LAUDATO SI’
Lettera enciclica
del Santo Padre
Francesco
sulla cura della casa
comune
24 maggio 2015
Solennità di Pentecoste
Struttura della LS
Introduzione (1-16)
Capitolo PRIMO
QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA (17-61)
Capitolo SECONDO
IL VANGELO DELLA CREAZIONE (62-100)
Capitolo TERZO
LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA (101-136)
Capitolo QUARTO
UN’ECOLOGIA INTEGRALE (137-162)
Capitolo QUINTO
ALCUNE LINEE DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE (163-201)
Capitolo SESTO
EDUCAZIONE E SPIRITUALITÀ ECOLOGICA (202-246)
“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra” (1)
Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori (2)
-
Giovanni XXIII si rivolge a tutti gli uomini di
buona volontà (Pacem in Terris)
-
Paolo VI parla di “sfruttamento sconsiderato della
natura”
-
Giovanni Paolo II richiama più volte a una
“autentica ecologia umana”
-
Benedetto XVI ha messo in guardia dal
considerare la natura “semplicemente proprietà
nostra”
-
Il Patriarca Bartolomeo: un crimine contro la
natura è un crimine contro noi stessi e un peccato
contro Dio (8)
Credo che Francesco sia l’esempio per
eccellenza della cura per ciò che è debole e di
una ecologia integrale, vissuta con gioia e
autenticità. (…) l’ecologia integrale richiede
apertura verso categorie che trascendono il
linguaggio delle scienze esatte o della biologia
e ci collegano con l’essenza dell’umano.
(…) ci propone di riconoscere la natura come
uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci
trasmette qualcosa della sua bellezza e della
sua bontà (10-12)
La sfida urgente di proteggere la nostra casa
comune comprende la preoccupazione di unire
tutta la famiglia umana nella ricerca di uno
sviluppo sostenibile e integrale (13)
Il percorso della LS
(…) attraverso vari aspetti dell’attuale crisi
ecologica (…), riprenderò argomentazioni
che scaturiscono dalla tradizione giudeocristiana, al fine di dare maggiore coerenza
al nostro impegno per l’ambiente. Poi
proverò ad arrivare alle radici della
situazione attuale, in modo da coglierne
non solo i sintomi ma anche le cause più
profonde.
Così
potremo
proporre
un’ecologia che (…) integri il posto
specifico che l’essere umano occupa in
questo mondo (…), alcune ampie linee di
dialogo e di azione (…). Infine, un
cammino educativo, (…) alcune linee di
maturazione umana ispirate al tesoro
dell’esperienza spirituale cristiana (15)
I temi principali della LS
…alcuni assi portanti (…) attraversano
tutta l’Enciclica. Per esempio: l’intima
relazione tra i poveri e la fragilità del
pianeta; la convinzione che tutto nel
mondo è intimamente connesso; la critica
al nuovo paradigma e alle forme di potere
che derivano dalla tecnologia; l’invito a
cercare altri modi di intendere l’economia
e il progresso; il valore proprio di ogni
creatura; il senso umano dell’ecologia; la
necessità di dibattiti sinceri e onesti; la
grave responsabilità della politica
internazionale e locale; la cultura dello
scarto e la proposta di un nuovo stile di
vita. (16)
CAPITOLO PRIMO
QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
INQUINAMENTO E CAMBIAMENTI CLIMATICI
LA QUESTIONE DELL’ACQUA
PERDITA DI BIODIVERSITÀ
DETERIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA UMANA E DEGRADAZIONE
SOCIALE
INEQUITÀ PLANETARIA
LA DEBOLEZZA DELLE REAZIONI
DIVERSITÀ DI OPINIONI
Metodo e premesse
Le riflessioni teologiche o filosofiche sulla situazione dell’umanità e del mondo possono suonare
come un messaggio ripetitivo e vuoto, se non si presentano nuovamente a partire da un confronto
con il contesto attuale (17)
Gli obiettivi di questo cambiamento veloce e
costante non necessariamente sono orientati
al bene comune e a uno sviluppo umano,
sostenibile e integrale (18)
(…) matura una sincera e dolorosa
preoccupazione per ciò che sta accadendo
al nostro pianeta. (…) L’obiettivo non è di
raccogliere informazioni o saziare la nostra
curiosità, ma di prendere dolorosa coscienza
(…) e così riconoscere qual è il contributo
che ciascuno può portare (19)
I.
INQUINAMENTO E CAMBIAMENTI CLIMATICI
Esistono forme di inquinamento che colpiscono
quotidianamente le persone (20) inquinando aria, terra,
acqua.
La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in
un immenso deposito di immondizia” (21).
Questi problemi sono intimamente legati alla cultura
dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi
quanto le cose che si trasformano velocemente in
spazzatura. (…) il funzionamento degli ecosistemi
naturali è esemplare (…). Al contrario, il sistema
industriale, alla fine del ciclo di produzione e di
consumo, non ha sviluppato la capacità di assorbire e
riutilizzare rifiuti e scorie (22).
Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti. (…) siamo in presenza di un
preoccupante riscaldamento del sistema climatico. (…) L’umanità è chiamata a
prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di
consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo
producono o lo accentuano (23)
Se la tendenza attuale continua, questo
secolo potrebbe essere testimone di
cambiamenti climatici inauditi e di una
distruzione senza precedenti degli
ecosistemi, con gravi conseguenze per
tutti noi (24).
Molti di coloro che detengono più risorse
e potere economico o politico sembrano
concentrarsi soprattutto nel mascherare
i problemi o nasconderne i sintomi,
cercando solo di ridurre alcuni impatti
negativi di cambiamenti climatici (26).
II. LA QUESTIONE DELL’ACQUA
L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perché è
indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici
(28)
Un problema particolarmente serio è quello della qualità
dell’acqua disponibile per i poveri, che provoca molte
morti ogni giorno. Fra i poveri sono frequenti le malattie
legate all’acqua, incluse quelle causate da microorganismi
e da sostanze chimiche (29)
(…) in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare
questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle
leggi del mercato. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e
sicura è un diritto umano essenziale. (…) è prevedibile
che il controllo dell’acqua da parte di grandi imprese
mondiali si trasformi in una delle principali fonti di
conflitto di questo secolo (30-31)
III. PERDITA DI BIODIVERSITÀ
Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e
animali (…). La stragrande maggioranza si estingue
per ragioni che hanno a che fare con qualche attività
umana (33)
Quando si analizza l’impatto ambientale di qualche
iniziativa economica (…) non sempre si include uno
studio attento dell’impatto sulla biodiversità, come
se la perdita di alcune specie o di gruppi animali o
vegetali fosse qualcosa di poco rilevante (35)
La cura degli ecosistemi richiede uno sguardo che
vada aldilà dell’immediato, perché quando si cerca
solo un profitto economico rapido e facile, a nessuno
interessa veramente la loro preservazione (36)
Ci sono luoghi che richiedono una cura
particolare a motivo della loro enorme
importanza per l’ecosistema mondiale (…).
Ricordiamo, per esempio, quei polmoni del
pianeta colmi di biodiversità che sono
l’Amazzonia e il bacino fluviale del Congo,
o le grandi falde acquifere e i ghiacciai. (…)
la vita nei fiumi, nei laghi, nei mari e negli
oceani, che nutre gran parte della
popolazione mondiale, si vede colpita dal
prelievo incontrollato delle risorse ittiche,
che provoca diminuzioni drastiche di alcune
specie (37-38.40-41)
Poiché tutte le creature sono connesse tra loro, di ognuna dev’essere riconosciuto il
valore con affetto e ammirazione, e tutti noi esseri creati abbiamo bisogno gli uni
degli altri (42)
IV.
DETERIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA
VITA UMANA E DEGRADAZIONE SOCIALE
(…) non possiamo tralasciare di considerare gli effetti
del degrado ambientale, dell’attuale modello di
sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle
persone (43)
Tra le componenti sociali del cambiamento globale si
includono (…) l’esclusione sociale, la disuguaglianza
nella disponibilità e nel consumo dell’energia e di altri
servizi, la frammentazione sociale, l’aumento della
violenza e il sorgere di nuove forme di aggressività
sociale, (…) la perdita di identità (46)
(…) le relazioni reali con gli altri, con tutte le sfide che
implicano, tendono ad essere sostituite da un tipo di
comunicazione mediata da internet. (…) e così si genera
spesso un nuovo tipo di emozioni artificiali, che hanno a
che vedere più con dispositivi e schermi che con le
persone e la natura (47)
V.
INEQUITÀ PLANETARIA
L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme (48)
(…) un vero approccio ecologico diventa sempre un
approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle
discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido
della terra quanto il grido dei poveri (49)
Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un
mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una
riduzione della natalità. Non mancano pressioni
internazionali sui Paesi in via di sviluppo che
condizionano gli aiuti economici a determinate politiche
di “salute riproduttiva”. (…) la crescita demografica è
pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e
solidale (50)
L’inequità (…) obbliga a pensare ad un’etica delle relazioni internazionali. C’è
infatti un vero “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a
squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso
sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi (51)
È necessario che i Paesi sviluppati
contribuiscano a risolvere questo debito
limitando in modo importante il
consumo di energia non rinnovabile, e
apportando risorse ai Paesi più
bisognosi per promuovere politiche e
programmi di sviluppo sostenibile.
(…)
Bisogna
rafforzare
la
consapevolezza che siamo una sola
famiglia umana (52)
VI.
LA DEBOLEZZA DELLE REAZIONI
Queste situazioni provocano i gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli
abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un’altra rotta (53)
Degna di nota è la debolezza della
reazione politica internazionale. (…)
L’alleanza tra economia e tecnologia
finisce per lasciare fuori tutto ciò che non
fa parte dei loro interessi immediati (54)
È
prevedibile
che,
di
fronte
all’esaurimento di alcune risorse, si vada
creando uno scenario favorevole per
nuove guerre, mascherate con nobili
rivendicazioni (57)
VII.
DIVERSITÀ DI OPINIONI
(…) alcuni sostengono ad ogni costo il mito del progresso (…). altri ritengono che
la specie umana, con qualunque suo intervento, può essere solo una minaccia e
compromettere l’ecosistema mondiale (60)
Su molte questioni concrete la Chiesa non ha
motivo di proporre una parola definitiva e
capisce che deve ascoltare e promuovere il
dibattito onesto fra gli scienziati, rispettando
le diversità di opinione. Basta però guardare la
realtà con sincerità per vedere che c’è un
grande deterioramento della nostra casa
comune. (…) aldilà di qualunque previsione
catastrofica, è certo che l’attuale sistema
mondiale è insostenibile da diversi punti di vista
(…): l’umanità ha deluso l’attesa divina (61)
FINE
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