Presidio Udine 1 – Presidio Udine 2 Mercoledì 28 novembre 2007 SISTEMA SUOLO Cos’è La “terra” che varia di spessore da alcuni cm ad alcuni metri è correttamente chiamata suolo. Il profilo di un suolo naturale come quello di un bosco, mostra vari strati di differente colore, composizione e natura. Nei vari strati i pedologi identificano quelli che vengono chiamati orizzonti. Si possono individuare una parte superficiale denominata lettiera/orizzonte A00 (0,3m), a cui segue la lettiera in decomposizione/orizzonte A (0,6m) ed ancor più giù quella ormai decomposta (1,2m), denominata humus. Tale strato di colore scuro è la parte fertile ed è chiamato anche zona attiva quella cioè che consente la vita animale e vegetale. Al di sotto di tale strato c’è la zona inerte/orizzonte B (3m), una parte scarsamente ossigenata, con poco humus e pertanto di colore chiaro, in cui si spingono solo le radici delle piante più grandi. A poco a poco c’è la transizione tra suolo e sottosuolo, costituito inizialmente da uno strato minerale, che in pratica non è altro che roccia disgregata. Al di sotto di questo si incontra la roccia madre/orizzonte C sempre più compatta man mano che aumenta la profondità. Fattori che lo influenzano Il suolo si sviluppa grazie a trasformazioni fisico-chimiche cui è soggetta la roccia madre (pedogenesi) ed è il risultato di innumerevoli fattori ma si devono considerare prima di tutto il clima e la posizione geografica. La pioggia, il vento, l’alternarsi del caldo e del freddo modellano il paesaggio e possono favorire od ostacolare le specie vegetali. Climi secchi generano suoli poveri ed incompleti, come nelle aree tropicali, climi freddi e nevosi portano a suoli perennemente gelati, come nelle zone in prossimità del circolo polare artico. Un buon equilibrio fra umidità e temperatura favorisce la formazione di suoli più fertili, solitamente distribuiti nelle aree temperate del pianeta. I materiali detritici possono accumularsi direttamente sulla roccia madre che li ha generati: in questo caso il suolo si dice autoctono o eluviale. Se gli ammassi di particelle rocciose subiscono un trasporto i suoli che ne derivano si dicono alloctoni. Nel percorso di colonizzazione del suolo il primo insediamento è quello dei licheni poiché questi organismi derivano dalla simbiosi tra un alga microscopica e un fungo, la prima fornisce nutrimento grazie alla fotosintesi, mentre il secondo recupera acqua e sali minerali. I licheni sono pionieri in quanto, grazie alla loro indipendenza, non hanno necessità di humus. Per passare agli organismi vegetali superiori può passare anche moltissimo tempo ma il progressivo accumulo di sostanza organica stabile (unificata) rappresenta la componente essenziale perché si possa parlare di un suolo propriamente detto. Parametri da considerare Sbriciolando il materiale su un foglio bianco ci accorgiamo della presenza di tantissimi piccoli aggregati chiamati glomeruli. Con l’uso di lenti o lo stereomicroscopio si possono osservare le singole particelle che potrebbero essere: - singoli cristalli, dai bordi spigolosi e frastagliati, dal corpo tozzo o allungato, spesso dai riflessi coloratissimi che esprimono la natura originaria delle rocce disgregate e danno la componente “sabbiosa”; - Particelle finissime, impercettibili e senza riflessi che corrispondono ad argille e limi; - Granuletti lisci e smussati con superfici abrase o ciottoletti rotondeggianti e levigati che indicano un lungo trasporto operato dall’acqua. La struttura è quindi il modo in cui le particelle sono raggruppate in aggregati più o meno stabili che lasciano nel terreno lacune più o meno grandi. E’ determinata cioè dallo sviluppo di micro/macro aggregati a seguito delle interazioni fisiche e chimiche tra le componenti minerali e la sostanza organica (humus). Si definisce in base alla forma e all’arrangiamento di aggregati e frammenti suddivisi per classi dimensionali (fine, media, grossolana, molto grossolana). La separazione per dimensioni permette ai pedologi di stabilire in base alla distribuzione percentuale delle particelle minerali la diversa granulometria (sassi, ghiaia, sabbia grossolana, sabbia fine, fanghi grossolani, fanghi fini, argilla) per determinarla possono essere utilizzati setacci a differenti maglie standard. Tra un glomerulo e l’altro esistono i pori che contengono aria o acqua. La presenza dell’aria permette agli animali e alle radici di respirare; invece l’acqua garantisce lo sviluppo delle piante. La quantità e le dimensioni dei pori determinano porosità e permeabilità. Un suolo ad elevata porosità si impregna molto d’acqua, viceversa fa uno poco poroso. Per permeabilità si intende la quantità di acqua che il suolo è capace di smaltire per unità di tempo attraverso l’unità di superficie sotto l’azione della gravità. E’ collegabile alle dimensioni dei pori, a loro volta influenzate dal diametro dei glomeruli. Se i pori sono relativamente grandi e in comunicazione diretta tra loro, l’acqua filtra e si sposta velocemente verso il basso dando un’alta permeabilità. Invece se i pori sono finissimi, l’acqua tende ad arrestarsi e a rimanere imprigionata quindi il suolo è poco permeabile. I suoli permeabili sono ricchi di ciottoli o granuli sabbiosi, ma anche di humus che mantiene una buona struttura glomerulare, mentre i suoli impermeabili sono ricchi di particelle argillose e limose. L’acqua che non riesce a spostarsi fra un granulo e l’altro aderisce per capillarità o impregna i granuli rimanendo imprigionata (acqua igroscopica). La tessitura di un suolo è definita dalle proporzioni delle diverse particelle minerali classificate secondo le loro dimensioni (sabbia, limo, argilla) e classificata dai pedologi secondo il diagramma a triangolo delle tessiture. In generale se un terreno è classificato come sabbioso, franco-sabbioso la sua permeabilità sarà elevata, mentre per un suolo argilloso, argilloso-limoso la permeabilità sarà scarsa. I suoli permeabili assorbono meglio l’acqua, la fanno defluire e sono aerati. I suoli impermeabili imprigionano l’acqua e creano problemi di ristagno con marcescenza delle radici. Testi utili: Opuscolo edito con il contributo della Provincia di Alessandria “Il suolo – Idee e strumenti per la scuola Quaderno didattico n.3” Ist.Tecn. Comm. Stat. Acqui Terme (I.I.S. Torre) v. C. Marx, 2 15011 Acqui Terme AL tel. 0144/311708 prof. Marco Pieri [email protected] e Lab. Terr. Educ Amb. Serv. Segr. Amm. 0131/304562/4755/4756 Antonella Armando [email protected]