Giovanni Verga
Vita ed opere
Le tappe fondamentali
della sua vita
• Giovanni Verga nacque a Catania nel
1840 da una famiglia benestante di
origini nobili.
• Nel 1860, all’arrivo di Garibaldi in
Sicilia, Verga abbandona gli studi
universitari per seguire gli eventi
come sostenitore dell’unità d’Italia.
Le tappe fondamentali
della sua vita
• Verga si dedicò al giornalismo e alla
letteratura.
• Stanco della vita provinciale si
trasferisce a Firenze allora capitale
del regno dove viene accolto nei
salotti e nei circoli culturali della
città.
Le tappe fondamentali
della sua vita
• Dal 1872 al 1893 Verga si trasferisce
a Milano vera capitale della cultura e
dell’industria editoriale.
• Qui pubblicò alcuni romanzi di genere
psicologico e sentimentale che
ottennero molto successo.
Le tappe fondamentali
della sua vita
• Nel 1874 scrive Nedda, racconto
ambientato in Sicilia.
• Nel 1880 pubblicò la raccolta di novelle
Vita dei campi, e l’anno dopo il suo
capolavoro, il romanzo
• I Malavoglia.
• Queste opere ebbero un grande successo e
Verga divenne un autore molto apprezzato
dalla critica letteraria
Le tappe fondamentali
della sua vita
• Nel 1893 finito di
scrivere le sue
opere si ritira a
Catania dove morì
nel 1922
Le opere principali
• Le opere principali di Verga sono:
• Le due raccolte di novelle dal titolo
Vita dei campi e le Novelle rusticane
• ( ambientate nella Sicilia dei poveri
braccianti, dei minatori, dei pastori,)
.Il romanzo I Malavoglia, e Mastro don
Gesualdo.
I Malavoglia
• Il Romanzo dei Malavoglia racconta la
storia di una famiglia Siciliana i
Toscano che vivono ad Acitrezza,
composta dal nonno padron’ Ntonio,
dal figlio Bastianazzo, dalla nuora
Maruzza e dai loro figli.
I Malavoglia
• La storia si svolge dal 1863 al 1877
• E racconta le vicende della famiglia
che possiede una casa ed una barca.
• Padron’Ntonio compra un carico di
lupini da vendere per cercare di
migliorare le condizioni economiche
della famiglia.
I Malavoglia
• La barca fa naufragio ed il figlio
Bastianazzo muore.
• Iniziano così una lunga serie di
sventure per la famiglia dei
Malavoglia.
Mastro don Gesualdo
• Racconta la storia di un muratore che
grazie alla sua intelligenza e forza di
volontà diventa ricco e sposa una
fanciulla nobile,ma l’alta società non
lo accettò.
• Morendo infelice ed abbandonato da
tutti.
Perché Verga è un autore
importante?
• Nelle sue opere Verga descrive la vita
dura e stentata dei contadini e
pescatori siciliani descritti per la
prima volta nella loro verità;
riportando nei racconti anche il modo
di parlare e di ragionare dei
personaggi.
Perché Verga è un autore
importante?
• Verga descrisse le emozioni e le
passioni in modo vero: la
gelosia,l’odio,l’egoismo, l’amore.
• Descrisse fedelmente gli aspetti
dell’esistenza umana.
Rosso Malpelo
• Rosso Malpelo è un ragazzo dai capelli rossi, che nel pregiudizio
popolare indicava il suo modo di essere "malizioso e cattivo" ; da qui
il soprannome "Rosso Malpelo". A causa di ciò Malpelo è
maltrattato da tutti e non trova affetto neanche in famiglia: la
madre non si fida di lui, infatti, tornato dal lavoro gli chiede se
avesse sottratto dei soldi dallo stipendio, e per sicurezza la sorella
lo accoglieva picchiandolo. Malpelo lavora con il padre, Mastro
Misciu (la bestia), in una cava dove si estrae la rena. I due sono
molto legati: Misciu infatti è l'unico ad avergli mai dato affetto, e
Malpelo, appena gli altri operai deridono il pover'uomo, lo difende.
Un giorno il padre deve terminare un lavoro preso a cottimo, per
eliminare un pilastro dalla cava,
• malgrado sia molto pericoloso. Si diceva che solo un testardo avrebbe accettato di
eseguire lavori di quel genere. La sera tardi, mentre Malpelo gli sta dando una
mano, il pilastro cade all'improvviso addosso al padre. Rosso Malpelo, alla
notizia, preso dalla disperazione, iniziò a scavare con le unghie fino a farle
sanguinare e ad urlare. Quando anche Zio Mommu, detto "lo Sciancato", viene a
sapere della disgrazia, è ormai troppo tardi, perché sono passate quattro ore e
Mastro Misciu è già morto. Nessuno invece fa caso al figlio, che inutilmente
scava nella rena lacerandosi le unghie nello sforzo di salvarlo. Dopo la morte del
padre Malpelo divenne ancora più cattivo agli occhi di chi lo osservava e riprese
a lavorare alla cava proprio nella galleria dove era morto
• malgrado sia molto pericoloso. Si diceva che solo un testardo avrebbe accettato di
eseguire lavori di quel genere. La sera tardi, mentre Malpelo gli sta dando una
mano, il pilastro cade all'improvviso addosso al padre. Rosso Malpelo, alla
notizia, preso dalla disperazione, iniziò a scavare con le unghie fino a farle
sanguinare e ad urlare. Quando anche Zio Mommu, detto "lo Sciancato", viene a
sapere della disgrazia, è ormai troppo tardi, perché sono passate quattro ore e
Mastro Misciu è già morto. Nessuno invece fa caso al figlio, che inutilmente
scava nella rena lacerandosi le unghie nello sforzo di salvarlo. Dopo la morte del
padre Malpelo divenne ancora più cattivo agli occhi di chi lo osservava e riprese
a lavorare alla cava proprio nella galleria dove era morto il padre.
• Qualche tempo dopo alla cava venne a lavorare un ragazzino
piccolo e debole che prima faceva il muratore, ma fu costretto ad
abbandonare il mestiere a causa di una caduta da un ponteggio in
cui si era lussato il femore. Il ragazzo, soprannominato Ranocchio
per il modo in cui cammina, diventa oggetto di sfogo di Malpelo
che lo tormenta: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si
difende, lui continua, perché vuole che impari a reagire. In realtà il
motivo di tale cattiveria è dato dal fatto che Malpelo gli vuole
bene e vuole che impari la dura lezione della vita; Malpelo infatti
spesso gli dà la sua razione di cibo pur di non farlo morire di fame,
oppure lo aiuta con i lavori pesanti. Dopo qualche tempo viene
ritrovato il corpo di Mastro Misciu: per lo shock
• Malpelo si allontana per qualche giorno dalla cava e quando torna
decide di andare a lavorare in un'altra galleria. Tutto ciò che gli
rimane dal padre sono i suoi pantaloni, che la madre di Malpelo
sistema per adattarli all'altezza del figlio, il piccone e un paio di
scarpe, che Malpelo custodisce come tesori. Quando un asino grigio
muore di patimenti e il carrettiere lo getta nella sciara, Malpelo
trascina Ranocchio con lui a vedere i cani mangiarselo. Secondo
Malpelo la morte è la liberazione di tutto, e per i deboli sarebbe
meglio non essere mai nati. Ranocchio invece gli spiega del
Paradiso, il posto dove i vivi che sono stati brave persone vanno a
riposare in eterno. Non molto tempo più tardi Ranocchio, il quale
deperiva da un po', si ammala
• di tubercolosi e muore in breve tempo. Malpelo adesso è
effettivamente solo dato che la madre ha trovato un nuovo
compagno e la sorella ha un marito e nessuno lo vuole più in casa.
Alla fine Malpelo muore alla cava: gli era stato infatti affidato il
compito di verificare un tratto di una galleria ancora inesplorato.
Nessuno voleva prendersi un simile compito, ma Malpelo accetta
subito dato che non ha nessuno che possa rimpiangerlo. Prese gli
attrezzi del padre e partì, nessuno seppe più nulla di lui e nemmeno
le sue ossa furono ritrovate. Oramai Malpelo non è altro che una
leggenda della cava, i ragazzi hanno infatti paura a parlare del
ragazzo per il timore di vederselo comparire davanti.
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