Terapia Ricostruttiva
Interpersonale
La Terapia Ricostruttiva Interpersonale
La TRI è pensata in modo specifico per i pazienti con disturbi di personalità
che non hanno risposto adeguatamente ai trattamenti farmacologici e
terapeutici attuati fino a quel momento.
Questo modello non propone di per sé nuove tecniche di trattamento quanto,
piuttosto, un nuovo modo di pensare ai pazienti utile per sceglier
interventi più efficaci tra le varie possibilità disponibili in uno qualsiasi dei
modi d’intervento usati. La terapia, suddivisa in cinque fasi o stadi, si basa
sull’utilizzo delle tecniche dei modelli terapeutici già esistenti, scelte in
accordo con un algoritmo molto specifico.
Grazie ad una buona valutazione degli stadi di questa terapia i pazienti
intrattabili diventano più sensibili all’intervento terapeutico. Oltre a
questi, l’Autrice ha elaborato sei linee guida per aiutare il terapeuta nella
scelta degli interventi terapeutici.
Altro elemento fondamentale della TRI è la formulazione del caso.
Formulazione del caso
Nella pratica clinica capita spesso di iniziare a lavorare con pazienti
intrattabili con varie tecniche consolidate. Quando una data tecnica
non funziona i clinici possono combinare insieme alcune tecniche a
loro piacimento, attenendosi a qualsiasi cosa funzioni.
L’efficacia del trattamento può essere molto migliorare se i sintomi
presentati possono essere compresi e organizzati da una struttura
teorica coerente. Idealmente, tale teoria spiegherebbe tutti, o
quasi, i sintomi presentati in un caso.
Nella TRI la DLL guida la formulazione del caso.
Formulazione del caso
I processi di copia
I risultati hanno dimostrato che i collegamenti tra le relazioni con le figure chiave e i sintomi
presentati potevano avvenire attraverso uno o più di tre processi di copia, che
corrispondono ai presupposti evolutivi:
• Sii come lei/lui
• Agisci come se fosse ancora qui e avesse il controllo
• Tratta te stesso come faceva lei/lui
Si cerca di raggiungere questo risultato assumendo, come proposto da Bowlby, che le prime
relazioni importanti del bambino costituiscano le basi per dei modelli operativi interni.
Secondo la DLL il collegamento tra i modi di fare disfunzionali presentati dall’adulto e le
interiorizzazioni delle prime relazioni specifiche avviene con uno o più fra i tre processi
di copia.
Ognuno dei problemi presentati deve essere collegato empiricamente alle regole percepite
e ai valori espressi da una o più figure d’attaccamento.
Formulazione del caso
La motivazione che spinge a mantenere i modelli copiati è di raggiungere una
prossimità psichica alle figure chiave, denominate IPIR. Di solito c’è il desiderio
che la storia possa essere riscritta in modo che le cose siano “come avrebbero
dovuto essere” e che le figure interiorizzate perdonino, dimentichino, si
scusino, si sveglino, facciano ammenda, si plachino o rendano in qualche
modo possibile un loro riavvicinamento e un amore incontaminato.
Se questo è il piano che mantiene il disturbo, allora il trattamento deve affrontare
tali desideri in modo da realizzarli più costruttivamente o da lasciarli perdere
ed elaborare il lutto.
Quando questo avverrà il paziente potrà uscire dalla categoria degli intrattabili.
Sarà maggiormente in grado di trarre beneficio dal sostegno perché è meno
probabile che la risposta al trattamento sia sabotata dal bisogno di mantenere
i comportamenti problematici e i sentimenti e i pensieri associati.
Formulazione del caso
Le evidenze cliniche raccolte fino ad oggi indicano che
la TRI ha un’ampia area di applicazione, ma nessuno
sostiene che sia universalmente applicabile. La TRI è
specificamente progettata per pazienti con disturbi
refrattari al trattamento e, di conseguenza, essa in
generale è l’ultima risorsa.
Formulazione del caso
RACCOGLIERE LE INFORMAZIONI DI BASE
Esplorare gli episodi rispetto a input, risposta e impatto sul sé
Mentre ascoltiamo queste storie non dobbiamo giudicare ma cercare di vedere il
mondo come lo vede il paziente.
La realtà non è importante per spiegare i “perché” le persone fanno determinate cose,
perché il comportamento riflette le convinzioni di una persona, non la realtà. Di
conseguenza, è fondamentale aiutare il paziente ad aumentare la consapevolezza
dei propri modi di fare e delle motivazioni che li sostengono.
Le distorsioni possono stare nelle percezioni, nelle risposte o nelle interiorizzazioni.
Indipendentemente da dove compaiono le distorsioni, secondo Benjamin il
sistema ha, comunque, una sua consistenza interna. Le relazioni tra la percezione,
la risposta e l’interiorizzazione corrisponderanno in qualche modo che abbia senso
e il paziente ed il clinico devono collaborare per scoprire come tutto questo
collima.
Formulazione del caso
Identificare i collegamenti tra i sintomi e le IPIR
E’ necessario identificare i collegamenti tra i sintomi presentati e le IPIR in
funzione dei desideri e delle paure associati alle IPIR.
Usare la percezione del paziente non la realtà.
I collegamenti tra le IPIR ed i sintomi potrebbero essere dovuti a percezioni errate
radicate nelle relazioni interiorizzate, oppure a percezioni accurate di
situazioni problematiche o entrambe le cose. Nello sviluppo della
formulazione del caso, ciò che sta alla base del collegamento è la percezione
del paziente e non importa quanto questa sia accurata. In altre parole,
l’individuo reagisce sulla base della propria esperienza. Al contrario, per
quanto riguarda il trattamento secondo la TRI, una valutazione realistica ed
accurata – in particolare sulle situazioni del presente – è essenziale.
Formulazione del caso
Ottenere dettagli specifici
I dettagli specifici sono vitali quando il clinico cerca di capire l’input dal punto di vista del
paziente.
Fare domande che conducano alle informazioni sul passato
L’intervistatore inizia con le situazioni che il paziente affronta e, successivamente, i modi in cui
queste entrano in relazione con gli apprendimenti del passato.
Se non emerge una traccia verso il passato spontaneamente o in risposta alla domanda “Si è mai
sentito in questo modo prima?” si può tentare di farsi strada con domande generica per poi
chiedere regolarmente degli esempi.
E’ consigliabile ottenere esempi di interazioni con i genitori che facciano chiarezza sui modi di
fare collegati alle dimensioni di base dell’attaccamento, dell’attacco/ritiro, del
controllo/sottomissione e della definizione di sé, che sono i poli che definiscono le dimensioni
del modello SASB.
Formulazione del caso
Includere gli ABC il più spesso possibile
Quando i dettagli comportamentali sull’input e la risposta sono molto chiari, si dovrebbe
espandere la comprensione della storia con i sentimenti associati (A), con i pensieri (C) e i
comportamenti (B).
Non basta comprendere la formulazione del caso, bisogna che ci sia un apprendimento affettivo
oltre che cognitivo per capire in profondità cosa sta alla base dei comportamenti intrapsichici
ed interpersonali problematici.
In ogni caso è importante ricordare che l’insight è uno stadio della terapia, non un obiettivo, per
cui non è sufficiente che il paziente compia e comprenda queste associazioni. Inoltre, l’insight
non avviene tutto in un colpo e l’insight sull’infanzia cambia nel corso della terapia grazie a
nuove comprensioni ed associazioni con il presente.
Riprendere i punti mancanti
Non essendo un interrogatorio ma una seduta di psicoterapia lasciamo molto spazio al paziente
per scegliere i temi da affrontare e il modo in cui raccontarceli. Nonostante questo abbiamo
bisogno di informazioni molto specifiche su ambiti ben definiti, è quindi importante
riprendere regolarmente i punti che sono stati saltati di un determinato argomento, oppure
gli argomenti che non sono ancora stati trattati.
Formulazione del caso
Questa procedura per passi e su varie
dimensioni e superfici permette di aumentare
la propria capacità interpretativa individuando
indizi che altrimenti potrebbero non essere
evidenti.
Mentre codifica il contenuto del racconto il
clinico segue contemporaneamente il
processo terapeutico ed il processo indiretto,
ossia il processo in relazione a qualcuno che
non è presente.
I discorsi
Discorso dell’apprendimento
La Terapia Ricostruttiva Interpersonale inizia con l’apprendere a riconoscere i
propri modi di fare, da dove provengono e a cosa servono. Una volta visto
ciò con chiarezza, si può decidere se cambiare o no. Infine, si può iniziare a
lavorare per imparare nuovi e migliori modi di fare.
Discorso del dono d’amore
Così puoi vedere che in molti modi sei fedele alle prescrizioni e ai valori che
hai appreso quando eri piccolo. Rimane la domanda: perché lo facciamo?
Perché continuiamo a seguire quelle vecchie idee, soprattutto quanto non
sono più così funzionali? Beh, spesso è perché non ci rendiamo conto che
vogliamo aggiustare le cose con [papà, mamma, fratello, ecc …]. E’ come
se cercassimo di farlo nel modo che loro si aspettavano, nella speranza che
lo apprezzino e ne siano compiaciuti. E’ come se sperassimo che forse le
cose, dopotutto, potrebbero andare meglio. Ha senso quello che dico?
I discorsi
Discorso del processo di copia
Credo che ogni cosa abbia un senso. Di solito le tendenze
problematiche che abbiamo da adulti riflettono delle cose che
abbiamo imparato da bambini. Spesso, i collegamenti sono
abbastanza diretti. Quello che facciamo da adulti spesso copia
i modi di fare appresi da nostra madre, da nostro padre o da
altre persone importanti della nostra vita. Ci sono tre modi in
cui lo facciamo: essere come loro, agire come se fossero
ancora qui, trattare noi stessi come loro ci trattavano. Per
esempio, vedo che lei qui ha detto di essere xxxx e che anche
suo padre lo era. Lei vede altri collegamenti?
Questi sono alcuni collegamenti che ho visto io, ma bisognerà
verificarli.
Le 5 fasi della terapia
Collaborazione. Una funzione fondamentale della relazione
terapeutica è di migliorare la volontà del paziente a lavorare
attivamente. La relazione terapeutica facilita anche lo sviluppo
di un attaccamento circoscritto tra paziente e terapeuta, e ciò
offre una base sicura per esplorare nuovi modi di fare più
adattivi. A partire dalla sicurezza offerta dalla relazione
terapeutica, il paziente svilupperà il coraggio e la capacità di
sconfiggere la parte di sé regressiva (detta il Rosso) che cerca
ancora di rimanere fedele alle IPIR, nonché di applicare dei
comportamenti più funzionali (detti Verdi) nella relazione con
gli altri. Man mano che queste relazioni diventano più
positive, anche la loro interiorizzazione inizierà a sostenere
comportamenti, sentimenti e pensieri più funzionali.
Le 5 fasi della terapia
Apprendere e riconoscere i modi di fare, da dove provengono e a cosa servono. Questa è
l’essenza dell’insight della TRI. Quando il paziente ha capito la formulazione del caso è
stato raggiunto l’insight che consente l’inizio del processo di cambiamento. Nella TRI si
raggiunge l’insight se il paziente riesce a identificare un modo di fare problematico in
termini di input, risposta e impatto su di sé; i collegamenti derivati dai processi di copia
tra un modo di fare problematico e una o più IPIR; i desideri in relazione alle IPIR che
sostengono il modo di fare problematico. Quando l’insight è completamente sviluppato
queste tre forme di riconoscimento del modo di fare sono accurate ed espresse a livello
emotivo, cognitivo e comportamentale.
Bloccare i modi di fare disfunzionali. Per quanto possano sembrare insensati
all’osservazione razionale, i modi di fare problematici hanno lo scopo di offrire una
speranza che ci sarà o che ci potrà essere una riconciliazione con le IPIR. Ne consegue
che la terapia deve affrontare e trasformare queste ragioni interne per poter cancellare
i comportamenti disfunzionali e rimpiazzarli con delle alternative migliori. Una della
priorità della TRI è proprio di bloccare queste tendenze, nonché i comportamenti che
possono essere alla base di momenti di stallo in psicoterapia.
Le 5 fasi della terapia
Promuovere la volontà di cambiare. Il terapeuta che segue la TRI affronta
costantemente le motivazioni che mantengono i modi di fare problematici.
L’obiettivo è di aiutare il paziente a venire a patti con le IPIR che sono
collegate ai modi di fare problematici attraverso i processi di copia. Solo
lasciando perdere questi antichi desideri si più aprire un varco al
cambiamento. Lasciar perdere le antiche speranze che sono alla base della
resistenza è forse la parte più difficile della TRI ed è fondamentale
incoraggiare il paziente a farlo e a elaborare il lutto per la perdita.
Imparare nuovi modi di fare. Con il progredire del lutto per la perdita degli
antichi desideri e opportunità le nuove speranze possono sostenere la
realizzazione degli obiettivi della TRI. Durante quest’ultima fase il
terapeuta deve offrire al paziente una struttura per praticare nuovi modi di
fare a livello interpersonale e intrapsichico. Il terapeuta vigila attentamente
per cogliere quando il paziente ha bisogno di aiuto per resistere alla spinta
di tornare alle vecchie abitudini. Per questi motivi si devono applicare
nuove attività di scoperta di sé e di gestione di sé.
Le linee guida della terapia
Il terapeuta che usa la TRI tenta di applicare le seguenti sei linee guida – definite “algoritmo
di base” – in ogni intervento. Queste hanno lo scopo di aiutarlo a fare, in base alla fase
del percorso terapeutico e alle risposte del paziente, le migliori scelte possibili.
Regola 1: Lavorare con un atteggiamento di base di empatia accurata, intesa come la
capacità del terapeuta di concentrarsi sul paziente in maniera amichevole sostenendo
profondamente i suoi punti di forza e il suo benessere.
Regola 2: Sostenere l’Alleato alla Crescita (Verde) più dell’Alleato Regressivo (Rosso). In
ognuna della fasi della TRI, ma soprattutto nella quarta, il terapeuta si rende conto di un
conflitto fondamentale tra due parti del paziente. Una parte richiede il trattamento e
desidera divenire più adattata, mentre l’altra vuole continuare a dimostrare i
comportamenti, i sentimenti e i pensieri problematici coerenti con le regole e i valori
delle IPIR. Idealmente, i rispecchiamenti del terapeuta saranno formulati con parole che
sostengono il Verde più che il Rosso. Tuttavia, ciò non è sempre possibile e nemmeno
saggio. A volte l’Alleato Regressivo è troppo forte e bisogna lasciarlo prevalere. In
questo caso, il clinico sostiene il Rosso e cerca l’opportunità di ampliare il Verde appena
possibile.
Regola 3: Collegare ogni intervento alla formulazione del caso. Piuttosto che impiegare una
tecnica per affrontare una particolare sindrome, la TRI richiede di scegliere ogni tecnica
sulla base della formulazione del caso.
Le linee guida della terapia
Regola 4: Cercare dettagli illustrativi e concreti su input, risposta e impatto sul sé. Questa
regola assicura che l’approccio al trattamento sia principalmente interpersonale. Nella
TRI ogni episodio che potrebbe collegarsi ai problemi presentati e alle figure chiave
viene ampliato in funzione di tre elementi: input, risposta e impatto sul sé. Bisogna
discutere gli episodi importanti finché il paziente e il terapeuta non abbiano una
comprensione comune di cosa li ha scatenati, di come ha reagito il paziente e di come
ciò abbia influito sul concetto di sé del paziente. È estremamente importante che le
risposte a queste domande siano formulate in termini molto concreti.
Regola 5: Esplorare gli ABC. Ogni episodio con input, risposta e impatto sul sé deve essere
sviluppato anche in questi tre domini: sentimenti (Affect, A), comportamenti (Behavior,
B) e pensieri (Cognition, C). Non basta comprendere la formulazione del caso, bisogna
anche che ci sia un apprendimento affettivo oltre che cognitivo per capire in profondità
cosa sta alla base dei comportamenti intrapsichici e interpersonali. Il terapeuta TRI
attribuisce la stessa priorità all’esperienza affettiva, alla comprensione intellettuale e
alle manifestazioni comportamentali.
Regola 6: Collegare l’intervento scelto a una o più delle cinque fasi descritte. Ogni
intervento terapeutico scelto tra quelli a disposizione dei modelli psicoterapeutici
esistenti deve essere collegato ad una delle cinque fasi precedentemente descritte.
Queste tecniche sono raggruppate in due categorie che sono solo delle tendenze, non
una dicotomia assoluta: scoperta di sé e gestione di sé.
Fasi e compiti della terapia
Collaborazione
SCOPERTA DI SE’
Usare l’inconscio del paziente per dare l’iniziativa
Quello che passa per la mente del paziente in un dato giorno guida la seduta
e il terapeuta cerca di seguirlo in maniera collaborativa. Il lavoro del
terapeuta consiste nel cogliere il tema del giorno e collegarlo
efficacemente alla formulazione del caso e al piano di trattamento
Rendere più nitide le immagini del presente
Sottolineare l’importanza di alcune affermazioni del paziente, eventualmente
collegandole alla formulazione del caso.
Incoraggiare il paziente a essere attivo nell’esplorazione di sé
Collaborazione
GESTIONE DI SE’
Chiedere il permesso e spiegare
Addestrare implicitamente il paziente alle
procedure TRI
A volte ingraziarsi il Rosso per un po’
Apprendere i modi di fare, da dove
provengono e a cosa servono
Apprendere i propri modi di fare, da dove provengono e a che cosa servono è
l’essenza dell’insight della TRI.
Dopo aver identificato i modi di fare e i processi di copia, il paziente ha
portato a termine due compiti importanti. Il terzo compito, capire a cosa
servono, è più difficile, tuttavia è necessario per il cambiamento. I “doni
d’amore”, che costituiscono la motivazione sottostante ai modi di fare
problematici devono essere identificati perché il paziente decida di
lasciarli perdere e di apprendere nuovi modi di essere più costruttivi.
I “doni d’amore” sono l’elemento che spesso impedisce al paziente di
cambiare pur avendo compreso tutto il resto.
Uno dei più robusti risultati della ricerca sull’efficacia terapeutica è che la
specificità è associata al successo. La sollecitazione dei dettagli assicura al
terapeuta di capire esattamente cosa viene detto. L’accuratezza facilita la
collaborazione e il successo della terapia.
L’apprendimento può avvenire anche all’interno della relazione terapeutica.
Apprendere i modi di fare, da dove
provengono e a cosa servono
Possibilità di intervento:
•
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•
•
Le associazioni
I sogni
L’immaginazione del terapeuta
L’interpretazione
I ricordi (usando foto o altri ricordi)
Registrare un incontro di famiglia
La tecnica delle due sedie
La validità delle ipotesi è meglio verificata e l’apprendimento è più
convincente se l’insight emerge spontaneamente nel discorso
terapeutico. Affinché l’insight serva come preludio al cambiamento, il
paziente deve sperimentare pienamente (nei termini degli ABC) il
significato del collegamento tra i problemi presentati e le IPIR.
Bloccare i modi di fare disfunzionali
I modi di fare disfunzionali continuano a presentarsi
perché hanno delle buone ragioni interne. Per
quanto
possano
sembrare
insensati
all’osservatore razionale, hanno lo scopo di
offrire una speranza che ci sarà, o ci possa essere,
una riconciliazione con le IPIR.
Ne consegue che la terapia deve affrontare e
trasformare queste ragioni interne per poter
cancellare i comportamenti disfunzionali e
sostituirli con delle alternative migliori.
Bloccare i modi di fare disfunzionali
SCOPERTA DI SE’
Quando la scoperta di sé è giunta al punto di opporre una sfida credibile alle
motivazioni sottostanti, allora le attività abituali di gestione del sé possono
diventare davvero efficaci, anche se prima erano fallite.
La scoperta di sé aiuta a vedere le situazioni diversamente, sostenendo la
rinuncia ai vecchi modi di fare.
Molti pazienti intrattabili hanno interiorizzato odio verso di sé e non riescono
a pensare facilmente cosa sarebbe meglio per loro. Aiutare i pazienti a
provare compassione per se stessi per le volte in cui sono stati abusati,
umiliati, ignorati e altro ancora. La relazione terapeutica in sé è un ambito
nel quale sperimentare una relazione amorevole da interiorizzare.
Bloccare i modi di fare disfunzionali
GESTIONE DI SE’
L’insight non è sufficiente a completare il compito della riorganizzazione della
motivazione e nemmeno la decisione consapevole di cercare di aiutare il
sé. Più spesso, sono necessarie tecniche di mobilitazione della
motivazione (fase successiva) per portare il paziente al punto in cui può
riorganizzare pienamente ed efficacemente le motivazioni sottosanti.
E’ importante che i pazienti, imparino fin dall’inizio, a collegare i modi di fare
problematici alla motivazione sottostante.
Uno dei modi per bloccare i modi di fare problematici consiste nel cambiare il
dialogo interno.
Altra alternativa sono esercizi di simulazione in cui il terapeuta modella un
discorso interno più funzionale e modi alternativi di rispondere a delle
situazioni di crisi ricorrenti. Possono essere sperimentate anche altre
modalità, il punto è che hanno bisogno di elaborare nuovi modelli interni
e di un nuovo obiettivo interpersonale verso cui lavorare.
Promuovere la volontà di cambiare
L’obiettivo è aiutare il paziente a venire a patti con le IPIR che sono
state collegate al modo di fare problematico attraverso i processi
di copia.
Il modello del cambiamento di Prochaska, che è trasversale alle
teorie, descrive bene gli stadi del cambiamento come dimostrato
da numerosi studi empirici.
Riguardo i pazienti che in terapia cercano attenzione, e questo ne
diminuisce la motivazione al cambiamento, Benjamin ricorda che
tale atteggiamento è collegato a una o più IPIR e che è la
manifestazione della patologia (cerca attenzione per dei motivi
da collegare alla formulazione del caso), non una spiegazione (si
comporta in questo modo perché cerca attenzione).
Promuovere la volontà di cambiare
PRECONTEMPLAZIONE
Il primo passo da fare per promuovere la volontà di cambiare è riconoscere la
necessità di lasciar perdere i vecchi desideri in relazione alle IPIR. Le
persone che non sono ancora coscienti dei processi di copia e dei doni
d’amore sono paragonabili a dei “precontemplatori”.
Scoperta di sé
• Diventare disponibili a esplorare i legami col passato
• Cogliere i collegamenti con i processi di copia
• Identificare il dono d’amore: smascherare le antiche lealtà, regole, fantasie
Gestione di sé
• Stimolare la collaborazione, condizione necessaria per il cambiamento
Promuovere la volontà di cambiare
CONSIDERAZIONE
Il cambiamento cruciale nella TRI consiste nel lasciar perdere i desideri e le fantasie
relative alle IPIR fondamentali.
Scoperta di sé
•
•
•
•
Rendersi conto di quanto costa una fantasia
Cambiare prospettiva sulla IPIR
Impegnare la rabbia al servizio della differenziazione: una rabbia costruttiva porta
a distanziarsi dalle IPIR, una rabbia distruttiva favorisce l’invischiamento. Ascoltare
la rabbia non vuol dire alimentarla o prolungarla. Cercare giustizia attraverso
l’affronto diretto raramente è costruttivo. Prendere le distanze dalle IPIR non vuol
dire prendere distanza dalle persone reali.
Riconsiderare i desideri percepiti della famiglia.
Gestione di sé
•
Permettersi di provare compassione e tolleranza per se stessi
Promuovere la volontà di cambiare
AZIONE
Lasciar perdere realmente gli antichi desideri
Scoperta di sé
•
•
•
•
•
Lutto per la perdita
Lasciar perdere la fantasia
Perdonare
Interiorizzare nuove figure
Compassione per le IPIR
Gestione di sé
• Costruire nuovi obiettivi e nuovi modi di essere
• Accettare o rifiutare le proprie responsabilità: la persona sana non accetta né
troppa, ne troppo poca responsabilità.
• Affrontare la paura dei sentimenti
• Sostenere il dolore di lasciar perdere una fantasia
• Cambiare pratiche e fantasie sessuali che alimentano le dinamiche patologiche
Promuovere la volontà di cambiare
MANTENIMENTO
Studi sul mantenimento della sobrietà evidenziano un tasso di astinenza
maggiore negli individui che non amano vedersi come dipendenti da
sostanze. Questo indicherebbe che il mantenimento della decisione di
lasciar perdere i vecchi modelli sarà facilitato dal consolidamento della
sensazione di avere un nuovo sé.
Scoperta di sé
• Affrontare la paura del dopo
• Affrontare il desiderio di rimanere fermi
Gestione di sé
• Autodisciplina
• Considerare le ricompense e le perdite della guarigione
• Tollerare la variabilità del progresso
• Fare le scelte giuste
Apprendere nuovi modi di fare
SCOPERTA DI SE’
Accettare ciò che è stato ed è, e andare avanti: i pazienti
continueranno a sentire il desiderio di rimanere fedeli alle vecchie
regole e agli antichi valori. Le attività di scoperta di sé si
concentrano soprattutto sul mantenimento della motivazione a
superare vecchi valori e vecchie regole.
• Affrontare la paure delle novità
• Affrontare il rimorso e il rimpianto
Scegliere con benevolenza e riflessione
• Consapevolezza e scelta
• Incontro di famiglia
Apprendere nuovi modi di fare
GESTIONE DI SE’
Ricercare nuovi modi di fare e fare pratica con i nuovi stili più costruttivi
• Decidere di agire nel nuovo stile
• Tecniche comportamentali per insegnare e apprendere nuovi modi di fare
• Uso della relazione terapeutica come modello per i nuovi modi di fare
• Uso del modello SASB per l’insegnamento di nuove abilità interpersonali
• Simulazioni
• Letture e gruppi di auto-aiuto
• Offrire consigli (quanto opportuno e necessario)
• Allenare un paziente con le sfide del presente
Resistere al tentativo di tornare indietro
• Aiutare il paziente a evitare di rigettare il nuovo sé
• Offrire ulteriore aiuto con i nuovi apprendimenti
• Rimanere in disparte quando il problema è esistenziale: finché le decisioni non
sono guidate dai modi di fare probelmatici individuati nella formulazione del caso,
e finché i nuovi comportamenti sono coerenti con gli obiettivi della terapia, il
terapeuta TRI si mette in disparte e fornisce principalmente sostegno.
Le informazioni necessarie alla formulazione del caso
Collegare il presente al passato
Formulare un piano di trattamento
Venire a patti
Esplorare gli ostacoli al cambiamento
Passare alla gestione dei sintomi
Scarica

Formulazione del caso