Lavoro svolto dalla classe 1 B A.S. 2004-2005 Docente coordinatore: Prof. Teresa Martellini Iniziamo! Non Conoscendo Intreccio, Possiamo Immaginare Tutto!! Chi ben comincia è a metà dell’opera, si dice. Ma non è sempre vero, almeno per quanto riguarda la letteratura. Esistono libri con attacchi noiosi che nascondono romanzi folgoranti che si esauriscono nel giro di poche pagine.[...] “L’incipit è sempre una porta che l’autore ti offre e se è abile ti farà venire la voglia di oltrepassarla” commenta Carlo Fruttero, che con Franco Lucentini scrisse, 12 anni fa, Incipit. 757 inizi facili e meno facili. Un libro di quiz e di lettura […] Che cosa deve avere un incipit? “Un po’ tutto, deve dare la chiave di lettura di quello che seguirà. Mettere un po’ le mani avanti, fornire segnali, per esempio se sarà un libro fantastico oppure tutto terreno”. [...] L’attacco di un romanzo deve trasportare il lettore in un mondo parallelo.[…] “Lo scrittore deve farti varcare la sua porta. E di sicuro l’incipit deve essere coerente con quanto seguirà. Il come è una scelta dell’autore. […] Una volta i romanzi cominciavano con la descrizione di una via, di una piazza, di un paesaggio. Si seguivano delle mode. […] Se quello che dice è vero, gli incipit degli scrittori moderni dovrebbero essere tutti più immediati, più espliciti. “Kafka è stato il primo con Il Processo: ‘ qualcuno doveva aver calunniato Joseph K., perché una mattina senza che avesse fatto nulla di male, vennero ad arrestarlo ’. […] Per non parlare della Metamorfosi ‘ Un mattino, svegliandosi da sogni inquieti, Gregor Samsa …‘” “Si trovò nel suo letto trasformato in un immenso insetto”. “ Con Kafka comincia l’attacco moderno”. Secondo lei, gli incipit devono essere lunghi o brevi? “ Tutto dipende dal fraseggio di ogni scritto. Henry James poteva scrivere undici righe senza andare a capo, Kafka in una riga e mezzo trasformava Gregor Samsa in un immondo insetto. Il fraseggio è intimo, lo scrittore lo segue d’istinto, lo vede come una creta morbida a cui dare delle curve. È un’arte quasi plastica, quella dell’incipit e di tutta la scrittura. È la musica interna dello scrittore. C’è una parte volontaria, ma poi l’istinto della mano è solo suo, è lui che si lascia scappare il tocco finale”. Il lavoro prende spunto da un articolo comparso sul numero del 4 febbraio 2005 de Il Venerdì di Repubblica e intitolato Garcia Marquez&C., un segreto chiamato incipit. L’articolo trae la sua ispirazione dalla pubblicazione dell’ultimo libro di García Márquez e comincia con un’osservazione generale sugli incipit dei romanzi per passare ad alcune domande rivolte a Carlo Fruttero che, insieme con Franco Lucentini, scrisse un libro dedicato agli incipit. Dopo aver letto l’intero articolo, si è pensato di applicarlo ai gialli perché al momento la classe stava affrontando tale tema. Si è allora deciso di confrontare gli incipit di alcuni testi che la classe presumibilmente non aveva letto, ma si è voluta inserire un’autrice sicuramente nota: Agatha Christie. Si è dato il via a una discussione e sono state poi rielaborate le osservazioni degli studenti. B. Akunin, Incoronazione, 1999 Mi è morto davanti agli occhi, quest’individuo strano e antipatico. Si è svolto tutto in fretta, così in fretta. Il fragore degli spari, ed eccolo già sbalzato contro la fune. Ha lasciato cadere la sua piccola rivoltella, s’è aggrappato al vacillante corrimano e si è irrigidito lì, con la testa rovesciata all’indietro. È balenato il suo volto bianco, rigato dalla striscia dei baffi, poi è scomparso, nascosto dal velo nero. Sì: L’incipit sembra molto dinamico, dettagliato e avvincente: coinvolge il lettore portandolo subito nel vivo della storia e sembra promettere uno svolgimento non monotono. Inoltre l’ambientazione – all’epoca dell’incoronazione dell’ultimo zar di Russia- è originale. No: L’incipit svela subito il delitto e toglie tutta la suspance. Inoltre la trama sembra mal costruita e la situazione troppo assurda per essere inverosimile. Inoltre non è sembrato avvincente lo stile, caratterizzato da periodi molto brevi. Il linguaggio, infine, è troppo semplice. Agatha Christie, Assassinio sull’Orient-Express, 1934 Erano circa le cinque di una mattina d’inverno, in Siria. Lungo il marciapiede della stazione di Aleppo era già formato il treno che gli orari ferroviari internazionali indicavano pomposamente col nome di Taurus Express, e che consisteva in due vetture ordinarie, un vagone-letto e un vagone- ristorante con annesso cucinino. Sì:L’incipit offre informazioni essenziali:il tempo e il luogo della vicenda. Il personaggio del detective, Hercule Poirot, è conosciuto ed è divertente. Lindsey Davis, Le miniere dell’imperatore, 1989 Quando vidi la ragazza che saliva di corsa i gradini, pensa che fosse troppo vestita.Era estate inoltrata e Roma sfrigolava come una frittella nell’olio bollente. Pur tenendo i calzari slacciati, la gente si guardava bene dal toglierseli: neppure un elefante avrebbe osato attraversare la strada scalzo. Molti si accasciavano sugli sgabelli all’ombra degli androni, nudi fino alla cintola e con le ginocchia divaricate; nei vicoli dietro l’Aventino, dove abitavo io, stavano così solo le donne. Io ero al Foro. Lei correva, molto accaldata e troppo coperta, ma fermamente decisa a resistere al calore e ai colpi di sole. Era lucida e appiccicosa come una pasta glassata e quando la vidi risalire di corsa la scalinata del Tempio di Saturno nella mia direzione, non feci niente per scansarla. Ma lei riuscì a evitarmi per un pelo: ci sono uomini che nascono fortunati altri che si chiamano Didio Falco. Sì: L’incipit fornisce un’ambientazione originale -il giallo si svolge nell’antica Roma all’epoca dell’imperatore Vespasiano- e dà l’idea di un giallo d’azione. Inoltre la ragazza suscita interesse e intriga, perché corre e non si capisce il motivo per cui sia così vestita anche se fa così caldo. Il testo suggerisce anche una vena umoristica e fantasiosa da parte della scrittrice. Da ultimo, c’è la componente sentimentale. Carter Dickson, Perché uccidere Patience? 194 Il loro romanzo – se così si può chiamare – cominciò nel padiglione dei rettili ai giardini zoologici Royal Albert. Il vecchio Mike Parsons fu testimone dello storico inizio, e la cosa lo colpì tanto da farlo restare imbambolato. Nella lunga storia del Royal Albert, nei giardini di Kensington, non si era registrato un così danna trambusto da quando Jezebel la tigre era quasi uscita dalla sua gabbia in un bell’autunno di tanti anni prima. Sì:L’incipit è particolare perché ha un’ambientazione molto originale – il rettilario dello zoo di Londra - che suscita interesse. Inoltre l’autore è un noto maestro del mistero della camera chiusa. L’inizio può sembrare così inverosimile da far venire subito la voglia di leggerlo. Margaret Doody, Aristotele detective, 1978 Ascolta, o musa Clio, e aiutami nella stesura di questa storia. I fatti che riferisco sono veri. Io, Stefanos, figlio di Nichiarco, cittadino d’Atene, intendo esporre qui le strane e terribili avventure che mi capitarono nel primo anno della 112 Olimpiade. Si vedrà così come un uomo della mia casa fu calunniato, come fu riconosciuto innocente, e come un malvagio fu consegnato alla giustizia, per opera degli Dei onnipotenti. Inoltre, potrò così celebrare la sapienza del mio consigliere, Aristotele, che io proclamo, a dispetto di tutti i detrattori, uno degli uomini migliori ed uno dei più grandi filosofi del nostro tempo. Sì: L’incipit è interessante e originale perché ricorda Omero: questo lo fa sembrare divertente. L’inizio sembra lento, ma può nascondere un seguito emozionante. Inoltre l’ambientazione inusuale è stata scelta apposta dall’autrice che pensa che il romanzo abbia avuto la sua orine nel mondo antico. Umberto Eco, Il nome della rosa, 1980 In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Questo era in principio presso Dio e compito del monaco fedele sarebbe ripetere ogni giorno con salmodiante umiltà l’unico immodificabile evento di cui si possa asserire l’incontrovertibile verità. Ma videmus nunc per speculum et in aenigmate e la verità, prima che faccia a faccia, si manifesta a tratti (ahi, quanto illeggibili) nell’errore del mondo, così che dobbiamo compitarne i fedeli segnacoli, anche là dove ci appaiono oscuri e quasi intessuti di una volontà del tutto intesa al male. Sì:L’inizio è talmente strano e folle che suscita il desiderio di capire cosa ci sia dietro. Inoltre lo stile biblico dell’incipit coinvolge il potenziale lettore. No:Dal momento che il testo si apre con una citazione biblica, dà l’impressione di essere monotono, lento, senza un obiettivo principale. Inoltre, un incipit così biblico ricorda un libro religioso e l’autore, non rapido nel racconto, si sofferma sulla vita dei monaci. Può non piacere perché non si è coinvolti dall’inizio. Fruttero&Lucentini Enigma in un luogo di mare,1991 Una certa segretezza incombe, dovuta in parte alla natura stessa del luogo, in parte ai suoi caratteri acquisiti, artificiali. Nelle bacheche girevoli che le cartolerie, tabaccherie, e bigiotterie del vicino paese espongono d’estate, non c’è per esempio che un’unica cartolina, sempre la stessa da anni, in cui figuri la pineta. E siccome il fotografo, per darne una veduta d’insieme, l’ha inquadrata dall’alto e d’infilata, tutto quello che ne risulta è una larga e ininterrotta striscia di verde lungo il mare. “Pineta della Gualdana”, dice la scritta sul retro, che si ripete in tedesco, in inglese, in francese. No: L’incipit è banale, anche se la banalità potrebbe essere voluta. Però non sembra che lo scrittore sia volutamente banale. Infine l’inizio è privo di significato e non suscita particolari emozioni. Anne Perry, In un vicolo cieco, 2004 La carrozza svoltò con un sobbalzo, catapultando Pitt in avanti, quasi ginocchioni. Narraway imprecò, una smorfia di tensione sulla faccia cupa. Pitt ritrovò l’equilibrio mentre guadagnavano terreno in prossimità di Aldgate, verso Whitechapel High Street. Gli zoccoli del cavallo pestavano con furia l’acciottolato schivando il traffico che, grazie al cielo, a quella ora del mattino non si era ancora fatto convulso: qualche carretto da venditore ambulante carico di frutta e verdura, un grosso carro da birraio, baroccio che trasportavano merci di vario genere e un omnibus tirato da un cavallo. No: L’incipit è anonimo anche se una carrozza che corre può far pensare ad un giallo d’azione. Ellis Peters, La bara d’argento, 1981 In quella dolce, chiara mattina di maggio in cui si può ritenere che abbia avuto effettivamente inizio la strana storia delle sante reliquie venute da Gwytherin, fratello di Cadfael si era alzato più presto del solito per raccogliere i germogli dei cavoli prima che la giornata si facesse ventosa e i suoi pensieri erano tutti rivolti a semine, trapianti e concimature e non certo a tombe, reliquiari e morti violente, indipendentemente dal fatto che si trattasse di santi di peccatori o di comuni, fallibili mortali come lui. Sì:L’incipit è tranquillo, rilassante, ambientato in una serena primavera e solo apparentemente noioso: questo suscita interesse perché poi si può scoprire che c’è qualcosa di coinvolgente o di losco. Infatti la storia è ambientata nel Medio Evo e parla di reliquie di santi. No:L’incipit è troppo noioso e non è coinvolgente in quanto lento. CONCLUSIONI Come Carlo Fruttero&Franco Lucentini, anche noi della 1 B abbiamo voluto raccogliere alcuni incipit. Abbiamo immaginato di essere in una libreria con pochissimo denaro, sufficiente per l’acquisto di un solo libro, e di avere davanti a noi nove libri dei quali possiamo leggere solo l’incipit perché siamo di corsa. E’ dunque evidente che per scegliere quale giallo acquistare possiamo basarci solo sull’incipit. La discussione si è basata proprio su questo: vedere cosa noi avremmo scelto e perché. La conclusione del dibattito è stata che le scelte sono estremamente soggettive e sono soprattutto basate sul coinvolgimento e l’originalità che l’incipit fa presumere. Al contrario, se le battute iniziali non sono originali o sembrano estranee alle aspettative del potenziale lettore, il libro non viene preso in considerazione. La scelta, quindi, cambia da persona a persona a seconda di cosa ciascuno ama leggere. Da ultimo, non è detto che il vero incipit, ovvero la sola prima frase, sia davvero significativa, forse talvolta è necessario proseguire un po’ nella lettura per avere un’idea più precisa del testo che si ha in mano.