La luce è all’origine della vita, grazie alla propagazione della luce attraverso il sole ogni essere vivente può nascere e crescere. Tramontato il sole, appare il firmamento e la lampada della notte: la luna Luce, calore, energia Il Fuoco produce calore, questo è il potere del sole. luce ed energia, ma la L’uomo, per creare e per distruggere, ha “riprodotto” storia dell’uomo prosegue questo potere sulla terra. dalla Luce del fuoco alla Luce senza il fuoco Un lungo “misterioso” periodo intercorre tra i disonauri, i grandi abitatori della terra apparsi apparsi 200 milioni di anni fa ed estinti 65 milioni di anni fa (circa), e la specie “ Homo”. Si fa risalire l’origine dell’uomo sulla terra a circa 4 milioni di anni fa, lo si è dedotto dal ritrovamento di scheletri le cui ossa del bacino avrebbero permesso la stazione eretta. Le ipotesi sulla sua origine (mutazione genetica da scimmie antropomorfe) sono ancora avvolte nella nebbia (forse nel mistero). La possibilità che siamo “frutto” di manipolazioni genetiche, condotte da esseri provenienti da altri sistemi solari, si è fatta strada in ambienti non ufficialmente riconosciuti . Rimangono alcune testimonianze di vita riguardo ai nostri antenati risalenti al paleolitico circa 120-130 mila anni fa. Chi è Prometeo? E Quando di certo conoscevano il fuoco quale lotta fu condotta nei cieli (secondo il mito tra Titani e Zeus) . Quale fuoco Prometeo rubò. Il fuoco di brace o quello della mente? Forse l’elettricità. Dal fulmine alla luce elettrica Da 130000 anni fa, fino a tutto il 1800 e primi del 1900 l’unica fonte di luce è stato il fuoco, o il prodotto di combustione (oli, cere, gas). Dopo l’avvistamento di Urano 13,3,1781 si iniziato a produrre luce in altro modo: l’elettricità 1799:generatore statico di energia elettrica(pila di A.Volta) LA LUCE, ESPERIENZA DI COSCIENZA, MACINA DELL’EVOLUZIONE La luce per l’umanità ha sempre significato sicurezza, emersione dal buio e dal caos Quale condizione e causa dell’esistenza la luce accompagna la vita nel suo esilio fecondo nella forma, fino al riassorbimento finale nella dimensione dell’essere GENESI ...v’era tenebra sulla superficie dell’oceano e lo spirito di Dio era sulla superficie delle acque. Dio allora ordinò: Vi sia luce. E vi fu luce, vide che quella luce era buona e separò la luce dalla tenebra... La Luce che non percepiamo, la macina dell’evoluzione. La tradizione esoterica parla di Etere, le tradizioni orientali di AKASHA, il primo elemento. Si è a lungo discusso su questa Luce, visto che nella Genesi Biblica le sorgenti luminose che possiamo conoscere con il senso della vista(sole, luna e stelle) compaiono solo al IV giorno della creazione H. P. Blavatsky dice che l’Akasha è uno dei principi cosmici, è la sostanza, il materiale plastico creativo, la quintessenza di tutte le possibili forme di energia, materiale, psichica, spirituale. Contiene in essa i germi della Creazione Universale che scorrono sotto l’impulso dello Spirito Divino Fin dalle origini, la luce assunse un ruolo centrale, costituendo il mezzo privilegiato che permise di entrare in relazione con il mondo. In particolare, quando gli uomini cominciarono a sentire il bisogno di interpretare la realtà, dando vita al pensiero filosofico, il motivo della luce venne investito del significato più pregnante di espressione della stessa verità. Molti studuiosi collegano il termine greco sofòs (saggio) a safès (chiaro, esposto alla luce) Tutte le grandi esperienze del sapere sono state compiute guardando la volta celeste di notte, dall’osservazione dei sumeri, a Copernico, Keplero, Galileo... fino agli astrofisici COPERNICO L’astronomia è la più antica delle scienze naturali, ed è sempre stata utilizzata per creare un sistema cosmogonico, punto di riferimento per civiltà che iniziavano ad avere barlumi significativi di coscienza. 16000 anni fa nel paleolitico superiore erano già state individuate 25 costellazioni, e catalogate in base alla loro posizione come superiori, medie, inferiori; Si pensa così definissero tre realtà: sovrasensibile, umana e infera. L’ emozione per la luce, lo stupore per l’immensità hanno determinato l’insorgere del pensiero religioso, filosofico e scientifico Negli ultimi anni ha assunto sempre più importanza la possibilità di utilizzare il cosmo come un laboratorio non per determinare la proprietà dei corpi celesti, ma per scoprire le nuove leggi della fisica, andando a ritroso nel tempo fino a cercare l’attimo iniziale, il BigBang. Avendo la luce una velocità di percorrenza per giungere a noi, più i telescopi diventano potenti, più si ha la possibilità di tornare indietro nel tempo. Nel percorso tortuoso della ricerca scientifica vi è la costante lineare della luce. Il semplice concetto di luce è già indizio di verità possibile e raggiungibile. La conoscenza si attua sia con l’emozione che con la ragione, perchè scienza e trascendenza camminano entrambi su un sentiero illuminato La vita arriva (forse) sulla scia di una luminosa cometa... Così si pensa da quando, nel 2006 sono state trovate nella polvere catturata di una cometa, traccie di un amminoacido che costituisce la base del DNA umano. Le stelle descritte dagli scienziati e classificate come bianche, gialle, blu rosse, giganti, supergiganti, nane ecc. sono l’attuale pantheon; Ciascuna stella ha la sua vita più giovane o meno, composte di diversi gas, con luminosità particolari, alcune sul punto di collassare, di morire, di trasformarsi. Ogni stella ha la sua storia come gli dei descritti dalle cosmogonie, ma i miti permettevano l’interiorizzazione delle storie e con questa la possibilità di accedere al sacro e di avere un esperienza profonda e significativa, una crescita di coscienza . La ricerca del significato profondo della vita non può non prendere spunto dalla luce. La Luce non crea, bensì evidenzia, fa percepire, fa riconoscere a tutti i livelli: fisico, emotivo, mentale , intuitivo. La Luce permette la visione, avere la vista buona va al di là del significato letterale, è metafora di veder chiaro nelle situazioni (anche emotive). Avere le idee chiare è simbolo di conoscenza e padronanza, anche di saggezza, avere un lampo intuitivo di percezione è l’inizio di un cammino di un percorso forse iniziatico ... Ogni cosa che vediamo è solo ombra della vera luce diceva Platone, ove la vera luce era per lui il mondo delle idee. La simbologia sulla luce è vastissima, identificandosi sia con lo spirito. sia con l’intelletto, con la vita stessa e con la speranza salvifica Luce e tenebre costituiscono il più importante sistema dualistico di forze polari. Bronzo etrusco: Ombra della sera La dualità si sostanzia nella luce, la luce nella dualità. Non si può prescindere da questo concetto se si vuole penetrare la vera natura della luce. Dire luce infatti vuol dire ombra. La luce in se e per se non può esistere . Forse una totale illuminazione, una totale assenza di ombra lascerebbe il passo ad una forma di energia più elevata di quella che possiamo vivere nei nostri corpi destinati a fare “ombra” La coppia luce /tenebre formano un opposizione archetipica comune a tutte le letterature Nella letteratura greca classica la luce significa, in senso figurato, la sfera del bene, essere nella Luce significa appartenere ad una dimensione divina. Simbolo universale della Divinità la luce, dopo il caos dell’oscurità originaria, “La luce toglie” in quanto attraversò il tutto ricacciando differenzia ed estranea i corpi nei loro confini le tenebre uno dall’altro, toglie il senso dell’unione, della totalità (caos immenso e coeso prima che la luce fosse o che il Big Bang esplodesse). La luce non è solo un quid che ci permette di vedere le cose, ciò che vediamo ci fa entrare in relazione, vedere le cose e gli “altri” permette di relazionarci . La luce definisce soggettività e oggettività “La luce offre” conoscenza in quanto discrimina e separa. L’intelligenza è la luce della mente, e la coscienza che ne deriva, come capacità di riflettere, permette l’individuazione. Data la necessità della luce per la vita, “essere nella luce” arriva a significare la vita stessa, mentre “essere nell’ade” equivale ad essere nelle tenebre. Nell’antico testamento “ la luce è la veste di Dio” (salmo 104,2) Per questo i malvagi camminano nell’oscurità (Proverbi 4,19) e anche dopo la morte saranno circondati dalle tenebre (Salmo 97 112,4). Il giusto gode della luce della vita (Salmo 97) Venire al mondo è venire alla luce. La nascita è anche una perdita (del confortevole utero sul piano biologico) ma è anche l’unica via che abilita (nel senso che rende abili) e ci riconduce spirale dopo spirale alla riunione dell’origine. Gli occhi che brillano, l’aureola dei santi, l’aura colorata, l’illuminazione della ragione, in ogni cultura la luce è simbolo del bene.L’uomo tende alla luce e fugge dalle tenebre. Tra biologia ed esoterismo la luce nelle sue sfaccettature fisiche e metafisiche è una metafora del sapere e dell’evoluzione dell’anima umana Da Aristotele a a Gothe, da Benjamin alla new age la ricerca della verità è attraversata dalla presenza della luce, realtà e metafora. Nel mito della caverna Platone attribuisce alla luce un valore prevalentemente simbolico: l’appropriazione della luce da parte dell’uomo, relegato a vivere nel buio fisico e nell’ombra immateriale del propro essere, signficava riuscire a guadagnare la consapevolezza di sè e della realtà circostante. Ci si accorge della luce quando è assente. E’ la luce che si rivela e si svela. Ciò che è illuminato, non c’è dato conoscere. Occorre riportare la coscienza alla luce, svelando i veli di Maya o della doxa (opinione). Ma come si fa ad avere una coscienza luminosa? Platone dice che bisogna“girare su se stessi “ per rivolgersi verso la vera luce . La metafora della luce e dell’ombra è stata utilizzata in chiave psicologia da C. G. Jung Egli descrive infatti l’ombra come l’eterno antagonista, all’origine di numerosi conflitti; è la parte repressa dell’individuo. Spesso l’ombra viene proiettata, ed è la personificazione di quello che rifiutiamo o neghiamo. In un primo tempo perdere la propria ombra è fastidioso, se non pericoloso, perchè il percorso prevede di perdere“noi stessi” cioè le identificazioni cristallizzate. Ma in questo processo di progressiva perdita si mobilizza la psiche e alla fine dell’ardua esplorazione si trova la scoperta di Sè, della nostra vera luce interiore, della parte di sapienza divina seppellita nel più profondo del nostro essere. Questo processo avviene attraverso la “purificazione” in quanto viene reintegrato ciò che era sepolto, nel profondo. Accettando e “perdonando” noi stessi si integra la faccia nascosta consentendo la rinascita di Sè. Fondamentale aspetto della luce è l’illuminazione nel senso di trasparenza. Se consideriamo infatti l’intensità di una sorgente luminosa vediamo che dipende da due fattori. L’intensità effettiva della sorgente. Il grado di trasparenza che veicola e tramette la luminosità irradiata. Es. la lampadina sporca fa meno luce... Il serpente quale intensità è l’indagine, la ricerca, la mente che analizza. È l’intelligenza acuta. E’ la concentrazione, la polarizzazione della luce che è indirizzata ad uno scopo. Questa penetrazione della mente deve essere bilanciata dall’azione della “colomba” ovvero dalla trasparenza come assenza di aspettative personali e impersonalità dell’azione, la mancanza di attaccamenti, l’oblatività, insieme alla sistematica espansione di coscienza porta a diventare sempre più trasparenti e sottili e CANDIDI come colombe ASTUTI come serpentiquindi sensibili alla dimensione del Reale Il messaggio senza l’ ombra Nelle tradizioni esistono degli esseri che hanno ricevuto, nel corso della vita sul piano fisico, verso i trent’anni, un esperienza di luce “ senza ombra” . Sia Buddha che Gesù di Nazareth dopo questa esperienza iniziarono la loro opera terrena, trasmisero il messaggio della Luce senza ombra Allora per sette giorni, libero dal malessere del corpo, egli sedette contemplando la propria mente, ... Il saggio riflettendo che in quel sito aveva raggiunto il “risveglio” realizzò il desiderio del suo cuore ( Le gesta del Buddha, ASVAGHOSA) Chiara Luce: Il senso dell’esistenza individuale è diventare ciò che si è già Ognuno è rifugio di stesso, chi altro potrebbe essere il rifugio? Nella tradizone del Buddhismo Zen l’esperienza del Satori, del risveglio nella luce, si raggiunge eliminando la distanza tra colui che osserva e la cosa osservata, senza che questo sia un processo intellettuale. Occorre cambiare il rapporto con il mondo, sbarazzandosi del processo analitico per pervenire alla spontaneità. L’arciere deve essere focalizzato sull’obiettivo, e non sull’arco e la freccia che impugna spontaneamente e inconsciamente. La coscienza personale è lasciata agire mentre si è focalizzati sulla Coscienza trascendente. La luce che brilla al di là di questo cielo, al di là di tutto nei più alti mondi, oltre i quali non ve ne sono di più altri, è in verità la stessa luce che brilla (Chrindagya Upanishad III, 13,2) all’interno dell’uomo Quando è raggiunta l’estrema pace si irradia una luce celeste. Chi ha sviluppato questa luce celeste vede l’uomo interiore . Il Sè reale ... Gesù prese con sè Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti ... Voi siete il sale della terra …. Voi siete la luce del mondo … Risplenda così la vostra luce.. (Matteo 5, 14/16) Io sono la Luce del mondo ( Vangelo di Giovanni, 8,12) Nel Vangelo di Giovanni il simbolo della luce si ritrova in tutto lo scritto. E’ lo splendore della vita, della pienezza contenuta nel progetto creatore (GV 1,4) non esiste per Giovanni una luce anteriore e differente alla vita stessa. La luce equivale metaforicamente alla VERITA.’ Ancora più interessanti le implicazioni che nascono dallo studio del lessico greco. Con la stessa radice PH inizia Phos, luce e Phonè, suono.* L’idea della “luce” è dunque in assonanza con il “suono” e rimanda alla causa prima della manifestazione che è Suono e Luce insieme. (Fotografia e fonetica hanno la stessa radice) Plotino e il neo Platonismo: Dio è come luce, non può fare altro che emanare ed investire tutto ciò che gli è attorno, più piccola è la distanza dall’ Uno, più la luce divina vi sarà. Così la materia è l’estremo limite del propagarsi della luce che emana dall’Uno originario, che non può che emanare, essendo la luce di per sè diffusiva Nella Pistis Sophia, fede e sapienza ( testo gnostico del 200 dC.) Si parla della Luce pura, “luce delle luci” che emana dall’Uno, inneffabile e inconoscibile e si suddivide in tre prime regioni...al di sotto di queste regioni spirituali di luce esiste il mondo degli Eoni che sono una miscela di materia e di luce . La gloria di colui che tutto muove per l’universo penetra, e risplende in una parte più che altrove... Nel ciel che più della sua luce prende fu’io, e vidi cose che ridir non può chi di la sù discende... Dante inizia il primo canto del Paradiso con l’idea della luce che risplende nell’Universo ma che è possibile cogliere secondo la possibilità di ciascuno. Nel XXXI Canto tra Dio e i beati c’è una moltitudine di angeli che hanno il compito di comunicare pace e letizia che hanno acquisito volando a fianco verso Dio Nel XXXI canto Dante riprende il tema dello splendore della Luce che è distribuita secondo la possibilità di riflettere... [..]chè la luce divina è penetrante per l’universo secondo ch’è degno, sì che nulla le puote essere ostante [..](di ostacolo) O luce etterna che sola in te sidi, sola t’intendi, e da te intelletta e intendente te ami e arridi