Ecco a voi L’intervista… …il grande matematico Elisa Cremaschi 4010780 SOFIA KOVALEVSKAJA Sofia Kovalevskaja, considerata la prima grande matematica moderna, nasce a Mosca nel 1850, da genitori appartenenti alla nobiltà russa. La sua vita finì a Stoccolma, nel 1891, alla giovane età di 41 anni. iniZiaMO… Buongiorno Sig.ra Kovalevskaja, mi chiamo Elisa e sono una studentessa universitaria. Sto frequentando un corso sulla matematica in cui mi è stato chiesto di intervistare un grande matematico del passato ed io ho scelto lei! Sarebbe disponibile a farsi intervistare da me? Ma certo, con grande piacere! Come mai, tra tanti matematici, ha scelto proprio me? Perché lei è stata la «prima donna» sotto diversi aspetti! Lei è stata, oltre che una grande matematica, anche una scrittrice dotata e una sostenitrice dei diritti delle donne. La ringrazio per questi bei complimenti. Bene, cominci pure… cosa le interessa sapere? Mi parli un po’ di lei, della sua famiglia. Allora la storia è un po’ lunga e complicata, ma vedrò di renderla breve. Sono nata a Mosca nel 1850. Mio padre si chiamava VASILY KORVIN-KRUKOVSKY, un generale d’artiglieria e mia madre VELIZAVETA SHUBERT. Entrambi i miei genitori facevano parte della nobiltà russa. All’età di 18 anni mi sono sposata con un giovane paleontologo, VLADIMIR KOVALEVSKI e da questo matrimonio è nata mia figlia «Foufie». So che il suo matrimonio non è stato facile… No infatti. I miei studi, e gli impegni che ne conseguivano, mi portavano spesso lontano dalla mia famiglia. Ciò non mi ha permesso di stare vicino a mio marito in un brutto momento che gli è costato la vita. Questo è un mio grande rimpianto. A che età ha iniziato ad avere interesse per la matematica? Il mio primo incontro con questa affascinante materia è avvenuto all’età di sei anni guardando la tappezzeria della mia stanza! Erano dei vecchi fogli di analisi di mio padre, passavo ore di fronte a quella parete per cercare di capire il significato di quelle frasi! Era misterioso.. Di suo padre? Quindi la matematica era un interesse «di famiglia»? Direi di sì. La passione per questa materia l’ho ereditata dalla mia famiglia paterna, infatti sia mio nonno che il mio bisnonno erano famosi per i loro studi scientificomatematici, il primo perché un abile matematico e l’altro per i suoi appassionati studi di astronomia. C’è una figura nella sua famiglia che vorrebbe ringraziare per averle trasmesso questa passione? Si, mio zio PIOTR! Spesso si fermava a discutere con me di numerosi concetti relativi ai numeri… è stato lui a trasformare la mia fiammella in un incendio! Cos’è per lei la matematica? La vedevo come una scienza misteriosa ed esaltante, che apriva ai suoi seguaci un nuovo mondo di meraviglie, inaccessibile ai comuni mortali. La matematica è un mondo del tutto separato dal nostro «io», si pensa ad argomenti indipendenti da qualsiasi implicazione individuale…è IMMAGINAZIONE. Il periodo storico in cui è vissuta ha ostacolato o favorito la sua carriera? Decisamente ostacolato! Ho vissuto in Russia, nel periodo del nichilismo, in cui era quasi impossibile per una donna intraprendere la carriera scientifica. Ho combattuto molto per l’emancipazione femminile, insieme a mia sorella ANIUTA. Comunque grazie alla mia forza di volontà, sono riuscita a raggiungere, in modo graduale, i risultati sperati. Nonostante questo clima di intolleranza verso le donne, vi era qualcuno che la sosteneva? Si, il maestro WEIERSTRASS. Cercò di ammettermi alle sue lezioni ma non gli fu permesso, così mi seguì privatamente per 4 anni. Quando salì in cattedra per la prima volta? Nel 1888, dopo aver vinto il premio Bordin per il mio lavoro sulla «Rotazione di un corpo solido intorno a un punto fisso». Ho occupato la cattedra di ANALISI SUPERIORE dell’Università di Stoccolma, dove mi accolsero con grande simpatia. Ricordo che mi annunciarono come la Principessa della Scienza! Di cosa si occupò principalmente nei suoi lavori? Mi sono occupata di analisi e di un teorema, relativo alle equazioni differenziali. Inoltre feci una ricerca sulla propagazione della luce in un mezzo cristallino e una studio sugli anelli di saturno. So che oltre ad essere una grande matematica, è stata anche una grande scrittrice… Si, io ho avuto due amori nella mia vita: la matematica e la letteratura. Mi dedicai a scrivere racconti, critiche letterarie e teatrali, ed articoli scientifici. L’ opera a me più cara è «RICORDI D’INFANZIA», un racconto autobiografico che parla della mia infanzia sino ai 18 anni. Come è riuscita ad unire le due passioni? Chi non ha mai avuto occasione di approfondire la conoscenza della matematica, la confonde con l'aritmetica e la considera un'arida scienza. In realtà è una scienza che richiede molta immaginazione. Uno dei matematici più eminenti del nostro secolo osserva giustamente che sarebbe impossibile essere un matematico senza avere anche l’anima di un poeta. E‘ necessario rinunciare all'antico pregiudizio secondo il quale il poeta deve inventare qualcosa che non esiste, che immaginazione e invenzione sono la stessa cosa. A me pare che il poeta deve soltanto percepire qualcosa che gli altri non percepiscono, vedere più lontano degli altri. E il matematico deve fare la stessa cosa. GRAZIE MADAME KOVALEVSKAJA !