LA COOPERAZIONE SOCIALE DI TIPO A E B 1 Napoli , 8 novembre 2014 CONTENUTI La cooperazione sociale Cooperative di tipo A e B Gli organi sociali della Cooperativa I Consorzi Statistiche Conclusioni 2 Le cooperative sociali sono organizzazioni non profit finalizzate al perseguimento degli interessi generali della comunità, alla promozione umana ed all'integrazione sociale dei cittadini. (Art 1 Legge 381/1991) 3 LA COOPERAZIONE SOCIALE La differenza principale che distingue una cooperativa sociale da un altro tipo di cooperativa sta nel fatto che non nasce per soddisfare un bisogno dei soci ma per soddisfare un bisogno collettivo. 4 LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI COOPERATIVE COOPERATIVE DI CONSUMO: COOPERATIVE EDILIZIE COOPERATIVE DI PRODUZIONE E LAVORO Si costituiscono con lo scopo di assicurare ai sociconsumatori la fornitura di beni, sia di consumo che durevoli a prezzi più contenuti di quelli correnti di mercato. Per raggiungere tale scopo realizzano punti vendita ai quali possono accedere i soci e, previo rilascio dell'apposita licenza di vendita, anche i non soci. Rispondono alle esigenze di soddisfare un bisogno abitativo delle persone, realizzando complessi edilizi che vengono poi assegnati ai soci in proprietà se la cooperativa è a "proprietà divisa" o in diritto di godimento se la cooperativa è a "proprietà indivisa“ Si costituiscono per permettere ai soci di usufruire di condizioni di lavoro migliori sia in termini qualitativi che economici, rispetto a quelli disponibili sul mercato del lavoro. Queste cooperative svolgono la propria attività sia nella produzione diretta dei beni che nella 5 fornitura dei servizi COOPERATIVE AGRICOLE COOPERATIVE PESCA COOPERATIVE SOCIALI Sono costituite da coltivatori e svolgono sia attività diretta di conduzione agricola, sia attività di commercializzazione e trasformazione dei prodotti agricoli conferiti dai soci Sono costituite da soci pescatori e svolgono un'attività con un impegno diretto dei soci o un'attività di servizio ai propri associati, quali l'acquisto di materiale di consumo o di beni durevoli, o la commercializzazione dei prodotti ittici, o la loro trasformazione. […] 6 Emerge che la caratteristica principale delle cooperative sociali sta nel fatto che l'interesse generale costituisce lo scopo sociale preminente rispetto a quello privatistico dei soci, che assume in questo caso un ruolo secondario. 7 CARATTERISTICHE STRUTTURALI 1. “mutualità allargata” Nella Cooperativa “ordinaria” lo scopo mutualistico si ha in quanto più soggetti caratterizzati da un’”omogeneità di interessi” svolgono assieme un’attività economica al fine di trarne un vantaggio, non necessariamente rappresentato da un utile patrimoniale, ma in ogni caso superiore a quello che ogni associato potrebbe singolarmente conseguire a seguito della conduzione separata ed autonoma della medesima attività. Nella Cooperativa “sociale”, pur mantenendosi in vita le caratteristiche strutturali tipiche dell’imprenditoria cooperativa, l’associazione di più soggetti non è determinata dalla presenza di un “bisogno omogeneo”, ma dallo “scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini”. Il confronto rivela un vero e proprio “allargamento della mutualità”: laddove la “mutualità ordinaria” si estrinseca in un beneficio esclusivo dei soci, quella “allargata” va ad interessare, la collettività sociale. 8 2. “impresa sociale” Nelle cooperative sociali i principi dell’efficacia e dell’efficienza economica sono impiegati, non in vista della soddisfazione di un fine ultimo, quanto piuttosto per “massimizzare” il benessere collettivo. In questo modo, la cooperativa, si differenzia non solo dal volontariato, con il quale condivide la natura solidaristica dello scopo, ma anche dall’impresa “for profit. Il “plusvalore” della Cooperativa sociale sta dunque nel concepire e rendere “produttivo” ciò che comunemente, nei termini della concezione economica classica dominante, è considerato “improduttivo”. 9 3. “democrazia interna” La gestione partecipata, caratteristica fondamentale ed irrinunciabile della Cooperativa sociale, fa sì che ogni socio si configuri come soggetto attivo all’interno del processo decisionale, cosicché ogni strategia, ogni programma od azione della Cooperativa stessa sarà determinato dallo scambio “comunicativo-decisionale” della base sociale(senso di appartenenza). 10 4. “modello cooperativo di organizzazione” Data la sua natura “sui generis”, i suoi valori di riferimento (solidarietà e gestione partecipata, da un lato; efficacia ed efficienza imprenditoriali e qualità del servizio, dall’altro), la Cooperativa sociale non ha solitamente (per quanto attiene ai metodi ed alle procedure da porre in essere per la realizzazione del proprio scopo sociale) un modello organizzativo tradizionale a cui direttamente riferirsi. Il “modello cooperativo di organizzazione” fondato sui principi della massima valorizzazione delle risorse umane comunitarie, della democrazia partecipativa, dell’interdipendenza, condivisione e decentralizzazione funzionale, è capace di raggiungere lo scopo sociale previsto 11 5. “interazione con il territorio” La comunità locale è il “contesto” entro il quale agire; contesto inteso non solo come “luogo del disagio sociale”, ma anche e forse soprattutto come “serbatoio” di risorse sociali. Lo scopo della Cooperativa sociale è quello di corresponsabilizzare la società di riferimento e di dar vita, successivamente, ad un vero e proprio lavoro di rete in vista della soddisfazione dell’interesse generale della “salute comunitaria”. 12 6. “servizio di qualità” Il servizio erogato è di qualità in quanto non autoreferenziale, ma in quanto, piuttosto, sempre e comunque riferito (dalla realizzazione al consumo) alla persona e, quindi, capace in ogni sua fase di esistenza di valorizzare la prerogativa umana rispettando ai classici parametri dell’imprenditoria (efficacia ed efficienza) . 13 LA STORIA La cooperazione di tipo sociale, in Italia, nasce come fenomeno spontaneo intorno alla metà degli anni Sessanta, ed inizia ad assumere dimensioni significative tra gli anni Settanta e Ottanta Nasce come risposta all'inadeguatezza, del nostro sistema di Welfare, di soddisfare bisogni collettivi ed assistere le categorie più deboli. 14 Sotto il profilo legislativo, le cooperative sociali nascono solamente agli inizi degli anni Novanta con la Legge n. 381 dell' 8 novembre 1991 "Disciplina delle cooperative sociali“ 15 L'art. 1 della legge n.381 prevede che le cooperative sociali possano raggiungere lo scopo sociale e solidaristico, attraverso due distinte modalità : La gestione di servizi socio sanitari ed educativi COOPERATIVE A Lo svolgimento di attività produttive finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate COOPERATIVE B 16 LA COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A Le cooperative di tipo A, hanno il compito di gestire servizi socio-sanitari educativi, sia direttamente sia in convenzione con enti pubblici. Possono gestire: servizi sociali (progetti di reinserimento sociale, centri di aggregazione per ragazzi, centri sociali per anziani, centri rieducativi per malati psichici, case alloggio, case famiglia, ecc) sanitari (strutture sanitarie, assistenza domiciliare ad anziani ecc.) educativi (centri educativi per ragazzi, centri ludici, animazione di strada, formazione per operatori sociali, ecc.). 17 PECULIARITA’ COOPERATIVE A Non si tratta di servizi sanitari classici la cui fruizione avvantaggia solo ed esclusivamente il soggetto interessato, bensì di un servizi sociosanitario integrati che arrecano un beneficio sì all’individuo ma anche all’intera comunità di riferimento (si pensi ad es. all’assistenza sociosanitaria agli anziani, alle persone con disabilità, agli affetti da particolari patologie invalidanti, etc.). Relativamente al settore “educativo”, il termine è senza dubbio impiegato in un’accezione generale potendovi ricomprendere dei corsi di formazione ed addestramento professionale quanto delle scuole professionali. 18 LA COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO B Le cooperative di tipo B possono svolgere diverse attività (agricola, industriale, artigianale, commerciale, di servizi ecc..) finalizzate alla formazione ed all'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. La normativa di riferimento richiede, per questo tipo di cooperative, la presenza di almeno il 30% dei lavoratori svantaggiati, prevedendo per essi l'azzeramento degli oneri contributivi per l'assicurazione obbligatoria previdenziale ed assistenziale a carico della cooperativa 19 PERSONE SVANTAGGIATE Si considerano persone svantaggiate ai sensi dell’art. 4, Legge 381/91 gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, ex degenti di istituti psichiatrici soggetti in trattamento psichiatrico tossicodipendenti alcolisti minori in età lavorativa in situazione di difficoltà familiare condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione. La condizione di persona svantaggiata deve risultare da documentazione proveniente dalla pubblica amministrazione, il grado di invalidità deve essere superiore al 45%. 20 PECULIARITA’ COOPERATIVE B L'art. 5 della legge 381/91 regolamenta la possibilità da parte da Enti pubblici, in deroga alle disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione, di stipulare convenzioni con esse per la fornitura di servizi finalizzati a creare opportunità di lavoro per persone svantaggiate. (Convenzione di inserimento lavorativo inclusa nel contratto di affidamento) Soglia massima € 200.000 21 COOPERATIVE SOCIALI MISTE Il Ministero del Lavoro, con propria circolare, ha riconosciuto la possibilità di costituire cooperative sociali a scopo plurimo, ovvero sia di tipo A che di tipo B. Le tipologie di svantaggio e/o le aree di intervento devono esplicitamente indicate nell'oggetto sociale siano adeguatamente coordinate per il raggiungimento delle finalità attribuite alle cooperative sociali. Il collegamento funzionale tra le attività di tipo A e B deve essere indicato chiaramente nello statuto sociale. Inoltre l'organizzazione delle cooperative sociali deve consentire la netta separazione delle gestioni relative alle attività esercitate, ai fini di una 22 corretta applicazione della normativa vigente. RAGGIUNGIMENTO DELLA PROPRIA MISSION COOPERATIVE DI TIPO A Direttamente attraverso l’attività svolta COOPERATIVE DI TIPO B Attraverso lo volgimento dell'attività caratteristica 23 GLI ORGANI SOCIALI DELLA COOPERATIVA Assemblea dei soci Consiglio di amministrazione Collegio sindacale 24 ASSEMBLEA DEI SOCI L’assemblea dei soci ha il compito principale di: indirizzare l’attività della società approvare il bilancio preventivo e consuntivo eleggere le cariche sociali. Per la natura delle decisioni che può prendere è definito l’organo sovrano. Ogni socio ha un voto (principio una testa un voto), qualunque sia la quota di capitale sottoscritto, l’unica eccezione è rivolta alle persone giuridiche socie, cui l’atto costitutivo può attribuire fino a 5 voti. 25 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Realizza la gestione operativa della cooperativa, Esegue e decide gli atti amministrativi nell'ambito degli indirizzi e delle regole stabilite dall'assemblea. I singoli consiglieri possono ottenere incarichi per attuare specifici progetti o attività. 26 IL COLLEGIO SINDACALE Il collegio sindacale è l’organo che controlla la legalità e la buona amministrazione sull’intera attività sociale senza l’intromissione nelle scelte di opportunità e di convenienza economica. 27 CONSORZIO Il Consorzio è un’aggregazione di cooperative sociali : Ha la Funzione di promuovere l’impresa sociale Svolge la Funzione main contractor Svolte attività di rappresentanza degli interessi cooperativi Cura l’interlocuzione con le Istituzioni Sviluppa collaborazioni e sinergie tra le cooperative aderenti La sua peculiarità è rappresentata dal fatto che la sua base sociale è costituita da altre Cooperative. Affinché lo stesso “Consorzio” possa qualificarsi quale Cooperativa Sociale (di tipo C) e possa avvalersi, conseguentemente, di tutte le agevolazioni previste dalla Legge per le Cooperative Sociali, l’art. 8 della L 381/91 richiede che la base sociale sia formata in misura non inferiore al 70% da Cooperative Sociali. 28 STATISTICHE 29 IL TREND DI CRESCITA DELLE COOPERATIVE SOCIALI 30 DIMENSIONI E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 31 Fonte: Osservatorio sulle Imprese Cooperative e Sociali in Italia, Euricse (2011) I PARTNER ECONOMICI E PRODUZZIVI DELLE COOPERATIVE SOCIALI Fonte: Indagine sul Non profit, Ipsos-UniCredit 32 CONCLUSIONI Oggi le cooperative sociali sono in continua espansione, tra le organizzazioni finalizzate a fornire servizi ad interesse collettivo, esse sono quelle il cui sviluppo è stato maggiore nell'ultimo decennio nel nostro Paese. Attraverso elementi quali capacità imprenditoriale, professionalità, azione sociale e volontariato, esse riescono a dare un contributo determinante al miglioramento del benessere collettivo e riescono a soddisfare bisogni sociali inevasi. 33 Alcuni movimenti hanno un elevato scopo sociale altri, invece, un fine economico soltanto le cooperative li hanno entrambi A.Marshall - economista 34 Grazie per l’attenzione Milena De Santis [email protected] 35