3 I G.G.Belli
Di Silvia Moscucci
Non volendo annoiare nessuno con questa presentazione, pensiamo
di ridurla un po’ e di ridurre così anche il tempo di sonno che
potevamo regalare a molti degli alunni in questa stanza
La fotografia è nata (1829,Niepce e Daguerre), figlia delle osservazioni
sulla luce e sull’ottica di Pitagora, Aristotele ed Euclide. Ad essa si è
giunti dopo lunghi periodi contraddistinti da una lenta evoluzione
tecnologica contrapposta ad una formidabile spinta della scienza,
dell’arte e dell’architettura. La parola fotografia ha origine da due
parole greche: photos e graphia. Letteralmente, fotografia significa
scrivere (grafia) con la luce (fotos).
Eliografia di Joseph Niepce
La fotografia nasce e si sviluppa non come fotografia in bianco nero, ma come
semplice fotografia. Ciò si spiega subito se pensiamo al fatto che la distinzione tra
bianco e nero e colore trova la sua ragion d’essere solo dopo l’avvento di
quest’ultimo. All’inizio si parlava solo di immagini monocromatiche: ciò significa
che le forme ed i colori di qualsiasi soggetto venivano rappresentati in fotografia
attraverso la scala delle tonalità di un unico colore che poteva essere di diverso tipo
(si passava dal grigio della dagherrotipia e della ferrotipia, positivi unici e processi
antichi nel ritratto fotografico , al verde del positivo diretto su carta di Bayar, il
giallo delle carte al sale, il blu della cianotipia, procedimento inventato nel 1842
dallo scienziato e astronomo inglese Sir John Herschel).
Sperimentando diverse tecniche Niépce riesce a ottenere, nel 1827, la sua prima
immagine disegnata dalla luce, dopo aver steso uno strato di bitume di Giudea ridotto in
polvere e disciolto in essenza di lavanda; la soluzione viene pennellata su una lamina di
rame ricoperta d'argento e quindi fatta asciugare; lo strato di vernice fotosensibile viene
esposto per qualche ora sul fondo di una camera oscura; successivamente la lamina
viene immersa in un bagno di lavanda per dissolvere i frammenti che non hanno
ricevuto la luce e così si ottiene l'immagine in negativo. Per il positivo occorre un
contenitore con cristalli di iodio che formano depositi di ioduro d'argento; eliminando la
vernice con l'alcool appare l'immagine fotografica vera e propria che definisce
eliografia, la madre della moderna fotografia.
Nièpce, eliografia
L'unico imprevisto è che il risultato del suo lavoro non è fissato e quindi si annerisce
progressivamente al contatto con la luce. Il suo impegno è dedicato, in questi anni, al
miglioramento della nitidezza dell'immagine. Nel 1827, durante un viaggio a Parigi,
conosce Daguerre, che in seguito diventerà uno dei suoi collaboratori. Nel 1829 fonda con
Daguerre un'associazione per il perfezionamento dei materiali fotosensibili. Muore a Saint
Loup de Varenne nel 1833, prima di vedere riconosciuta l'importanza delle sue ricerche.
Daguerre continua da solo le ricerche che lo portano al dagherrotipo. La consacrazione
della scoperta viene svolta il 19 agosto 1839 durante una seduta dell'"Accademia delle
scienze". La scoperta è contesa comunque con la precedente esperienza di Thomas
Wedgwood, che nel 1790 circa produsse delle immagini chimiche su carta di cui è tuttora
in accertamento la loro stabilità nel tempo.
Veniva utilizzato un apparecchio fotografico (camera oscura o ottica) a foro
stenopeico, dal greco ‘stenos opaios’ (piccolo foro). Inizialmente non molto
utile ma poi modificato in una scatola vuota e nera, un forellino di qualche
decimo di millimetro su una parete e un foglio fotosensibile su quella
opposta. Null’altro. Il principio di Aristotele (IV sec. a.C.) osserva che i raggi
del sole che passano per una piccola apertura producono un’immagine
circolare e i sapienti arabi utilizzano il foro stenopeico in astronomia per
osservare l’eclissi solare.
Dopo la nascita della fotografia si iniziò a studiare la riproduzione del
movimento in scatti consecutivi. Sfruttando i principi dei dispositivi
ottici del passato, si iniziarono a cercare modi di proiettare fotografie in
successione, in modo da ricreare un'illusione di movimento
estremamente realistica: tra le centinaia di esperimenti in tutto il
mondo, ebbero buon fine il Kinetoscopio di Thomas Edison, ispirato al
«mondo nuovo», e il Cinematografo dei Fratelli Lumière, ispirato alla
lanterna magica.
Grazie allo sviluppo della tecnologia si è riusciti ad ottenere apparecchi
sempre più sviluppati fino ad arrivare ad oggi, con le macchinette
digitali




http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_cinema
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_fotografia
http://www.nonsolocittanova.it/storia_della_fotografia.htm
http://www.fotonordest.com/eventi/venezia/1643laboratorio-sulle-antiche-tecniche-di-stampa-la-cianotipia
Scarica

La fotografia e il movimento