Corso di
Economia dello Sviluppo Internazionale
Lezione 17
Diseguaglianza nei redditi:
Il contributo di Simon Kuznets
Pier Giorgio Ardeni
Dipartimento di Scienze Economiche
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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La distribuzione della ricchezza è, oggi come ieri, una delle
principali questioni perché si riferisce all'equità sottostante al
funzionamento dell'economia. Oggi viviamo in un mondo che
sembra sempre più assomigliare a quello di due secoli fa o di
fine Ottocento, con diseguaglianze crescenti.
La dinamica dell'accumulazione (privata) di capitale porterà
inevitabilmente alla concentrazione della ricchezza in poche e
sempre meno mani, come affermò Karl Marx nell'Ottocento?
Ovvero, le forze controbilancianti della crescita, della
concorrenza e del progresso tecnologico porteranno, in stadi
successivi dello sviluppo , a ridurre le diseguaglianze e le
distanze tra le classi come Simon Kuznets affermò?
La distribuzione della ricchezza non è questione nuova, e già
Malthus, Ricardo e anche Smith ne furono preoccupati
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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Malthus (1798): la sovra-popolazione è il problema – le
sovvenzioni ai poveri favoriranno la diminuzione delle
disuguaglianze, ma il mondo soccomberà per via della sovrapopolazione che porterà alla miseria generalizzata
Ricardo (1817): la crescita di popolazione e prodotto porterà
ad un aumento indefinito delle rendite fondiarie, perché la
terra diverrà sempre più scarsa. Le rendite si prenderanno una
quota crescente del reddito nazionale, destabilizzando la
società. Lezione del principio di scarsità: i prezzi possono avere
un effetto duraturo e nefando sulla distribuzione
Marx (1867): la miseria del proletariato è un dato di fatto,
dovuta ai salari stagnanti, nonostante la crescita sostenuta del
prodotto. La quota del capitale sul reddito nazionale continua
a crescere (e questo continuerà fino alla Grande Guerra).
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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Marx: il principio dell'accumulazione infinita (e in poche mani)
porterà al crollo stesso del capitalismo, sia perché il tasso di
rendimento del capitale diminuirà fino ad annullarsi sia perché
la quota del capitale sul reddito nazionale si avvicinerà al
100%, scatenando così la rivolta dei ceti lavoratori
Fortunatamente, verso la fine dell'Ottocento i salari
cominciarono a crescere e il potere d'acquisto dei salari
aumentò. Anche Marx, come Ricardo e Malthus, trascurò
l'importanza del progresso tecnologico, in grado di alterare
tendenze durature e controbilanciare il processo di
accumulazione e di concentrazione del capitale privato. Ciò
non toglie, anche per l'analisi odierna, l'importanza
dell'accumulazione privata di ricchezza
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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Kuznets – idea opposta alla spirale anti-egalitaria di Marx e
Ricardo e fermo credo nelle capacità del capitalismo di
“accomodarsi” – la diseguaglianza nella distribuzione del
reddito diminuisce all'aumentare del reddito stesso (“la
crescita è come una marea crescente che fa sollevare tutte le
barche”)
Kuznets analizzò i dati sul reddito di USA, UK e alcuni Stati
tedeschi (presi dalle dichiarazioni fiscali) su un periodo di
meno di 50-60 anni fino alla fine degli anni '40. Kuznets prese
in considerazione solo le quote di reddito allocate ai quintili
più bassi o a quelli più alti, o anche ai decili o ai ventili (non
altre misure di concentrazione) e concluse che la tendenza
generale è quella di un movimento verso l'eguaglianza della
distribuzione tra le classi.
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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La tendenza alla diminuzione della diseguaglianza si verifica
però solo dopo un aumento iniziale. Questa è la “curva a U”.
Indice di
diseguaglianza
Reddito nazionale
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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Inoltre, la diminuzione della diseguaglianza si accompagna
ovunque a significativi aumenti del reddito pro-capite: la
crescita porta a diminuzione della diseguaglianza. In
particolare, il reddito pro-capite dei decili più bassi appare
crescere più di quello dei decili più alti.
La spiegazione di Kuznets. La diminuzione della diseguaglianza
è un puzzle, anche perché i risparmi sono concentrati nei decili
più alti di reddito (i risparmi sono infatti distribuiti in modo più
diseguale dei redditi o della ricchezza in assets o beni mobili e
immobili). Pertanto, la concentrazione dei risparmi dovrebbe
portare ad una crescente proporzione di ricchezza che
produce reddito nelle mani dei decili più ricchi (e dei loro
discendenti).
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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C'è poi l'effetto settoriale. Con lo sviluppo, il settore
industriale urbano cresce, a scapito di quello rurale agricolo.
Nel settore agricolo c'è meno diseguaglianza nei redditi, ma il
settore industriale produce più reddito. Anche questo fa parte
del puzzle.
Kuznets spiega il primo puzzle sui risparmi e sui redditi alti con
la legislazione sulla tassazione progressiva che ha diminuito le
quote di reddito alte dovute ai capitali. Poi c'è un effetto
demografico che ha aumentato la quota di popolazione con
basso reddito. Infine c'è il progresso tecnologico: “gli
imprenditori di successo di oggi raramente sono i figlio degli
imprenditori di successo di ieri”. Insomma, struttura di classe e
mobilità sociale hanno favorito una diminuzione dei redditi
superiori.
La distribuzione del reddito e della ricchezza
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Infine, l'aumento della quota di reddito da lavoro (servizi, ma
anche salari industriali). In definitiva, è una “società dinamica
che cresce che fa diminuire la quota dei redditi alti da
capitale”.
L'altro puzzle si spiega in altri modo. In particolare, anche se il
settore industriale inizialmente presenta maggiore
diseguaglianza, crescendo e aumentando la quota dei salari
tenderà ad una minore diseguaglianza nei redditi.
Kuznets si spinge poi oltre, affermando che la maggiore
diseguaglianza iniziale associata al processo di crescita che
viene poi seguita da una diseguaglianza minore quando il
processo raggiunge un certo livello, è un fenomeno che non
solo ha caratterizzato i paesi sviluppati, ma caratterizza
senz'altro anche i paesi in via di sviluppo.
Evidenza sulla “curva di Kuznets”
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Molti studi hanno analizzato e studiato quanto le supposizioni
di Kuznets siano verificate per i paesi sviluppati e anche per i
paesi in via di sviluppo, non solo in termini di diseguaglianza
economica ma anche sociale
Se questo è il grafico
che illustra
l'andamento
previsto della curva...
Evidenza sulla “curva di Kuznets”
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… quello che è successo dagli anni '70 in poi è una “svolta a U”
che ha invertito la tendenza, con una ripresa della
diseguaglianza
Evidenza sulla “curva di Kuznets”
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… quello che è successo dagli anni '70 in poi è una “svolta a U”
che ha invertito la tendenza, con una ripresa della
diseguaglianza
Evidenza sulla “curva di Kuznets”
Tendenze recenti della diseguaglianza
Tendenze recenti della diseguaglianza
Tendenze recenti della diseguaglianza
Tendenze recenti della diseguaglianza
Evidenza sulla “curva di Kuznets”
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Per quanto riguarda poi i paesi in via di sviluppo, non vi è
consenso e l'evidenza sembra parziale – vale tra paesi ma non
per ogni paese
Evidenza sulla “curva di Kuznets”
Evidenza sulla “curva di Kuznets”
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Ad es. Gallup (2012): non esiste evidenza statistica robusta di
diseguaglianza crescente nei paesi in via di sviluppo e di
diseguaglianza calante in quelli sviluppati. L'unica evidenza
sembra esservi tra paesi (mostrata nei due grafici) anche se
l'ipotesi di Kuznets si riferiva allo sviluppo di un solo paese.
I dati mostrano anzi una curva rovesciata: declino della
disuguaglianza nei paesi in via di sviluppo e aumento in quelli
sviluppati.
Si veda anche Frazer e altri in bibliografia
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