La riabilitazione equestre Indicazioni generali, specifiche e controindicazioni Siracusa, Convegno 2006 – Dott.ssa Gaia Oldani, Psicologa Perché il cavallo? Non è una panacea, ma se usata bene è una tecnica che può raggiungere determinati obiettivi Ha il vantaggio di presentare un setting motivante: non è luogo terapeutico, ma luogo di normalità Simbolismo della capacità di andare a cavallo Rapporto con l’animale: comunicazione posturale e non-verbale Fondamentali la figura e la competenza del terapeuta Una prima distinzione… Attività svolte con l’ausilio di animali: Terapie svolte con l’ausilio di animali: le persone ottengono beneficio dal rapporto con l’animale (Pet Therapy) gli animali non svolgono la semplice funzione di “compagni”, ma sono impiegati in interventi terapeutici per diversi tipi di problematiche La riabilitazione equestre (R.E.), nella sua corretta applicazione,costituisce un “metodo riabilitativo”, che affianca, integra e completa gli interventi tradizionali senza sostituirsi ad essi. E’ un metodo completo, in quanto è costituito da due aspetti interrelati della riabilitazione: - fase tecnica - fase sociale Resta fondamentale il ruolo del terapeuta I due settori principali della R.E. Riabilitativo (fisico, cognitivo, relazionale): Ambito neuromotorio Ludico-sportivo Ambito psichico Le risorse del setting La configurazione del moto del cavallo favorisce l’inibizione degli schemi motori patologici Sensibilità del cavallo al dialogo tonicoposturale importanza della componente di psicomotricità Ambiente del maneggio e guida del cavallo: equilibrio, ritmo, organizzazione spaziotemporale Lavoro di gruppo e attività di cura:regole ed adattamento al comportamento sociale Motivazione L’ambito neuromotorio: Indicazioni Sindromi da lesioni cerebrali (P.C.I.) Disturbi della regolazione del tono muscolare (spasticità) Lesioni periferiche e del midollo spinale Obiettivi Inibizione degli schemi motori patologici Regolarizzazione del tono muscolare Automatismi del controllo posturale Equilibrio e coordinazione Orientamento spazio-temporale Obiettivi raggiunti grazie a: Uso della sella e no alla posizione del cavaliere: anca flessa, abdotta e ruotata + arti inferiori fuori carico inibizione degli schemi patologici Movimento al passo del cavallo: piano mobile nelle tre dimensioni dello spazio: sagittale, frontale, orizzontale controllo posturale e reazioni di equilibrio Passo: movimento sinusoidale a ritmo costante (60 al min.) regolarizzazione del tono Andature più sostenute lavoro sull’equilibrio L’ambito psichico: Indicazioni Sindrome di down e ritardo cognitivo Autismo Psicosi (riabilitazione, rieducazione, reinserimento) Obiettivi Consapevolezza corporea Competenze psicomotorie e cognitive Apertura alla relazione con gli altri Obiettivi raggiunti grazie a: Motivazione attenzione + memoria Orientamento e rapporti spazio-temporali nel maneggio Relazione con l’animale, soprattutto dialogo non-verbale Relazione triadica: persona-cavallo-terapeuta Essenziale il ruolo del terapeuta e la sua competenza nel saper utilizzare tutti gli aspetti del setting in modo utile: salire sul cavallo non basta! Sviluppo delle competenze cognitive Immagine corporea e schemi corporei Coordinazione visuo-motoria Attività di relazioni spazio-temporali Memorizzazione stimoli visivi e sequenze Visualizzazione Elaborazione mentale e formazione dei concetti Pianificazione e pensiero complesso Disegno di Simone prima dell’attività a cavallo Disegno di Simone dopo il lavoro a cavallo sugli arti sup. Controindicazioni Instabilità atlanto-epistrofea (C1-C2) Lussazioni congenite dell’anca Epilessie non controllate da farmaco Alcune patologie cardiache Scoliosi evolutive, soprattutto gravi Paura esagerata dell’animale Attenzione a: Sindrome di down Spina bifida Distrofia muscolare E la prevenzione del disagio? Ricerche sui neurotrasmettitori attivati dal contatto con gli animali (minor adrenalina, rilassamento, benessere, aumento tono dell’umore e serotonina + endorfine) Aspetti sportivi: regole, autocontrollo e punizione dell’animale Aspetti di cura: responsabilità ed autostima Aspetti di comunicazione: attenzione al nonverbale, feedback continui Lavoro e condivisione di gruppo Prima di far salire a cavallo… Necessità di una valutazione di un’equipe medico-psicopedagogica, per valutare utilità e controindicazioni Progettazione dell’intervento attraverso un’analisi della situazione e la pianificazione degli ob. a breve e lungo termine Valutazione e monitoraggio continui Modifica degli obiettivi Integrazione con gli interventi di altra natura Per concludere La R.E. è una TECNICA di sport – terapia, che ha delle componenti mediche specifiche di azione neuromuscolare e di equilibrio se attuata correttamente da operatori competenti E’ un metodo riabilitativo ampio e presenta vantaggi particolari per via dell’ambiente e soprattutto del rapporto con l’animale La R.E. è anche uno STRUMENTO di intervento per problematiche psicologiche particolari (autismo, R.M.) e può essere efficace anche in alcuni casi di aggressività e/o disagio, si può inserire in un progetto di intervento, ma Non sostituisce un intervento integrato e mirato, che coinvolga tutti gli ambienti di vita della persona In ogni caso: Lo sport in generale in riabilitazione è uno strumento privilegiato Diversi tipi di sport possono avere un ottimo effetto riabilitativo da diversi punti di vista e peculiari per ogni sport (ping-pong, basket, scherma, tiro con l’arco) La sport-terapia può costituirsi non solo come momento di riabilitazione fisica e messa in campo delle proprie risorse psicologiche, ma anche come partenza per una riconquista delle relazioni sociali e della propria vita anche se “diversa” soprattutto in pazienti spinali in seguito a traumi: L’esperienza dell’A.U.S. Niguarda di Milano e lo “Sportello di accompagnamento allo Sport” ATTENZIONE: Il Ministero della Sanità non ha riconosciuto la T.M.C. Perciò: - L’ippoterapia non è rimborsabile dalla Sanità - Gli utenti non possono esser patentati dalle federazioni sportive TUTTAVIA: Il Capo dello Stato con Decreto n.610/86 e parere favorevole del Ministero della Sanità, ha riconosciuto l’A.N.I.R.E (Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre), che può: - operare in riabilitazione equestre ed attività ludico-sportive - specializzare operatori - stipulare convenzioni come CRE (Centro di Riabilitazione Equestre)- ANIRE con ASL, Comuni e Province - Tutelare i propri utenti