Letteratura cavalleresca e cortese Le canzoni di gesta • Poemi epici medievali • Ciclo carolingio • Canzone di Orlando Romanzi d’amore e d’avventura • Tradizione antica • Ciclo bretone • I romanzi di Chretien de Troyes La lirica provenzale • Ideali sacri, eroici e cortesi • Forme letterarie • Una cultura di contrapposizioni I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia A cura del prof. Luigi O. Rintallo Letteratura cavalleresca e cortese Le Canzoni di gesta Esprimono la nuova epica medievale Le canzoni di gesta rappresentano l’espressione del modello sacraleeroico della cultura medievale. Celebrano la guerra come impresa collettiva, in genere contro i nemici della cristianità (maomettani). Il nucleo più antico di questi poemi risale al sec. XI. Ne sono pervenuti circa un centinaio, fra cui la più nota è la Chanson de Roland (Canzone di Orlando). Narrano fatti leggendari relativi ai tempi di Carlo Magno (800 d.C.) e hanno per protagonisti i paladini della sua corte. La loro diffusione si deve al desiderio della casta signorile di veder celebrate le proprie imprese. Oltre al ciclo carolingio, dedicato a Carlo Magno, vi è un gruppo di canzoni che ha per argomento la rivolta di un feudatario contro l’ingiustizia di un principe malvagio. E’ il ciclo di Raoul Cambrai, con il quale si dà conto della crisi politica che colpì la società feudale fra l’XI e il XII secolo. Quali sono le origini delle Canzoni di gesta? Gli studiosi fanno risalire l’origine delle Canzoni di gesta non tanto allo spirito spontaneo di guerra popolare, ma alle agiografie dei santi raccolte dai chierici nei conventi. Non a caso le prime canzoni sono infatti storie di cavalieri martiri. Le agiografie nacquero in ambiente clericale, ma si diffusero fra il popolo grazie ai giullari. In seguito, i testi delle canzoni vennero trascritti da laici nel sec. XIII per essere destinati non più al canto e alla recitazione, ma alla lettura. Quali sono i loro caratteri stilistici? Le Canzoni di gesta sono composte da lasse (strofe) di versi decasillabi con assonanze, scritte nella Lingua d’Oil della Francia settentrionale. Si tratta di poemi che conservano però gli aspetti stilistici e narrativi tipici della letteratura a trasmissione orale. Molto probabilmente avevano l’accompagnamento musicale ed è per questo che sono dette “chansons”. La Canzone di Orlando E’ il poema più famoso, conservatoci in 4004 decasillabi divisi in 291 lasse che si devono a Turoldo. Racconta della battaglia di Roncisvalle, fra i paladini di Carlo Magno e i popoli baschi islamizzati. La narrazione celebra la guerra santa dei cristiani contro i saraceni e racconta l’episodio della resistenza di Orlando, a capo della retroguardia dell’esercito franco di Carlo Magno. L’aggressione saracena avviene a seguito del tradimento di Gano di Maganza, patrigno di Orlando. Dopo aver resistito a lungo all’attacco saraceno, il paladino prima di morire suona l’olifante (il corno), facendo accorrere il re Carlo che lo vendica sconfiggendo i Mori e giustiziando Gano per il suo tradimento. Letteratura cavalleresca e cortese Romanzi d’amore e d’avventura I generi dei romanzi cortesi Qual è la particolarità dei romanzi cortesi rispetto alle Canzoni di gesta? Per “romanzi cortesi” si intendono dei testi redatti in versi, scritti nelle lingue romanze (o neo-latine) impostesi in Europa dopo la fine della classicità. I romanzi cortesi effettuano una mescolanza fra il tema avventuroso e guerresco e il tema dell’amore per la dama. Se le Canzoni di gesta servivano a celebrare la lotta della nobiltà in nome del Cristianesimo, i romanzi cortesi hanno soprattutto una funzione di intrattenimento e si fondano su complicati intrecci avventurosi. La maggior parte è di produzione francese (lingua d’oil) e dalla Francia si sono quindi imposti in altre letterature volgari. Se ne individuano due filoni fondamentali. Il primo è quello di materia antica, che tratta argomenti della storia di Roma e della Grecia alessandrina. Consiste in rifacimenti di opere classiche, contaminate con le tradizioni derivanti da Ovidio e dalla mitologia cristiana. Il secondo è quello di materia bretone, che racconta vicende dei personaggi della corte di Re Artù, rielaborando leggende celtiche che esaltavano l’avventura, l’amore e il coraggio. Attraverso quali percorsi si sviluppa il genere di materia bretone? Le tappe della diffusione del ciclo bretone sono le seguenti: 1) la Historia regum Britanniae del chierico Goffredo di Monmouth; 2) il poema Brut di Wace; 3) le brevi narrazioni in versi dei lais di Maria di Francia; 4) la leggenda dell’amore fra Tristano e Isotta, composta da Thomas e ripresa da Beroul (1170); 5) i romanzi scritti dal più importante autore medievale prima di Dante, Chretien de Troyes che svolse la sua attività alla corte di Maria d’Aquitania, figlia di Eleonora la protettrice di tanti trovatori. Legatosi quindi al conte di Fiandra, fu attivo fra il 1160 e il 1190. I cinque romanzi di Chretien Dell’opera di Chretien, sono giunti solo cinque romanzi. Erec et Enide affronta il tema di come conciliare l’amore coniugale e le prove cavalleresche, che in precedenza erano state sempre tenute distinte. Cliges è il cavaliere di Re Artù che s’innamora di Fenice, andata in sposa contro la sua volontà all’Imperatore di Bisanzio. Fintasi morta, evita di essere amante di due uomini e rapita da Cliges è condotta alla corte di Artù. Col romanzo Chretien critica l’adulterio celebrato in Tristano e Isotta. Il romanzo di Lancillotto rappresenta il tipo del cavaliere totalmente devoto all’amore per la regina Ginevra. Ivano racconta le molte avventure di un cavaliere errante, che trascura l’impegno a tornare entro un anno dalla sposa e per questo è costretto a superare numerose prove, fino a quando ne ottiene il perdono. Infine, l’ultimo romanzo rimastoci, è Perceval: tenuto lontano dalla cavalleria dalla madre, alla fine si allontana da lei per seguire dei cavalieri. Tornato a casa e saputo che la madre è morta di crepacuore, prosegue le sue avventure. Quando ha la visione del Sacro Graal, egli comprende di essere predestinato a liberare il sacro calice dell’ultima cena di Gesù. Il romanzo rimase interrotto. Letteratura cavalleresca e cortese La poesia d’amore dei Trovatori Espressione della cultura signorile, veicola i suoi modelli e ideali, dando voce alla dialettica interna all’aristocrazia feudale. E’ prodotto di laici e si rivolge al pubblico di corte. Il suo tema privilegiato è l’amore, anche se i Trovatori (fra i quali grandi signori come Guglielmo IX d’Aquitania; sec. XI) rifiutano di comporre poesie espressione diretta di un sentimento. L’esperienza amorosa è astratta dalla realtà e diventa oggetto stilizzato di rappresentazione. La poesia dei Trovatori sarà diffusa in piazza dai Giullari, che interpretano e manipolano i testi. Non mancano i Trovatori che recitavano di persona i loro versi. Gran parte dei motivi della poesia amorosa sono ripresi dal trattato di Andrea Cappellano, De Amore, uscito presso la corte di Eleonora di Aquitania nipote di Guglielmo. L’amore è inteso come un codice d’onore e nobiltà che eleva l’uomo; può risiedere solo in un animo cortese privo di villania e avarizia; è extra-coniugale perché la legittimazione del possesso attenua l’emozione. La lirica provenzale Dove operano i primi grandi Trovatori? I primi grandi Trovatori operano nella Provenza (Francia meridionale) e scrivono i loro testi in lingua d’oc (provenzale). La parola Trovatore deriva dal verbo Trobar, che indica l’operazione di “comporre versi”, trovare figure e metafore idonee al messaggio poetico. Due i modi di poetare: trobar leu, poesie facili e leggibili da tutti; trobar clus, una poesia di versi aspri e difficili da comprendere. Conosciamo circa quattrocento trovatori, tra i quali figurano sia grandi signori feudali, che esponenti della nobiltà minore (Bertran de Born, Sordello). Si cominciarono a scrivere le vite di questi autori attorno al sec. XIII. Cosa si cela dietro il tema del rapporto amoroso dei poeti provenzali? Lo studioso Erich Kohler legge in chiave sociologica le poesie d’amore dei Trovatori, attribuendo alla piccola nobiltà una volontà di riscatto che trova espressione nei testi poetici, laddove però le sue aspirazioni non riguardano più l’ascesa sociale ma si proiettano sul tema dell’amore, in genere adulterino, fra il poeta e la dama sposa del grande feudatario. Quali sono i motivi ricorrenti dell’amor cortese? L’amore e la donna danno gioia: una parola che indica un insieme di valori come vitalità e potenza. La donna scelta è sempre impareggiabile e le vengono riconosciute qualità eccezionali, perfino taumaturgiche. L’amante si rivolge nei suoi confronti secondo i modi e i termini del servizio feudale, per cui egli è vassallo della domina (signora e padrona). Infine, va tenuto presente che questo tipo di amore non esclude affatto la fisicità: il corpo della donna è un “oggetto” bello e desiderabile .