Anno VI numero 19, dicembre 2008 - Registrazione Tribunale di Firenze n. 3606 del 28.07.87
Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Firenze 1 € 3,50
la cartografia 19
PERIODICO DI INFORMAZIONE CARTOGRAFICA
Misura
e cartografia
Protezione Civile
di Trieste
Carta dei suoli
della Provincia
di Treviso
dicembre 2008
NUMERO
Hanno collaborato:
Giorgio Bezoari
Politecnico di Milano, Sezione Rilevamento
DIIAR
Simone Busoni
Servizio Ecologia e Ambiente – Provincia
di Treviso
Andrea Dalla Rosa
Servizio Osservatorio Suolo e Rifiuti – Agenzia
Regionale per la Prevenzione e Protezione
Ambientale del Veneto
Adriano Garlato
Servizio Osservatorio Suolo e Rifiuti – Agenzia
Regionale per la Prevenzione e Protezione
Ambientale del Veneto
La cartografia 19/2008
Periodico di informazione cartografica
Rivista di LAC srl
www.globalmap.it/magazine.asp
Direttore responsabile
Monica Naef
[email protected]
Editore
Andrea Bonomo Editore
Redazione
LAC
Via del Romito 11/13r
50134 Firenze
tel. 055 483 557, fax 055 483 690
[email protected]
Progetto grafico e impaginazione
Leonardo Mura Design
[email protected]
Fotolito
LAC
Firenze
Stampa
La Tipografica
Firenze
Rivista trimestrale.
Registrazione Tribunale di Firenze n. 3606 del
28.07.87.
Stampata nel mese di dicembre 2008.
Copyright 2008 by LAC.
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della
rivista può essere riprodotta, rielaborata o
diffusa senza autorizzazione scritta dell’editore.
Paolo Giandon
Servizio Osservatorio Suolo e Rifiuti – Agenzia
Regionale per la Prevenzione e Protezione
Ambientale del Veneto
Giorgio Manzoni
Università degli Studi di Trieste – Centro di
Eccellenza per la Ricerca in TeleGeomatica
Shaula Martinolli
Università degli Studi di Trieste – Centro di
Eccellenza per la Ricerca in TeleGeomatica
Alberto Rigo
Comune di Trieste, Area Servizi di Direzione
Generale e Protezione Civile; Protezione Civile
Squadra Volontari Antincendio Boschivo
Giorgio Ruzzier
Protezione Civile Squadra Volontari Antincendio
Boschivo
Attilio Selvini
Politecnico di Milano, Sezione Rilevamento
DIIAR
Bruno Tribuson
Protezione Civile Squadra Volontari Antincendio
Boschivo
Referenze fotografiche:
Copertina Archivio Politecnico di Milano
Pagg. 5, 6, 8, 9, 11, 12, 13, 14, 15, 17, 18, 19,
20, 21, 22, 23, 24, 25 Archivio Politecnico
di Milano
Pagg. 27, 29, 30, 31, 32 S. Martinolli
Pagg. 35, 36,/37, 38, 39, 40, 41, 43 Archivio
ARPAV
Abbonamenti
Abbonamento annuale (4 numeri l’anno) 14,00 euro da versare a
LAC Srl, via del Romito 11-13r, 50134 Firenze con causale: abbonamento
La Cartografia
sul c/c postale n. 20879508
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sul c/c bancario IBAN IT 30 N 01030 02822 000000020694
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Tipografia
Copertina
Handel Gothic
Helvetica
Sabon
Pagine interne
Courier
Downcome regular
Helvetica
Helvetica Neue
Sabon
Carta
Tutte le pagine da 1 a 56
sono stampate su patinata opaca
da 115 grammi
Editoriale
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La misura sul terreno
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In un periodo in cui le modalità operative e le strumentazioni per il rilevamento
generale a fini cartografici, sia diretto che sulle immagini, sono in rapida
evoluzione, sembra opportuno riassumere quale sia stata e sia tuttora la
situazione del variegato arsenale di mezzi che l’uomo ha ideato e costruito a
tale scopo. Incominciamo qui con la misura topografica, ovvero quella diretta
in campagna. In altro articolo, diremo della misura sulle immagini, ovvero della
fotogrammetria e del telerilevamento. Giorgio Bezoari, Attilio Selvini
Novità nel Gruppo Comunale di Protezione Civile di Trieste
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Suoli e cartografia in provincia di treviso
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Nel comune di Trieste è in fase di sperimentazione una nuova metodologia di
intervento in caso di incendio basata sull’utilizzo di un pratico smartphone,
denominato P.I.S.E. Mobile, che con un ingombro ridotto al minimo fornisce
tutte le informazioni necessarie ai mezzi di soccorso, dalla viabilità alla
disponibilità di idranti nell’area. Una volta messo a punto, questo sistema potrà
essere impiegato anche in altri tipi di emergenze. Shaula Martinolli,
Bruno Tribuson, Giorgio Manzoni, Alberto Rigo, Giorgio Ruzzier
La realizzazione della Carta dei suoli della Provincia di Treviso si inserisce nel più
ampio progetto volto ad approfondire la conoscenza di un territorio che negli
ultimi decenni ha subito trasformazioni radicali, spesso dettate dalla necessità
del momento e quasi mai frutto di scelte ponderate, con l’obiettivo di valorizzare
adeguatamente una componente ambientale, quale il suolo, troppo spesso
tenuta in scarsa considerazione.
Risulta indispensabile prendere coscienza che il suolo è una risorsa non
rinnovabile e di primaria importanza per le numerose attività agronomiche
che sostiene e per la qualità della vita di ciascuno di noi. La collaborazione
tra l’amministrazione provinciale e l’agenzia regionale per la prevenzione
e protezione ambientale del veneto (ARPAV) si è concretizzata nella
predisposizione della carta dei suoli e di una serie di cartografie derivate in
scala 1:50.000. Questi elaborati costituiscono un prezioso elemento conoscitivo
da tenere in considerazione nei processi decisionali alla base di una corretta
pianificazione dell’uso del suolo, tesa a raggiungere, anche per questa matrice
ambientale, una piena sostenibilità. Simone Busoni, Andrea Dalla Rosa,
Adriano Garlato, Paolo Giandon
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Editoriale
Una scelta
testo_Andrea Bonomo
di approfondimento
C
hi ha seguito gli ultimi
inauguriamo una sezione dedicata
presta, proprio per sua natura,
numeri si è reso conto
proprio a questo, che chiameremo
ad ospitare temi ‘a puntate’ che
che il taglio della nostra
sezione culturale, riferita
continueremo a presentare anche
naturalmente alla cultura della
nelle uscite successive... insieme a
nostra materia.
tante altre novità!
rivista sta cambiando.
Abbiamo ricevuto molti
commenti positivi dopo la
In questa parte della rivista,
Ma torniamo a questo numero
pubblicazione del fascicolo
presenteremo un’informazione
19 che conclude la ‘vecchia serie’
monografico dedicato alla prima
approfondita, per quanto possibile,
con alcune applicazioni molto
guerra mondiale in cartografia,
e corretta su argomenti di carattere
pratiche della cartografia: nelle
e subito ci siamo rituffati in
tecnico-culturale, utilizzabile
emergenze, a supporto della
un’altra trattazione approfondita,
anche come strumento di supporto
protezione civile, inserita in un
pubblicando sul numero successivo
da insegnanti e figure tecniche –
palmare che contiene tutte le
un lungo e ricchissimo articolo
ingegneri, architetti, agronomi,
informazioni utili al caso (ad
che studia il rapporto tra pittura
geologi, geometri ecc. – che fanno
esempio, se si tratta di incendio,
e geomorfologia: la dimensione
uso della cartografia.
classificazione delle piste per i
del paesaggio, insomma, vista e
Inauguriamo la sezione
mezzi di soccorso, distribuzione
affidandola alla penna dei
e stato degli idranti eccetera); o
professori Bezoari e Selvini del
a servizio dell’amministrazione
dell’approfondimento c’è bisogno,
Politecnico di Milano che trattano
pubblica per programmare i suoi
come di spazi dedicati ad una
in questo numero degli strumenti
interventi, nel caso specifico per
presentazione precisa, ordinata,
di misura, riferendosi in particolare
una corretta pianificazione dell’uso
il più possibile completa di alcuni
alla misura sul terreno. Nel
del suolo, con l’obiettivo di rendere
argomenti, spesso alla base di ogni
prossimo numero completeremo
tali scelte ponderate e non dettate
discorso cartografico.
il tema con un articolo degli stessi
solo dalle esigenze del momento.
autori dedicato agli strumenti per
Anche in questo caso, una scelta di
la misura sull’immagine.
approfondimento e di conoscenza
interpretata dagli occhi dell’artista.
L’approfondimento interessa,
E così, in sostanza già con
questo numero, formalmente
e ufficialmente dal prossimo,
Questa sezione della rivista si
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che non possiamo che condividere.
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testo_ Giorgio Bezoari, Attilio Selvini
La misura
sul terreno
In un periodo in cui le modalità operative e le strumentazioni
per il rilevamento generale a fini cartografici, sia diretto che
sulle immagini, sono in rapida evoluzione, sembra opportuno
riassumere quale sia stata e sia tuttora la situazione del
variegato arsenale di mezzi che l’uomo ha ideato e costruito
a tale scopo. Incominciamo qui con la misura topografica,
ovvero quella diretta in campagna. In altro articolo, diremo
della misura sulle immagini, ovvero della fotogrammetria e
del telerilevamento.
N
L’astrolabio.
ell’ambito dei molti mezzi
per misurare, in senso
assolutamente generale,
va riservato un posto di privilegio a
quegli apparati che hanno permesso
all’uomo, in almeno trenta secoli
di storia, di ricostruire l’immagine
metrica della Terra: gli strumenti
per la geodesia, per la topografia,
per l’agrimensura. Quando si parla
di topografia, occorre ricordare che
non in tutte le lingue principali del
vecchio continente tale parola ha lo
stesso significato: del resto, anche da
noi, sino alla seconda metà del secolo
diciannovesimo si preferiva parlare
di ‘geometria pratica’, anziché di
topografia. Il tedesco usa il termine
niedere Geodäsie, geodesia inferiore;
il francese topométrie ed anche
topographie, l’inglese survey, con un
significato assai ampio, così del resto
come nell’altro vocabolo tedesco
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Vermessungskunde. Lo spagnolo usa
• gli strumenti per la misura delle
elementi di misura registranti: in par-
lo stesso termine nostro, topografia:
distanze;
ticolare gli odometri, dei quali dicono
in genere, la topografia si occupa del
• gli strumenti per la misura degli
sia Vitruvio che Erone. Gli odometri
rilevamento e della rappresentazione
angoli;
ricomparvero poi solo con l’età mo-
di limitate estensioni della Terra,
• gli strumenti per la misura dei
derna, in particolare con Leonardo,
sin quanto cioè questa può essere
dislivelli;
insieme ai contapassi per uomo e
intesa, ai fini della superficie di
• gli strumenti (nuovissimi) che
per cavallo (ancora in epoca recente,
riferimento, come piana. Si sta oggi
forniscono direttamente le
vennero usati come campione i ‘passi
diffondendo, e con ragione, il termine
coordinate di un generico punto;
di cammello’; per esempio durante
‘geomatica’ (Selvini 2008) che
• gli strumenti minori e gli accessori.
la campagna d’Etiopia nel 1935/36 e
comprende tutte le attuali tecniche
addirittura durante la seconda guerra
mensorie più o meno automatizzate
mondiale, allo scopo di redigere carte
ed informatizzate, dalla geodesia sino
La misura delle distanze
al telerilevamento.
Parlando di strumenti topografici,
speditive a piccola scala, in Africa
settentrionale).
Nella storia dell’uomo, la misura
Ma la misura diretta è lunga e
qui non ci si limita naturalmente
diretta delle grandezze che apparten-
costosa; la misura indiretta è più ra-
a quelli che la tradizione ci ha
gono alla classe delle lunghezze, è
pida ma è certamente più complessa,
consegnato; a quegli strumenti
stata certamente la prima. I campioni
richiedendo anche algoritmi leganti
quindi di varia fattura e di varia
della grandezza da misurare furono
il campione di misura alla lunghez-
incertezza, così del resto come di
subito antropomorfi, ovvero modu-
za misuranda, e risulta sconosciuta
varia complessità nell’uso, che sono
lati su porzioni degli arti dello stesso
nell’antichità classica. Il primo cenno
serviti e che in parte tuttora servono
mensore: braccio, pollice, palmo,
lo si trova negli scritti del monaco
per il rilevamento del terreno, per il
piede, spanna; poi vennero unità
Gerberto di Aurillac (circa 930-
tracciamento delle opere d’arte, per
maggiori, come la tesa (distanza fra le
1003), che divenne poi Papa Silvestro
la partizione dei terreni e quindi in
punte delle dita medie, a braccia spa-
II; nella sua Geometria, egli tratta del
generale per l’agrimensura. Si dirà
lancate), il passo (semplice e doppio,
modo di misurare altezze e distanze
qui in breve anche dei dispositivi
insieme al versus, lunghezza del solco
con lo specchio, l’astrolabio e l’asta
degli ultimi tempi, come per esempio
che un bue poteva fare in una sola
pitagorica.
i ricevitori satellitari o i sistemi
tratta), il famoso stadion che tanto
inerziali, oppure degli ‘scansori’ laser,
fece discutere a proposito della misu-
sulla similitudine dei triangoli, vedono
per i quali occorrerebbe un articolo
ra della circonferenza terrestre fatta
come strumento il baculo od anche ‘ba-
a parte: vi troveranno poi adeguato
da Eratostene.
stone di Giacobbe’: vi sono centinaia
posto i teodoliti e i livelli digitali,
Da queste unità di misura naturali,
Un mezzo della Protezione Civile.
Le prime misure indirette, fondate
di illustrazioni in merito, su trattati ita-
epigoni dei vecchi apparati nati a
differenti da un sito ad un altro pro-
liani e stranieri dei secoli XVI e XVII;
cavallo fra il XVIII ed il XIX secolo
prio perché antropomorfiche o legate
ma è solo dopo la costruzione del
e rimasti invariati o quasi per oltre
ad operazioni animali (del versus
cannocchiale di Johann Kepler (1571-
cent’anni. Questa nota vuole essere
abbiamo detto; lo stadio corrisponde-
1630) che si diffonderanno i metodi
perciò un sottile filo conduttore
va al tratto di distanza che un uomo
ottici, basati sulla formazione di angoli
capace di legare, nello spazio di oltre
robusto poteva fare di corsa alla mas-
‘parallattici’ costanti o variabili, ovvero
due millenni, il pensiero e l’abilità
sima velocità possibile) derivarono
di angoli capaci di legare insieme un
umana, nell’ambito della costruzione
nel tempo altre unità convenzionali,
campione di misura di lunghezza con la
di quegli strumenti che il topografo
materializzate da regoli di legno o di
distanza incognita. Sembra che il primo
ha usato, usa e conserva per la
metallo, oppure da elementi flessibili
costruttore di un simile strumento sia
sua attività quotidiana. Ragioni
come catene, nastri e funi: ne parla
stato Geminiano Montanari,
espositive consigliano di dividere il
per esempio Vitruvio, nel suo libro III
astronomo della Repubblica Veneta,
discorso in cinque parti (Bezoari,
De Architectura.
nella seconda metà del Seicento. Di
Selvini 1995):
La civiltà romana conobbe anche
fatto, la prima realizzazione
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pratica storicamente accertata è quella
misura ottica delle distanze.
dell’inglese William Green, che un
È d’obbligo iniziare con Ignazio Por-
secolo dopo Montanari, nel 1778,
ro, piemontese (1801-1875) fondatore
costruì un cannocchiale distanziome-
della Filotecnica, poi Filotecnica Sal-
trico munito di reticolo a due tratti,
moiraghi. A lui si deve il cannocchiale
inciso su lastrine di vetro rettificabili,
centralmente anallattico, nonché la
ed impiegato in connessione con una
giustificazione teorica della formula
stadia a scopi mobili, tenuta normale
proposta da Reichenbach; al Porro è
alla visuale.
dovuta, fra le altre cose, anche la pro-
E da quel tempo in avanti, sarebbe
posta di uno dei primi autoriduttori,
lungo citare tutti i costruttori, gli inven-
basato sul cannocchiale stenallattico,
tori, iniziando da Georg von Reichen-
nel quale la focale variava con l’in-
bach (1771-1827) per finire, nella prima
clinazione dell’asse di collimazione sì
metà del XX secolo, con i molti ideatori
da avere una costante c indipendente
di distanziometri autoriduttori, capaci
dall’angolo zenitale sotto cui veniva os-
cioè di fornire la distanza fra due punti
servata la stadia.
con formula semplice, del tipo
d = c S, ove c è una costante solita-
Subito dopo il Porro, va ricordato
Heinrich Wild (1877-1951); a lui si
mente pari a 100, ed S l’intervallo di
deve il cannocchiale di lunghezza co-
stadia letto per il tramite del cannoc-
stante e praticamente anallattico, tut-
chiale munito di reticoli speciali: e ciò,
tora costruito sia come collimatore per
anche a visuale inclinata di un angolo
teodoliti che per livelli. Il nome di Wild,
zenitale Φ, evitando il prodotto del
così come quello del Porro, sarà ancora
secondo termine della formuletta prima
ripetuto più avanti; entrambi questi
vista, per il quadrato di sen Φ così come
uomini di genio hanno dato l’impronta
generalmente necessario in tali casi.
della loro personalità a tutta una serie
Ci sia consentito di ricordare solo i
nomi di maggior spicco; quelli insomLe camme dell’autoriduttore Kern DKRV, ultimo
ma che hanno veramente contribuito
della serie di tali strumenti.
a portare del nuovo nella cosiddetta
di strumenti topografici (ed anche fotogrammetrici: ma di ciò si dirà altrove).
Per quel che concerne i distanziometri
autoriduttori, accanto al Porro, la cui
proposta non andò oltre la costruzione
di qualche prototipo, vanno ricordati
il francese Sanguet, i tedeschi Wagner
e von Hammer, gli italiani Roncagli ed
Urbani, il norvegese Dahl, gli svizzeri
Lehmann e Bosshardt, almeno fra i
maggiori: si va qui dai primi anni del
ventesimo secolo, a tutti gli anni Trenta.
L’avvento dei distanziometri elettronici ha poi praticamente chiuso l’epoca
sia dei semplici distanziometri ottici, sia
quella degli autoriduttori.
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Prima però di parlare di questo attuale strumento, che dopo aver servito
per un ventennio solo nell’ambito delle grandi organizzazioni statali si è nel
breve volgere di un decennio così diffuso da soppiantare quasi tutte le altre
attrezzature, è necessario ricordare gli
strumenti per la misura diretta di precisione; vale a dire, gli strumenti per
la misura delle ‘basi geodetiche’ più
avanti usati, almeno alcuni di loro,
anche per la misura delle deformazioni di grandi strutture.
La misura delle basi, introdotta da
Sarà poi William Bessel (17841846) ad usare aste bimetalliche, sì da
Willebrord Snell van Royen (Snellius,
ottenere la temperatura interna delle
1591-1626) richiese subito strumenti
aste stesse, in unione ai cunei di vetro
ben diversi dalle catene metriche o dai
per la misura degli intervalli fra due
semplici longimetri ad aste od ancora
aste consecutive. E si arriverà poi allo
dalle ruote metriche. Speciali aste di
svedese Gustav Edward Jäderin, che
legno vennero usate, oltreché dal ci-
nel 1878 proporrà come basimetri fili
tato Snellius, anche da Norwood nel
o nastri di acciaio posti in tensione,
1633 e da Picard nel 1669. All’inizio
con piastrine agli estremi e indici di
del XVIII secolo Cassini impiegò
riferimento su treppiede. Nel 1900
aste metalliche misurandone anche la
Benoit e Guillaume useranno al
temperatura, onde mettere in conto
posto dell’acciaio la lega detta invar,
gli effetti della loro dilatazione; ma fu
avente dilatazione pari ad 1/10 di
solo con Boškovic’ (1711-1787) che la
quella dell’acciaio. Raramente si
misura delle basi fu razionalizzata con
ricorre oggi a misure dirette di questo
l’introduzione dei supporti per le aste,
tipo; un’attrezzatura speciale, da
che sino ad allora venivano appoggia-
usarsi soprattutto in cantiere, venne
te direttamente sul terreno. La misura
costruita un paio di decenni or sono
divenne poi scientifica con Oriani,
dalla Kern di Aarau: il Distameter
Reggio e De Cesaris, i tre astronomi
Iseth.
di Brera che nel 1788 misurarono, con
Le aste usate dagli astronomi di Brera per la
misura della base di Somma.
La misura indiretta utilizzante
pertiche di ferro a T inserite su travi
cannocchiali muniti di reticolo
di legno e con tutti i necessari accor-
distanziometrico, oppure cunei
gimenti (allineamento con teodolite,
prismatici anteposti all’obbiettivo, è
orizzontamento con livella, piomba-
durata un paio di secoli e trova ancora
tura degli estremi e misura attenta
qualche applicazione per modesti
della temperatura) la base geodetica
rilevamenti celerimetrici. Abbandonati
di Somma, sulla sponda lombarda del
da almeno una sessantina d’anni gli
Ticino.
strumenti provvisti di cannocchiali
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non di lunghezza costante, quasi
autoriduttori; non diremo di più in
solo di notte su lunghe distanze,
tutti i cannocchiali distanziometrici
questa sede, trattandosi di strumenti,
e raggiunse di fatto i 30 km nel
seguono lo schema che Wild
anche in questo caso, ritenuti come
1953. Pesava 110 kg, la misura si
introdusse allorché lavorava ad
obsoleti. Si dirà invece brevemente
otteneva in ben quaranta minuti, e
Jena, in Turingia, per la nota
dei distanziometri elettronici, che
la radiazione veniva riflessa da uno
Casa Zeiss. Tali cannocchiali, per
hanno realizzato, a partire dagli
specchio piano di difficile e lungo
l’appunto di lunghezza costante e
anni Cinquanta, il vecchio sogno del
orientamento perché la radiazione
quindi praticamente impermeabili
geodeta e del topografo: quello di
trasmessa tornasse all’apparecchio
all’umidità, sono così come i
misurare, sino alla soglia di 10 mm
emittente e nel contempo
loro predecessori provvisti di
d’incertezza, le distanze da pochi
ricevente. La casuale osservazione
reticolo diastimometrico (o
metri sino a parecchie decine di
di un collaboratore dell’azienda
‘distanziometrico’) costituito da due
chilometri in modo rapido, facile,
costruttrice, la ÅGA di Lidingö,
fili posti nel piano di formazione
affidabile, ripetibile e indiretto (ma
fece sostituire lo specchio con un
dell’immagine fornita dall’obbiettivo.
su quest’ultima condizione ci sarebbe
prisma a riflessione totale, capace di
Tali fili intercettano perciò,
da dire: in realtà il campione di
rinviare la luce nella stessa direzione
sull’immagine di una stadia tenuta
misura, ovvero l’onda modulata su
di provenienza anche con inclinazioni
verticale sull’estremo opposto a
adatta portante, compie realmente il
sino a circa 20°; da allora il ‘corner
quello su cui si trova lo strumento,
tragitto, in andata e ritorno, fra i due
cube’, il prisma a spigolo di cubo, è
un intervallo letto in metri,
estremi della distanza da misurare;
entrato nell’uso corrente. Ma è solo
decimetri, centimetri e millimetri che,
quindi questo tipo di misura è, da
dopo circa un ventennio che, per
moltiplicato per una costante (ormai
questo punto di vista, ‘diretto’ anche
i progressi dell’elettronica (erano
solo pari a 100; un tempo vi erano
se non è il topografo a percorrere
nati i transistor, poi la tecnica
più coppie di fili corrispondenti a
materialmente l’intervallo soggetto a
Mosfet, Metal oxid semiconductor
costanti diverse, per es. 50 oppure
misura).
field effect transistor dei chip
200) fornisce, a visuale orizzontale
Tralasciando i tentativi compiuti
di silicio) i distanziometri, sino
del cannocchiale, la distanza
nei secoli scorsi per usare la luce
ad allora usati solo dalle grandi
misuranda. Se l’asse di collimazione
quale campione di misura delle
aziende cartografiche, si rendono
è inclinato, la distanza si otterrà
lunghezze, da Galileo (1648) sino a
disponibili per il comune topografo:
moltiplicando il valore precedente
Foucault (1862), occorre giungere ai
diminuiscono, nell’arco di un
per sen Φ, essendo quest’ultimo
sovietici Lebedev, Balakoff e Wafiadi
ulteriore decennio, pesi, dimensioni,
l’angolo zenitale corrispondente alla
per avere, nel 1933, un primo
costi e soprattutto sistemi
visuale inclinata. Gli autoriduttori,
apparato capace di tale operazione.
alimentatori, passando dai gruppi di
attraverso reticoli a fili curvi, oppure
Ma è solo nel 1950 che lo svedese
grosse batterie al piombo alle comuni
mobili in maniera dipendente
Erik Bergstrand costruisce, come
pile al nichel-cadmio.
dall’inclinazione della visuale,
risultato di ricerche sperimentali
evitavano il prodotto per la funzione
eseguite all’università di Berlino nel
spinta, che negli anni Settanta a
di Φ sopra indicata, semplificando
1940, il Geodetic Distance Meter,
fianco del distanziometro preso a
così la misura.
poi chiamato commercialmente
se stante e disposto su basetta di
I distanziometri a prisma
e per contrazione Geodimeter.
teodolite, si affianca il distaziometro
utilizzavano in genere stadie
Lo strumento modulava la luce
da allocare sullo stesso goniometro,
orizzontali e potevano a loro
fornita da una lampada a vapori
permettendo così la misura
volta essere muniti di dispositivi
di mercurio, si poteva quindi usare
contemporanea di angoli e distanze:
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La miniaturizzazione è tanto
sarà il preludio alla costruzione
Ed alla fine degli anni Ottanta
ed alla successiva diffusione dei
compaiono sul mercato anche i di-
di quelle abituali dei distanziometri
cosiddetti ‘teodoliti integrati’, ovvero
stanziometri senza prisma: si tratta
ad onde, raggiungendo facilmente
dei goniometri elettronici recanti al
di strumenti che non usano la modu-
dieci e più chilometri con due o tre
loro interno un distanziometro ad
lazione e la differenza di fase come
prismi.
onde, di cui si dirà più avanti.
elementi di misura, bensì sono basati
Per concludere, ricorderemo
sull’emissione di un impulso che per-
che sono comparsi ormai da due
un altro tipo di distanziometro,
corre in andata e ritorno la lunghezza
decenni sul mercato anche piccoli
che verrà in genere impiegato
da misurare; sarà la valutazione del
distanziometri non più grossi di
solo da grosse organizzazioni di
tempo, sino ai picosecondi, a fornire
una modesta torcia elettrica o di
rilevamento, e che non si diffonderà
la misura, secondo la vecchia formu-
una calcolatrice tascabile, in cui
presso il topografo così come
la già invocata da Galileo (che però
sono le onde sonore (della banda
invece era accaduto al geodimetro
ignorava quanto elevata fosse la ve-
ultrasonica) quelle capaci di fornire
di Bergstrand ed ai suoi successori.
locità della luce!) s = 1/2 v t. Utili nel
distanze al massimo di qualche
Per opera del sudafricano Wadley
controllo delle distanze tipiche delle
decina di metri, assai utili perciò nel
comparve sul mercato, nel 1959,
grandi costruzioni, sino all’ordine di
rilevamento dell’interno di edifici.
il Tellurometer, un distanziometro
qualche centinaio di metri e così come
che impiegava onde centimetriche
detto non richiedenti il posizionamen-
Schema della misura delle distanze con strumento
e non perciò appartenenti allo
to sull’estremo opposto di un rifletto-
elettro-ottico. Schema della misura di fase in un
spettro luminoso; richiedeva quindi,
re, se usati coi prismi questi strumenti
distanziometro elettro-ottico.
Ma negli anni Cinquanta era nato
lavorano su distanze assai più elevate
all’altro estremo della distanza da
misurare, una stazione analoga
ricetrasmittente e non un semplice
riflettore passivo. Lo strumento
aveva però il vantaggio di essere
‘ognitempo’, ossia di potersi usare
anche con foschia, ed in presenza di
ostacoli modesti come il fogliame
lungo la traiettoria delle radiazione,
visto che quest’ultima disponeva di
portanti di relativa grande lunghezza.
Anche la portata raggiungeva
facilmente le decine di chilometri,
mentre quella dei distanziometri
a radiazione ‘luminosa’ (si era
largamente diffuso l’impiego della
banda dell’infrarosso vicino, da 900
nm, insieme anche alla radiazione
coerente e monocromatica laser)
si limitava alle distanze di qualche
chilometro, con l’impiego di
numerosi prismi retroriflettenti.
11
La misura degli angoli
l’avvento dei teodoliti elettronici a
registrazione, negli anni Settanta.
Si possono fissare in numero
Non vale la pena, in questa
di quattro le epoche strumentali
sede, di soffermarsi sulle questioni
moderne, dal punto di vista delle
storiche: basteranno pochi cenni. Il
misure angolari: la costruzione
nome teodolite si fa generalmente
dei grandi teodoliti per le misure
risalire all’arabo al idat, o al
astronomico-geodetiche, che vanno
idadah (significa ‘indice’): di qui
dal XVIII alla fine del XIX secolo;
passò all’inglese the alidat, da cui
l’introduzione dei cerchi di vetro
deriverebbe theodolite, di suono
per opera di Ignazio Porro, con la
pressoché identico. Sorvolando
costruzione dei tacheometri, e poi
sui molti ‘quadranti geometrici’ e
la lettura dei lembi opposti per
passando per il polimetrum costruito
coincidenza d’immagini dovuta
nel 1512 da Martin Waldseemüller,
Il teodolite di Reichenbach, usato per la misura
a Heinrich Wild, nei primi anni
topografo renano, ricordando inoltre
della base di Somma.
del secolo XX. Infine per ultimo
che fu per primo l’italiano Generini
ad impiegare nel 1630 il cannocchiale
kepleriano per la collimazione, al
posto delle molte diottre usate sino
ad allora, si deve arrivare al secolo
dei lumi per trovarvi i primi teodoliti
moderni. Uno dei più antichi è quello
dell’inglese John Sisson, datato
1730: poi il progresso corre veloce.
Nel 1783 un altro inglese, Jessie
Ramsdem (1735-1800), costruttore
peraltro dell’oculare omonimo, della
prima macchina a dividere per la
graduazione dei cerchi ed infine del
microscopio a vite micrometrica,
fabbrica un teodolite con il cerchio
del diametro di una yarda; Georg von
Reichenbach (1771-1826) produce
un teodolite col cerchio da 33 cm di
diametro. E poi vi sono il francese
Etienne Lenoir, (1744-1832), l’altro
francese Jean C. Borda (1733-1799),
e tanti altri minori, arrivando sino
alle invenzioni del Porro.
Qui incomincia il secondo periodo;
il rilevamento era stato sino a quel
tempo (e lo sarà parzialmente ancora
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per almeno mezzo secolo) ripartito
in planimetria ed altimetria. La
prima nasceva sul terreno, per il
tramite della tavoletta pretoriana
(di cui si dirà più oltre) mentre la
seconda vedeva l’impiego di livelli
di vario tipo. Al Porro e ad altri
come Moinot, Villani, Hartner si
deve la nascita della tacheometria
o celerimensura; per essi il Porro
costruisce il cleps: è un teodolitedistanziometro con cerchi in vetro,
di piccolo diametro, con lettura
a stima sotto microscopio a forte
ingrandimento (così come di forte
ingrandimento era il cannocchiale,
per ben stimare alla stadia il
millimetro) con reticolo a più coppie
di fili.
Ma soprattutto i cerchi sono
nascosti (di qui il nome di cleps)
entro scatola metallica, per evitare
l’effetto dell’umidità e della polvere
con il relativo degrado delle incisioni;
per le quali il Porro costruisce una
di Jena come progettista, e nel 1912
sua ‘macchina a dividere’ ancor
costruisce il TH1, sui suoi brevetti del
funzionante nel secondo dopoguerra
1907: la lettura ai lembi opposti del
del ventesimo secolo! E se molti
cerchio con la media per via ottica, i
tacheometri, ovvero teodoliti per il
perni non più in bronzo e conici, bensì
rilevamento di dettaglio, con lettura
di acciaio, cilindrici e su cuscinetti
dei cerchi a nonio, cannocchiale
a sfere, il cannocchiale di lunghezza
non centralmente anallattico (come
costante praticamente anallattico,
i cleps), cerchi metallici anziché in
il basamento a centramento forzato
vetro continuano ad essere costruiti
(anticipato peraltro dal tedesco Brei-
almeno per un secolo ancora, la
thaupt nel 1840) sono le innovazioni
lezione del Porro sarà raccolta nel
di Wild. Lasciata nel primo dopo-
primo decennio del Novecento dal
guerra la Zeiss, fondata e quasi subito
più volte ricordato Heinrich Wild
dopo abbandonata l’azienda che da lui
(1877-1951).
prende il nome, la Wild di Heerbrugg
Questi, nato a Mitlödi, un paesino
Un cleps del Porro.
quasi al confine austriaco nel cantone
della Svizzera interna, viene assunto
di S. Gallo, l’inventore svizzero lavora
dalla famosa fondazione Carl Zeiss
per l’altra assai più antica casa elveti-
13
Un classico teodolite Carl Zeiss degli anni
Quaranta.
soglie della quarta generazione, quella
degli strumenti a lettura digitale dei
cerchi, quella dei teodoliti integrati. È
l’elettronica che si impone e sostituisce
buona parte dell’ottico-meccanica tradizionale.
Un teodolite elettronico (detto anche
digitale) ha in sostanza la stessa struttura del teodolite ottico-meccanico
classico: solo che quelli appartenenti
alla serie originaria erano di dimensioni almeno doppie rispetto a quelle dei
loro predecessori degli anni QuarantaCinquanta. Ciò era dovuto al tipo
di elettronica allora sul mercato, che
comprendeva ancora le valvole termoioniche: ed appunto tali erano i ‘tubi
di Nixie’ che fungevano da visori;
più tardi saranno sostituiti dai diodi
luminescenti e poi dai cristalli liquidi.
I primi furono senz’altro il RegElta
14 di Zeiss e l’ ÅGA 700 della Casa
svedese produttrice del geodimetro;
in essi si trovava un distanziometro
elettronico ‘integrato’, ovvero facente
parte del sistema ed utilizzante lo stesso cannocchiale del teodolite. Questi
strumenti avevano poi la connessione
con registratori da campagna; erano
cioè in grado di registrare automatica, la Kern di Aarau; qui realizza fra
le altre cose un altro famoso teodolite,
militari sino al 1939.
camente (lo Zeiss su nastro perforato,
Nel secondo dopoguerra tutti i co-
l’ÅGA su banda magnetica) tutti i
quello a doppi cerchi, privo di perno:
struttori si orientano sulle direttrici
dati misurati oltre a quelli indicativi
questo viene sostituito da una corona
dettate da Wild; compaiono miglio-
della stazione, del punto collimato ed
a sfere che lavora fra il bordo inferio-
ramenti continui, come gli obbiettivi
ausiliari che vi venivano introdotti
re dell’alidada e quello superiore del
apocromatici, le letture semidigitali
manualmente. La seconda generazione
basamento. Di Wild è anche il nuovo
dei cerchi, i treppiedi autocentranti,
(anni Settanta) vede ridotti pesi, di-
treppiede autocentrante; siamo alla
sino alla registrazione fotografica delle
mensioni e costi, in ragione del veloce
metà degli anni Trenta, e compare an-
letture ai cerchi, almeno per i grandi
progresso dell’elettronica industria-
che il trattamento antiriflettente per le
teodoliti astronomici (Askania-Gigas,
le: citiamo fra i tanti il Kern E2, lo
ottiche, del tedesco professor Smakula,
Wild T3) od alla registrazione su film
Hewlett-Packard 3820 (che introdurrà
trattamento tenuto segreto per ragioni
(FLT-Fennel, DKR-Kern): siamo alle
il brutto nome di ‘total-station’, da al-
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Particolari del cerchio orizzontale del teodolite
integrato RegElta 14 Zeiss.
ware e previa adozione di modalità
operative (per es. letture coniugate) da
eseguirsi solo all’inizio di una sessione
di misura. La più forte differenza fra
teodoliti ottico-meccanici e digitali è
rappresentata dalla lettura e dalla graduazione dei cerchi; questi ultimi sono
pur sempre in vetro, ma le graduazioni sono costituite da sottili strati
metallici, per cui i cerchi hanno parti
trasparenti e parti opache. La luce
che passa o meno viene trasformata
in segnali elettrici; sistemi abbastanza
complessi di conteggio e di interpolazione elettronica, molto diversi da costruttore a costruttore, permettono di
visualizzare la lettura di una direzione
o di un angolo verticale (a richiesta zenitale, nadirale o d’altezza) su adatto
visore (display) a cristalli liquidi (negli
strumenti della prima generazione sui
citati tubi di Nixie, nella seconda su
diodi luminescenti) e nel contempo di
lora purtroppo rapidamente diffusosi
doliti vi sono inoltre le porte seriali
registrarla internamente allo strumen-
anche da noi, dimentichi del vecchio
RS232 che permettono il collegamen-
to oppure al suo esterno. Nel primo
nome ottocentesco di ‘tacheometro’:
to in campagna con PC portatili, ma
caso si usano generalmente memorie
la dizione americana infatti non fa che
vi sono anche firmware interni capaci
a semiconduttori (nei primi strumenti,
sottolineare la possibilità di avere, da
di risolvere sul terreno i più noti pro-
così come s’è detto nastri magnetici o
una sola stazione, la totalità dei dati
blemi topografici, dalla semplice ridu-
nastri perforati) mentre nel secondo si
necessari al rilevamento di un punto:
zione di distanze e dislivelli al calcolo
passa direttamente a strutture esterne
angoli e distanze!), il Wild TC1, i vari
delle coordinate (relative o cartogra-
(i cosiddetti ‘libretti di campagna elet-
Geodimeter di ÅGA, gli Elta2 Zeiss.
fiche) di un punto; dalla risoluzione
tronici’, o agende tipo Psion) oppure
dei problemi di intersezione inversa al
al PC del tipo portatile. La presenza di
zione vede, sempre grazie ai progressi
rilevamento per punti delle strutture
un processore interno agli strumenti
nella costruzione dei componenti elet-
piane anche senza l’uso di prismi re-
permette di passare in via automatica,
tronici, le dimensioni ridotte a quelle
troriflettenti.
a comando dell’operatore, da un si-
La terza e per ora ultima genera-
dei loro predecessori ottico meccanici,
Oltre ai vantaggi sopra ricordati,
stema di misura all’altro: per esempio
con in più una drastica riduzione di
i teodoliti digitali offrono anche la
è del tutto indifferente avere misure
parti interne. Si passa per esempio
possibilità di correzione degli errori
angolari in gradi sessagesimali, cen-
dalle 340 parti in totale del teodolite
residui di verticalità, di ortogonalità
tesimali, millesimali; e misure di lun-
Th42 Zeiss alle 171 dell’Eth4 della
fra gli assi, di eccentricità dei cerchi,
ghezza nel sistema metrico decimale
stessa Casa costruttrice. In questi teo-
di graduazione (alcuni tipi) via soft-
oppure in quello inglese.
15
Vi sono oggi sul mercato puri
che infatti sta per l’appunto dalla
Laserscan Systems’, hanno portata
‘teodoliti’ digitali (misurano
banda opposta rispetto alla stazione
utile da pochi centimetri a qualche
solo angoli) od ancora strumenti
strumentale. È però possibile,
metro e servono alla copiatura
‘integrati’ (le predette ‘total station’
nel caso del monitoraggio, far
e riproduzione di oggetti a fini
del gergo anglo-americano) che
collimare segnali distanti utilizzando
industriali. Ma già nel 1995 la Cyra
misurano anche le distanze ed
la cosiddetta ‘correlazione delle
Technologies, che nel 2000 verrà
i dislivelli; entrambi possono
immagini’, tipica dei processi
acquistata dal gruppo Leica, immise
registrare, ed inoltre i primi
fotogrammetrici analitici e digitali.
sul mercato il primo prototipo per
possono essere completati da puri
I punti vengono determinati per
uso topografico, di tali dimensioni
distanziometri a loro accoppiati (in
intersezione in avanti, annettendo
e peso da richiedere un apposito
genere, sovrapposti al cannocchiale
ai due teodoliti impiegati per tale
mezzo di trasporto; si ripeteva così
od alle spalle dell’alidada) così
operazione, due camere fotografiche
quanto accaduto alla fine degli
del resto come era accaduto,
CCD (charge coupled device) che per
anni Sessanta, alla comparsa dei
negli anni Settanta ed Ottanta ai
successive approssimazioni guidano
primi teodoliti elettronici ed ancor
loro predecessori teodoliti ottico-
in direzione ed elevazione ognuno
prima all’inizio del 1950, con la
meccanici.
dei goniometri sino a far loro
comparsa del primo Geodimeter.
collimare in automatico lo stesso
Ma stavolta non occorsero decenni
quindicennio sono stati prodotti
punto; si acquisisce un punto ogni 5
per ridurre dimensioni, costi e pesi
teodoliti ‘robotizzati’, ovvero
secondi, quindi ben 700 punti/ora,
dei nuovi apparati; alla fine degli
muniti di servomotori sui due assi
così da poter tenere sotto controllo
anni Novanta del secolo ventesimo
di rotazione, per cui si possono
qualunque fenomeno franoso.
gli strumenti di questo tipo erano
avere collimazioni automatiche
Sulla scia e sull’esperienza
Ma non è finita qui: nell’ultimo
già di dimensioni passabili pur con
telecomandate; per esempio, è
maturata da un lato con i teodoliti
costi ancora alti: citeremo qui, oltre
possibile ottenere la collimazione
robotizzati, dall’altro dall’impiego
al Cirax 2000, il Riegl LMS-Z210,
di un teodolite stando dalla parte
dei sensori laser a scansione
austriaco, il tedesco Callidus, il
del segnale (un prisma, solitamente)
aerotrasportati (LIDAR, Light
francese Mensi, l’americano MDL di
o ancora teleguidare teodoliti
Detection And Ranging) nascono,
Huston. Tutti questi grossi strumenti
di questa fatta da lontano, per
all’incirca alla metà degli anni
(il peso è ancora di poco più di
controllare fenomeni franosi, con
Novanta, gli scanner Laser. Sono
10 kg) rilevano ‘nuvole’ di punti
trasmissione a distanza dei dati
strumenti ascrivibili alla classe dei
ordinati secondo matrici, ovvero per
di misura. Oppure far esplorare e
tacheometri, dato che misurano
righe e colonne, in pochi secondi (per
rilevare un profilo di edificio, nel
angoli di direzione, angoli zenitali
dare solo un’idea, il Riegl raccoglie
suo interno, a scansioni prefissate
e distanze, per l’ambito di decine
6000 punti al secondo; il Callidus
(ogni grado, od altro intervallo a
o centinaia di metri: ma lo fanno
va da 49.284 punti, corrispondenti
piacere) anche qui registrando i
in tempi straordinariamente
a 385 kB in 5 secondi, a 2.281.420
dati e trasmettendoli a PC capaci di
ridotti (TOF, Time Of Flight), in
punti, ovvero 17,85 MB in meno
redigere la grafica corrispondente
via automatica, ed alcuni di loro
di 5 minuti. Il problema, come
già in sito. Si è detto, parlando
sono accoppiati ad una camera
ben si comprende, sta poi nella
dei teodoliti robotizzati, di come
CCD che fornisce di ogni punto
elaborazione di tanti dati, oltre che
si possa, inviando loro un segnale
rilevato anche i valori radiometrici.
nella loro memorizzazione e gestione:
partente dal prisma, farlo collimare
I primi strumenti di questa classe
ma a ciò provvedono speciali
senza l’intervento dell’operatore,
rivoluzionaria sono detti ‘3D-
programmi forniti dalle stesse Case
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produttrici. L’uso di questi strumenti,
che dal punto di vista concettuale
non fanno altro che applicare la
celerimensura ideata dal Porro oltre
centottanta anni fa, misurando per
coordinate polari, va dal rilevamento
delle architetture e dei loro interni
sino a quello del terreno, con
incertezze che vanno dal millimetro
a qualche centimetro: incertezze
ancora impossibili ed incredibili due
o tre decenni fa!
La misura dei dislivelli
È sorprendente che Archimede
Scansore laser e schema del suo funzionamento.
abbia pensato e scritto della Terra
Già settecento anni prima dell’era
sferica, e che l’acqua in quiete sia
cristiana si sapevano misurare i
disposta secondo quella che oggi si
dislivelli con buona approssimazione:
chiama superficie equipotenziale;
ne fa fede l’acquedotto di Siloè a
ma più sorprendente è che ne abbia
Gerusalemme; più avanti nel tempo
parlato Vitruvio, due secoli dopo
vengono il tunnel di Samo e ancora
la morte violenta del filosofo e
gli innumerevoli acquedotti romani
matematico siciliano. Ciò vuol dire
sparsi per l’impero, dall’Africa
che il dibattito scientifico era rimasto
all’Asia, da Roma alla Britannia.
vivo nei duecento anni da allora
Vitruvio parla del chorobates, trave
trascorsi, e che i Romani erano anche
di legno lunga circa sei metri, scavata
capaci di speculazione filosofica, non
a canaletto nella parte superiore
solo di costruire e operare con la
per contenere l’acqua: l’uso del
pratica empirica.
pelo libero di un liquido in quiete è
Passeranno secoli, secoli bui
stato infatti da sempre il mezzo più
per la scienza e per la tecnica,
elementare, peraltro automatico, per
contraddistinti da guerre, flagelli,
ottenere una direzione orizzontale.
pestilenze; durante i quali solo nei
A questo punto non si può fare
monasteri proseguirà la meditazione
a meno di citare Vitruvio: “...chi
filosofica spesso distorcente la
leggerà i libri di Archimede forse
realtà fisica: si pensi per esempio
dirà che non si può livellare con
alla rappresentazione cartografica
l’acqua, perciocché a lui piace che
della Terra affidata più alla fantasia
l’acqua non sia piana, ma di figura
che non all’osservazione e alla
sferica; e ivi avrà il centro suo, dove
sperimentazione.
il mondo ha il suo, ma questo è vero
sia l’acqua piana o sferica..”.
Nell’ambito della misura delle
differenze di quota dei punti
17
appartenenti alla superficie fisica
Un bel livello ottocentesco tipo Egault.
Costruita la livella torica nel 1662
si tramanda solo l’uso del livello
per opera del meccanico francese
ad acqua: siamo già però nel 1660
Jean Thévenot, tocca per primo
allorché il padre Riccioli ne fa una
all’altro francese, Alain Malesson
puntuale descrizione fornendo
Mallet (1630-1706) il collegamento
anche le precisioni raggiungibili
di un cannocchiale collimatore ad
nelle livellazioni sino a circa sei
un livello provvisto di bolla, in
miglia; precisione peraltro ottima,
sostituzione della diottra sino ad
essendo indicata in quattro pollici
allora usata. Si tratta però di un
su tale distanza, come dire circa 1
arnese rudimentale e senza possibilità
cm su km. Ma già nel 1629 Branca
di rettifica: il primo livello ‘moderno’
aveva inventato il livello idrostatico,
è infatti opera di Antoine Chézy
costituito da due bicchieri uniti da
(1718-1798) e verrà prodotto nel
un tubo flessibile ed ancor oggi usato
1770. Sembra che la costruzione dei
dai solini per la posa dei pavimenti.
livelli sia opera totalmente francese;
Nello stesso secolo nascono i primi
infatti, nei primi anni dell’Ottocento,
livelli automatici, costituiti da una
Pierre Marie Thomas Egault,
massa pesante libera di disporsi
ingegnere della napoleonica scuola di
secondo la verticale e con una diottra
Ponts et Chaussées, sulla scorta dei
collimatrice ad essi ortogonale: sono
lavori di Borda e Chézy costruisce
i livelli di Jean Picard, di Christian
quel livello a cannocchiale mobile e
Huyghens, di De La Hire; essi
livella fissa alla traversa che giungerà
anticipano così gli attuali livelli a
sino alla fine della seconda guerra
compensatore ottico o meccanico.
mondiale con poche variazioni. Altro
francese, Etiénne Lenoir (1744-1832)
aveva costruito un tipo di livello nel
quale sono mobili sia il cannocchiale
che la livella, detto anche ‘livello a
cerchio’.
Durante il secolo scorso,
saranno in molti ad occuparsi della
costruzione di livelli nei quali fosse
possibile eliminare, con particolari
modalità operative, i molti errori
residui di tipo sistematico: vi si
cimenterà il Porro, però con scarsa
fortuna; e poi Amsler, Jadanza,
Baggi, Breithaupt, Salmoiraghi,
Gravatt, Brunner, Ertel, per non
citare che i più noti. Vengono
introdotte livelle a doppia curvatura,
livelle automaticamente girevoli
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Vista in sezione di un classico livello Wild a
lastra pianparallela con relativa stadia.
intorno all’asse di rotazione del
cannocchiale, livelle doppie;
addirittura si giunge a rendere
scambievoli oculare ed obiettivo, nei
livelli a visuale reciproca, sempre con
l’intento di eliminare per simmetria
di lettura gli errori sistematici, allora
forti per i residui di lavorazione non
certo pari alle odierne bassissime
tolleranze d’officina.
Sarà ancora una volta Wild,
dell’università di Jena, era uscita
Il livello Ni2 è veramente
durante il suo lavoro presso Zeiss
distrutta dalle vicende belliche
rivoluzionario: un sistema pendolare
ad Jena, a rivoluzionare la categoria
degli anni 1939-1945. Distrutta e
prismatico, a trapezio deformabile,
dei livelli, col suo dispositivo a
dispersa, non tanto nelle strutture
rende automaticamente orizzontale
cannocchiale fisso, livella fissa al
murarie delle officine, rimaste
la linea di mira anche quando il
cannocchiale e vite di elevazione
anzi pressoché intatte, bensì nelle
corpo del cannocchiale è leggermente
(quest’ultima però inventata dal
macchine, asportate dai sovietici,
inclinato; per l’impiego in campagna
tedesco Sickler, meccanico di
nel personale e negli archivi
basterà una verticalità sommaria
Karlsruhe, già nel Settecento). Il
contenenti i più avanzati progetti
dell’asse principale, ottenuta con una
livello di Wild sarà poi prodotto,
del tempo, questi ultimi sottratti
livella sferica ad approssimazione
con modiche varianti, un po’ da tutti
dagli americani. C’è un libro di
di alcuni centesimi di grado. In
i costruttori; da noi per esempio
uno ‘zeissiano’, Armin Hermann,
pochi anni, tutte le case costruttrici
da Salmoiraghi, dalle Officine
pubblicato negli anni Ottanta,
si adeguano, dalla Wild (Na2) alla
Galileo, dalla OMI di Roma, dai
dal titolo significativo: ‘Nur der
Salmoiraghi (5173 e 5190, detti
minori quali i fratelli Saibene di
Name war geblieben’ (Era rimasto
rispettivamente Paperino e Paperone,
Milano e Sbisà di Firenze. Sarà
solo il nome). La diaspora degli
per la loro forma allungata in
soppiantato solo ai nostri tempi
zeissiani aveva condotto le migliori
verticale, che ricorda i personaggi
(benché un notevole numero di
maestranze ed i migliori progettisti,
disneyani); dalla Kern alla Askania
esemplari circoli ancora per i
dopo un lungo peregrinare attraverso
e alla Ertel. Più tardi, arriveranno
cantieri) perché sostituito dai livelli
la Germania distrutta, in un
sul mercato i giapponesi, con una
ad orizzontamento automatico o
paesino della Svevia, Oberkochen.
nutrita serie di questi prodotti.
autolivelli.
Qui, con molto coraggio, molta
La stessa Zeiss produrrà livelli
fatica, pochi soldi, in cinque anni
da cantiere e da ingegneria (Ni4,
diverso dai quelli citati più sopra,
era risorta una parte dell’azienda
Ni42) e di alta precisione (Ni1)
all’inizio di questo paragrafo, del
ottico-meccanica più famosa al
sfatando la leggenda che voleva
tutto rudimentali ed utilizzabili al
mondo. Ed è ad Oberkochen, che
essere impossibile ottenere errori
massimo per lavori di cantiere) nasce
nel ‘50 nasce il livello Ni2: sarà da
quadratici medi chilometrici
con una buona dose di coraggio nel
allora in poi un successo enorme; il
inferiori al millimetro, con i livelli
1950. La Fondazione Carl Zeiss,
centomillesimo esemplare sarà tutto
di questo nuovo tipo. Nascono così,
voluta dal professor Ernst Abbe sul
dorato e verrà conservato nel museo
per i continui studi, compensatori
finire del secolo scorso ed intestata
dell’azienda, che nel frattempo aveva
meccanici od ottici, frenati ad aria o
al grande meccanico e microscopista
riconquistato i mercati del mondo.
magneticamente.
Il primo autolivello moderno (ben
19
Tre tipi di stadie codificate: la prima su nastro
Invar.
precisione, trattandosi di impianti
fissi per il monitoraggio e la misura
delle deformazioni di grandi
strutture: a rigore, sono strumenti
da catalogare insieme ai flessimetri,
agli estensimetri ed ai deformometri,
non quindi insieme agli strumenti
topografici.
I ricevitori satellitari
La rivoluzione nella misura,
vera e propria rottura col passato,
si colloca a cavallo fra gli anni
Ottanta e Novanta del secolo
appena terminato, e si chiama
rilevamento satellitare (Bezoari,
Monti, Selvini 2002). Rottura (e
quindi correttamente rivoluzione)
dal momento che per la prima
comparvero sul mercato i livelli
volta nella storia della misura
per sé uno strumento di misura: è
digitali. Il problema venne risolto
della forma della Terra (geodesia)
solo una sua parte, ovvero l’organo
allorché si diffusero, in altro
e delle sue modeste estensioni
di collegamento fra i campioni
settore, i codici a barre, oggi ben
(topografia) si ricavano direttamente
graduati, costituiti dalle stadie (un
noti anche nell’impiego che ne
le coordinate di un qualsiasi punto
tempo dette ‘mire parlanti’). Senza
fanno i supermercati, non solo:
del nostro pianeta, rispetto ad uno
le stadie, di legno con graduazioni al
inoltre furono maturi i sistemi di
specifico sistema di riferimento.
centimetro, oppure su nastro di invar
correlazione delle immagini, ormai in
Sino ad allora, le coordinate erano
con graduazione sia centimetrate
quel tempo applicati comunemente
il prodotto del calcolo, che aveva
che al mezzo centimetro, in qualche
per esempio in fotogrammetria
come grandezze misurate angoli
caso millimetrate, la misura del
analitica e digitale. Comparve
e distanze (e dislivelli, per avere i
dislivello sarebbe impossibile. Un
per primo sul mercato il Wild Na
cosiddetti dati 3D).
ostacolo gravissimo all’automazione
2000; vennero subito dopo i livelli
Non vi è qui lo spazio per parlare
del processo di misura ed alla sua
DiNi (Digital Nivelliere) di Zeiss,
degli antefatti: fra l’altro dalla storia
registrazione su di un supporto
e a ruota i giapponesi, per esempio
siamo passati alla cronaca, per cui
interno al livello, è stato infatti
Topcon. Nel frattempo si erano
qualunque sito Internet è in grado di
sempre posto dalla necessità di
anche diffusi i livelli da cantiere
fornire al lettore curioso le vicende
un operatore che provvedesse alla
del tipo laser, di modica precisione
che hanno portato da un lato gli
lettura. Fu solo alla fine degli anni
ma assai utili nell’esecuzione dei
Stati Uniti a lanciare due diverse
Ottanta, dopo studi e tentativi
movimenti di terra. Non si dirà
costellazioni satellitari (Transit
durati almeno vent’anni, che
qui dei livelli idrostatici di alta
Navigation Satellite System la prima;
Il livello, va sottolineato, non è di
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NAVigation System with Time
due tipi: quelli da ‘navigazione’
navigazione aerea (INS, Inertial
And Ranging Global Positioning
(marittima, aerea, terrestre) e quelli
Navigation System) e quelli a
System, in breve NAVSTAR-GPS
geotopografici. I primi sono di
scopo topografico (ISS, Inertial
o semplicemente GPS la seconda)
varia fattura, e vanno da quelli per
Survey System). Tali dispositivi
e dall’altro l’ex-Unione Sovietica
uso militare a quelli per diporto:
sono ormai di utile applicazione
a lanciare la propria costellazione
un alpinista o semplicemente un
in aerofotogrammetria e nel
GLONASS (GLObal’naya
viaggiatore su sentieri può disporre
rilevamento del cosiddetto ‘catasto
Navigatsionaya Sputnikovaya
di strumentini poco più grandi di
delle strade’. Questi dispositivi
Systema) ovviamente a scopo
una calcolatrice da tasca e del costo
forniscono generalmente l’assetto
militare, dalle quali poi i geodeti
di qualche centinaio di Euro. Gli
di un corpo (per esempio, quello
ricavarono con lunghi ed accurati
strumenti per uso topografico sono
di un aereo o di un altro vettore)
studi e modellazioni gli attuali
oggi alla terza generazione, sono
misurandone le rotazioni rispetto
metodi satellitari a scopo civile.
non più grossi e non più costosi
ad una terna cartesiana ortogonale:
Fra breve sarà operativo il sistema
di un buon teodolite digitale, e
aggiungendovi le coordinate di un
europeo GALILEO, che assicurerà
assicurano incertezze di posizione,
punto del corpo, via GPS, si ha così,
incertezze finali di misura dell’ordine
con adatte tecniche operative,
con incertezze di circa il centesimo
da 1 a 10 mm (!) per qualunque
dell’ordine del centimetro e anche
di grado per le rotazioni, la corretta
punto del pianeta, risolvendo così in
meno. Purtroppo di più non si
posizione spaziale che sino a pochi
maniera definitiva vecchi problemi
può dire qui, rimandando alla
anni fa doveva essere definita con
quali la valutazione dei movimenti
bibliografia per chi volesse maggiori
lunghe e minuziose misure di angoli
crostali, la misura della deriva dei
dettagli.
e distanze.
continenti ed insomma di ogni
Va aggiunto che pressappoco
fenomeno statico o dinamico sulla
coetanei sono i dispositivi ‘inerziali’,
Schema semplificato della determinazione di un
Terra.
divisi in due tipi: quelli per la
punto da misure su satelliti artificiali.
Il sistema satellitare è ripartito
in tre ordini: il segmento spaziale,
il segmento di controllo a terra, il
sistema di ricezione ed elaborazione.
Il primo è costituito dai satelliti,
a quota media di 21.000 km (il
diamentro medio della Terra è
di 12.700 km) che attualmente
sono in numero di 24 più alcune
unità sostitutive per il NAVSTAR.
Il sistema di controllo è qui
rappresentato da 5 stazioni disposte
all’incirca intorno all’equatore, e
capaci di seguire (ovvero ‘tracciare’)
le orbite satellitari fornendone i
dati istantanei; infine il sistema di
ricezione è costituito dai ricevitori
che sono sostanzialmente di
21
Cenni sugli strumenti minori
goniografi, di cui la tavoletta
e gli accessori
pretoriana rappresenta il capostipite;
oltre agli squadri di vario tipo, da
Poche parole per questa parte che
quelli agrimensori sino a quelli
meriterebbe ben maggior spazio.
a prismi e a specchi, cui vanno
Sotto questa denominazione, forse
aggiunti gli eclimetri a sospensione,
impropria, forse limitativa, si
le bussole topografiche, gli elioscopi,
intendono quegli apparati che sono
i barometri altimetrici di varia natura
in vario modo connessi agli strumenti
(olosterici, aneroidi, a mercurio) e
di cui si è detto in questo articolo (gli
poi ancora i clisimetri, i sestanti...
accessori) nonché quelli (i minori),
Gli accessori di uno strumento
in verità ormai pressoché scomparsi,
topografico sono molti, anche se
capaci non solo di misurare, bensì
parecchi di questi sono (o sono stati)
Schema di determinazione di un punto per via
anche di rappresentare direttamente
assai poco impiegati almeno nei
satellitare.
in campagna: in altri termini i
rilevamenti comuni.
(Fig. 15: schema di determinazione di un punto
per via satellitare)
The GPS Navigation Solution
The estimated ranges to each satellite intersect within a small region when the receiver clock
bias is correctly estimated and added to each measured relative range.
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Schema di rilevamento settecentesco con
tavoletta pretoriana; in primo piano, una
tavoletta dei primi decenni del XX secolo,
costruita dalla nota Filotecnica Salmoiraghi.
23
I declinatori magnetici hanno
Nord magnetico (ambedue da non
rappresentato un sicuro ausilio
confondere col Nord del reticolato
negli anni dei rilevamenti catastali
cartografico nelle rappresentazioni
e celerimetrici, pur con l’incertezza
moderne, come quella gaussiana, a
Come si riportavano e si modificavano le
della declinazione magnetica legante
sua volta legato al Nord geografico
misure sulla carta: in alto, un compasso a scala
le due diverse direzioni: quella
dalla convergenza del meridiano).
variabile; in basso un pantografo.
del Nord geografico, quella del
Ricorderemo anche i vari tipi di
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oculari spezzati, indispensabili per
impiegarsi soprattutto nelle costru-
le collimazioni ad oggetti alti (o
zioni stradali; così come dimenticati
più raramente bassi) sull’orizzonte,
sono gli eclimetri.
e poi gli oculari speciali per
Barometri, termometri, psicrometri
autocollimazione oppure i collimatori
sono utili nella misura delle grandi
e livelli laser, questi ultimi utili
distanze, per correggere i dati bruti
soprattutto in galleria.
forniti dai tellurometri; per le distan-
Un accessorio del tutto particolare
ze modeste ormai bastano misure
e comparso solo nel secondo dopo-
anche sommarie di temperatura ed
guerra, dapprima a fini militari (la
indicazione della quota, per intro-
preparazione al tiro delle artiglierie) e
durre nei distanziometri elettronici le
poi impiegato in molte occasioni, per
necessarie correzioni; la variazione
esempio nel tracciamento del famoso
dell’umidità atmosferica qui ha scar-
Eurotunnel (Bezoari, Monti, Sel-
sissima importanza.
vini 2002), è il giroscopio. Esso dà
Per la misura delle differenze di
la direzione del Nord geografico con
quota si usano ancora i microbaro-
l’incertezza, per esempio nel caso del
metri, che offrono incertezze decime-
tedesco Gyromat, di 0,9 milligon, ov-
triche: e d’altra parte le determinazio-
vero di circa 1,4 cm sul chilometro:
ni satellitari danno in contemporanea
una differenza sostanziale quindi che
in modo facile ed economico le tre
lo rende adatto anche al tracciamento
coordinate di un generico punto
di precisione.
della Terra. Peccato che la quota sia
Totalmente scomparsi sono anche i
qui ellissoidica, non geoidica, e che
sestanti; del resto pochissimo impie-
quindi per il suo uso sia necessaria la
gati in topografia, dato il fatto che
conoscenza della ondulazione geo-
misurano angoli di posizione; resiste
idica spesso ancora incerta. E con
ancora, per il rilevamento geologico,
questo abbiamo terminato questa
la bussola topografica nelle sue varie
breve cavalcata nel mondo della stru-
edizioni portatili.
mentazione per la misura topografi-
Dimenticati sono pure i clisimetri;
ca: dalla storia infatti, siamo entrati
l’ultima loro apparizione risale agli
nella cronaca (Bezoari, Monti, Sel-
anni Settanta, allorché Zeiss produsse
vini 2002; Bezoari, Monti, Selvini
un livello-clisimetro automatico, da
2001; Selvini 2005).
Bibliografia
Selvini A., La Geomatica, trent’anni dopo,
‘Rivista dell’Agenzia del Territorio’, Roma,
n. 2/2008
Bezoari G., Selvini A., Strumenti
topografici, Napoli, Liguori editore 1995
Bezoari G., Monti C., Selvini A.,
Topografia Generale con elementi di
Geodesia, Torino, UTET 2002
Bezoari G., Monti C., Selvini A., Misura e
rappresentazione, Milano, CEA 2001
Selvini A., Misura, rilevamento e
rappresentazione, Milano, Epitesto 2005
25
Novità
nel Gruppo Comunale
di Protezione Civile
di Trieste
testo_Shaula Martinolli, Bruno Tribuson, Giorgio Manzoni,
Alberto Rigo, Giorgio Ruzzier
Nel comune di Trieste è in fase di sperimentazione una nuova
metodologia di intervento in caso di incendio basata sull’utilizzo
di un pratico smartphone, denominato P.I.S.E. Mobile, che con
un ingombro ridotto al minimo fornisce tutte le informazioni
necessarie ai mezzi di soccorso, dalla viabilità alla disponibilità di
idranti nell’area. Una volta messo a punto, questo sistema potrà
essere impiegato anche in altri tipi di emergenze.
I
n base al protocollo d’intesa
in supporto cartaceo rilevati in
visto l’aggiornamento della banca
stabilito tra l’Area Servizi di
campagne precedenti dai volontari
dati del Catasto Idranti fornito
Direzione Generale e Protezione
della Squadra A.I.B. di Trieste;
dall’Ispettorato sopracitato che
Civile del Comune di Trieste e
questi dati sono stati uniti a quelli,
conteneva all’incirca 3000 idranti
l’Università degli Studi di Trieste con
più recenti, forniti dall’Ispettorato
distribuiti su tutta la provincia
il C.S.P.A. – C.E.R. TeleGeomatica
Ripartimentale delle Foreste di
di Trieste; si sono individuati gli
si è dato il via ai primi lavori per
Trieste e Gorizia. Per agevolare e
idranti utili ai fini dell’antincendio
la realizzazione di una cartografia
velocizzare il lavoro si è passati dalla
boschivo, ovvero quelli situati
tematica in materia di Protezione
fase manuale cartacea a tecniche
nelle zone limitrofe ai boschi e
Civile, antincendio boschivo, in
più moderne, quali l’uso dei S.I.T.,
con particolare attenzione alle
ambito comunale.
l’ausilio del G.P.S. integrato, software
zone già percorse dagli incendi
Nella prima fase del progetto si
ad hoc eccetera. Queste tecniche
boschivi. Si è adottato un libretto di
sono identificati e censiti gli idranti e
hanno permesso alla squadra di
campagna, utile ai rilievi, istituito
la viabilità forestale strategici ai fini
adattarsi agli standard generali usati
dall’Ispettorato, già condiviso dal
dell’antincendio boschivo all’interno
dai diversi enti con i quali essa lavora
corpo Forestale Regionale, dai Vigili
del comune di Trieste. Per prima cosa
e si confronta.
del Fuoco e dall’ACEGAS-APS;
si sono valutati i dati già esistenti
La prima fase del lavoro ha
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attraverso l’ausilio del G.P.S. è stata
fornita la posizione planimetrica
dall’altro di segnalare ai volontari la
di ogni idrante, si sono rilevati
presenza di possibili difficoltà all’atto
inoltre la pressione statica, la forma
dell’utilizzo dell’idrante), la seconda,
del chiusino, il tipo di attacco, la
‘richiesta di spostamento’ (in alcuni
chiave di manovra, l’efficienza,
casi, l’idrante si trova in posizio-
la funzionalità, il tipo di accesso,
ne poco sicura, in mezzo alla
l’indirizzo, l’ubicazione, l’ente
carreggiata oppure su di una
proprietario ed infine si sono allegate
curva pericola, posizioni che
le fotografie di ogni idrante.
mettono a repentaglio l’inco-
Nell’inserire i dati si è ritenuto
lumità del volontario). Oltre
opportuno aggiungere a quanto già
alla richiesta di spostamento
previsto dalla scheda standard altre
viene indicata la zona ottimale
due voci: la prima, ‘tipo di manuten-
per l’eventuale riposizionamen-
zione’, (al fine di poter segnalare, da
to. In totale su 485 idranti rilevati
un lato, all’ente competente, tramite
sono stati richiesti 13 spostamenti, e
il Comune, le richieste di ripristino
segnalati circa un’ottantina di idranti
della funzionalità dell’idrante, e
da sottoporre a manutenzione.
27
In alto, distribuzione degli idranti strategici nel
comune di Trieste.
Nelle schermate sotto, interrogazione di un
idrante georiferito sia sulla C.T.R. sia sulla
Carta Tabacco.
Questi dati, una volta elaborati,
sono stati raccolti sia in formato
cartaceo che in una banca dati
digitale collegata ad un S.I.T. a
disposizione dei volontari. Si è
reso disponibile, inizialmente,
un computer portatile al quale è
stata collegata attraverso l’ausilio
Bluetooth un’antenna G.P.S.
A monte, nel computer portatile, si
sono create le basi di un S.I.T.; i temi
inseriti in questo S.I.T. sono la C.T.R.
in formato vettoriale, resa disponibile
dalla Regione Autonoma del Friuli
Venezia Giulia, i perimetri degli
incendi sviluppatisi tra il 1994 e il
2004, la posizione di 3000 idranti, la
viabilità forestale e la posizione delle
piazzole per i vasconi antincendio per
gli elicotteri. I software e le licenze
utilizzate per lo sviluppo di questo
S.I.T. sono state concesse, in base
all’atto d’intesa con il Comune di
Trieste, dal Centro di Eccellenza.
Un navigatore ad hoc
I navigatori satellitari in commercio
non permettono l’introduzione di una
cartografia che non sia quella della
casa madre dello stesso navigatore.
Per questo motivo i volontari
stanno creando un navigatore ad
hoc, per gli scopi sopracitati, che
permetta l’orientamento degli stessi
su basi più specifiche e dettagliate.
Creare un navigatore ad hoc
non vuol dire solamente creare
il primo e fondamentale passo
per l’abbattimento dei tempi di
intervento, vuol dire anche creare
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Una fase del rilievo previsto per l’accatastamento
degli idranti a fine antincendio boschivo.
stabilita una leggenda in base alla
più o meno agevole percorribilità
delle piste forestali individuando
due tipologie di piste, una adatta
al transito di autobotti fino a 5000
litri (linea di colore rosso) ed una
adatta al transito di autobotti
leggere e fuoristrada (linea di colore
blu), il blu con tratteggio ampio
indicava una strada forestale da
sottoporre a parziale manutenzione,
il tratteggio intenso stava ad indicare
la necessità di una manutenzione più
onerosa e la difficoltà di transito.
I tratti difficilmente percorribili a
causa del fondo stradale venivano
evidenziati con il colore arancione.
Infine venivano segnate sulla carta
le posizioni di idranti, piazzole
e altri dati utili ai fini dell’A.I.B.
L’Ispettorato Ripartimentale iniziava,
negli stessi anni, un lavoro simile,
ma con legenda diversa dividendo
una serie di banche dati, utili per
delle Piste Forestali sulla C.T.R. in
la viabilità delle Piste Forestali in 8
un analisi più approfondita del
scala 1:10.000. A suo tempo si era
classi.
territorio.
I dati raccolti nelle diverse uscite,
una volta elaborati, vengono inseriti
nel S.I.T. Questo consente di valutare
sia nel dettaglio che nel globale
diverse situazioni, ma soprattutto di
effettuare un’analisi dello stato di
fatto.
Finita la raccolta dati relativa
agli idranti si è passati all’analisi
dello stato di fatto della viabilità
forestale. Si sono raccolti i dati storici
relativi alle carte costituite negli
anni dai volontari e i dati forniti
dall’Ispettorato. A partire dagli anni
Novanta, i volontari hanno iniziato a
segnare manualmente la percorribilità
29
Uno dei due Land Rover 110 sul quale è montato
La revisione delle piste
state oggetto di revisione in quanto
uno dei moduli antincendio.
Nella pagina a fianco, interrogazione di una
Pista Forestale e strumenti utilizzati.
ampia del metro e mezzo) non sono
Nel 2005 la squadra ha convertito
di scarso interesse per i volontari che
la classificazione delle piste adeguan-
non riuscirebbero a far passare i loro
dosi agli standard dell’Ispettorato
mezzi. Questo discorso si ripercuote
Ripartimentale. L’obiettivo primario
anche sulle restanti piste stabilite
della squadra era ed è quello di avere
dall’ispettorato, fino ad arrivare alla
a disposizione l’evidenza delle piste
cosiddetta S8 (traccia).
che permettano il passaggio dei mezzi
La modalità di rilievo è stata la
sui quali sono caricati i gruppi antin-
stessa che si è utilizzata per il Catasto
cendio; si è così deciso di procedere
degli Idranti: computer portatile in
con la revisione delle prime tre classi
dotazione con le stesse piattaforme
di piste, ovvero quelle che permettono
navigazionali e gli stessi software
il passaggio di autobotti e fuoristra-
G.I.S. per elaborare i dati.
da. Vengono attualmente utilizzate
Circa il 50% delle piste fornite
2 tipologie di piste, S2, verde, (lar-
dall’Ispettorato sono state declassate
ghezza 2.5 – 3 m, possono passare
di almeno un grado: piste che risulta-
autobotti fino a 5000 litri), S3, blu
vano essere S2 sono passate ad S3. In
(passano Land Rover e autobotti fino
proporzione poche piste S3 sono state
a 1500 litri). Piste forestali quali la
declassate a S4. Questa declassazione
S4, non adatte al passaggio dei mezzi
è dovuta soprattutto alla folta vegeta-
d’emergenza (di larghezza non più
zione cresciuta negli anni.
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I volontari hanno deciso di
settimana. I chilometri totali percorsi
Palmari Integrati ai Sistemi
costituire un database snello ma
in queste nove uscite sono 722, di cui
Informativi Territoriali nelle
funzionale, in particolare sono stati
242,5 km di piste forestali. Si sono
Emergenze
inseriti i seguenti parametri: data del
ottenuti i seguenti dati: 145 chilometri
rilievo, operatori, mezzo utilizzato,
di piste S2, 95.5 chilometri di piste
classe pista ed infine note.
S3, mentre i restanti due chilometri
a disposizione della squadra uno
sono piste declassate da S3 a S4 e S5.
smartphone. Lo smartphone, oltre
del comune di Trieste ha impegnato i
Si sono fatti circa 80 km ad uscita,
a venir utilizzato come telefono,
volontari per 9 uscite fatte nell’arco
ottenendo così una media di 27 km di
viene utilizzato come ‘navigatore
di due mesi, circa un’uscita per
piste a campagna.
antincendio’, infatti, vista la
La revisione di tutte le piste forestali
A metà anno il Comune ha messo
disponibilità dell’antenna G.P.S.
incorporata, i volontari lo hanno
implementato con la piattaforma
navigazionale già presente sul
computer portatile e hanno inserito
i dati raccolti fino ad oggi. Dal
punto di vista pratico, sia la fase del
rilievo che quella navigazionale sono
sicuramente più snelle vista l’assenza
di cavi di alimentazione, chiavette
bluetooth, antenne. È chiaro che
l’utilizzo di un computer portatile
con annessi tutti gli accessori in
fase di emergenza antincendio
sarebbe cosa improponibile; gli
abitacoli dei mezzi con annessi i
moduli antincendio sono a due
posti; se al guidatore e al navigatore,
oltre a tutti i DPI, si vanno a
sommare il Computer e i diversi
accessori per la navigazione e il
tracciamento, la situazione diventa
impossibile e sicuramente pericolosa.
Al contrario lo smartphone,
soprannominato P.I.S.E. Mobile
(P.I.S.E. sta per Palmari Integrati
ai Sistemi Informativi Territoriali
nelle Emergenze) è un oggetto
dalle dimensioni ridotte che può
stare in un taschino e offre le stesse
prestazioni del computer portatile.
Tutti i dati inseriti sia
31
Smartphone utilizzato per i rilievi
e l’orientamento. Nella pagina a fianco,
la distribuzione dei perimetri delle aree
incendiate sul comune di Trieste.
nello smartphone che nel computer
Spesso le piste forestali sono di
portatile sono interrogabili in tempo
difficile individuazione perché poco
reale. Nel caso in cui ci si trovi su
battute oppure perché la vegetazione
di un incendio si può interrogare
ha invaso la traccia, il P.I.S.E. Mobile
il P.I.S.E. Mobile per sapere qual
aiuta ad individuare la propria
è l’idrante più vicino all’area di
posizione rispetto all’ambiente
intervento, se è funzionante e con
circostante, cosa alle volte difficile,
quali caratteristiche tecniche. Lo
soprattutto di notte nelle zone
stesso discorso vale per le piste
boscate (Trieste garantisce l’H24).
forestali: nel caso in cui si debba
La metodologia utilizzata fino ad
raggiungere il punto di criticità, si
oggi è ancora in fase sperimentale.
potrà valutare in modo veloce e sicuro
Una volta messo appunto il
qual è l’itinerario più adatto, anche in
S.I.T., stabilizzata la piattaforma
base ai mezzi a disposizione. Inoltre
navigazionale si passerà allo studio
il P.I.S.E. permette, ad esempio, di
della trasmissione della posizione
eseguire il tracciamento in tempo reale
da palmare ad una base, più o
del perimetro dell’incendio.
meno fissa, attraverso l’ausilio
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G.S.M., presente nello smartphone.
La squadra si cimenta ciclicamente
percorribili e meno pericolose. Le
L’obiettivo è quello di fornire ogni
in altre due attività impegnative
basi per la gestione dell’‘Emergenza
mezzo A.I.B. di smartphone in modo
quali la ‘Ricerca Persona Dispersa’
Neve’ esistono già: i volontari
tale da ottenere il controllo di ogni
(R.P.D.) e ‘Gestione Emergenza
hanno già stilato una carta tematica
unità che si muove sulle emergenze,
Neve’. Entrambe le attività hanno
con evidenziate le strade e le loro
tutto questo attraverso un progetto
bisogno dell’ausilio cartografico.
competenze. Visto che lo smartphone
.NET, che interfacciandosi con il
Nell’ambito della R.P.D. l’ausilio
in uso da parte dei volontari accetta
nostro smartphone possa ricevere
dello smartphone attraverso il G.P.S.
le cosiddette Micro sd, schede di
le coordinate, inviate dal G.P.S.
aiuterebbe, nelle battute di ricerca,
memoria, si è pensato di caricare
Tracker, e visualizzarle su programmi
a pianificare le zone sottoposte
su ogni schedina gli strumenti
quali Google Earth, Google Maps,
alla ricerca e/o a memorizzare le
necessari per le diverse attività che
Yahoo Maps, MapQuest, eccetera.
zone già percorse dai volontari al
la squadra di Protezione Civile
fine del ritrovamento della persona
di Trieste affronta con una certa
scomparsa.
frequenza, per cui, su una memory
Per cercare i dispersi
e per l’emergenza neve
Quasi annualmente la città di
card l’antincendio boschivo, su
Trieste subisce l’effetto della neve che
un’altra le competenze stradali per
mette in crisi la viabilità cittadina; i
la gestione dell’emergenza neve e sul
volontari intervengono su richiesta
terzo dispositivo le basi cartografiche
prima fase, si prevede di utilizzare lo
del Comune per sgomberare le
necessarie per la gestione dell’attività
smartphone anche per altri impieghi.
strade dalla neve rendendole così
R.P.D.
Una volta entrata a regime questa
33
Suoli
e cartografia
in provincia di treviso
testo_Simone Busoni, Andrea Dalla Rosa, Adriano Garlato, Paolo Giandon
La realizzazione della Carta dei suoli della Provincia di Treviso
si inserisce nel più ampio progetto volto ad approfondire la
conoscenza di un territorio che negli ultimi decenni ha subito
trasformazioni radicali, spesso dettate dalla necessità del
momento e quasi mai frutto di scelte ponderate, con l’obiettivo di
valorizzare adeguatamente una componente ambientale, quale il
suolo, troppo spesso tenuta in scarsa considerazione.
Risulta indispensabile prendere coscienza che il suolo è una
risorsa non rinnovabile e di primaria importanza per le numerose
attività agronomiche che sostiene e per la qualità della vita di
ciascuno di noi. la collaborazione tra l’amministrazione provinciale
e l’agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale
del veneto (arpav) si è concretizzata nella predisposizione della
carta dei suoli e di una serie di cartografie derivate in scala 1:50.000.
Questi elaborati costituiscono un prezioso elemento conoscitivo
da tenere in considerazione nei processi decisionali alla base di
una corretta pianificazione dell’uso del suolo, tesa a raggiungere,
anche per questa matrice ambientale, una piena sostenibilità.
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La copertina della carta dei suoli.
In basso, l’alta pianura del Piave chiusa a
nord dalle colline di Susegana e sullo sfondo le
Prealpi.
Inquadramento normativo
Le politiche di tutela del suolo
soffrono la cronica mancanza
di una legislazione specifica di
protezione, sebbene negli ultimi anni
soprattutto in ambito europeo si
sia assistito ad una notevole attività
concretizzatasi nel 2006 con la
presentazione al Parlamento Europeo
di una proposta di direttiva quadro
per la protezione del suolo (COM
232/2006). Tale proposta ribadisce
che le caratteristiche di limitatezza e
scarsa rinnovabilità rendono il suolo
particolarmente vulnerabile alla
pressione dell’attività dell’uomo e
evidenzia la necessità di identificare le
aree nelle quali sono possibili processi
di degrado del suolo, quali tra gli altri
erosione, diminuzione della materia
organica e salinizzazione.
L’attuale mancanza di una politica
specifica di protezione del suolo non
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Le colline nei pressi di Monfumo.
impedisce però che diverse politiche
comunitarie contribuiscano alla
sua tutela. A questo proposito si
ricordano le molte disposizioni
della normativa ambientale in
vigore in materia di acque, rifiuti,
sostanze chimiche, prevenzione
dell’inquinamento di origine
industriale, tutela della natura
e pesticidi. Altri indubbi effetti
positivi per i suoli agricoli derivano
direttamente dall’applicazione
delle disposizioni in materia di
condizionalità introdotti dalla politica
agricola comune (PAC).
Gli stessi programmi regionali
e agricoli dei Fondi strutturali e
la politica europea sui trasporti e
sulla ricerca rispondono in modo
integrato alla necessità di favorire
uno sviluppo sostenibile e giocano
un importante ruolo per la difesa del
suolo.
La cartografia dei suoli in
provincia di Treviso:
stato dell’arte
La nascita di moderni sistemi
conoscitivi e informativi sul
suolo risale a circa un secolo fa
ed è dovuta essenzialmente alla
necessità di massimizzarne la
capacità produttiva. Attualmente
la realizzazione di una cartografia
dei suoli ha molteplici obiettivi tra
i quali indubbiamente occupano
ancora un posto prioritario aspetti
legati alla produzione, oggi forse più
in termini di qualità del prodotto che
di quantità (vedasi i diversi
37
Etna: frattura eruttiva del 1879 lungo il Rift
di nord-est.
Le superfici su cui sorgono Fregona e Osigo e,
Fu proprio lui il primo ad
su incarico dell’Amministrazione
sullo sfondo, le ‘corde’ collinari e le prealpi.
approfondire dal punto di vista
Provinciale di Treviso conclude
A fianco, in alto, uno stralcio della carta
pedologico la conoscenza dei suoli
il rilevamento delle aree attorno
dei terreni agrari della provincia di Treviso
della provincia di Treviso, in quanto
a Castelfranco Veneto che gli
realizzata da Alvise Comel e pubblicata nel
gran parte della sua attività di
permettono il completamento e la
1964; in basso la carta dei suoli della provincia
ricerca si svolse tra Friuli e Veneto.
pubblicazione della carta di tutto il
di Treviso pubblicata nel 2008: il confronto
La sua attività in provincia culminò
territorio provinciale.
permette di apprezzare l’aumento di dettaglio
nel 1964 con la pubblicazione del
della cartografia più recente.
volume: Terreni agrari della provincia
riprendono le indagini sul suolo, prima
di Treviso con allegata cartografia
con i rilevamenti delle aree DOC del
progetti di zonazione viticola
in scala 1:100.000. Il rilevamento
Piave e del prosecco di Conegliano
promossi dalla Regione Veneto), ai
dei suoli era in realtà cominciato
e Valdobbiadene, finalizzati alla
quali si aggiungono quelli volti alla
circa un trentennio prima (1937-38)
zonazione viticola, e poi con gli
corretta e sostenibile gestione del
con l’esecuzione del rilievo geo-
studi condotti dalla Regione Veneto
territorio.
agronomico del Foglio Pordenone,
sui sistemi di terre. Alla fine degli
La provincia di Treviso, prima
pubblicato solo dopo la guerra, nel
anni Novanta, dopo l’istituzione da
della cartografia qui presentata,
1950, dove vengono descritti i suoli
parte della Regione dell’Osservatorio
era già stata interessata da indagini
a est della linea ferroviaria Venezia-
Regionale Suolo, inizia il rilevamento
pedologiche, in particolare quelle
Pordenone. Nel 1939-40 il Comel
del bacino scolante in laguna
svolte da Alvise Comel. Il Comel fu
rileva la pianura compresa nel foglio
di Venezia che interessa solo
una delle figure che più contribuirono
Conegliano che verrà pubblicato nel
parzialmente la provincia di Treviso, e
nel corso del Novecento alla crescita
1955. All’inizio degli anni Sessanta
quindi della carta dei suoli del Veneto
della pedologia italiana.
rileva le aree di bassa pianura e
in scala 1:250.000.
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Solo in anni molto più recenti
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La colorazione fortemente arrossata dei suoli è indice dei profondi processi
di alterazione (Collina del Montello).
Nella pagina a fianco, esecuzione di un profilo con miniescavatore.
Lo studio preliminare è stato
Il numero totale di osservazioni è
caratterizzato dalla suddivisione
così giunto a 7466 comprendente
del territorio in unità di
858 profili (con relative analisi
paesaggio fondata sui risultati
chimiche) e 6608 osservazioni
dello studio geomorfologico
speditive. La densità finale è di
su base fotointerpretativa con
3,0 osservazioni/km2, in linea con
l’uso sia di foto aeree che di
gli standard di 2-4 oss/km2 indicati
immagini da satellite integrato
per rilevamenti pedologici in scala
dalla conoscenza dei modelli
1:50.000.
suolo-paesaggio acquisita nei
rilevamenti precedenti, dalle
notizie desunte dalla cartografia
storica e dalla bibliografia
disponibile.
Metodologia del rilevamento
Il rilevamento dei suoli in un’area
così estesa (2479 km2), alla scala di
semi-dettaglio (1:50.000), ha richiesto
un notevole impegno di forze e un lungo arco temporale; il progetto è infatti
iniziato nella prima metà del 2003 e
ha visto la sua conclusione nella seconda metà del 2008. Prima dell’inizio
del progetto erano disponibili una
notevole mole di dati (4844 osservazioni di cui 567 profili) concentrati in
particolar modo nell’area del bacino
scolante in laguna di Venezia e nelle
aree a DOC del prosecco e del Piave.
La scala di rilevamento (1:50.000) è
stata così scelta perché funzionale alle
necessità operative sia a livello provinciale che comprensoriale e perché
considerata, a livello internazionale, il
miglior compromesso tra sostenibilità
economica e approfondimento informativo.
Il lavoro è stato organizzato in
diverse fasi:
consistito in una prima campagna
di trivellate (realizzate a mano),
distribuite in modo da campionare
le unità di paesaggio individuate
nello studio preliminare; questa
indagine ha consentito di
formulare alcune ipotesi iniziali
sui suoli presenti nell’area. Si è
proceduto quindi a una prima
campagna di profili (scavi di circa
un metro e mezzo di profondità
con prelievo di campioni da
analizzare in laboratorio), con
lo scopo di caratterizzare i
suoli rappresentativi. Le fasi
di formulazione, revisione ed
adeguamento delle ipotesi sulla
base del rilevamento si sono
susseguite in un ‘processo a
spirale’. Nel corso del progetto
sono state realizzate 2622
osservazioni (di cui 291 profili)
concentrate principalmente nelle
aree prive di osservazioni.
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della cartografia ha portato all’individuazione delle unità tipologiche di suolo (UTS), entità distinte
Il rilevamento di campagna è
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L’elaborazione dati e stesura
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all’interno del continuum dei suoli
che si affinano man mano che
il rilevamento procede e che i
modelli suolo-paesaggio vengono
chiariti. Le unità tipologiche di
suolo vengono descritte definendone le loro caratteristiche chimico-fisiche e funzionali, indicando
la loro variabilità e riportando la
classificazione secondo i sistemi
utilizzati a livello internazionale.
Le informazioni sulla distribuzione dei suoli, acquisite durante il
rilevamento, vengono utilizzate
per rivedere i limiti delle unità di
paesaggio ottenute dallo studio
preliminare in modo da definire le
unità cartografiche.
Tutti i dati descritti in
campagna assieme a quelli derivati
dall’elaborazione sono confluiti
in una complessa banca dati che
contiene informazioni su tutti i suoli
del Veneto, gestita dall’Osservatorio
Regionale Suolo dell’ARPAV.
Struttura della carta dei suoli
La carta dei suoli, sebbene sia
stata realizzata con un dettaglio
di rilevamento in scala 1:50.000
è stata pubblicata alla scala
1:75.000 al fine di rappresentare
tutto il territorio in un solo
foglio (100x140 cm), rendendo
più agevoli la consultazione
e la comprensione d’insieme
dell’elaborato; la base cartografica
utilizzata è un’elaborazione
realizzata per questo progetto
Distretti di suolo: vengono distinti i grandi ambiti territoriali, in primo luogo aree di pianura e rilievi; quest’ultimi a loro
volta distinti in dorsali prealpine, rilievi collinari e rilievi collinari di
origine glaciale. La pianura invece è stata divisa in bacini fluviali
di afferenza che si distinguono principalmente in base al contenuto di carbonati. Nel territorio provinciale i distretti sono in totale 9
e sono indicati nel riquadro in alto a destra della carta.
Sovraunità di paesaggio: si considerano, tra i caratteri
che hanno condizionato lo sviluppo dei suoli, la posizione nel paesaggio, l’età di formazione della superficie, il grado di evoluzione
dei suoli o la litologia del materiale di partenza. Le sovraunità di
paesaggio identificate sono 25 e sono rappresentate nel riquadro
in alto a sinistra della carta.
dall’ufficio SITI della Provincia.
La carta dei suoli è strutturata
in quattro livelli gerarchici,
di cui i primi tre relativi al
paesaggio consentono di
individuare gli ambienti di
formazione del suolo attraverso
gradi di approfondimento
successivi (Distretti di suolo,
Sovraunità di paesaggio, Unità
di paesaggio) mentre il quarto
dipende esclusivamente dalle
tipologie di suolo presenti (Unità
Unità di paesaggio: sono definite nello studio preliminare
del territorio e confermate dal rilevamento sulla base della morfologia (dossi, depressioni, versanti, superfici sommitali, ecc.).
Le unità di paesaggio riconosciute in provincia sono 100 e sono
riconoscibili in carta dalle diverse colorazioni.
Unità cartografiche: sono porzioni di territorio omogenee
al loro interno per quanto riguarda il tipo o i tipi di suolo prevalenti. Nell’ambito della provincia di Treviso ne sono state distinte 163,
distribuite sulla carta in 1148 delineazioni (o poligoni). Le unità
cartografiche sono riconoscibili in carta solo come sigla all’interno delle singole delineazioni in quanto l’elevato numero non ne ha
permesso un’univoca identificazione attraverso colori diversi.
cartografiche).
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Carta dei distretti di suolo.
La carta dei suoli non contiene,
descritte. La legenda completa è
pre indicate la sequenza degli oriz-
come consuetudine, la legenda
consultabile nel volume delle note
zonti, la profondità, la tessitura, il
completa ma solo i livelli gerarchici
illustrative e fornisce tutta una serie
contenuto di scheletro, il contenuto
superiori (Distretti, Sovraunità di
di informazioni aggiuntive relative
in carbonati, la reazione, il tasso di
Paesaggio e Unità di Paesaggio). Il
ai suoli a cominciare dalla classifica-
saturazione, il drenaggio e, quando
motivo è dovuto all’impossibilità di
zione secondo la Soil Taxonomy e il
rilevanti, altre caratteristiche quali
inserire in carta tutte le informazioni
World Reference Base. Inoltre viene
il contenuto di sostanza organica in
presenti in legenda a causa dell’ele-
riportata una descrizione sintetica
superficie e la presenza di figure pe-
vato numero di unità cartografiche
dei suoli, nella quale vengono sem-
dogenetiche significative.
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Carta delle sovraunità
di paesaggio.
Suolo di bassa pianura, di recente
deposizione, limoso, a drenaggio lento.
Suolo molto sottile di alta montagna
(Monte Grappa) su calcari marnosi.
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La cartografia derivata
dalla banca dati legata al progetto.
Carta della capacità protetti-
di simulazione del bilancio idrico del
suolo, MACRO, e un modello per la
Nel volume, oltre alla carta dei
va dei suoli: è una cartografia che
simulazione del bilancio dell’azoto
suoli, sono presenti sei cartografie
rappresenta l’attitudine del suolo a
(SOIL-N).
derivate pubblicate alla scala
funzionare da filtro naturale nei con-
1:200.000, sebbene anche per queste
fronti dei nutrienti apportati con le
suoli: evidenzia la capacità di un
il dettaglio sia il medesimo della carta
concimazioni minerali ed organiche,
suolo a essere attraversato dall’acqua;
dei suoli (1:50.000). Tra le varie carte
riducendo le quantità potenzialmente
è un valore stimato per ogni
applicative sono state scelte quelle
immesse nelle acque. Questa capacità
orizzonte sulla base dell’osservazione
ritenute di maggior interesse per i
di attenuazione dipende da caratte-
di tessitura, struttura e porosità.
possibili utilizzatori, in particolare i
ristiche del suolo, fattori ambientali
La classe di permeabilità riferita
soggetti coinvolti nella gestione del
(condizioni climatiche e idrologiche) e
all’intero suolo è quella dell’orizzonte
territorio; queste rappresentano però
fattori antropici (ordinamento coltu-
o strato per cui è stata stimata la
solo un limitato esempio della mole
rale e pratiche agronomiche). Per va-
classe più bassa nei primi 150 cm o
di informazioni estraibili, in maniera
lutare le complesse interazioni tra tali
fino alla profondità del contatto con
estremamente rapida e oggettiva,
fattori sono stati utilizzati un modello
la roccia, se più superficiale.
La carta della riserva idrica dei suoli (AWC) della provincia di Treviso.
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Carta della permeabilità dei
La carta della del contenuto di carbonio dei suoli della provincia di Treviso.
Carta della riserva idrica dei
di piante coltivate e spontanee.
suolo. La complessità pedologica
suoli: esprime la massima quantità
I diversi suoli sono classificati
del territorio provinciale rende la
di acqua in un suolo che può essere
in funzione di proprietà che ne
quantificazione del carbonio organi-
utilizzata dalle piante. È data dalla
consentono, con diversi gradi di
co molto difficile, tenendo conto del
differenza tra la quantità di umidità
limitazione, l’utilizzazione in campo
fatto che quest’ultimo non dipende
presente nel suolo alla capacità di
agricolo o forestale.
solo dal tipo di suolo, ma anche dal
campo e quella relativa al punto
I suoli vengono attribuiti a
diverso uso al quale quest’ultimo è
di appassimento permanente. La
otto classi, indicate con i numeri
riserva idrica è un valore stimato
romani da I a VIII, che presentano
prendendo in considerazione
limitazioni crescenti in funzione
del suolo: mostra le aree
tessitura, contenuto in scheletro e
delle diverse utilizzazioni.
maggiormente esposte al distacco e
densità di compattamento.
Carta del contenuto di carbo-
soggetto.
Carta del rischio di erosione
al trasporto della parte superficiale
Carta della capacità d’uso:
nio dei suoli: riproduce il conte-
del suolo per effetto dell’acqua, del
rappresenta la potenzialità del suolo
nuto di carbonio organico espresso
vento, del ghiaccio o di altri agenti
a ospitare e favorire l’accrescimento
in percentuale nei primi 30 cm di
geologici, includendo tra di
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dalla proposta di direttiva quadro
della Comunità Europea sulla protezione del suolo che, riconoscendo le
fondamentali funzioni di supporto agli
ecosistemi svolte dal suolo e le potenziali minacce all’espletamento di tali
funzioni costituite dalle diverse attività
umane, stabilisce che ciascuno Stato
membro e a cascata le varie amministrazioni di livello inferiore, sulla base
di elementi conoscitivi organizzati e
facilmente utilizzabili, definisca le aree
che sono maggiormente suscettibili ai
rischi di degradazione del suolo.
L’obiettivo è che la carta dei suoli
possa rappresentare uno strumento
utile per la costruzione di indicatori di
Il rischio di erosione dei suoli nell’area collinare
elemento base dell’elaborazione non
valutazione degli impatti sulle qualità
attorno a Conegliano Veneto: in rosso le aree
le unità cartografiche ma celle di 5
del suolo nelle politiche di gestione
dove il rischio è maggiore.
metri di lato a causa della complessa
del territorio e sia a disposizione di
interazione tra i diversi strati
tutti gli operatori che, nei vari setto-
richiesti dal modello.
ri, hanno necessità di avere elementi
essi anche alcune manifestazioni
della forza di gravità.
conoscitivi su tale tematica. Proprio
L’elaborazione della carta si è
con questo spirito la Provincia renderà
basata sull’applicazione del modello
Conclusioni
disponibile, attraverso un ‘portale’
empirico USLE (Universal Soil Loss
Equation) tra i più utilizzati a livello
appositamente dedicato e accessibile
Con la realizzazione della carta dei
tramite Internet, le informazioni e i
globale. Questa carta derivata, a
suoli in scala 1:50.000, la provincia di
dati raccolti ed elaborati nell’ambito
differenza delle altre, prevede come
Treviso si allinea con quanto previsto
di questo progetto.
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