LE DINAMICHE DELLE IMPRESE DEL SETTORE AGRICOLO E ALIMENTARE NEL 2013 Il monitoraggio dell’economia reale a partire dai dati dei registri camerali Roma 9/01/2014 Alessandro Rinaldi Il contributo alla informazione economica sul settore agroalimentare dei registri camerali • • Le Camere di commercio dispongono di un patrimonio statistico originale sull’economia reale del nostro Paese, grazie all’insieme di dati contenuti e aggiornati in tempo reale nel Registro delle imprese, che raccoglie le oltre 6 milioni di aziende operanti in Italia fornendo una serie di informazioni di dettaglio. Nel progetto AgrOsserva sviluppato con Ismea, Unioncamere ha avviato una attività di monitoraggio e approfondimento sul segmento delle quasi 779 mila imprese agricole, che rappresentano il 12,8% del totale delle imprese al 30 settembre 2013 (17,6% per il Mezzogiorno), alle quali si aggiungono le oltre 68 mila del comparto alimentare (1,1% del totale, 1,6% nel Sud e Isole). Si arriva così a un totale di oltre 847 mila aziende agroalimentari: il 18,7% del nostro sistema produttivo privato. Il tessuto produttivo agricolo si ridimensiona, l’alimentare tiene • Nel terzo trimestre 2013 si intensifica il processo di ridimensionamento del tessuto produttivo agricolo italiano, con una contrazione del numero di imprese rispetto al trimestre precedente di ben 7.716 unità e un calo del 4% rispetto ad un anno fa e quasi dell’11% se si prende quale termine di confronto l’anno 2009. • Nello stesso periodo l’industria agroalimentare riesce addirittura ad espandersi dello 0,8% (su base annua), con il numero di imprese che cresce di 513 unità e si porta sulle 68.256 unità. Anche il confronto con il 2009 appare più positivo (0,2%). Variazione percentuale delle imprese registrate fra i terzi trimestri nel periodo 2009-2013 – Agricoltura e silvicoltura e industria alimentare e delle bevande Le specifiche degli andamenti per forma giuridica e settore • Sotto il profilo delle forme giuridiche, gli andamenti del settore agricolo (-4,0%) sono ascrivibili, quasi interamente, alle dinamiche che interessano le ditte individuali (-4,6%, sono l’89% del totale), aspetto indicativo di un processo di ristrutturazione del tessuto produttivo, visto l’incremento di società di persone (+1,6%) e di capitali (+3,4%). Per l’alimentare (+0,8%) le società di capitali crescono del 3,2%, le ditte individuali dello 0,4% (in questo caso pesano meno, per il 41,3%). • Settori Forme giuridiche Nell’analisi settoriale, la dinamica negativa dell’agricoltura è imputabile soprattutto alle cattive performance delle coltivazioni di colture agricole permanenti (-3,9%) e non permanenti (-4,7%) che rappresentano tre quarti del totale. Nell’alimentare, visto anche il peso elevato sull’intera industria (55,5%), spicca il dato positivo dei prodotti da forno e farinacei (+1,9%). Le evidenze territoriali • • Per l’agricoltura (-4% in complesso) è il Nord-Est l’area più colpita dall’arretramento della base produttiva (spicca il Veneto), con un calo di 9.532 unità produttive (tendenziale -5,2%). È invece il Centro a far registrare le dinamiche meno negative (Toscana in primis), con una riduzione annua del 3,1%. Nel Mezzogiorno si segnala una flessione meno intensa rispetto alla media nazionale (-3,6%, particolarmente contenuta la Basilicata), mentre nel Nord-Ovest è leggermente più elevata (-4,2%, dato che si accentua in Liguria). Nell’industria agroalimentare (+0,8% in totale) risulta in espansione al Centro (+1,6%, in particolare Toscana e Lazio), nel Nord-Ovest (+0,9%) e nel Mezzogiorno (+0,8%), mentre nel Nord-Est si rileva nuovamente una lieve contrazione (-0,2%, particolarmente negativo il Friuli Venezia Giulia). Variazioni percentuali tendenziali delle imprese agricole e alimentari al terzo trimestre 2013 Regioni Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Macro Aree Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole ITALIA Stock 2013/ agricole al 2012 30.09.2013 57.935 1.521 49.269 28.925 69.194 15.838 10.831 61.306 41.185 17.471 29.901 44.800 28.464 10.471 65.236 80.297 18.470 30.416 83.838 33.489 -4,1 -12,5 -3,1 -2,5 -6,2 -5,5 -8,3 -5,1 -2,5 -3,5 -3,4 -3,4 -4,4 -2,6 -4,2 -3,7 -1,6 -2,5 -4,1 -2,4 119.556 175.263 133.357 350.681 778.857 -4,2 -5,2 -3,1 -3,6 -4,0 Stock alimentari 2013/ al 2012 30.09.2013 4.515 0,4 137 1,5 6.785 1,1 771 0,0 4.048 -0,1 935 -4,1 2.085 1,0 5.603 0,4 3.504 2,1 1.054 0,0 1.915 1,2 4.639 1,7 2.298 0,5 629 -0,9 8.334 0,5 5.783 0,6 1.044 -0,3 3.769 -0,3 8.103 1,9 2.305 1,6 13.522 11.357 11.112 32.265 68.256 0,9 -0,2 1,6 0,8 0,8 Il focus sulle “vere nuove imprese” • AgrOsserva prevede la realizzazione di approfondimenti settoriali e focus tematici. Il primo zoom è stato effettuato sulle “vere nuove imprese” agricole, ovvero quelle imprese non derivanti da processi di scorporo o trasformazione – cambiamento di forma giuridica, ragione sociale, localizzazione - di imprese pre-esistenti. 11.485 nuove imprese nel I semestre 2013… • • Il Focus Nel primo semestre del 2013, sono 11.485 le nuove iniziative imprenditoriali avviate nel settore dell’agricoltura. Un dato particolarmente significativo se si tiene conto del fatto che queste costituiscono ben il 9,8% delle imprese neo-nate in Italia nei primi sei mesi dell’anno. Su 100 imprese nate 91 assumono la forma di ditta individuale e non hanno più di due addetti. D’altro canto, oltre il 66,2% delle nuove realtà imprenditoriali nasce con un investimento complessivo iniziale che ammonta a meno di 5mila euro. … che nascono per due terzi con un investimento di meno di 5 mila euro. Genere Il profilo del neo-imprenditore agricolo • Si coglie una presenza rilevante di uomini, i quali costituiscono il 67% dei nuovi imprenditori, comunque la quota di donne imprenditrici non appare trascurabile. Per il 98,6% dei casi si tratta di imprenditori o imprenditrici di nazionalità italiana, la metà dei quali localizzati nel Mezzogiorno. Guardando al tema dell’età, il 25,9% dei nuovi imprenditori ha tra i 51 e 65 anni ed un altro 10,9% è over 65. Solo il 17,2% ha meno di 30 anni. Tutto ciò è indicativo di una età media avanzata. Il 33,7% ha conseguito la licenza media e il 37,5% il diploma, il 19% è in possesso della laurea. Uomo 67,0% Donna 33,0% 0,0% 40,0% 80,0% Nazionalità Italiana 98,6% 27 0,5% paesiUE ExtraUE 0,9% 0,0% Titolo di studio Età 19,0% 33,7% Licenza media Formazione professionale Istruzione professionale Diploma 37,5% 5,5% 4,3% Laurea Meno di 30 anni Fra 31 e 35 anni Fra 36 e 40 anni 17,2% Nord Ovest 11,4% Nord Est 12,7% 21,9% Fra 51 e 65 anni 0,0% 100,0% Ripartizione geografica Fra 41 e 51 anni Oltre 65 anni 50,0% Centro 12,2% 23,9% 14,7% 25,9% Sud e Isole 10,9% 15,0% 30,0% 0,0% 49,2% 25,0% 50,0% L’attività svolta prima di diventare imprenditore agricolo Operaio/Apprendista Impiegato/Quadro Coltivatore diretto Altro Casalinga Studente Imprenditore Lavorava nell'azienda di famiglia Libero Professionista Disoccupato (in cerca di nuova occupazione) Disoccupato (in cerca di prima occupazione) Commerciante/artigiano Collaboratore coordinato e continuativo Lavoratore autonomo Dirigente Socio di cooperativa Totale Quote % sul totale rispondenti 15,7% 13,0% 12,7% 9,5% 8,4% 7,5% 6,3% 6,3% 5,6% 4,8% 3,0% 2,9% 1,6% 1,4% 1,1% 0,3% 100,0% • Solo il 10,5% degli imprenditori ha dichiarato, come attività svolta prima dell’avvio della nuova impresa, di essere in cerca di prima occupazione (il 3%) o di trovarsi nella condizione di studente (7,5%). Larga parte dei nuovi imprenditori agricoli ha alle spalle esperienze professionali, in primo luogo come operaio o apprendista (nel 15,7% dei casi), ed a seguire come impiegato o quadro (il 13%) e coltivatore diretto (12,7%). Una quota significativa ha anche affermato di rivestire il ruolo di casalinga (8,4%), mentre il 4,8% era alla ricerca di una nuova occupazione. La spinta ad intraprendere in agricoltura • Al primo posto nelle motivazioni registrate nell’avviare una impresa agricola si trova la successione a un familiare, che Quote % sul raccoglie il 36% delle risposte. totale • Vi è poi l’auto-impiego: la necessità di trovare un primo o nuovo sbocco lavorativo racchiude il 18,8% delle risposte e la difficoltà a trovare un lavoro dipendente stabile il 6,7%. Segue poi il tema dell’auto-realizzazione, con il 14,4% dei nuovi capitani d’impresa che sfrutta opportunità di mercato, il 13,2% che insegue l’ambizione di valorizzare le proprie competenze ed esperienze professionali e il 6,1% che manifesta il desiderio di conseguire un successo personale ed economico. Auto-realizzazione Sfruttare un'opportunità offerta dal mercato/conoscenza del mercato Volontà di valorizzare competenze ed esperienze professionali Desiderio di conseguire successo personale ed economico Insoddisfazione verso il precedente lavoro Auto-impiego Necessità di trovare un primo o nuovo sbocco lavorativo Difficoltà a trovare un lavoro dipendente stabile Altro Successione a un familiare Possibilità di continuare ad operare per l’impresa in cui era occupato Agevolazioni fiscali, creditizie, contributi Sfruttamento di un’idea innovativa Altro rispondenti 36,6% 14,4% 13,2% 6,1% 2,9% 25,6% 18,8% 6,7% 60,2% 36,0% 4,4% 4,3% 2,8% 12,7%