I “Comportamenti Problema”
delle persone con autismo
Valutazione ed intervento
Dott.Marco de Caris
[email protected]
Presupposti Fondamentali




Il Comportamento è comunicazione
Il Comportamento è una funzione delle
interazioni tra la persona e l’ambiente
L’Intervento deve affrontare le variabili
che mantengono il comportamento
I risultati devono essere valutati dal
punto di vista funzionale
Valutazione
Valutazione
Trattamento
Livelli della Valutazione e
dell’Intervento sul Comportamento




Individuare e Modificare l’ecologia (variabili
ambientali) del comportamento bersaglio
Identificare e Manipolare le contingenze che
controllano il comportamento bersaglio
Insegnare comportamenti alternativi che sono
funzionalmente equivalenti per sostituire il
comportamento bersaglio
Insegnare comportamenti a lungo termine
che affrontano e soddisfano i motivatori del
comportamento bersaglio
Comportamenti problematici:
cosa sono?
•
Si definiscono “problematici” quei
comportamenti che:
1.
2.
3.
Interferiscono con l’apprendimento e con
lo sviluppo in generale
Possono provocare danni alla persona
stessa che li emette, ad altri o ad oggetti
Sono considerati inaccettabili da un punto
di vista sociale
Comportamenti che NON sono da
considerarsi “problematici”:
•
Non vengono considerati “problematici”
quei comportamenti che, per quanto
particolari o bizzarri
•
•
Non interferiscono con lo sviluppo sociale,
cognitivo ed affettivo della persona
Non creano danni a lei, ad altri o ad
oggetti
Comportamenti problematici:
la definizione operativa (1)
•
La definizione operativa riguarda i
comportamenti osservabili, mentre non
riguarda:
•
•
•
Classi di comportamenti (comportamenti
“sociali” “aggressivi” ecc…)
Ipotesi sulle motivazioni (comportamenti
che derivano da “frustrazione” “gelosia”
ecc…)
Giudizi (comportamenti più o meno
“adeguati” “negativi” ecc…)
Comportamenti problematici:
la definizione operativa (2)
•
La definizione operativa riguarda i comportamenti
osservabili, che devono essere definiti in maniera tale
che chiunque osservi deve potersi trovare d’accordo
sul fatto che il comportamento è stato emesso o
meno. Ad esempio:
•
•
•
•
•
Tira calci
Sputa
Rovescia una sedia
Si colpisce con il palmo della mano aperta sulla guancia
Si colpisce con il pugno chiuso destro sulla tempia destra
mentre morde la mano sinistra sotto l’attaccatura del pollice
Comportamenti problematici:
la valutazione
•
Valutazione quantitativa (quante volte?)
•
•
Rilevazione della frequenza
Valutazione qualitativa (perché?)
•
Analisi funzionale
La valutazione quantitativa dei
comportamenti problematici (1)
•
A cosa serve?
•
•
•
•
Aiuta a comprendere la rilevanza del problema
Aiuta a comprendere se esistono momenti, orari o
situazioni maggiormente problematiche nella
giornata
Consente di verificare la riduzione del
comportamento grazie all’intervento mettendo in
relazione il “prima” e il “dopo”
Consente di verificare che sia proprio l’intervento
che sta funzionando (e non altre variabili)
La valutazione quantitativa dei
comportamenti problematici (2)
•
Come si fa?
•
•
•
•
•
Si “conta” il comportamento, ovvero la cosiddetta “unità
funzionale” del comportamento
Il conteggio si può fare secondo diverse modalità (in genere
si “campiona” il tempo…) e viene riportato su schede
Il conteggio fatto viene riportato su grafico
Esistono particolari modalità di identificare la frequenza che
rispondono ad esigenze diverse di ricerca (disegno
sperimentale), e quindi tipi particolari di schede e grafici (es:
scatterplot)
La cosa più sensata, è utilizzare la modalità più agile e utile
La valutazione quantitativa dei
comportamenti problematici (3)
•
Gli elementi fondamentali
•
•
•
•
La “linea di base”: il conteggio dei comportamenti
prima dell’intervento
La fase di intervento: il conteggio dei
comportamenti durante l’intervento
La sospensione dell’intervento: il conteggio dei
comportamenti a intervento ultimato (o,
temporaneamente, come verifica dell’efficacia
dell’intervento)
Il follow up: il conteggio dei comportamenti dopo
un certo tempo dalla fine dell’intervento (come
verifica del mantenimento dei risultati)
La valutazione qualitativa dei
comportamenti problematici (1)
•
A cosa serve?
•
Serve a cogliere i rapporti fra il
comportamento problematico della persona
e l’ambiente che lo circonda

•
E quindi a definire il senso ovvero la
funzione comunicativa di quel
comportamento
La valutazione qualitativa dei
comportamenti problematici (2)
•
Come si fa?
•
La valutazione qualitativa dei
comportamenti problematici si fa
attraverso
L’analisi funzionale
Analisi funzionale
•
A Antecedenti:
•
Tutto ciò che viene prima o precede il comportamento B,
ovvero
•
•
•
•
•
B Comportamento:
•
•
Data, orario, situazione
Persone presenti
Attività in corso
Cosa fa l’interlocutore subito prima del comportamento B
Il comportamento problematico
C Conseguenze:
•
Tutto ciò che segue il comportamento B, ovvero
•
•
Cosa cambia nell’ambiente
Cosa fa l’interlocutore subito dopo il comportamento B
Scheda di analisi funzionale
A
Antecedenti
1)
B
C
Comportamenti Conseguenze
2)
3)
Scheda complessa di analisi
funzionale
A
Antecedenti
B
C
Comportamenti Conseguenze
1)
2)
3)
3)
4)
5)
5)
6)
7)
Analisi funzionale
•
Cosa cambia fra gli antecedenti e le conseguenze?
•
La persona fugge o si sottrae o fa cessare una situazione
antecedente
(in questo caso l’antecedente si definisce “avversivo”)
•
Il comportamento problematico produce una chiara
variazione nella risposta dell’interlocutore, procurando alla
persona che lo emette:
Attenzione, particolari risposte comunicative o relazionali
•
Oggetti o accesso ad attività in cui la persona si impegna di
frequente
(in questo caso la conseguenza si definisce “rinforzante”)
•
Analisi funzionale
•
Qual è la FUNZIONE del
comportamento?
Attenzione!
La funzione è relativa a quella persona
in quella situazione e può variare nel
tempo e in situazioni diverse.
Nessun comportamento ha una funzione
“fissa” ovvero nessun comportamento
ha sempre lo stesso senso
Influenze sui Gravi Problemi di
Comportamento
Setting
Events
Stimulus
Events
Contesti
biologici
Contesti
sociali
Fuga
Contesti
fisici
Tangibili
Attenzione
sociale
Feedback
sensoriale
Gravi
Problemi di
Comportamento
Da: Durand (1990)
Dalla valutazione all’intervento
Severe
Challenging
Behavior
Gravi
problemi
di comportamento
Mantenuto da:
Conseguenze
Sensoriali
Rinf. Sensoriale
Rinforzo positivo
Ottenere oggetto
Piano di
Trattamento
Conseguenze
Sensoriali:
Riduzione
Arousal
Rinforzo
Negativo:
Fuga
Rinforzo
positivo
Att Sociale
Piano di
Trattamento
Piano di
Trattamento
Apprendimento
Di routines
sociali
Piano di
Trattamento
Piano di
Trattamento
Fattori
Organici
Piano di
Trattamento
Piano di
Trattamento
Dalla Valutazione
Funzionale alla
programmazione
dell’Intervento
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Rinforzo Positivo (attenzione sociale o
rinforzi materiali)
Comp. alternativo
interv. conseguenze



Ignorare programmato
Attesa
contingente/accesso
contingente
Time out
(allontanamento dagli
stimoli rinforzanti)


Rinforzo Differenziato di
comportamenti
alternativi
funzionalmente
equivalenti
Rinforzo Differenziato di
alternative comunicative
(Insegnamento della
Comunicazione
Funzionale)
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Fuga/Evitamento delle Richieste
Intervento attraverso il
compito



Arricchire l’ambiente
di lavoro con rinforzi
Presentare il
compito con
modalità alternative
Ridurre le difficoltà
del compito
(semplificarlo)
comunicazione e rinforzo



Insegnare modalità
alternative di rifiuto
Stessa richiesta con
rinforzo
Dare rinforzi più
potenti
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Perdita di Rinforzo





Programmare un accesso frequente e prevedibile
al rinforzo nell’arco della giornata
Gradulità crescente del tempo di transizione dalla
perdita di rinforzo al ri- accesso al rinforzo
Insegnare ad “aspettare”, dando riferimenti visivi del
passare del tempo
Insegnare modalità di comunicazioni alternative
Permettere l’accesso come “guadagno” – “rinforzo”
Se il comportamento problematico è mantenuto da:
Conseguenze Sensoriali



Attenuare le conseguenze sensoriali
Sostituire con un rinforzo più
appropriato funzionalmente compatibile
Permettere di “guadagnarsi” il rinforzo
sensoriale
Validità Sociale
il grado al quale gli interventi comportamentali
producono risultati socialmente e clinicamente validi



Validità sociale delle finalità del trattamento
dei comportamenti bersaglio prescelti
Validità sociale delle procedure d’intervento
Validità sociale dei risultati del trattamento,
compresi gli effetti collaterali positivi e
negativi a lungo termine
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