Molecole Adesione
Integrine
1. Introduzione
http://www.uphs.upenn.edu/news/News_Releases/mar07/integrin-highres.jpg
Le integrine interrogano costantemente il loro
ambiente circostante mediante la loro capacità di
interagire con la matrice extracellulare
Desgrosellier JS, Cheresh DA. Integrins in cancer: biological implications and therapeutic opportunities. Nat Rev Cancer. 10:922, 2010.
Engler AJ, Humbert PO, Wehrle-Haller B, Weaver VM. Multiscale modeling of form and function. Science. 2009 Apr
10;324(5924):208-12.
http://www.uic.edu/classes/bios/bios100/f06pm/lect06.htm
Il segnalamento
mediato da integrine
regola:
proliferazione
differenziamento
Motilità
Sopravvivenza
Integrine [1]
Principali molecole di collegamento delle cellule con la
Matrice ExtraCellulare (MEC) e di risposta a segnali
provenienti dalla MEC
Sono costituite da due subunità glicoproteiche
transmembrana ( e ) di dimensioni 120-170 kDa e 90-100
kDa, rispettivamente, associate in modo non-covalente,
entrambe delle quali contribuiscono al legame con la MEC o
con le altre cellule.
Alcune integrine sembrano legarsi soltanto ad un singolo tipo
di macromolecola della matrice (ad es. fibronectina o
laminina)
Altre invece si legano a più di un tipo: ad es. collagene +
fibronectina + laminina.
Alberts
Integrine [2]
Alcune integrine riconoscono la tripleta di aminoacidi RGD
(arginina - glicina - acido aspartico)
Altre riconoscono altre sequenza aminoacidiche o domini
proteici
La stessa molecola di integrina in tipi cellulari diversi può
avere diverse cinetiche di legame con il ligando.
Ci sono fattori aggiuntivi, specifici per il tipo cellulare, che
interagiscono con le integrine per modulare la loro attività
Alberts
Integrine [3]
Il legame Integrina – Ligando è Ca2+ o Mg2+ - dipendente (ci
sono da 3 a 4 siti di legame per ione divalente nel dominio
extracellulare della catena ).
Il tipo di catione influenza l’affinità per il ligando e la
specificità del legame con il ligando
La stessa proteina extracellulare può essere riconosciuta da
diverse integrine. Ad es:
o Fibronectina: riconosciuta da > 8 integrine
o Laminina:
“
“ >4
“
Alberts
Integrine (4)
Sono noti attualmente almeno 24 tipi diversi di integrine, dati
dalla combinazione di
8 tipi diversi di subunità 
18 tipi diversi di subunità 
La diversità delle integrine è aumentata dalla possibilità di
“splicing” alternativo sullo stesso mRNA.
Alberts
Integrine
FUNZIONI
Principali funzioni delle integrine
Collegamento della cellula alla matrice extracellulare (MEC).
Trasduzione di segnale tra la MEC e la cellula.
Hanno inoltre una gran varietà di attività biologiche, che includono il
pattugliamento immunologico, la migrazione cellulare e il legame alle
cellule di certi virus, quali l’adenovirus, l’ecovirus, lo hantavirus e virus
che provocano patologie alla bocca e al piede.
Una importante funzione delle integrine si vede nella molecola GPIIbIIIa,
un’integrina presente sulla superficie delle piastrine, responsabile dal
collegamento alla fibrina all’interno di un coagolo sanguigno in
formazione. Questa molecola aumenta in modo dramatico la sua affinità
di legame per la fibrina/fibrinogeno mediante associazione delle piastrine
con i collageni esposti nel sito della ferita.
Dopo associazione delle piastrine con il collagene, la GPIIbIIIa cambia
conformazione, permettendole di legarsi alla fibrina e ad altri componenti
del sangue per formare la matrice del coagolo e fermare la perdita di
sangue.
FUNZIONI DELLE INTEGRINE NEI LEUCOCITI (1)
FUNZIONI DELLE INTEGRINE NEI LEUCOCITI (2)
FUNZIONI DELLE INTEGRINE NEI LEUCOCITI (3)
Integrine
CONCETTI GENERALI
http://www.uib.no/rg/matrix/nyheter/2009/05/integrins-during-evolution
Integrine
Grande famiglia di molecole di adesione coinvolte nell’adesione
cellula-cellula e nelle interazioni delle cellule con proteine della
matrice extracellulare (ECM) (es. laminina, collagene, fibronectina,
vitronectina).
I domini extracellulari sono di solito collegati alle proteine della
ECM;
I domini intracellulari sono collegati funzionalmente al
citoscheletro.
Mediano la comunicazione fra gli ambienti extra- e intracellulari:
L’interazione integrina-citoscheletro influenzano l’affinità e l’avidità
delle integrine verso i ligandi nella ECM («inside-out signalling»)
Le interazioni ECM-integrine portano ad alterazioni nelle forma e
composizione dell’archittetura cellulare («outside-in signalling»).
Tutte le interazioni integrina-ligando dipendono alla presenza di
cationi divalenti (Ca2+, Mg2+ e Mn2+).
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
http://www.nature.com/nrm/journal/v11/n4/box/nrm2871_BX2.html
Struttura: subunità α e β [1]
Sono glicoproteine transmembrana eterodimeriche, che
consistono in due subunità α e β legate in modo noncovalente.
Nell’Uomo sono state descritte 18 subunità α e 8 subunità β
che si assemblano in 24 integrine diverse.
Le subunità α e β non condividono alcuna omologia, essendo
due polipeptidi distinti con strutture a domini specifiche.
I domini extracellulari di entrambe le subunità contribuiscono
al sito di legame dell’eterodimero con il ligando.
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
Struttura di un’integrina.
(A) La struttura complessiva illustrate è quella della regione della testa “head
region” [domini “propeller” e “thigh” della subunità α- e i domini βA ibridi
(noti anche come βI), e PSI della subunità β-] sostenuti da due gambe “legs” che
contengono domini “calf1” e “calf2 nella subunità α- e ripetizioni EGF e il
dominio di coda-β della subunità β. Il legame con i ligandi ha luogo
sull’interfaccia fra il dominio “propeller” e il dominio βA.
Askari JA, Buckley PA, Mould AP, Humphries MJ. Linking integrin conformation to function. J Cell Sci. 2009 Jan 15;122(Pt 2):165-70.
Struttura: subunità α e β [2]
Il dominio extracellulare della subunità α contiene sette
ripetizioni di circa 60 residui, che si ripiegano formando una
struttura ad elica («propeller»), con sette pale formate da foglietti
β disposte attorno ad un asse centrale.
Un sotto-insieme di catene α delle integrine ha un dominio di
inserzione (αA) che contiene un sito di legame per i cationi,
localizzato fra le ripetizioni due e tre dell’elica.
Il C-terminale dell’elica è un dominio tipo immunoglobulinico, detto
«Thigh» (coscia), seguito da due moduli a «β-sandwich», Calf-1 e
Calf-2 («calf»: polpaccio) e un piccolo dominio transmembrana.
I domini intracellulari delle subunità α mostrano poca omologia,
tranne che per un motivo conservato prossimo alla regione
transmembrana che si associa con la coda citoplasmatica della
subunità β.
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
Struttura: subunità α e β [3]
La regione extracellulare delle subunità β delle integrine contengono un
dominio ibrido, un dominio «plexin-semaphorin-integrin» (PSI), quattro
ripetizioni tipo «Epidermal Growth Factor» (EGF) e un dominio di coda β.
Il dominio ibrido è un dominio «Ig-like» che comprende un motivo tipo αA
(dominio βA) inserito fra due β-foglietti.
Il dominio βA contiene un motivo di legame ai metalli che si lega a cationi
divalenti quando la subunità α non contiene il dominio di inserzione αA.
Il dominio PSI forma un β-foglietto antiparallelo a due filamenti fiancheggiato
da due corte eliche e contribuisce all’attivazione delle integrine.
Le code citoplasmatiche delle catene β delle integrine sono corte e altamente
conservate e contengono due motivi di fosforilazione.
Le code reclutano proteine quali la talina, che si lega ai filamenti di actina,
con ciò collegando le integrine al citoscheletro di actina.
Le interazioni integrine-citoscheletro sono essenziali per l’attivazione delle
integrine.
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
L’eterodimero delle integrine
La struttura extracellulare degli eterodimeri di integrine consiste in
una «testa» e in due «gambe».
La «testa», che media le interazioni integrina-ligando, è il principale
punto di contatto tra le subunità α e β.
I contatti sono formati da interazioni fra la elica (catena α) con il
dominio βα (catena β).
Le «gambe» sono formate dai domini Thigh («coscia») e Calf-1
(«polpaccio) della subunità α e i domini PSI, EGF, e βTD della subunità
β.
Le «ginocchia» permettono alle integrine di adottare una
conformazione ripiegata o dritta, che è fondamentale per
l’attivazione delle integrine.
Ulteriori contatti fra le subunità α e β hanno luogo fra Calf-1 e EGF3,
fra Calf-2 e EGF4, fra Calf2 e βTD e fra le code citoplasmatiche di α e β.
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
http://www.nature.com/nrm/journal/v11/n4/images/nrm2871-i1.jpg
Arnout et al., 2005
Legame integrina-ligando (1)
Le integrine possono legarsi a cationi divalenti mediante due
domini diversi: αA e βA.
Il dominio αA si trova nelle catene α (α1, α2, α11, αM, αX e αD)
e quando presente media il legame con i cationi.
Se il dominio αA è assente, il legame con il catione ha luogo
mediante il dominio βA che si trova in tutte le catene β.
La tasca di legame con il ligando si forma all’interfaccia fra le
lame 2 e 3 del dominio a elica della subunità α e il dominio βA
della catena β.
Il suo orientamento si altera leggermente a seconda che la
subunità α abbia o meno il dominio αA.
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
Legame integrina-ligando (2)
Le integrine sono classificate a seconda della presenza o assenza
del dominio αA.
Quattro catene α contenenti αA (α1, α2, α10 e α11) si combinano
con β1 per dare una sottofamiglia distinta di legame con
laminina/collagene.
Le integrine non contenenti αA (α3β1, α6β1, α7β1 e α6β4) sono
recettori selettivi per la laminina (glicoproteina della lamina basale)
e si legano a siti sulla laminina diversi da quelli a cui si legano le
integrine contenenti il dominio αA.
Le integrine αV e α5β1, α8β1 e αIIIβ3 riconoscono la sequenza
RGD (arginina-glicina-acido aspartico), che è importante per il
legame delle integrine alla fibronectina, vitronectina e collagene.
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
Legame integrina-ligando (3)
Nonostante molte integrine che si legano a RGD interagiscano con
gli stessi ligandi, esse si legano con affinità diverse, riflettendo la
precisione dell’incastro del motivo RGD con le tasche di legame con
il ligando, creati dalle diverse combinazioni tra catene α e β.
Le integrine α4β1, α4β7, α9β1 e αEβ7 riconoscono un motivo acido
LDV (leucina - acido aspartico – valina) che si trova nella
fibronectina e in alcuni membri della IgSF.
Le integrine β2 (αDβ2, αLβ2, αMβ2 e αXβ2) si legano ad un motivo
LEV simile, in cui l’acido aspartico (D) è sostituito dal glutamato (E).
Coombe & Dye. In: Cell Adhesion Molecules, CRC Press
Definizioni
Affinità: forza di legame tra una integrina singola e il suoi
ligando. Questa può essere alterata da alterazioni
conformazionali nella struttura dell’integrina.
Avidità: misura della forza complessiva di legame di integrine
aggregate.
Evans R, Patzak I, Svensson L, De Filippo K, Jones K, McDowall A, Hogg N. Integrins in immunity. J Cell Sci. 2009 Jan 15;122(Pt 2):21525.
http://bme.virginia.edu/ley/vla-4.html
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Catene 1
Formano dimeri con 9 tipi di catena  (si trovano in quasi
tutte le cellule dei Vertebrati):
51: recettore per la fibronectina (VLA)
61: recettore per la laminina.
Il più importante membro della subfamiglia delle integrine 1
dei leucociti é il Very Late Antigen-4 (VLA-4, CD49d/CD29,
41). Il VLA-4 si lega al suo ligando VCAM-1, ed é il
principale responsabile dell’adesione dei linfociti
all’endotelio vascolare e del reclutamento dei leucociti alle
zone infiammate.
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Catene 2 (a)
Le integrine 2 sono espresse esclusivamente dai leucociti e
subiscono un’alterazione conformazionale che coinvolge la
fosforilazione della subunità  nel processo di attivazione.
Tuttavia, questa fosforilazione non é nè necessaria nè
sufficiente per l’attivazione conformazionale.
Lo stato di attivazione é controllato dal sito GFFKR (Gly-PhePhe-Lys-Arg) immediatamente adiacente al dominio
transmembrana della catena .
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Catene 2 (b)- CD18
Le integrine 2 includono 4 diversi eterodimeri
 CD11a/CD18 [Lymphocyte Function-Associated Antigen-1]
(LFA-1) l’integrina 2 predominante.
 CD11b/CD18 (Mac-1), esclusiva dei granulociti e monociti
 CD11c/CD18 (p150,95)
 CD11d/CD18.
Una mutazione nel gene che codifica per la molecola 2
(CD18) provoca una malattia genetica, la LAD, Leukocyte
Adhesion Deficiency. I pazienti con LAD hanno infezioni
batteriche ricorrenti dovuto all’incapacità di reclutare
attivamente i granulociti in risposta alle infezioni.
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Integrine β2
http://bme.virginia.edu/ley/images/integrins.gif
http://bme.virginia.edu/ley/lfa-1.html
http://bme.virginia.edu/ley/mac-1.html
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
 Catene 3
Sono espresse da diversi tipi cellulari (es. piastrine)
Si legano a diverse proteine della matrice extracellulare,
incluso fibrinogeno nel processo di coagulazione del sangue
Malattia di Glanzmann: deficienza di catene 3, eccessivo
sanguinamento.
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK26809/figure/A3032/?report=objectonly
+ emodesmosomi
Pharmigen/Transduction Laboratories: cell Adhesion Molecules
Integrine
LEGAME CON IL
CITOSCHELETRO
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK9874/figure/A2057/
52
Legame con il citoscheletro (1)
Le integrine fungono da collegamenti (o “integratori”)
transmembrana, mediando le interazioni fra il citoscheletro e la
matrice extracellulare richieste per permettere alle cellule di
aggrapparsi alla matrice.
La maggior parte delle integrine è collegata ai filamenti di actina.
L’integrina α6β4, che si trova negli emidesmosomi, è un eccezione,
dato che è collegata funzionalmente ai filamenti intermedi.
Dopo il legame di una integrina al suo ligando nella matrice, la
coda citoplasmatica della subunità β si collega a diverse proteine
intracellulari di ancoraggio, che includono la talina, la α-actinina e
la filamina.
A loro volta, queste proteine di ancoraggio si possono legare
strettamente all’actina o ad altre proteine di ancoraggio come la
vinculina, perciò collegando funzionalmente l’integrina ai filamenti
di actina della corteccia cellulare.
Legame con il citoscheletro (2)
Nelle condizioni giuste, questo collegamento porta all’aggregazione
delle integrine e alla formazione di adesioni focali tra la cellula e la
matrice extracellulare.
Se il dominio citoplasmatico della subunità β viene deleto con tecniche
di DNA ricombinante, le integrina più corte si legano ancora ai loro
ligandi, ma non mediano più un’adesione forte, e non sono più in
grado di aggregarsi nelle adesioni focali.
Sembrerebbe che le integrine si debbano collegarsi al citoscheletro
per collegare fortemente le cellule alla matrice, così come le caderine
debbono interagire con il citoscheletro per collegare le cellule in
modo efficace.
Il collegamento al citoscheletro potrebbe aiutare le integrine ad
aggregarsi, producendo un legame di aggregazione più forte; inoltre
blocca l’integrina in una conformazione che le permette di collegarsi al
suo ligando specifico in modo più stretto.
Legame con il citoscheletro (3)
Così come le caderine promuovono l’adesione cellula-cellula senza
formare giunzioni aderenti mature, le integrine possono mediare
l’adesione cellula-matrice senza formare adesioni focali mature.
In entrambi i casi, tuttavia, le molecole di adesione transmembrana
possono ancora legarsi al citoscheletro.
Per quanto riguarda le integrine, questo tipo di adesione ha luogo
quando le cellule si espandono o migrano e dà origine alla
formazione dei complessi focali.
Perchè i complessi focali maturino in adesioni focali è necessaria
l’attivazione della piccola GTPasi Rho.
L’attivazione di Rho porta al reclutamento di ulteriori filamenti di
actina e di integrine verso il sito di contatto.
Collegamento con il citoscheletro
ASSE INTEGRINE – FILAMENTI
INTERMEDI
http://www.biology-online.org/js/tiny_mce/plugins/imagemanager/files/boa002/AN-nothingF01.jpg;
Vedi fig. 19-46 Alberts nuovo
Emidesmosomi. (A) Gli emidesmosomi “graffettano” le cellule epiteliali alla lamina basale,
collegando la laminina fuori dalla cellula ai filamenti di cheratina all’interno della cellula. (B)
Componenti molecolari di un emidesmosoma. Un’integrina specializzata (integrina 6β4)
attraversa la mmbrana, collegando i filamenti di cheratina intracellularmente mediante proteine
di ancoraggio chiamate plectina e distonina, con la la laminina extracellularmente. Il complesso
adesivo contiene inoltre, in parallelo all’integrina, un membro insolito (in quanto proteina di
membrana) della famiglia dei collageni, il collagene di tipo XVII; questo ha un dominio di
attraversamento della membrana collegato alla sua pozione di tipo collagene extracellulare.
Difetti in qualsiasi di questi componenti possono dare origine a patologie vescicolose della pelle.
Asse Integrine – Filamenti intermedi (1)
Le membrane basali («Basement Membranes», BMs) sono strati densi di
matrice extracellulare che fungono da barriere strutturali che separano le
cellule epiteliali, cellule endoteliali, assoni dei nervi periferici, cellule
adipose e cellule muscolari dal sottostante stroma.
Le BMs fornisce sostegno strutturale, separano i tessuti in compartimenti
e regolano il comportamento cellulare.
Tutti i tipi cellulari producono componenti della BM: collagene di tipo IV,
laminina, fibronectina, proteoglicani ad eparan solfato e
nidogeno/entattina oltre a componenti minori.
La composizione molecolare della BM varia nei differenti tessuti
conferendo ad essi una specificità di segnalamento importante per
definire le funzioni specializzate delle cellule epiteliali ed endoteliali nei
diversi organi.
Tutte le BM contengono laminine, una famiglia di 16 glicoproteine
eteropolimeriche generate dalla combinazione di catene 5α, 4β e 3γ.
Wickstrom et al. In: Extracellula matrix Biology, Cold Spring Harbor Perspectives in Biology, 2012
Asse Integrine – Filamenti intermedi (2)
Quando presenti in concentrazione sufficiente, le laminine possono autoassemblarsi in polimeri che interagiscono con altre componenti della
ECM, nonchè con recettori sulla superficie cellulare quali le integrine e il
distroglicano.
Le isoforme di laminina presenti nei tessuti sono regolate in modo
tessuto-specifico e regolato nel tempo durante lo sviluppo embrionale.
La laminina-332 (che contiene catene α3, β3 e γ2; preferenzialmente nota
come laminina-5) è un componente delle BM epiteliali, e quindi è
presente nella pelle, mucosa squamosa stratificata, amnio, e cornea.
La sua principale funzione è quella di mantenere l’integrità epiteliale e la
coesione epitelio-mesenchima in tessuti esposti a forze meccaniche
elevate.
Questa funzione è facilitata dalla capacità unica della laminina-332 di
interagire con integrine distinte.
La sua interazione conl’integrina α3β1 porta all’assemblaggio dei canonici
punti di adesione focale (FA), mentre l’interazione con le integrine α6β4
porta alla formazione di emidesmosomi.
Wickstrom et al. In: Extracellula matrix Biology, Cold Spring Harbor Perspectives in Biology, 2012
Asse Integrine – Filamenti intermedi (3)
Emidesmosomi: struttura e assemblaggio (1)
Gli emidesmosomi sono complessi multiproteici presenti
negli epiteli semplici e stratificati.
Ci sono due tipi che si distinguono in base alla composizione
molecolare.
Tipo I (emidesmosomi classici): si trovano negli epiteli
stratificati (es. pelle) e contengono tre proteine
transmembrana:
Integrina α6β4, tetraspanina CD151, e collagene di tipo
XVII («antigene 180 bullous pemphogoid, [PD]).
Tipo II: si trovano negli epiteli semplici (es. Intestino) e
contengono solo l’integrina α6β4.
Wickstrom et al. In: Extracellula matrix Biology, Cold Spring Harbor Perspectives in Biology, 2012
Asse Integrine – Filamenti intermedi (3)
Emidesmosomi: struttura e assemblaggio (2)
L’aspetto unico degli emidesmosomi è che essi collegano la ECM alla rete
dei filamenti intermedi (FI).
Quest’interazione è stabilita da due proteine della famiglia delle
placchine: la plectina e la BP230 (anche nota come BPAG1); solo la
plectina è presente sia negli emidesmosomi di tipo I che di tipo II.
Le plectine sono grandi proteine citoplasmatiche, che nel loro Cterminale contengono sei ripetizione di tipo placchina.
Le interazioni della plectina con i filamenti intermedi è mediata da una
sequenza di residui basici che collega la 4a e la 5a ripetizione placchina.
Il N-terminale delle plectine contiene tuttavia due domini «calponinhomology» (CH) che costituiscono un dominio di legame con l’actina.
Mediante il dominio di legame con l’actina le plectine si possono associare
sia con il dominio citoplasmatico dell’integrina α6β4 oppure con i
filamenti di actina, però in modo mutuamente esclusivo, che spiega
l’assenza di actina negli emidesmosomi.
Wickstrom et al. In: Extracellula matrix Biology, Cold Spring Harbor Perspectives in Biology, 2012
Herrmann H, Aebi U. Intermediate filaments and their associates: multi-talented structural elements specifying cytoarchitecture and
cytodynamics. Curr Opin Cell Biol. 2000 Feb;12(1):79-90.
Integrina α6β4
Plectina
http://xtal.cicancer.org/research.html
Collagene di tipo XVII (noto anche come BP180) (1)
Proteina transmembrana che gioca un ruolo critico nel
mantenimento del collegamento tra gli elementi strutturali
intracellulari e extracellulari coinvolti nell’adesione
dell’epidermide.
E’ un eterotrimero con tre catene α1 (XVII).
Proteina transmembrana di tipo II (C-terminale rivolto verso
l’esterno della cellula).
Ogni catena di 180 kDa contiene un dominio intracellulare
globulare di circa 70 kDa che interagisce con la subunità β4
delle integrine, con la plectina e con la BP230 ed è necessaria
per il collegamento stabile degli emidesmosomi ai filamenti
intermedi di cheratina.
http://en.wikipedia.org/wiki/Collagen,_type_XVII,_alpha_1
Seminario:
Asse Integrine – Filamenti intermedi (3)
Emidesmosomi: struttura e assemblaggio (3)
L’interazione della plectina con la coda citoplasmatica dell’integrina
α6β4 è considerato il passo iniziale per la formazione degli
emidesmosomi.
La coda dell’integrine α6β4 è insolitamente lunga e non condivide
alcuna omologia con le altre subunità β delle integrine.
La sua interazione con la plectina induce un’alterazione
conformazionale nella coda dell’integrina.
Poichè il reclutamento del collagene di tipo XVII e della placchina
BP230 ai desmosomi richiede una previa interazione della plectina
con la β4, questo cambiamento conformazionale potrebbe
facilitare le interazioni di entrambe le proteine con l’integrina.
http://en.wikipedia.org/wiki/Collagen,_type_XVII,_alpha_1
Seminario
Collagene di tipo XVII (noto anche come BP180) (2)
Il grande ectodominio C-terminale di circa 120 kDa consiste in 15
subdomini collagenosi, caratterizzati dalle tipiche sequenze ripetute G-XY dei collageni.
La struttura globale dell’ectodominio è quella di una triplice elica
flessibile con una significativa stabilità termica.
La parte prossimale alla membrana dell’ectodominio, all’interno degli
aminoacidi 506-519, è responsabile del legame con la subunità α6
dell’integrina – aspetto apparentemente importante per l’integrazione
del collagene di tipo XVII nell’emidesmosoma.
Il maggiore dominio colalgenoso, Col15, che contiene 232 aminoacidi (aa
567-808) contribuisce significativamente a stabilizzare l’omotrimero del
collagene XVII.
Il C-terminale del collagene XVII si lega alla laminina 5 e la corretta
integrazione della laminina 5 nella ECM richiede il collagene XVII.
http://en.wikipedia.org/wiki/Collagen,_type_XVII,_alpha_1
http://1.bp.blogspot.com/-_bygTPOeoTo/ULZfA9573I/AAAAAAAAAMw/hamuKgX6KQw/s640/hemidesmosome_scheme01.jpg
http://www.oulu.fi/iho/kuvat/projekti2/1.jpg
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