LA FORMAZIONE PROFESSIONALE
E IL SISTEMA SCOLASTICO
NEL PROCESSO FEDERALISTA
Dario Nicoli
FEDERALISMO A PARTIRE DALLA IFP
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Il sistema di finanziamento delle autonomie territoriali
distingue le spese che investono i diritti fondamentali di
cittadinanza (quali sanità, assistenza, istruzione) e quelle
inerenti le funzioni fondamentali degli enti locali.
Circa l’istruzione, le regioni hanno competenze sulla
pianificazione territoriale del sistema, sull’organizzazione
della rete scolastica e sull’istruzione e formazione
professionale.
È proprio l’IFP il “banco di prova” della maturità delle regioni
in tema di sistema educativo, dal quale potranno poi
scaturire gli ulteriori passi di ampliamento degli ambiti di
competenza. Si tratta di capire se esse sono in grado di
garantire una vera politica dei diritti per tutti i cittadini
italiani, e non dei particolarismi politici locali.
VALORE EDUCATIVO E CULTURALE DEL LAVORO
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Con la piena attuazione del nuovo sistema educativo
(legge 53/03), per la prima volta in Italia è stato
riconosciuta la rilevanza educativa e culturale del lavoro,
rappresentato dal sistema di IFP.
Il lavoro rappresenta infatti un ambito dell’esperienza
umana in grado di far emergere le capacità buone delle
persone, di consentire loro di immergersi in maniera
pienamente consapevole nel discorso culturale della
nostra civiltà, infine di dotarsi delle competenze e dei
saperi che consentano loro di esercitare un ruolo attivo
di cittadino e, quindi, di lavoratore.
PRINCIPIO DI EQUIVALENZA FORMATIVA
Rispetto alla riforma del 1962 (scuola media
unica), l’ulteriore elevamento dell’obbligo di
istruzione a 10 anni - che prende ora il nome di
diritto-dovere - non è stato effettuato unificando in
un biennio tutti i percorsi formativi esistenti, ma
tramite il principio della “equivalenza formativa”
che indica le mete comuni di percorsi formativi
che rimangono quindi differenziati.
 È il principio del pluralismo formativo e del rispetto
della varietà degli stili intellettivi degli utenti.
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VALORE DEL SISTEMA IFP
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Il sistema di IFP è la risposta alla separazione tra
momento della “teoria” e momento della “pratica”, un
principio che ha fondato gli apparati scolastici ed
accademici della modernità, e che appare
particolarmente resistente specie nella realtà italiana.
Questa separazione risulta una delle principali cause di
tre fenomeni critici:
isolamento delle istituzioni scolastiche dalla società;
area abnorme di dispersione scolastica;
area abnorme di disoccupazione giovanile per titoli di
studio inadeguati all’inserimento lavorativo.
DUE ORGANISMI EROGATIVI: CFP E IP
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Due sono gli organismi che possono erogare l’offerta
formativa IFP, a partire da una prospettiva differente:
le istituzioni formative accreditate, composte per la
gran parte da enti di formazione professionale che
possiedono i requisiti previsti dai livelli essenziali delle
prestazioni, e che agiscono in via prioritaria ovvero
sistematica;
gli istituti professionali che possono fornire percorsi di
qualifica IFP in regime di sussidiarietà sulla base di
convenzioni con le regioni e province autonome.
DIRITTO FONDAMENTALE: OBBLIGO DI OFFERTA
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Il carattere istituzionale del sistema IFP porta con
sé l’obbligo di offerta formativa che non può
essere incerta, aleatoria; inoltre non sono
plausibili, come giustificazione di tale
comportamento, argomenti politico-ideologici
trattandosi di una componente essenziale del
sistema e quindi di un diritto primario dei cittadini.
Tutte le regioni sono chiamate ad una prova di
maturità democratica: dare vita ad una rete
stabile e qualificata di istituzioni formative in
grado di fornire ai giovani una valida alternativa a
percorsi di studio non professionalizzanti.
NON SOSTITUIBILITA’ DELLA FP TRAMITE GLI IP
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I nuovi istituti professionali possono svolgere percorsi
triennali miranti alla qualifica di istruzione e formazione
professionale, solo in funzione sussidiaria nell’ambito
delle norme regionali, come dice il Regolamento degli
IP: “Gli istituti professionali possono svolgere, in regime
di sussidiarietà e nel rispetto delle competenze
esclusive delle Regioni in materia, un ruolo integrativo e
complementare rispetto al sistema di istruzione e
formazione professionale di cui al Capo III del decreto
legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, ai fini del
conseguimento, anche nell’esercizio dell’apprendistato,
di qualifiche e diplomi professionali”.
UNA PROSPETTIVA NON DISCRIMINANTE
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Se gli IP seguono il regime della sussidiarietà, ovvero
intervengono là dove l’offerta formativa ordinaria delle
strutture formative accreditate sia carente, occorre che la
Regione consenta l’accreditamento del CFP così che
possano fornire la loro offerta formativa. In tal modo risulta
possibile accertare l’ “area di scopertura” (figure
professionali, territori) e coinvolgere gli IP in riferimento a ciò.
Se la Regione persegue una prospettiva di tipo paritario,
vanno assolutamente evitate impostazioni discriminatorie
nei confronti degli enti di fp. Ciò in forza del diritto di scelta
da parte dei giovani e delle loro famiglie, oltre che del
principio di sussidiarietà e di quello di libertà di
insegnamento.
CFP E IP NON COPRONO L’INTERA DOMANDA
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L’idea di sostituire i cfp con gli ip risulterebbe, oltre
che illegittima, anche inadeguata perché, indicata
nel 25-28% la stima della domanda potenziale
(stima molto prudenziale, visto che è attesa un’onda di rientro
dell’eccesso di liceizzazione dei percorsi secondari), gli ip da
soli hanno un’offerta potenziale del 17%, mentre i
cfp del 7-9%.
 Inoltre, l’estrema variabilità regionale fa emergere
un’effettiva discriminazione dei giovani italiani in
base sai territori di residenza.
QUALIFICARE L’APPRENDISTATO IN DDIF
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L’approvazione del Testo Unico sull’apprendistato viene
vista da alcuni come la possibilità di dare risposta alla
domanda di IFP dei giovani, con modalità meno costose.
Si tratta di un’illusione già smentita nel passato:
costruire un’intesa tra organismi formativi ed imprese
non è un’operazione facile né scontata. Inoltre occorre
guardarsi dall’evasione del diritto-dovere, molto facile in
questo settore. L
’apprendistato può svolgere un ruolo importante, ma
numericamente contenuto, quantificabile in un 4-5% del
totale, in buona parte da sommare al 25-28% della
stima totale della domanda di IFP.
FEDERALISMO E COSTI STANDARD
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Secondo quanto previsto dalla legge 42/2009 (Delega al
Governo in materia di federalismo fiscale),le spese
finanziabili saranno calcolate mediante la determinazione
del costo standard collegato ai livelli essenziali delle
prestazioni fissati dalle leggi statali in piena collaborazione
con le Regione e gli enti locali. Conseguentemente, alle
Regioni dovranno essere assicurate le corrispondenti risorse
finanziarie mediante “tributi propri derivati” regionali (cioè, in
sostanza, attivati dalle Regioni sulla base della legge dello
Stato), l’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle
persone fisiche, la compartecipazione regionale all’IVA e le
quote specifiche del fondo perequativo, in modo da garantire
“il finanziamento integrale in ciascuna Regione”.
RESPONSABILITA’ DELLE REGIONI
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A questo punto, si delinea la decisiva responsabilità delle
regioni e province autonome nella costruzione di un sistema di
istruzione e formazione professionale coerente con la nuova
normativa.
Sei sono i livelli di tale responsabilità:
Adeguamento della normativa regionale: legge, indicazioni e
linea guida
Acquisizione (non ambigua) degli standard nazionali
Messa in azione dell’offerta formativa integrale
Elaborazione delle mete di qualità del sistema
Realizzazione di un governo del sistema
Assicurazione delle risorse finanziarie proprie di un diritto
fondamentale di cittadinanza.
VALORE DEMOCRATICO DEL SISTEMA IFP
La responsabilità delle regioni e province autonome assume in questo
ambito un elevato valore democratico:
 garantire ad una quota rilevante della gioventù una formazione
coerente con i principi di cittadinanza europea;
 consentire, in tempi brevi e con esiti positivi, l’inserimento sociale e
lavorativo su ruoli rispondenti alle necessità del mdl;
 Favorire l’inclusione sociale di persone/ceti in situazione di instabilità
e di rischio di emarginazione.
Un sistema di IFP non ambiguo, di qualità, ha quindi un rilevante valore
educativo, con notevoli ricadute in ambito sociale ed economico. È
bene che le regioni e le province autonome ne siano pienamente
consapevoli ed agiscano di conseguenza.
DUE CITAZIONI
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«L’occupazione è il solo elemento che armonizzi le capacità
specifiche di un individuo e la sua funzione sociale. Chiave
della felicità è lo scoprire che cosa uno è adatto a fare e il
dargli l’opportunità di farlo».
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Dewey J., Democrazia ed educazione, Sansoni, Milano, 2004
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“Il lavoro è un’agire spirituale con mezzi sensibili”.
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Sprengler O., L’uomo e la macchina. Contributo ad una filosofia della vita, Settimo
sigillo, Roma, 1989
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