Artù
La forza del mito 04-05
La forza del mito 04
I tornei a tema arturiano
sono il veicolo
privilegiato per la
diffusione della leggenda
tra tutte le classi sociali.
Principi, baroni e cavalieri
provenienti da tutta
Europa cominciano a
giocare a re Artù. Questa
usanza continuò fino alla
fine del XV secolo, in
particolare intorno al re
Renato d'Angiò.
Un grande compilazione
commissionata da Jacques
d'Armagnac
Compilazione arturiana realizzata da
Micheau Gonnot
Francia centrale, intorno al 1470
Provenienza: Jacques V d'Armagnac;
famiglia Montjehan (XVI secolo);
connestabile di Borbone; nella
biblioteca del re sotto Francesco I
BnF, Manuscrits, français 112, t. I (f.
183 v°-184)
Un grande raccolta commissionata da Jacques d'Armagnac
•
Si legge nell'ultima pagina di questo volume: " Et est au duc de Nemours, Conte de la Marche,
pour Castres, Jacques V." Si tratta di Jacques V d'Armagnac, conte di Nemours, che fu
decapitato nel 1477 per ordine del re Luigi XI, a causa del suo coinvolgimento nella rivolta
della Lega del bene pubblico. Bibliofilo fastoso, ereditò una parte della biblioteca del nonno, il
duca Jean de Berry, e fece realizzare anche numerosi manoscritti - tra cui i romanzi della
Tavola Rotonda - per i suoi castelli di Castres e di Carlat. In seguito al restauro nel 1980, il
manoscritto BnF, fr. 112, è diviso in tre tomi, corrispondenti ai libri II-IV (il libro I era già
mancante nel XVI secolo). Miniato da Évrard d’Espinques, miniatore abituale di Jacques V, che
contiene una delle compilazioni arturiane più ambiziose della fine del Medioevo,
paragonabile per dimensione alla Lancelot-Compilatie olandese, al Buch der Abenteuer
realizzato da Ulrich Fuetrer per il duca di Baviera nel 1473-1483, o alla Morte Darthur di
Thomas Malory. Ma, a differenza di queste opere, il testo del manoscritto BnF, fr. 112 non ha
avuto ulteriore diffusione. Gonnot Micheau, uno dei copisti 'autorizzati’ di Jacques
d'Armagnac, aveva già copiato per lui un manoscritto del Tristan en prose (BnF, fr. 99),
quando realizzò questa compilazione che riunisce il Lancelot-Graal, il Tristan en prose, Guiron
le Courtois, il ciclo detto della Post-Vulgata e le Prophéties de Merlin.
Un grande raccolta commissionata da Jacques d'Armagnac 2
•
La tecnica del compilatore è volta a creare la ‘storia totale’ dei cavalieri di Artù, stabilendo
collegamenti tra i romanzi che utilizza, riassumendone la materia e riunendo in un racconto
continuo episodi frammentati dall’entrelacement. La parte mostrata è un esempio di questa
tecnica: essa espone prima la fine di un episodio, dal Courtois Guiron che si trova solo in un
altro manoscritto, sempre copiato per Jacques d'Armagnac e miniato da Évrard d’Espinques
(Torino, BNU, R 1622) – la liberazione di Blanor il Nero, il buon cavaliere senza paura, da
Nabon il Nero, il suo avvento come re di Estrangorre, il suo assassinio e la partenza del figlio
Blanor, il Cavaliere dalla cotta maltagliata, per la corte di Artù e poi l'inizio del torneo a
Sorelois, secondo una versione particolare del Tristan en prose, fornita dal BnF, fr. 99. Per
questa parte, Micheau Gonnot ha trovato la sua fonte in due manoscritti di proprietà del suo
protettore, Jacques d'Armagnac, uno dei quali è stato copiato da lui.
Frontespizio della Quête
du Graal
Tristan en prose
Ahun, 1463
Provenienza: Jacques V d'Armagnac;
Pierre de Beaujeu; biblioteca ducale de
Moulins; confiscata da Francesco I
BnF, Manuscrits, français 99, (f. 531)
Frontespizio della Quête du Graal
•
Il français 99 è un manoscritto ben documentato. Il verso dell’ultimo foglio riporta il
colophon del copista: "Au jourd'uy huitiesme jour du mois d'octobre mil cccc lxiii fu acheve
ce ronmans par Micheau Gonnot de la Brouce prestre demeurant a Crousant." In basso, una
annotazione riporta il nome del committente e il titolo: "Jacques duc de Nemours, conte de
La Marche... et per de France". Una seconda annotazione afferma che questo libro ha "sept
cens quarante cinq feulles & histoires vixxxi". Per “histoires”, bisogna intendere le
illustrazioni: attribuite a Évrard d'Espinques, che Jacques d'Armagnac aveva stabilito sulle sue
terre, a Ahun, e che, da solo o insieme ad altri, illustrò manoscritti per il suo protettore, tra
cui un Lancelot-Graal (BnF, fr. 113-116). Micheau Gonnot lavorò anche lui più volte per il
duca, realizzando, tra gli altri, la famosa compilazione di testi arturiani contenuta nel BnF, fr.
112.
Frontespizio della Quête du Graal 2
•
Il testo del Tristan en prose contenuto nel BnF, fr. 99 è una tarda versione del romanzo che
molto probabilmente servì come fonte diretta a Micheau Gonnot per la redazione del BnF, fr.
112. Il f. 561, riccamente decorato, segna l'inizio della ricerca del Graal. Il racconto riunisce in
questa versione del Tristan en prose, la Quête del Lancelot-Graal e quella del ciclo detto della
Post-Vulgate. Si vedono, in basso, le arme semicancellate di Jacques d'Armagnac.
L’illustrazione è suddivisa in tre riquadri, che rappresentano l’investitura di Galaad, Galaad
che estrae la spada dalla roccia, e il torneo di Camelot. Le arme mettono in grado di
riconoscere molti dei partecipanti al torneo. Lancillotto porta d'argent à trois bandes de
gueules e i suoi cugini Lionello, Borso e Bliobléris portano rispettivamente d'argent semé
d'étoiles de sable à trois bandes de gueules brochantes, d'hermine à trois bandes de gueules
et d'argent semé de croissants de sable à trois bandes de gueules brochantes. Quanto a
Tristano, è identificabile per lo scudo e le protezioni del cavallo, blasonate de sinople au lion
d'or armé et lampassé de gueules.
La forza del mito 05
Artù in Europa
Anche se la leggenda di Artù è nata
nelle regioni celtiche della Gran
Bretagna, tra cui il Galles, le prime
opere letterarie sono apparse in
francese alla corte dei Plantageneti e
dei conti di Champagne.
Le Chevalier au Lion
Due riquadri: 1. Lunete conduce Yvain
e il suo leone da Laudine; il Cavaliere
si inginocchia davanti alla sua signora,
che lascia il castello. - 2. Riconciliati,
Yvain e Laudine si abbracciano,
mentre una servente porta loro del
vino; gli amanti si ritrovano nella loro
stanza, il leone sdraiato ai piedi del
letto.
Chretien de Troyes (ca. 1135-ca. 1185),
Yvain, Le Chevalier au Lion
Romanzo scritto tra il 1177 e il 1181
Manoscritto copiato nel nord della
Francia, verso il 1325
BnF, Manuscrits, Français 1433 fol. 118
Le Chevalier au Lion
•
•
Le prodezze di Yvain, come cavaliere del leone, gli hanno restituito la sua reputazione. Deciso
a riconquistare l'amore del Laudine, torna alla fontana meravigliosa per far piovere tanto
quanto ce n’è bisogno. Il temporale è così terribile che l'intera foresta sembra riversarsi
nell’inferno. Laudine teme che il suo castello crolli d’un sol colpo. Si lamenta che nessuno
difenda più la sua fontana, da quando Yvain l’ha lasciata. Lunete, la sua serva fedele,
suggerisce che il cavaliere del leone potrebbe proteggerla. Laudine giura di "rendergli l'amore
che un tempo ha goduto con la sua dama" e invia Lunete a recuperare quel cavaliere galante.
L'illustrazione è divisa in due riquadri. In quello superiore, Lunete conduce il cavaliere del
leone dalla sua dama. Yvain con le braccia incrociate sul cuore in segno di amore e di umiltà,
poi, sempre coperto con la sua armatura, si getta ai piedi di Laudine che esce dal suo castello
per ricevere l'omaggio. Ella è stupita di scoprire che si tratta di Yvain, suo marito, colui che
l’aveva abbandonata e lasciata sola ed è furiosa per lo stratagemma di Lunete, che
incessantemente sostiene la causa di Yvain. Nel riquadro inferiore, Laudine concede infine il
suo perdono al marito e lo prende tra le braccia. Viene servito del vino per celebrare la loro
riconciliazione, prima che gli innamorati si ritrovino nella loro camera, il leone steso ai piedi
del letto.
•
Frontespizio del focolare
pericoloso
L'Âtre périlleux
romanzo anonimo, verso il 1250
Manoscritto copiato nel nord della
Francia, verso il 1325
BnF, Manuscrits, Français 1433 fol. Av
et B
•
Fol. Av : Cinque scene - Una ragazza arriva alla
corte di Artù; mentre la corte è a banchetto,
viene rapita da Escanor della montagna;
fuggono a cavallo verso la foresta; partito al
loro inseguimento, Galvano si riposa presso un
cimitero, il focolare pericoloso, dove incontra
una damigella prigioniera di un diavolo;
Galavano salva la damigella, sconfiggendo il
demonio del focolare.
Fol. B: sette scene - Combattimento tra Galvano
(scudo e protezione del cavallo con il eone
d‘oro) e Escanor della montagna; inginocchiato
a terra, Escanor è stato sconfitto da Galvano
davanti ai cortigiani; Galvano scopre il supplizio
di una donna nuda dentro una fonte gelata;
combatte il suo oppressore, il cavaliere Bréhauz
sotto gli occhi dei cortigiani; Galvano libera
l’amico di Cadrès da un matrimonio per forza;
Galvano arriva a cavallo nella grande sala del
castello di Tristano-che-non-ride, quando gli si
presenta una bara contenente il braccio del
cavaliere Cortois de Huberlant, sotto gli occhi
dei cortigiani a tavola; partenza dei cavalieri.
Frontespizio del focolare pericoloso
Frontespizio del focolare pericoloso
•
Il manoscritto riunisce due testi, l’Âtre périlleux, un romanzo che mette in scena Gauvain e il
Chevalier au Lion di Chrétien de Troyes, che si aggrega al percorso esemplare di Yvain. Il
copista ha progettato il suo libro come un unico oggetto, offrendo un ciclo di miniature simili
che unifica i due romanzi e combina le due figure di Yvain e Gauvain. Tali dipinti a piena
pagina sono eccezionali in un romanzo di quel periodo. Al di là della semplice illustrazione
delle scene principali, le miniature sviluppano un legame reciproco, mettendo in scena la
rappresentazione di un ideale: quello del cavaliere, difensore dei deboli e degli oppressi.
L'illustratore presenta il suo modello in due fasi incarnate dai nostri due eroi: la prima è
anticipazione del secondo, al punto da far portare a Gauvain le armi e il colori del cavaliere
del leone.
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Artù 03 La forza del mito 04-05