia
settentrionale.
Si trattava di un immenso regno fragile al
suo interno perché il potere degli
imperatori era contrastato dai grandi
feudatari divenuti dei principi indipendenti
(che trasmettevano il loro feudo in eredità
ai figli).
Ogni volta che
si doveva
eleggere il
nuovo
imperatore, si
scatenavano
feroci lotte tra le
casate più
importanti:
SVEVIA,
BAVIERA,
FRANCONIA,
SASSONIA.
E una volta eletto, il nuovo imperatore non
si vedeva riconoscere l’autorità dalle
casate avverse.
Questa situazione è stata definita dagli
storici “anarchia feudale”.
In questo periodo cominciò ad affermarsi
l’autonomia delle città italiane
I domini italiani infatti erano troppo distanti
dall’Impero per poter essere controllati
OTTONE I DI SASSONIA
Nel 962 fu eletto imperatore
Ottone I di Sassonia.
Egli tentò di frenare l’indebolimento dell’impero
affidando la guida delle città e dei feudi a
vescovi-conti che, celibi e senza figli, alla loro
morte restituivano il potere all’imperatore
Per poter scegliere feudatari a lui fedeli, Ottone I
impose alla chiesa il suo diritto di nominare i
vescovi e di consacrarli
Si creava così un contrasto fra l’imperatore e
il papa (che si considerava il solo legittimato a
consacrare i vescovi)
Ottone I cercò anche di affermare la sua autorità
anche nella scelta dei papi (Privilegium
Othonis)
Ottone I si proclamava depositario di un
potere superiore a quello del papa
La Chiesa, guidata dai papi, si opponeva
al potere imperiale sostenendo la
superiorità del potere “spirituale” (del
papa) su quello “temporale”
(dell’imperatore)
I vescovi, dunque, venivano scelti più per
la loro capacità di governare che per le
loro doti spirituali
La Chiesa ne traeva un grave danno
Le famiglie nobiliari avviavano i loro figli
alla carriera ecclesiastica per ottenere
l’investitura dall’imperato
Le famiglie più ricche pagavano forti
somme per conquistare le cariche
Questa pratica (acquisto con il denaro del
sacramento dell’Ordine) si chiama
SIMONIA
PAPA GREGORIO VII
Nel 1075 il papa Gregorio VII,
cercando di riportare la Chiesa
alla sua vera missione di
annunciatrice del Vangelo,
scomunicò tutto il clero che si
era macchiato di simonia e
proibì di accettare l’investitura a
vescovo da un principe
Pubblicò il Dictatus papae ribadendo la
superiorità del potere ecclesiastico
(derivante direttamente da Dio) su
qualsiasi altra autorità
Dichiarò che la nomina dei vescovi era di
esclusiva prerogativa del papa
ENRICO IV
E LA LOTTA PER LE INVESTITURE
La rigida posizione di Gregorio VII diede inizio a
un aperto conflitto con l’impero passato alla
storia con il nome di “lotta per le investiture”
Infatti l’imperatore Enrico IV continuava a
nominare i vescovi incitandoli a deporre il papa
Gregorio VII reagì con la scomunica di Enrico
IV sciogliendo i sudditi dall’obbligo di obbedienza
al sovrano
Enrico IV fu
costretto ad
umiliarsi: si recò
a Canossa nel
1077 per
chiedere perdono
al papa
Ottenuto il perdono, Enrico IV tornò in
Germania continuando a disubbidire agli
ordini della Chiesa
Si arrivò anche all’uso delle armi
Gregorio VII fu costretto a scappare da
Roma a Salerno
La contesa indebolì entrambi i poteri e favorì il
rafforzamento dei principi tedeschi e dei comuni
italiani
Il conflitto durò ancora a lungo e si concluse nel
1122 con il CONCORDATO DI WOORMS che
assegnava al papa il compito di nominare i
vescovi, mentre l’imperatore poteva assegnare
loro un feudo
Nel corso del conflitto tra papi e
imperatori, in Germania e in Italia le città si
divisero in due fazioni:
Guelfi = sostenitori del papa
Ghibellini = sostenitori dell’imperatore
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capitolo 2 - chiesa contro impero_lotta investiture