Gli Strumenti Topografici
La “Sala Espositiva Modelli Didattici” dell’Istituto Tecnico per Geometri “F. Parlatore” custodisce
numerosi strumenti topografici; tra questi, oggetto di studio del progetto didattico sono stati
i tacheometri e i teodoliti.
Cenni storici
"non commettere ingiustizie nei giudizi,
né con le misure di lunghezza,
né con i pesi, né con le misure di capacità".
(Levitico, 19.35).
Da quando ha origine la civiltà l’uomo ha avuto il bisogno di conoscere, misurare e controllare
il proprio territorio per adattarlo e ricostruirlo secondo particolari schemi culturali e politici. Per
ricostruire l'immagine metrica della Terra nel corso dei secoli ha costruito strumenti scientifici
sempre più precisi e sofisticati.
I primi strumenti realizzati per la misurazione di porzioni di terreno sono stati trovati in Egitto
nella tomba di Sennuten, risalgono alla fine del secondo millennio a.C. ed erano costituiti da:
filo a piombo, squadra e archipendolo. In epoca romana i preposti a questo tipo di misurazioni
si chiamavano agrimensores e durante il periodo di maggior espansione dell’impero, in cui si
fondavano numerose colonie e si ripartivano le terre, partivano con gli eserciti con l’importante
compito di rilevare territori, tracciare strade, ponti e accampamenti. Un'opera di misurazione
importante voluta da Teodorico tra il V e VI secolo si ebbe per esempio per la bonifica
delle Paludi Pontine. Gli arabi erano dei maestri in fatto di misurazioni ed il termine teodolite
deriva probabilmente dalla parola araba "al idat" o "al idadah" che successivamente si
trasforma nell’inglese "the alidat"; per la prima volta la parola teodolite viene usata in un
articolo del 1552 dal matematico e costruttore di strumenti Leonard Digges: "... an instrument
called theodolitus".
Un’altra ipotesi sull’etimologia di teodolite proverrebbe dalle parole greche "thea, hodos e
lithos"ossia "vedere, via e pietra". Più certi si è per l’origine greca del nome tacheometro e cioè
“misuratore veloce”.
Tra il 1700 ed il 1800, a causa delle nuove esigenze cartografiche, dei viaggi esplorativi, delle
conquiste coloniali, di reti di comunicazione, in Europa i migliori scienziati, vetrai, ottici, astronomi
ed ingegneri erano impegnati a rendere sempre più precise le strumentazioni legate alla geodesia e
alla topografia. Si perfezionano così lenti, oculari, cannocchiali, metodi di divisione dei cerchi, livelle,
ecc…
L’inglese John Sisson realizza nel 1730 uno dei primi teodoliti "moderni"; nel 1784 Ramsden prepara
un teodolite con il cerchio di ben 1 jarda di diametro con precisione di 1" su osservazioni a punti
distanti almeno 10 miglia e tre microscopi di lettura.
In Italia con Ignazio Porro (1801-1875), ufficiale del Genio Piemontese, costruttore ed inventore, il
teodolite diventa per sua opera "tacheometro" anzi "cleps": si passa dai grossi cerchi in metallo, con
graduazione su bordo d'argento, a cerchi di piccolo diametro in vetro ottico protetti da stress
meccanici e atmosferici attraverso scatole metalliche. Nasce il microscopio a stima, il cannocchiale
di forte ingrandimento e soprattuto "centralmente anallattico". Nel 1859 viene fondata a Torino da
Giuseppe Allemano, una ditta (oggi Allemano Instruments S.r.l.) che produceva strumentazione di
precisione per geodesia, meccanica, tecnigrafi ed ottiche in genere. Qualche anno dopo (1864) il già
citato I. Porro fonda a Milano un’officina col nome di La Filotecnica che si sarebbe occupata della
progettazione e realizzazione di strumenti di alta precisione. Nel 1877 la fabbrica venne acquistata
dall’ingegnere Angelo Salmoiraghi (uno degli allievi di I. Porro al Politecnico) che la ampliò e ne
aumentò il numero dei prodotti; oggi la ditta esiste ancora anche se ha limitato la produzione degli
strumenti.
Buona parte dei tacheometri e teodoliti della collezione della scuola “F. Parlatore” sono stati
ordinati ed acquistati proprio da questa storica ditta negli anni sessanta del 1800.
Tacheometri e teodoliti
Sono strumenti topografici che permettono di calcolare distanze, dislivelli ed angoli
orizzontali e verticali, i teodoliti, rispetto ai tacheometri, sono strumenti di maggiore
precisione capaci di apprezzare i secondi di grado.
Gli elementi costitutivi
Le due tipologie di strumenti si compongono delle seguenti parti:
Il basamento è collegato ad un treppiede che poggia sul terreno ed è costituito da un
mozzo centrali e da tre bracci o razze, disposte a 120° tra loro, terminanti con
madreviti in cui scorrono le viti calanti.
I cerchi graduati sono due cerchi: uno detto cerchio azimutale che misura gli angoli
verticali e l’altro detto cerchio zenitale che misura gli angoli orizzontali.
L’alidada è costituita da un piatto e da due montanti che sostengono il cannocchiale e
può ruotare rispetto al basamento attorno all’asse principale.
Il cannocchiale, di tipo astronomico, è disposto sull’asse detto di mira; fra le lenti del
cannocchiale (obiettivo e oculare) è posto il reticolo ossia un vetrino costituito da
linee verticali incise sulla superficie.
Le due livelle presenti in questi strumenti servono l’una per rendere perfettamente
orizzontale il basamento, l’altra per rendere orizzontale l’asse del cannocchiale. Le viti
di rettifica servono alla correzione dello strumento.
Il progetto è stato curato dalla Prof.ssa Giulia De Luca, dal Prof. Luigi Infantino
e dal Prof. Antonio Lapaglia e si è avvalso della valida consulenza della
Dott.ssa Barbara Truden quale esperta museale.
Hanno partecipato al progetto didattico alunni delle classi III A, III C, IV C, III E.
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Classe IV sez. C
Sandro Di Girolamo
Giovanni Saccone
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Classe III sez. C
Gianpaolo Bellone
Alessio Ardizzone
Pietro Capitano
Andrea Cardella
Alessio Raineri
Francesco Guaresi
Gianluca Marchese
Erika Scolaro
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Classe III E
Asma Ayari
Susan Darwish
Rosario Avvocato
Umberto La Sala
Fabio Cataldo
Classe III A
Gianni Deliso
Annalisa Mendola
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