Ahimè! Tanto credevo di sapere sull’amore e
tanto poco ne so, poiché non posso trattenermi
dall’amare colei dalla quale non otterrò mai
ricompensa. Mi ha privato del mio cuore, mi ha
privato di me stesso, e di se stessa e di tutto il
mondo, e quando mi ha privato di sé non mi ha
lasciato nulla se non desiderio e cuore bramoso.
Al contrario di come si può pensare il Trovatore non è una figura di poca
importanza e il suo ruolo fu molto complesso. Pur essendo conosciuti
soprattutto per la canso d’amor, o canzone d’amore, l’amore non era
l’unico tema che stava loro a cuore. I trovatori spesso partecipano
attivamente ai dibattiti sociali, politici e religiosi del loro tempo. I
trovatori fiorirono nel XII e nel XIII secolo nella Francia meridionale.
Erano poeti-musicisti e scrissero in quella che la la più raffinata delle
lingue volgari romanze. Si chiamava lingua D’OC , ed era la lingua
parlata in quasi tutta la Francia a sud della Loira e nelle regioni
confinanti dell’Italia e
della Spagna.
Sull’origine della parola “trovatore” si è discusso molto, ma sembra
derivi dal verbo TROBAR , che significa “ comporre, inventare”.I
trovatori erano coloro che sapevano trovare la parola o la rima giusta
per verseggiare con eleganza. Le loro poesie erano messe in musica e
cantate. Viaggiando di città in città , spesso accompagnati da
menestrelli di professione detti giullari, i trovatori cantavano le loro
canzoni accompagnandosi con arpa, flauto, liuto o chitarra. Questi
poeti cantanti si esibivano spesso nelle corti e nelle occasioni
importanti , ma anche nelle piazze per allietare le feste paesane. I
trovatori non dovevano essere necessariamente nobili, anzi molti
erano di estrazione sociale piuttosto umile. Tutti avevano studiato a
fondo le regole della galanteria, della buona educazione , della poesia
e della musica. Secondo una fonte, un buon trovatore doveva
conoscere alla perfezione tutte le notizie sull’attualità, ripetere tutte le
tesi delle università ed essere ben informato sui pettegolezzi di
corte…
La donna è sempre stata l'oggetto della ricerca amorosa in
letteratura, e questo non cambia nella provenza delle corti
d'amore. L'essere femminile è non più "moglie", mujer, ma
Domina, "Signora", non solo oggetto d'amore, ma protettrice dei
cantori.
Tutto ha origine nel valor e nel pretz, cioè nelle qualità della dama.
L'amore, nel cuore del trovatore, nasce sì dalla contemplazione della
bellezza della sua signora, ma anche dalla considerazione delle sue
doti intellettuali e spirituali.
Nello stesso tempo il poeta ha coscienza della sua inferiorità nei
confronti della dama e, per avvicinarsi, si impegna in un
melhorament che gradualmente otterrà.
Fondamentale nel concetto di amor cortese, di "cortesia", è la
mezura, cioè la capacità di controllare gli impulsi, gli istinti. In amore
la "misura" consiste nel provare alla Signora che ella non è solo
oggetto di desiderio, e che l'amore è anche sentimento.
In tal modo il poeta sarà ammesso all'intimità della Domina.
L'amore trobadorico non si limita a dar forma al rapporto a due, ma
intende educare la società alla convivencia, l'arte di vivere insieme
nel rispetto, nella caritas e nella largeusa (generosità): questo
affinché l'amore elevi il tono dei rapporti interpersonali.La donna era
una tentatrice, uno strumento del diavolo, un male necessario.Ma con
l’arrivo dei trovatori, la mentalità degli uomini iniziò a cambiare. Non
sarà, così, più vista come sottomessa ed inferiore all’uomo. Essa
diventa l’incarnazione di qualità nobili e virtuose. Almeno in teoria,
l’amore del trovatore doveva rimanere casto. Il suo obbiettivo
principale non era quello di possedere la dama, ma era quello di
rendere più possibile
perfetto il sentimento
provato nei confronti della
fanciulla stessa. Questo
pensiero così nuovo ed
originale entrò in contrasto
con al società feudale, rozza
e brutale, così era iniziato
un nuovo modo di vivere.
Ora le donne si aspettavano
che i loro uomini fossero
altruisti, premurosi e gentili:
in una parola, gentiluomini.
I poeti provenzali
chiamavano il sentimento
provato nei confronti della
donna VERAI’ AMOR.
Si può dire che, molto prima dell’invenzione della stampa, i trovatori e i
menestrelli erranti furono i mezzi d’informazione dell’epoca. I
menestrelli medievali viaggiavano da una nazione all’altra. In tutte le
corti Europee raccoglievano notizie e si scambiavano storie, melodie e
canzoni. Le melodie orecchiabili delle canzoni dei trovatori , che in
breve tempo venivano trasmesse oralmente da un giullare all’altro,
finivano per essere imparate dalla gente, e influenzavano moltissimo
l’opinione pubblica, spingendo la popolazione a schierarsi a favore
dell’una o dell’altra causa.
E’ per questo che i trovatori
non scrivevano solo per un’
elite ma anche in modo per
coinvolgere l’intera
popolazione.
Una delle molte forme poetiche
usate dai trovatori è il cosi detto
“sirventese” , che letteralmente
significa “ canzone del servitore”.
Alcuni sirventesi smascheravano
l’ingiustizia dei governanti. Altri
esaltavano gesta eroiche, altruismo,
generosità e misericordia, mentre
criticavano crudeltà e barbarie,
codardia, ipocrisia ed egoismo. Dei
trovatori più importanti si ricordano:
Guglielmo D’Aquitania , uno dei
primi poeti-cantori , Bernart de
Ventadorn, Arnaut Daniel e Bertan
de Born. Oltre ad essi si hanno
notizie, per quanto scarse, di oltre
400 poeti della cui produzione
letteraria ci sono pervenute 300
melodie e 2600 componimenti. Bisogna inoltre
ricordare che la musica che inizialmente
accompagnava i testi andò gradualmente
scomparendo ( come la stessa poesia trobadorica)
nel XIII secolo. Possiamo dunque concludere che
la poesia trobadorica fu la più rappresentativa
poesia nell’ambito medievale grazie alla sua
forma molto accessibile a tutti e alla varietà degli
argomenti che in essa sono trattati.
Lavoro realizzato da:
Giulia Ignazi
Anastasia Santarelli
e Sara Emili.
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Trovatore - Comune di Civitanova Marche