AZIONE CATTOLICA DI BOLOGNA CAMPO UNITARIO – VIDICIATICO, 24-26 GIUGNO 2011 INCONTRIAMOCI A METÀ STRADA ESSERE GIOVANI: Vita presente al futuro SOMMARIO • • • • • La condizione giovanile oggi (ricerca IPRASE) Alcuni NODI nel rapporto giovani-adulti ASPETTATIVE dei giovani verso gli adulti “I piedi di Giovanni” Testi di riferimento I SEGNI DELLA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA 1. Ascesa della socialità ristretta e nuovi riferimenti valoriali • I giovani d’oggi somigliano a cuccioli d’oro, cresciuti in un clima famigliare protettivo e scarsamente conflittuale in cui poter condividere, costruire e cementare amicizie solide in un continuum tra spazi di vita precedentemente distinti (famiglia e pari ad esempio). • I giovani valorizzano, ricercano e premiano gli affetti primari a scapito di ideali materialistici di affermazione manifesta di sé. I SEGNI DELLA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA 2. Il primato delle nuove tecnologie • I giovani sono altamente alfabetizzati dal punto di vista informatico e usano e vivono questa loro competenza nella loro quotidianità (nativi digitali) con naturalezza e costanza. I SEGNI DELLA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA 3. Diventare adulti senza essere stati grandi “Si assiste tra i giovani ad un continuo procrastinamento delle scelte di vita personali” (casa, lavoro, relazione di coppia, genitorialità) • I giovani italiani studiano sempre di più e questo li porta inevitabilmente ad accrescere la loro dipendenza dai genitori e le loro aspettative verso il proprio futuro professionale; • Una volta pronti a fare ingresso nel mercato del lavoro, si trovano invischiati in lunghi processi di inserimento che richiedono pazienza e tenacia a fronte di una stabilizzazione e di un adeguato compenso sempre più difficili da ottenere. • La famiglia si sostituisce al sistema di sicurezza sociale, garantendo protezione senza poter incentivare l’indipendenza dei giovani. I SEGNI DELLA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA 4. Flessibilità, presentismo e reversibilità delle scelte I giovani incontrano oggi scarsa… …capacità di progettare il proprio avvenire nel lungo periodo - generazione contraddistinta dalla cronica incapacità di sapersi proiettare nel domani e di programmare il proprio futuro con lungimiranza e senso di responsabilità? …possibilità di progettare il proprio avvenire nel lungo periodo - nuovo pragmatismo di breve periodo come reazione inevitabile di fronte a un quadro sociale che non permette di guardare oltre un certo orizzonte con margini ragionevoli di programmabilità? I SEGNI DELLA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA 5. La vita come destino • Maggiore apertura al fatalismo Spesso si traduce in un abbassamento dei livelli di guardia nei confronti non solo della progettualità ma anche di alcune forme di rischio e pericolo, con un sostanziale rifiuto delle logiche di prevenzione. • Sfiducia nell’altro e nella società adulta Il prossimo è sempre meno percepito come una risorsa, un’occasione di scambio, di crescita, di reciproco supporto e sempre più come una minaccia da cui difendersi, da ingannare prima di essere ingannati. • Disaffezione verso le istituzioni Chiusura privatistica verso il proprio immediato intorno affettivo, azione interessata limitatamente al piccolo gruppo di riferimento a scapito della partecipazione politica in senso lato e dell’impegno per il mantenimento del bene comune. I SEGNI DELLA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA 6. Dall’esclusività del matrimonio alla libertà sessuale: nuove modalità relazionali • La maggior parte dei giovani crede in una sostanziale separazione tra aree di vita tradizionalmente sovrapposte ed unite in modo indissolubile: sessualità, procreazione e matrimonio sono ora comunemente intese come disgiunte o, quantomeno, come non unite necessariamente. • L’ambito relativo alla dimensione affettiva e sessuale vissuta al di fuori e prima del matrimonio ha perso l’aurea di proibito: si sono attenuati i confini netti tra giusto e sbagliato, tra ammissibile e non ammissibile, per dare spazio alla libertà individuale e alla realizzazione personale, anche nella relazionalità di coppia (anche tra i sottogruppi di giovani cattolici, che si disallineano spesso dalla morale proposta dalla Chiesa). LA CONDIZIONE DEI GIOVANI… • Una generazione benestante, cresciuta in famiglie accoglienti, amorevoli e concilianti su cui è sempre possibile contare • Una generazione che rischia di investire in una formazione (lunga) che si rivela inutile per il mercato del lavoro e un sistema economico inefficienti, che non sono in grado di garantire sicurezza e una protezione tali da permettere solidità personale e sociale • Una generazione “dormiente”, numericamente contenuta e che per questo sta perdendo prerogative e rappresentanza pubblica, rischiando di diventare invisibile • Una generazione che ha bisogno di nuovo futuro …O ANCHE QUELLA DEGLI ADULTI? “Gli atteggiamenti dei giovani non sono molto diversi da quelli della popolazione adulta… Più che anticipare quello che verrà, i giovani ci sembrano piuttosto rispecchiare lo stato attuale di una società ripiegata sul presente che evita di guardare e di progettare il futuro” (A. Cavalli, 2007) GIOVANI E ADULTI: ALCUNI NODI • - - RESISTENZA AL CAMBIAMENTO Perché se una proposta viene dai giovani spesso è etichettata a priori come eccessiva, oppositiva, rivoluzionaria, poco meditata? Gli adulti hanno perso la capacità di mettere in discussione le proprie prassi, le attività e gli impegni che non rispondono più a bisogni effettivi? Perchè gli adulti spesso temono che le proposte nuove nascano sulla scorta di un giudizio negativo rispetto alle cose già fatte e non pensano che le proposte possano essere solo migliorative? • - IL NAVIGARE A VISTA Gli adulti non sperimentano al pari dei giovani “entusiasti” la difficoltà nel progettare, nell’agire attraverso un discernimento attento all’oggi, con la necessaria coerenza che deriva dalla chiarezza di obiettivi,con una prospettiva di lungo termine? • - SPAZI DI PROTAGONISMO Vengono riconosciuti gli spazi in cui i giovani agiscono il loro impegno e servizio nella vita associativa (o si vede solo la diserzione dagli spazi istituzionali)? Difficoltà di accesso ed espressione nei contesti decisionali formalizzati - GIOVANI E ADULTI: ALCUNI NODI (2) • MODO DI PROCEDERE INSIEME - Nella costruzione della comunione è vero che c’è bisogno che il primo passo venga fatto dai giovani? - Come mai quando si tratta di fare cose insieme a volte gli adulti sembrano sottintendere la logica del do ut des verso i giovani? - Approcci alla relazione segnati da pregiudizi sull’orizzonte e l’immaginario della generazione giovanile, poche spiegazioni dei perché e aspettativa che i giovani si adeguino... • RELAZIONE EDUCATIVA - Sbilanciati verso il rapporto molto asimmetrico, a “dominanza” adulta, col pericolo del paternalismo; - Sbilanciati verso il rapporto troppo simmetrico, ad appiattimento delle differenze e snaturarsi delle identità attraverso una emulazione del “modello” che si presume l’altra generazione abbia in mente. GIOVANI E ADULTI: LE ASPETTATIVE • RELAZIONE - “Stare con”, relazionalità sincera e credibile, sentire di appartenere a qualcuno, essere riconosciuti, ricevere fiducia dalla società adulta, condivisione incondizionata, ascolto e comprensione (come armi contro la solitudine) • SFIDE - Essere educati ad assumersi rischi e responsabilità - Giocarsi davvero la posta in palio con adulti di riferimento - Confronto “ad armi pari”, dialogo e dialettica GIOVANI E ADULTI: LE ASPETTATIVE (2) • ORIENTAMENTO - Trovare una figura educativa a cui affidarsi per essere accompagnati nelle scelte, aiutati nella ristrutturazione delle ipotetiche vite da sperimentare - Essere ascoltati senza giudizi di valore basati solo su esperienze passate e vite già vissute - Sapere che non si devono sempre difendere ma che sono guardati con precomprensione positiva • VISIONE Maggiore coerenza ed universalità, spiegazione delle regole e loro rispetto, modi di rendere partecipi più disinteressati, trasparenti e leali. • MODUS VIVENDI Esempi di vita e testimonianze, biografie come narrazioni positive che lascino un segnale concreto di come si può stare-nel-mondo in maniera autentica, anche senza pretendere di cambiarlo. “Noi ci affanniamo, sì a organizzare convegni per i giovani, facciamo la vivisezione dei loro problemi su interminabili tavole rotonde, li frastorniamo con l'abbaglio del meeting, li mettiamo anche al centro dei programmi pastorali, ma poi resta il sospetto che, sia pur a fin di bene, più che servirli, ci si voglia servire di loro. Perché diciamocelo con franchezza i giovani rappresentano sempre un buon investimento. Perché sono la misura della nostra capacità di aggregazione e il fiore all'occhiello del nostro ascendente sociale. Perché se sul piano economico il loro favore rende in temimi di denaro, sul piano religioso il loro consenso paga in termini di immagine. Perché, comunque, è sempre redditizia la politica di accompagnarsi con chi, pur senza soldi in tasca, dispone di infinite risorse spendibili sui mercati generali della vita. Servire i giovani, invece, è tutt’altra cosa. Significa considerarli poveri con cui giocare in perdita, non potenziali ricchi da blandire furbescamente in anticipo. Significa ascoltarli. Deporre i panneggi del nostro insopportabile paternalismo. Cingersi l’asciugatoio della discrezione per andare all’ essenziale. Far tintinnare nel catino le lacrime della condivisione e non quelle del disappunto per le nostre sicurezze predicatorie messe in crisi. Asciugare i loro piedi, non come fossero le protesi dei nostri, ma accettando con fiducia che percorrano altri sentieri imprevedibili, e comunque non tracciati da noi. Significa far credito sul futuro, senza garanzie e senza avalli. Scommettere sulI’ inedito di un Dio che non invecchia. Rinunciare alla pretesa di contenerne la fantasia. Camminare in novità di vita verso quei cieli nuovi e quelle terre nuove a cui si sono sempre diretti i piedi di Giovanni, l’apostolo dagli occhi di aquila, che è morto ultracentenario senza essersi stancato di credere nell'amore”. (Da “I piedi di Giovanni”, di don Tonino Bello) Testi consultati • Bazzanella A., “La condizione giovanile in Italia: una rassegna” in Investire nelle nuove generazioni: modelli di politiche giovanili in Italia e in Europa, Editore Provincia Autonoma di Trento – IPRASE del Trentino, 2010 • Bello Don Antonio, “I piedi di Giovanni” • Buzzi C., Cavalli A., de Lillo A., Rapporto giovani. Sesta indagine IARD sulla condizione giovanile in Italia, il Mulino, Bologna, 2007. • Colombo M., “ Nuove generazioni. Quali bisogni educativi?”, Dialoghi, Anno XI, n. 1, 2011