MI PRESENTO! A cura di Elisa D’Antuono Scienze della Formazione Primaria Esame di Matematica Elementare Prof. Giovanni Lariccia Mi chiamo Elisa D’Antuono, ho 24 anni e sono un’insegnante di scuola dell’infanzia. Quest’anno mi sono iscritta a Scienze della Formazione Primaria, e poichè sono già in possesso della laurea triennale in Scienze dell’Educazione la segreteria dell’università mi ha fatto accedere direttamente al terzo anno di corso, dovendo comunque sostenere alcuni esami del primo e del secondo anno che non erano nel piano di studi della prima laurea. Quando ho fatto questa scelta di riscrivermi all’università molte persone che conosco mi han chiesto come mai non mi ero iscritta subito dopo il liceo a questa facoltà, e soprattutto perché mi sto riscrivendo ora. La scelta della seconda laurea deriva da due motivazioni: primo, a 18 anni non ero per niente sicura di voler insegnare, sapevo di esser portata al lavoro coi bambini ma mai avevo pensato di fare la maestra, e secondo perché per avere l’abilitazione mi serve questa laurea in particolare. Come appena detto, ho sempre voluto lavorare coi bambini. Già dai tempi del liceo mi sono occupata di animazione di feste, di oratori estivi e di ripetizioni e baby sitter; ho svolto il tirocinio della prima laurea presso un Tempo per le Famiglie e saltuariamente la mia «capa» mi chiama ancora per lavorare a qualche evento del centro. Tuttavia la mia aspirazione era quella di lavorare coi bambini disagiati socialmente, per esempio in strutture di comunità, casa famiglie o comunità mamma-bambino. Così, nei tre mesi antecedenti la laurea ho iniziato a mandare curriculum alle associazioni e alle cooperative da me conosciute o trovate sul web… ..ma purtroppo tutti i curriculum inviati non hanno ottenuto risposta. Un po’ scoraggiata ma ancora speranzosa ho accettato la proposta di lavoro come educatrice post-scuola nella scuola dell’infanzia del mio quartiere: al mattino facevo la babysitter a due bambini, al pomeriggio lavoravo nella scuola e nel frattempo continuavo a cercare lavoro nel «mio campo», non trovando mai riscontri positivi. Arriva così Giugno, e io mi ritrovo senza richieste di lavoro.. almeno in apparenza! Infatti la direttrice della scuola mi ha chiesto se per l’anno successivo potevo lavorare full time per loro: sulla carta mi assumevano come educatrice, ma di fatto presenziavo in aula tutto il giorno, senza ovviamente avere una classe tutta mia; questo perché un’insegnante aveva chiesto l’aspettativa. Alla fine dell’anno scolastico, questa maestra decide di lasciare il lavoro nella scuola e la direttrice mi propone di lavorare perennemente nella sua scuola dell’infanzia, impegnandomi però prima a prendere la laurea per avere l’abilitazione. Dopo aver passato l’estate a pensare sul mio futuro ho deciso di compiere questo grande passo: nel tempo avevo maturato una grandissima passione per il mondo della scuola dell’infanzia, tanto da decidere che questa è la mia strada. Mi piace pensare che nell’essere una studentessa universitaria e anche una lavoratrice ci sono molti aspetti positivi: sento che quando studio per un esame è come se «studiassi» la teoria di tutto quello che vedo e vivo quotidianamente a scuola, spesso mi ritrovo a leggere un pensiero ed esclamare «è vero, è successo oggi a un mio bambino!», e quando svolgo le attività nei laboratori mi sento molto propositiva e più sicura di me stessa. Ma al contempo ci sono anche alcuni aspetti negativi, impossibili da non scrivere in questo elaborato. Ad esempio, lavorando full time e a volte anche nei weekend non trovo molto tempo per studiare; spesso mi trovo a dover fare molti cambi turni a lavoro per poter frequentare un laboratorio o ad andare a sostenere un esame, e non capita raramente di dover chiedere a una collega di fare uno straordinario. Avendo anche poi da sostenere esami degli anni precedenti, e avendo dovuto fare anche un tirocinio diretto e indiretto noto che quest’anno in particolare si sta rivelando molto impegnativo. Inoltre, a livello personale, quest’anno ho dovuto accantonare una mia passione: il viaggio. Tuttavia sto andando avanti carica e molto propositva: mi piace pensare che tutto ciò lo sto facendo per un futuro, per essere più completa a livello formativo e professionale, e soprattutto lo sto facendo perché mi piace, e sento che frequentare questa facoltà mi sta facendo crescere giorno per giorno. Vorrei concludere questo elaborato con una frase di autore da me sconosciuto: «Insegnare è toccare una vita per sempre».. E giorno per giorno mi rendo conto che per saper toccare una vita per sempre, per formare i giovani del futuro è necessario che anche chi li educa abbia una giusta formazione alle spalle.