RAGIONARE NEL QUOTIDIANO 7 – Le insidie dell’ambiguità Cerchiamo di essere più chiari La comunicazione argomentativa dovrebbe ricercare il più possibile chiarezza e distinzione, nei nostri ragionamenti in primo luogo, quindi in quelli altrui. Molti tranelli argomentativi – studiati già nell’antichità – si fondano proprio sulla mancanza di chiarezza e precisione di termini, locuzioni, enunciati. Cominciamo dai termini. DEF. AMBIGUITA’ Un termine è ambiguo quando ha più significati. DEF. VAGHEZZA Un termine è vago quando vi sono casi limite in cui non è chiaro se esso si applichi o no; ossia quando non vi è una linea di confine netta che separa il suo ambito di applicazione dal suo ambito di non applicazione. Quale cellulare? Il sostantivo «cellulare» è ambiguo, perché può significare La caduta di quale capello mi ha reso calvo? «Alto» è un aggettivo vago: un europeo adulto di m 1,78 è alto oppure no? Quando di può cominciare a dire che sono diventato calvo? Alcune precisazioni: vaghezza e ambiguità sono fenomeni assolutamente indipendenti: si può avere vaghezza senza ambiguità e ambiguità senza vaghezza; l’ambiguità non va confusa con la generalità (se alla richiesta di un luogo e di una data per un appuntamento vi si dice: a Lugo nel 2015, la risposta non è ambigua …) la vaghezza non va confusa con la relatività: x è alto come fantino, ma non lo è come giocatore di basket. Precisando la classe di confronto tuttavia non abbiamo eliminato la vaghezza del termine: uno spilungone di m 1,98 è alto come giocatore professionista di basket oppure no? Le fallacie dell’ambiguità Come accennato, il fenomeno dell’ambiguità può riguardare anche interi enunciati, ed un enunciato può essere ambiguo in due modi diversi: DEF. AMBIGUITA’ LESSICALE Un enunciato è lessicalmente ambiguo quando contiene uno o più termini con molteplici significati. DEF. AMBIGUITA’ STRUTTURALE Un enunciato è strutturalmente ambiguo quando i termini che contiene hanno un unico significato, ma la loro disposizione consente più interpretazioni. Bambini di ferro, elefanti in pigiama «Questa mattina ho sparato ad un elefante in pigiama.» «Vendo letti per bambini di ferro.» «Le stelle sono sfere di plasma in equilibrio idrostatico; Jennifer Lopez è una stella; quindi Jennifer Lopez è una sfera di plasma in equilibrio idrostatico.» Cosa fare per disinnescare le fallacie dell’ambiguità? 1. Riformulare una o più premesse in modo da far scomparire l’ambiguità, senza però alterare il significato delle premesse medesime; 2. Constatare che l’argomento riformulato cessa di apparire forte. Le fallacie dell’ambiguità Ambiguità lessicale Fallacie dell’ambiguità Ambiguità strutturale Quaternio terminorum Anfibolia Fallacia dell’accento Quaternio terminorum La quaternio terminorum è un argomento, generalmente con due premesse, in apparenza forte o addirittura valido, ma in realtà debole in quanto uno stesso termine viene usato in ciascuna premessa con un diverso significato. Filippo è a letto con la cinese. Quindi Filippo ha l’influenza. Solo gli uomini sono razionali. Nessuna donna è un uomo. Dunque nessuna donna è razionale. Si commette una fallacia di equivocazione anche quando vengono confusi l’uso e la menzione di un termine. Socrate ha un orologio. «Socrate» ha sette lettere. Lottare per le parole è da stupidi. La libertà è solo una parola. Dunque lottare per la libertà è da stupidi. Fallacia di reificazione: attribuzione di caratteristiche concrete a entità astratte. La scienza ha una visione atea del mondo. Ma noi non siamo atei, quindi dobbiamo opporci alla scienza. Il tempo scorre. Tutto ciò che scorre va verso qualcosa. Dunque il tempo va verso qualcosa. Niente A volte assumiamo acriticamente che le parole che adoperiamo significhino qualcosa. Niente è meglio dell’essere felici. Andare a scuola è meglio di niente. Dunque andare a scuola è meglio dell’essere felici. Qui la fallacia è generata dal supporre che «niente» indichi qualcosa, il nulla, mentre è la negazione di un quantificatore esistenziale. Andare a scuola è meglio di niente = andare a scuola è meglio di non fare alcunché. Non esiste qualcosa che sia meglio dell’essere felici. Andare a scuola è meglio che non fare alcunché. Dunque andare a scuola è meglio dell’essere felici. Tutto In generale non è detto che ciò che è vero per di un intero sia vero anche delle sue parti, né che ciò che è vero delle parti di un intero risulti vero anche dell’intero. Credere il contrario significa commettere, rispettivamente, una fallacia di divisione e una fallacia di composizione. I passeggeri di Trenitalia hanno percorso milioni di chilometri. I passeggeri di Trenitalia possono scegliere tra tre differenti menù. Nel primo caso il predicato «hanno percorso…» va inteso in senso collettivo, e non distributivo, riferendosi ai passeggeri nella loro totalità, e non a ciascuno di loro. Nel secondo invece il predicato vale sia in senso collettivo che distributivo. Gli animali hanno popolato la Terra molto tempo prima degli uomini (senso collettivo) Flik, il mio cane, è un animale. Dunque Flik ha popolato la Terra molto tempo prima degli uomini. Fallacia di divisione La Nutella è squisita. Il caviale è prelibato. Dunque il caviale alla Nutella è delizioso. Un esempio più serio… Anfibolia L’anfibolia è una fallacia dell’ambiguità strutturale. «Il capitano ordinò di sparare al sergente. Quindi il capitano voleva il sergente morto.» «L’avvelenamento della vittima viene ritenuto intenzionalmente provocato dal maresciallo dei carabinieri; chi è considerato responsabile di un avvelenamento è considerato un assassino; quindi il maresciallo dei carabinieri viene ritenuto un assassino.» Scoperte quattro fabbriche clandestine di cinesi. Marco ha detto a Luca che lui si sbaglia. Gianni ha visto Piero baciare la sua ragazza. Mezzacapa: «A Milano, quando c’è la nebbia, non si vede»… Antonio Caponi: «Perbacco! E chi la vede?» http://www.youtube.com/watch?v=F2V0av8ypY4 Fallacia modale Socrate non cammina ma è possibile che cammini. Dunque è possibile che Socrate cammini e non cammini. Gli operatori modali («necessariamente», «è necessario che», «possibilmente», «è possibile che») hanno un ambito di applicazione, variando il quale si altera il significato complessivo dell’enunciato. p˄possibileq possibile(p˄q) Fallacia dello scambio del quantificatore Tutti amano qualcuno. Tutti [amano qualcuno]. (Ogni persona ha qualcuno da amare) xy(xRy) Qualcuno (è tale che) [tutti (lo) amano]. (Esiste un individuo che è amato da chiunque) xy(yRx) Ogni cosa è causata da qualcosa. Dunque esiste qualcosa che causa ogni cosa. Ogni cosa tende ad un fine. Dunque esiste un fine cui ogni cosa tende. Tutto ha fine in un dato tempo. Dunque c’è un dato tempo in cui tutto ha fine. In generale, da un enunciato della forma Ogni x è in relazione R con y [xy(xRy)] non è legittimo inferire Qualche y è in relazione Ri con ogni x [y x(yRix)], con Ri relazione inversa di R. Ogni uomo possiede un cervello. Dunque esiste un cervello che è posseduto da ogni uomo. Ogni politico lotta per un ideale. Dunque esiste un ideale per cui ogni politico lotta. Tutti gli uomini hanno un padre. Dunque esiste almeno un padre che è posseduto da tutti. Fallacia dell’accento Anche la fallacia dell’accento gioca su un’ambiguità strutturale, che nasce però dalla componente che si desidera accentuare o mettere in evidenza. Daniela: «Non ho nessuna voglia di venire al cinema con te!» Giorgio: «Fa niente, allora andiamo in discoteca!» Daniela intende dire: «Non ho nessuna voglia di venire al cinema con te!» Mentre Giorgio finge di capire: «Non ho nessuna voglia di venire al cinema con te!» Nessuno dovrebbe trasgredire le leggi penali del proprio Stato. Nessuno dovrebbe trasgredire le leggi penali del proprio Stato. Nessuno dovrebbe trasgredire le leggi penali del proprio Stato. Nessuno dovrebbe trasgredire le leggi penali del proprio Stato. Dannazione dell’elogio tenue Fallacia della citazione fuori contesto Fallacia della vaghezza: il sorite La versione più antica del paradosso (più che della fallacia) è dovuta ad Eubulide di Mileto, contemporaneo di Aristotele. Un granello di frumento non costituisce un mucchio; l’aggiunta di un granello non può trasformare in un mucchio qualcosa che non lo è; quindi diecimila granelli di frumento non fanno un mucchio. «giovane» A. Due persone che sono nate ad un giorno di distanza o sono entrambe giovani o sono entrambe non giovani. B. Una persona di vent’anni è giovane. E se mettiamo in fila 10000 persone che differiscono di un giorno l’una dall’altra, avendo la prima 20 anni? Sono tutte giovani per A e B, ma tra la prima e l’ultima passano più di 27 anni …