• “Quale dovrebbe essere la “giusta” distribuzione del Y ? ”
la risposta richiede giudizi di valore
• il dibattito riguardante la distribuzione del Y non si può
condurre secondo i criteri di oggettività che caratterizzano
l’economia come scienza…?
• Quindi analisi degli economisti limitata ad interpretare i
problemi sociali esclusivamente in termini di efficienza (Kristol,
1980).
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• Ma possono le modalità di intervento pubblico viste...far fronte
a tutte le problematicità presenti nelle collettività?
• Es., nel caso di diseguaglianze e di povertà?
Concetti collegati ma distinti:
La diseguaglianza fa riferimento alla posizione relativa dei
singoli individui rispetto ad una certa variabile (es: Y), o di
gruppi rispetto al totale della popolazione.
La povertà si concentra soltanto su quegli individui le cui
condizioni si trovano al di sotto di uno standard definito come
essenziale x godere di un min di benessere.
 Perché esistono notevoli diseguaglianze di Y?
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• Le misure della diseguaglianza o della povertà (a livello
mondiale o locale) prendono in considerazione la distribuzione
dei Y per individui o famiglie.
• Si costruiscono così delle analisi basate su:
 Indici di disagio
 Distribuzioni di frequenza e distribuzione per
decili (e/o quintili)
Curve di concentrazione e indici (GINI *)
* [misura sintetica del grado di diseguaglianza della distribuzione;
se indice=0 perfetta equità nella distribuzionetutte le famiglie
hanno stesso Y o ricchezza;
se indice=1 max diseguaglianzaY tot o ricchezza ad 1 sola famiglia]
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Cfr la distribuzione del Y in un arco di tempo ≈ cfr il rapporto
tra Y tot posseduto da una certa % (es., 20%) di popolazione
con Y + alti e Y posseduto dal 20% di popolazione con Y + bassi
• Cfr che evidenzia la diseguaglianza e il suo possibile aumento.
• Diseguaglianza = misura della concentrazione di risorse in una
popolazione di riferimento
• Per misurare la diseguaglianza dei Y misura preliminare:
ordinare le famiglie in base ai Y, dal + basso al + alto.
• Ma famiglie + numerose hanno + bisogni? .. considerare la ≠
composizione familiare e le “economie di scala”
• Allora cfr in termini di Y equivalente = cioè, di quel Y che tiene
conto della ≠ composizione della famiglia.
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La diseguaglianza…nel ns. paese
• Nel 2011 il quinto (20%) più ricco della popolazione ha ricevuto
un Y 5,6 volte > a quello del quinto più povero! valori che sono
↑ negli ultimi anni
• L’indice di concentrazione di Gini, nel 2010, del Y delle famiglie
italiane è 0,31 (mentre lo stesso indice per la ricchezza netta ha
un valore doppio, pari a 0,62).
• Nel 2008 il Yme del 10 % più ricco degli italiani era di 49.300 E,
10 volte > del Yme del 10% più povero (4.877 E) con un ↑ della
diseguaglianza rispetto a metà anni ‘80 (quando rapporto era 8
a 1)
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Italia
• Da circa 20 anni (1993) grado di diseguaglianza (indice di Gini) oscilla
intorno allo 0,33
• Valore < della media ponderata paesi Ocse (0,35 nel 2013) e a quello
presente nel paese (0,37) negli anni di espansione del sistema di
welfare
• Negli anni della crisi (i dati sono fermi al 2012/2013…) la dinamica
della diseguaglianza varia a seconda *dei Paesi, ma anche del *modo
di misurare la diseguaglianza (riferimento a Y o ricchezza netta, a tutti
gli strati della popolazione o agli estremi…)
• Curva a V: profilo della diseguaglianza negli anni della recessione
(2008-2009) sembra prima ↓ e poi ↑….come se la crisi avesse prima
penalizzato e poi premiato i ricchi !!!!
• Si è verificato nel Sud d’Italia, ma anche nelle economie avanzate….si
è supposto che questo andamento abbia a che fare con il movimento
degli indici azionari…prima calanti e poi crescenti…
• Divario Nord Sud Gini
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• Le imposte sui Y ed i sussidi sociali hanno ruolo importante su
redistribuzione del Y in Italia, riducendo la diseguaglianza di
circa il 30% (la media OCSE è un quarto)
• nb: Y disponibile = Y da lavoro e capitale + trasferimenti
pubblici – tasse
• Graf. seguente : fonte OCSE, nei Y si tiene conto della
dimensione delle famiglie ed i dati si riferiscono alla
popolazione in età lavorativa (18-65)
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• Negli ultimi anni l’↑ di valore del patrimonio è stato maggiore
dell’↑ del Y
• la distribuzione della ricchezza nei paesi industrializzati è di
solito molto più concentrata di quella del Y (e lo abbiamo visto
con i valori dell’indice Gini)
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Disuguaglianza
Per analizzare le variazioni delle disuguaglianza nel mondo occorre
distinguere 3 tipi di divario:
a) Disuguaglianza fra nazioni o disuguaglianza internazionale (..between)
b) Disuguaglianza all’interno delle nazioni o disuguaglianza interna
(intranazionale o ..within)
c) disuguaglianza mondiale , cioè fra tutti i cittadini del mondo considerato
come un unico paese (..total)
• Dibattito:
- La globalizzazione, come libero movimento di beni, capitali, ma
anche persone (con l’immigrazione) ha ridotto la povertà?
- Misurazione della diseguaglianza:
- tra paesi (ciascuno ‘pesato’ con la sua popolazione)
- all’interno di ciascun paese
- nel mondo (come un’unica economia)
Rapporto Fondazione Hume
 Diseguaglianza tra Paesi:
• Aumenta tra 1960 e 1980, poi inizia a calare e con velocità maggiore dopo il 2000
• Andamento dovuto anche al rallentamento delle economie ricche (e all’↑ del PIL pro-capite
di Cina, ma anche dell’India)
• Andamenti opposti se si considerano solo le economie avanzate ..(ritorna ai valori di 32 anni
addietro…)
 Diseguaglianza interna tra i paesi:
- forte incremento dal 1982 (pesa la crescita della diseguaglianza in
Cina e in India…).
- escludendo i 2 paesi …↑della diseguaglianza fino al 1996, ..ma poi
stabilità dell’indice
- suddivisione del mondo in gruppi..mostra dinamiche molto ≠
• Grafico between / within
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- ↑, oltre che in Cina ed in India, in altri paesi asiatici e nei paesi ex
comunisti
- ↓, dalla fine del secolo scorso in poi, in America Latina e in diversi
paesi africani…ma ogni paese ha una storia a sé…
- Conclusione comune:
‘nelle società avanzate la diseguaglianza è più alta oggi di 40 anni fa,
ma la tendenza attuale dominante è alla diminuzione’
- Nel mondo come 1 unica economia ha prevalso la tendenza alla↓
della diseguaglianza tra i cittadini del mondo: dal 2000 il pianeta è un
po’ più uguale….
• GINI Diseguaglianza interna tra gruppi di paesi
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…in tema di diseguaglianza:
1) Stiglitz (2013), Il prezzo della diseguaglianza, Einaudi ed.
2) Piketty (2014), il capitale del XXI secolo, Bompiani ed.
3) Atkinson, Inequality, in pubblicazione da Cortina edit. (in uscita
tradotto)
• Atkinson:
- Descrive la diseguaglianza e la sua evoluzione
- Dichiara che la diseguaglianza non è cresciuta ovunque
- Per evidenziare un cambiamento apprezzabile fissa una soglia che, a
suo parere, potrebbe essere pari a 3 punti - Gini
- …ma quando analizza le tendenze effettive della diseguaglianza nelle
società avanzate (oggetto del libro)…sceglie alcuni paesi ed un singolo
anno di riferimento (il 1980 in cui la diseguaglianza aveva toccato un
minimo)
- Dal grafico * risulta così che 1 solo paese (la Francia) mostra una ↓
della diseguaglianza; la maggior parte dei paesi ha ↑ maggiori del
3%, quindi salienti….
- Ma usando un database più ricco (grafico **) si evidenzia che:
- In 7 paesi su 29 la diseguaglianza ↓
- l’aumento di più del 3% si ha in 12 paesi su 29
- ..ma aggregando i paesi e pesandoli x la popolazione si hanno
risultati discordanti..dato che per i paesi osservati da Atkinson la
variazione media è 5,2% …mentre x l’insieme dei paesi è 2,7%
(quindi sotto la soglia da lui posta del 3%!!)
- ..e rispetto all’anno di diseguaglianza minima le tendenze del XXI
secolo evidenziano che in metà dei Paesi avanzati la diseguaglianza
interna è ↑ ma nell’altra metà è ↓….
- Risultati che derivano dalla scelta dei dati: si scelgono quelli
«adatti»..e si trascurano quelli ritenuti «meno adatti»….
Altro aspetto di rilievo : povertà
• Obiettivo: misurare n. di persone che si trovano in stato
indigente
• Linea di povertà = livello di Y considerato sufficiente x garantire
i mezzi x soddisfare i bisogni essenziali
• Divario di povertà = Y da trasferire alla popolazione povera x
raggiungere la linea di povertà.
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Misurare la povertà
Il concetto di povertà assoluta:
• definizione: paniere di beni e servizi primari necessario per non
essere in stato di deprivazione
• soglia di povertà livello assoluto di spesa necessario ad
acquistare il paniere
Il concetto di povertà relativa:
• è povero colui che possiede risorse significativamente < a
quelle possedute in me dagli altri membri della società
• soglia di povertà  quota del Y o del consumo (in valore) me o
mediano della collettività
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L’indice di diffusione
- quota della popolazione il cui Y (o consumo) è inferiore (<) alla
soglia di povertà
Il poverty gap individuale:
- distanza del Y (o consumo) di un soggetto povero dalla soglia di
povertà
ma anche:
Grave deprivazione materiale: misura associata agli indicatori di
povertà monetaria (ma non del tutto sovrapponibile).
Secondo Eurostat: si presenta quando si manifestano 4 o +
sintomi di disagio economico su 9 problemi
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• Il rischio povertà risulta più elevato della media dell’UE; il
rischio povertà ↑ nel 2010 rimane stabile nel 2011;
• Indicatore di povertà assoluta (basato su spesa x C), stabile nel
2011, aumenta nel 2012 arrivando a 8%, ..aumento in tutte le
zone del paese.
• Nel 2012 continua ad aumentare anche l’indicatore di
deprivazione (non poter sostenere spese impreviste, ferie,
riscaldamento, condizioni abitative, pasti adeguati…) pur in
presenza di un ↑ della quote di persone in famiglie che
ricevono aiuti in denaro o in natura
 ammortizzatori sociali e solidarietà familiare non sufficienti
a contrastare effetti su Y derivanti da ↓ occupazione e
orari di L.
Nel 2013 l’indicatore pare migliorare ( anche se rimane > del
2011).
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• Diseguaglianza dei Y
• Principale causa: differenze salariali del capofamiglia (ma…Y da
lavoro dipendono da ≠ fattori - sex, età, istruzione, salute,
applicazione, ecc..-)
• Evidenze dai dati sulla distribuzione:
Necessità di definire il Y, ma anche dare più importanza alla
ripartizione del Y
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• Vengono inclusi solo i Y in valori monetari e non in natura
• Vengono considerati i Y lordi
• Problema della misurazione puntuale o del ciclo di vita
• Problema dell’unità da osservare (individui o famiglie?)
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..ma dalle raccomandazioni della commissione Stiglitz (Sen,
Fitoussi, Giovannini & co) è emerso con chiarezza:
Valutare il benessere  rafforzare le analisi dal punto di vista
delle famiglie
Dare + importanza alla ripartizione del Y
Estendere gli indicatori alle attività non legate direttamente al
mercato
Valutare le ineguaglianze rispetto alla qualità della vita:
calcolare le differenze fra persone, sessi, generazioni
….fornendo particolare attenzione alle condizioni di vita degli
immigrati
Capire come le evoluzioni in 1 settore della qualità della vita
hanno ripercussioni sugli altri
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Diseguaglianza economica nel lungo periodo
http://www.chartbookofeconomicinequality.com/
This Chartbook presents the empirical evidence about long-run changes in
economic inequality. The chartbook covers 25 countries – often over the course of
more than one hundred years. For each country a chart shows how different
dimensions of economic inequality have changed over time. A detailed
description of the data sources is given for each country.
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«Società patrimoniale e trappola della diseguaglianza»
• Piketty T.  analisi della diseguaglianza di lungo periodo
(analisi dei Y e dei patrimoni) Riguarda la concentrazione dei
Y personali
• Analizza relazione tra distribuzione funzionale (quote di Y
percepite dai fattori produzione…L e K) e personale dei Y e la
concentrazione dei YK rispetto ai YL
• Concentrazione > dei YK rispetto ai YL.
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• Causa principale di diseguaglianza è per:
YK  la trasmissione ereditaria dei patrimoni
YL  crescita delle retribuzioni dei «top manager»
…..Secondo Piketty la diseguaglianza è il prodotto delle
«politiche» (oltre al rapporto tra rendimento del K e crescita).
Altri fattori alla base della diseguaglianza: distribuzione del
K stesso, norme sulla successione ereditaria, tassazione del K.
• Picketty raccomanda l’adozione di 1 tassa generale sulla
ricchezza x impedire la degenerazione della diseguaglianza ….
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Diseguaglianza