STORIA COSTITUZIONALE ITALIANA Prof. Marco Olivetti, Università di Roma-LUMSA, 23 ottobre 2014 Quale punto di partenza? Dal punto di vista di una storia dello Stato italiano: 17 marzo 1861 (legge con cui è proclamato il Regno d’Italia) Dal punto di vista della storia costituzionale: 1797 (prime costituzioni scritte) o 4 marzo 1848 (“concessione” dello Statuto albertino, come costituzione del Regno di Sardegna)? I precedenti Ordinamenti politici preromani Lo Stato romano I regni romano-barbarici I comuni le signorie Gli Stati italiani (“repubbliche e principati”) Il dominio straniero (diretto e indiretto) La fine delle ultime Repubbliche e l’apparizione del costituzionalismo moderno (1797 anno chiave) Le turbolenze del periodo napoleonico (1797-1815) La “restaurazione” e la domanda di “Costituzioni” Il problema dell’unificazione nazionale La peculiarità italiana nel contesto europeo: costituzionalismo e unificazione 1848 Le quattro costituzioni ottriate del 1848: Regno delle due Sicilie Stato della Chiesa Regno di Sardegna Granducato di Toscana Nel 1849 rimane in vigore solo la Costituzione del Regno di Sardegna (c.d. Statuto albertino) Caratteri dello Statuto albertino a) b) c) d) Costituzione scritta, ottriata, flessibile, breve (84 articoli), di lunga durata (1848-1946) “Governo monarchico rappresentativo” Monarchia costituzionale Il Re è capo dello Stato e titolare del potere esecutivo (che esercita attraverso i suoi ministri) Il Parlamento – composto di una Camera dei deputati eletta a suffragio ristretto e di un Senato di nomina regia – esercita il potere legislativo (ma le leggi entrano in vigore solo previa “sanzione” regia) “I ministri sono responsabili” (art. 67) verso chi? Una piccola “carta dei diritti” (art. 24-32) L’evoluzione costituzionale Il biennio 1848-49 Fra monarchia costituzionale e governo parlamentare 1849-1870 Consolidamento e crisi del regime parlamentare (18701900) Il parlamentarismo statutario nella sua fase più matura (1900-1915) La grande guerra (1915-1918) La fallita democratizzazione della forma di governo statutaria (1918-1925) L’ampliamento del suffragio (… e la sua eliminazione) 1848 (esteso al resto d’Italia nel 1860): suffragio ristretto; sistema elettorale con collegi uninominali a doppio turno R.D. 24.9.1882, n. 999 – ampliamento del suffragio; sistema elettorale con collegi plurinominali piccoli (2-5 seggi), ma dal 1891 si torna ai collegi uninominali a doppio turno Leggi 30.6.1911, n. 665 e 666: c.d. suffragio universale maschile (ma solo sopra i 30 anni) Legge 15.8.1919, n. 1401: suffragio universale maschile; sistema proporzionale con scrutinio di lista Il regime fascista Un regime autoritario che si afferma per vie legali (o quasi…) Smantellamento graduale dello Statuto (che non viene mai abrogato): a) Il Parlamento Legge 18.11.1923 (legge Acerbo): sistema proporzionale corretto con premio di maggioranza Legge 17.5.1928: lista unica nazionale Legge 11.1.1939, n. 129: soppressione della Camera dei deputati b) Il Governo: legge 2263/1925 (“diarchia Re-Capo del Governo”) e legge 100/1926 (rafforzamento del potere normativo del governo) c) Il partito unico: decadenza dei deputati di opposizione (1926); il Gran Consiglio del Fascismo organo dello Stato (legge 9.12.1928, n. 1693) d) La società civile: l’ordinamento corporativo; le leggi razziali; lo Stato totalitario e) Il potere giudiziario: i Tribunali speciali per la difesa dello Stato Il periodo costituzionale transitorio La seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 24-25 luglio 1943 e le “dimissioni di Mussolini” Il governo Badoglio e lo smantellamento del regime: ritorno allo Statuto? L’armistizio (8 settembre 1943) Il contrasto Monarchia-partiti del CLN La “tregua istituzionale” La “luogotenenza”, i governi Bonomi e la “prima Costituzione transitoria” (d.lgs. 151/1944) La Liberazione e il governo Parri (1945) Il I governo De Gasperi (dic. 1945) e la II Costituzione transitoria (d.lgs. 98/1946) L’abdicazione di Vittorio Emanuele III Umberto II ultimo Re d’Italia Il referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea Costituente (2 giugno 1946) L’elaborazione della Costituzione. Sua approvazione (22 dic. 1947), promulgazione (27 dic. 1947) ed entrata in vigore (1° gennaio 1948) L’Assemblea costituente Composizione Attività * 556 deputati, eletti a suffragio universale e diretto, con sistema proporzionale Democrazia cristiana 35 %, Partito socialista 20 %, Partito comunista 19 %, Unione democratica nazionale 6,6 %, Uomo qualunque 5,2 % Partito Repubblicano 4,3 % Partito d’Azione 1,4 % * Presidenti: Giuseppe Saragat (1946-47) e Umberto Terracini (1947-48) Commissione dei 75 (Pres. Meuccio Ruini) 3 sottocommissioni: I – Diritti e doveri dei cittadini II – ordinamento della Repubblica III – Diritti e doveri in campo economico e sociale • Dal marzo 1947 discussione in Assemblea • Approvazione il 22 dicembre 1947, promulgazione il 27 dicembre, entrata in vigore il 1-1-1948 La struttura della Costituzione e la sua attuazione Struttura Art. 1-12 Principi fondamentali (no preambolo) Art. 13-54: Diritti e doveri dei cittadini (4 titoli) Art. 55-139: Ordinamento della Repubblica (6 titoli) Disposizioni transitorie e finali L’attuazione Le disposizioni costituzionali: disposizioni immediatamente precettive e disposizioni “programmatiche Efficacia delle disposizioni programmatiche La Costituzione come norma giuridica L’attuazione della Costituzione - - - - Le leggi relative agli organi costituzionali: Leggi elettorali (legge n. 26/1948 sull’elezione della Camera; legge n. 29/1948 sull’elezione del Senato) Nessuna legge su Governo e Presidente della Repubblica Corte costituzionale: leggi cost. n. 1/1948, n. 1/1953 e legge (ordinaria) n. 87/1953 Consiglio superiore della magistratura: l. n. 195/1958 Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro: l. n. 33/1957 Regioni: l. n. 62/1953; l. 108/1968; l. 281/1970 Referendum: legge n. 352/1970 I due “tempi” della Repubblica? “prima” Repubblica La Repubblica dei partiti (Scoppola) Leggi elettorali proporzionali La I legislatura (1948-53): un regime parlamentare all’inglese? Il funzionamento del sistema parlamentare a multipartitismo frammentato (1953-1992) Dall’allargamento della maggioranza al dibattito sulle riforme costituzionali (1982 ) 36 leggi costituzionali (1948-2014), di cui solo 18 sono leggi di revisione (9 dopo il 1992) “seconda” Repubblica La crisi dei partiti (199294) Leggi elettorali prevalentemente maggioritarie Scelta popolare dei governi? La “transizione infinita”? La crisi della seconda Repubblica?