La Pac dalle origini ad oggi Settembre 2013 Il dibattito sulla Pac Le accuse – Politica superata e distorsiva, che alimenta ingiustificabili rendite di posizione e genera conflitti e squilibri – Politica costosa, la cui voracità finanziaria impedisce lo sviluppo di politiche virtuose (agenda di Lisbona) La difesa – L’agricoltura è stata ed è ancora il cemento dell’UE – Con la Pac si paga un valore di esistenza di un settore strategico, e si mantiene un modello di agricoltura europea che genera esternalità positive che i cittadini sembrano disposti a pagare – Il peso della Pac sul bilancio Ue è alto anche perché l’agricoltura è finanziata quasi solo a livello Ue, mentre gli altri settori sono finanziati da spesa pubblica nazionale Le radici della Pac • Agricoltura settore “di punta” nel processo di integrazione europea, tra paesi importatori netti di prodotti agricoli, da poco usciti da una guerra • La Pac come politica comune necessaria per preservare il mercato unico in agricoltura • La Pac politica-simbolo: “cemento” e “pietra angolare” della Comunità Europea, tanto che i suoi obiettivi sono addirittura inseriti nel Trattato di Roma Gli obiettivi della vecchia Pac (Art 39 Trattato di Roma) • Sostegno dei redditi della popolazione agricola (dimensione sociale) • Aumento della produzione e della produttività, in coerenza ad una concezione intensiva di ammodernamento delle aziende • Sicurezza negli approvvigionamenti • Stabilità dei prezzi di mercato Gli strumenti della vecchia Pac • Molto sostegno dei prezzi (95% della spesa) – prezzi minimi garantiti a livelli molto più alti di quelli mondiali, prelievi all’importazione e sussidi all’export • Poco intervento di ammodernamento strutturale delle aziende agricole (5% della spesa, e solo dal 1972) – Nonostante la politica delle strutture agrarie fosse stata concepita come il “braccio forte” della Pac – Comunque in una visione settoriale e produttivistica della modernizzazione strutturale dell’agricoltura, vista come intensificazione produttiva a livello aziendale • Queste caratteristiche fecero della Pac una versione esemplare del modello di sostegno accoppiato (alla quantità prodotta), dominante negli Stati Uniti ed in Europa già prima della Pac La forza del vecchio modello “accoppiato” Un modello del tutto insoddisfacente sia sul versante dell’efficienza che dell’equità – sostegno indiscriminato e (quindi) iniquo – isolamento dal mercato internazionale – incentivi alla produzione fuori mercato – tassa (regressiva) sul consumo Ma un modello vincente sul “mercato politico” – capacità di accontentare una vasta platea di beneficiari – semplicità amministrativa – basso costo di bilancio, almeno finché la Comunità è rimasta importatrice netta, ma soprattutto… – Scarsa percezione da parte dei consumatori del costo ad essi imposto dal sostegno dei prezzi agricoli Effetti della politica dei prezzi Do So Do So S1 A P* Pw F B D A B Pw 0 C E D Pw 1 t = 0 (anni ’60 e ‘70) F t = 1 (anni’80) C E Crisi della Pac (anni ottanta) Due dimensioni: la dimensione interna – Eccedenze strutturali di produzione – Insostenibilità finanziaria (spesa alta e fuori controllo) – Squilibri tra settori e contenziosi tra paesi membri – Perdita di “reputazione” della Pac e tramonto della sua “centralità” nel processo di integrazione europea La dimensione internazionale – CEE da importatrice a esportatrice netta per molti prodotti, con aumento del costo della Pac (restituzioni all’export) e maggiore dipendenza dall’andamento dei prezzi mondiali – Maggiore percezione da parte dei paesi terzi delle distorsioni protezionistiche della Pac e modifica dell’atteggiamento “benevolo” degli USA – Uruguay round del Gatt (1986-94) Il lungo processo di riforma della Pac Anni ottanta: strategia riduttiva e difensiva, in base ad un cauto e pragmatico “gradualismo congiunturale” – Un approccio che non mette in discussione l’impianto di obiettivi e strumenti della Pac, ma attiva un ’ azione puntuale di breve-medio periodo, per gestire i vincoli che via via emergono: – il vantaggio è una revisione strisciante della Pac, senza strappi, coerente al lento metabolismo dell’UE – La conseguenza negativa è la complicazione della Pac, con la stratificazione di misure contraddittorie e spesso incomprensibili per gli stessi beneficiari: – anziché ridurre i prezzi minimi garantiti, per ridurre gli eccessivi incentivi a produrre, si attivano contro-misure (quote, set-aside, prelievi di corresponsabilità), premendo contemporaneamente sull’acceleratore e sul freno… Il lungo processo di riforma della Pac - II 1992: la svolta della riforma Mac Sharry – riduzione dei prezzi di intervento (30%), compensata da pagamenti diretti per ettaro e per capo basati su rese storiche (parzialmente disaccoppiati) – set aside obbligatorio e misure agroambientali di accompagnamento La riforma del 1992 è limitata a seminativi e carne bovina, ma è una rottura nel gradualismo del passato – Si mette in discussione il modello di sostegno accoppiato, sostituendo (in parte) i prezzi minimi garantiti con pagamenti per ettaro – Ma i pagamenti sono compensativi della riduzione dei prezzi, per cui non cambia la distribuzione del sostegno Il lungo processo di riforma della Pac – III La riforma Mac Sharry imprime un’accelerazione al processo di riforma della Pac, anche in risposta a nuove spinte al cambiamento che maturano negli anni ‘90 – riequilibrio tra intervento sui mercati e intervento sulle strutture, ma soprattutto trasformazione della vecchia politica delle strutture agrarie in politica di sviluppo rurale: nasce il secondo pilastro della Pac (Conferenza di Cork) – Problemi posti dalla prospettiva di allargamento dell’Ue – Crescente sensibilità nei confronti dell’ambiente e della sicurezza alimentare – Più in generale necessità di definire un nuovo “patto sociale” tra agricoltura e società Agenda 2000 • Agenda 2000 (luglio 97) è un documento di riflessione di ampio respiro sulle sfide poste dal processo di allargamento dell’Ue • In essa la riforma della Pac è inserita nel più generale contesto della revisione dell ’ impianto complessivo delle politiche dell’Ue • Il merito di Agenda 2000 è il riconoscimento esplicito del tramonto dei vecchi obiettivi della Pac e l’individuazione di nuovi strumenti • la nuova “parola d’ordine” è la multifunzionalità dell’agricoltura Agenda 2000: il nuovo impianto della Pac I nuovi obiettivi: – aumento della competitività (più che della produttività) – sostegno all’occupazione e al reddito, ma secondo un approccio territoriale (più che settoriale) di sviluppo delle aree rurali – Dimensione agro-ambientale (“internalizzazione” delle esternalità e produzione di beni pubblici) – Qualità e sicurezza del consumatore I nuovi strumenti – Ulteriore disaccoppiamento e orientamento al mercato del sostegno – Modulazione e condizionamento del sostegno (ecocondizionalità), secondo un approccio contrattuale – Semplificazione e decentramento della Pac Le decisioni finali di Agenda 2000 (Berlino, marzo 1999) • L’approccio di riforma la Pac era abbastanza condiviso, ma il problema era l’aumento che la riforma avrebbe prodotto negli squilibri finanziari tra stati membri – l’aumento dei pagamenti diretti sarebbe stato a carico soprattutto di Germania e Olanda, già forti contributori • Di fronte ai veti incrociati, la scelta fu quella di imporre un tetto di spesa più stringente, tagliando i pezzi più “costosi” della riforma – Quindi, minore carica riformatrice e passo indietro rispetto alle proposte iniziali – La montagna partorì il topolino, e la riforma rimase in mezzo al guado: il Consiglio UE ne era consapevole, tanto da prevedere una Mid-term review per il 2003 La riforma Fischler del giugno 2003 • Si partì da quella che doveva essere una “revisione di medio termine” di Agenda 2000, ma già dalle prime proposte (giugno 2002) fu chiaro che Fischler aveva in mente una riforma di alto profilo • Dopo un anno di dibattito, la riforma Fischler è stata approvata dal Consiglio il 26 giugno 2003 • Dal I gennaio 2006 la nuova Pac è operante in tutta l’UE, con un impianto di riforma basato su 4 punti qualificanti – Disaccoppiamento – Modulazione – Condizionalità – Nuove misure di sviluppo rurale L’elemento cardine: il disaccoppiamento • Gli aiuti diretti della vecchia Pac, legati ai vari prodotti, sono sostituiti da un Pagamento unico (PU) per azienda, disaccoppiato • Il PU viene erogato in base a diritti all’aiuto, assegnati agli agricoltori e calcolati sulla media del complesso di aiuti ricevuti nel triennio 2000-02 • Il sostegno disaccoppiato, di per sé, non è giustificabile: ma ha senso come misura transitoria: un generoso e robusto paracadute verso una Pac meno distorsiva, assicurato fino al 2013 • Inoltre, il disaccoppiamento rimuove le distorsioni del sostegno accoppiato ed aumenta l’efficacia di misure di sostegno più selettive e mirate Le tre “virtù” del disaccoppiamento 1)Fine della “caccia ai sussidi” – Poiché l’aiuto è disaccoppiato, e definito una volta per tutte, l’agricoltore non è più vincolato alle colture a cui l’aiuto era legato in passato – potrà coltivare ciò che vuole, e potrà anche non coltivare affatto (ma dovrà comunque assicurare le buone condizioni agronomiche e ambientali) – In ogni caso, sceglierà cosa fare in base alle convenienze di mercato – Dunque, il disaccoppiamento orienta al mercato le scelte degli agricoltori, dando importanza all’equilibrio tra domanda e offerta e riducendo le attuali distorsioni dei meccanismi di formazione dei prezzi agricoli… 2) Redistribuzione del potere contrattuale nella filiera – Finora le imprese agricole decidevano cosa produrre in base ai sussidi accoppiati, per poi vendere il prodotto a qualunque prezzo… – Con l’aiuto disaccoppiato, si deciderà di produrre un dato prodotto solo se il suo prezzo atteso sarà remunerativo… – Infatti, chi ha paura del disaccoppiamento non sono gli agricoltori, ma alcuni segmenti dell’industria di trasformazione, preoccupati della riduzione di produzione che esso può determinare – E’ una preoccupazione comprensibile, ma un po’ sospetta, giacché viene dagli stessi soggetti che hanno sempre rivendicato la libertà di comprare la “materia prima agricola” laddove è più conveniente… 3)Più trasparenza • Il disaccoppiamento assegna agli agricoltori una rendita improduttiva, calcolata in base ad una situazione passata • In effetti, il D. non crea, ma rende esplicita una rendita che c’era già; ma la maggiore trasparenza del sostegno impone la sua qualificazione e giustificazione • Infatti, una volta che il sostegno è disaccoppiato, è interesse degli stessi agricoltori che esso sia sempre più condizionato, mirato e selettivo – in modo da non apparire una rendita indiscriminata, ereditata dal passato e alla lunga indifendibile – ma una spesa che vale la pena di sostenere, perché la società ottiene in cambio comportamenti virtuosi, che valorizzano la multifunzionalità dell’agricoltura Evoluzione della spesa PAC e processo di riforma (Fonte; Commissione UE - DG Agricoltura) Dalla riforma Mac Sharry in poi la spesa Pac è molto cambiata: sempre meno misure di mercato, sempre più sviluppo rurale e pagamenti diretti. I sussidi all’export sono crollati dal 50% a quasi zero; le altre misure di mercato dal 45% a meno del 10%; lo sviluppo rurale è salito dal 5% al 20% e i pagamenti disaccoppiati ad oltre il 70% 20 Visioni alternative sul costo della PAC Fonte: Commissione europea - DG Agricoltura e sviluppo rurale Spesa PAC 2009 (valore assoluto) Spesa PAC 2009 (% del PIL) 41% del bilancio UE 0.45% del PIL UE Il peso della spesa Pac sul Bilancio UE è alto ma il peso sul PIL è oltre 100 volte più basso (e la spesa Pac è 100 volte più bassa della totale spesa pubblica consolidata dei paesi UE) 21 Il lungo processo di riforma della Pac • Riforma Mac Sharry (1992-93) • Agenda 2000 (1999) • “Riforma di medio termine” (Fischler) (decisa nel 2003 e applicata dal 2005) • Health check (2008) • Riforma Ciolos (2013) 22 Gli orientamenti della Commissione Ciolos sulla Pac (novembre 2010) Perché occorre una riforma? La Commissione evoca tre grandi sfide per il futuro Sfide economiche Sfide ambientali Sfide territoriali •Sicurezza alimentare •Emissioni gas serra •Vitalità delle aree rurali •Variabilità dei prezzi •Qualità acqua e aria •Crisi economica •Degrado terreni •Habitat e biodiversità •Diversità delle agricolture negli Stati membri UE Tali sfide generano tre macro-obiettivi Produzione di cibo Gestione risorse naturali Sviluppo territoriale 23 La produzione di cibo • Sostenere i redditi dei produttori agricoli e contribuire a ridurre la loro variabilità dovuta alla volatilità dei prezzi • Sostenere l’agricoltura nelle zone con vincoli naturali, ma soprattutto… • Sostenere la competitività delle imprese agricole – Nei confronti del resto del mondo, per compensare i più elevati standard imposti agli agricoltori europei sul fronte ambientale, della salubrità e del benessere degli animali – Ma anche all’interno della filiera agro-alimentare, dove le imprese agricole subiscono il maggior potere di mercato detenuto da altri soggetti 24 Gestione risorse naturali • Remunerare gli agricoltori per la produzione di beni pubblici ambientali – Paesaggio agrario – Assetto idrogeologico – Pratiche agricole sostenibili • Promuovere progresso tecnico orientato alle innovazioni “verdi”, per contribuire a contrastare il cambiamento climatico 25 Sviluppo territoriale • Sostenere l’occupazione agricola • Contribuire alla diversificazione dell’economia rurale • Mantenere la differenziazione strutturale delle diverse agricolture dell’UE – favorendo la sopravvivenza delle piccole imprese agricole attive – Promuovendo mercati locali e, più in particolare, canali distributivi alternativi che valorizzano le risorse locali 26 Gli strumenti Si ripropone l’impianto in due pilastri, ma con la volontà di renderli più complementari, riducendo le attuali sovrapposizioni Il I pilastro per i pagamenti annuali di tipo orizzontale Il II pilastro per interventi strutturali e misure selettive a programmazione pluriennale, da adattare alle diverse realtà territoriali Ci si affida a tre macro-strumenti: I pagamenti diretti Le misure di mercato Lo sviluppo rurale 27 I pagamenti diretti Necessità di redistribuire il Pua tra SM e beneficiari, superando il criterio storico, ma in modo pragmatico e politicamente 28 sostenibile La ridefinizione e lo “spacchettamento” del Pua • E’ la parte più propositiva del documento. L’idea è di scomporre l’attuale Pua in più componenti: – Un pagamento base per tutti a fronte della condizionalità, di ammontare (sempre più) omogeneo, ma con tetti massimi per beneficiario, da alzare per chi impiega molto lavoro – Un pagamento “verde” aggiuntivo per remunerare azioni ambientali oltre la condizionalità di base – Un pagamento per le aree svantaggiate, facoltativo, a complemento delle indennità compensative del II pilastro – La possibilità di pagamenti accoppiati in aree dove la produzione agricola ha un valore strategico – Un aiuto specifico per i piccoli produttori • Infine, si sottolinea la necessità di indirizzare il sostegno della Pac verso gli “agricoltori attivi” 29 Le misure di mercato • Questa, invece, è la parte più generica del documento: – Si conferma la scelta per l’orientamento al mercato della Pac, ma si ribadisce l’esigenza di fronteggiare la crescente volatilità dei prezzi agricoli… – …tuttavia si dice pochissimo su come farlo – Si sottolinea con molta enfasi la necessità di migliorare il funzionamento delle filiere agroalimentari, in particolare sostenendo il potere contrattuale degli agricoltori… – …ma anche qui non si dice nulla sugli strumenti possibili 30 Lo sviluppo rurale • Ambiente, cambiamento climatico e innovazione sono le nuove parole chiave delle politiche di sviluppo rurale, in linea con la Strategia Europa 2020 • Si sottolinea l’opportunità di offrire pacchetti integrati di misure rivolti a particolari obiettivi o gruppi di beneficiari (giovani, piccoli agricoltori, aree di montagna…) • Si invoca più coerenza tra le politiche di sviluppo rurale e le altre politiche territoriali dell’UE (coesione) • Si sottolinea che la distribuzione tra SM dei fondi dello sviluppo rurale deve avvenire in base a criteri obiettivi • Una novità importante è che nelle politiche di sviluppo rurale vengono collocate le misure per la gestione del rischio e la stabilizzazione dei redditi, da disegnare in modo compatibile con la scatola verde del Wto 31 Una valutazione d’insieme • Una proposta “leggera”, di profilo (forse volutamente) basso, che non sembra preparare una riforma radicale • Stile molto diverso dal passato, quando a questo stadio del dibattito la Commissione “sparava alto” per poi negoziare un compromesso al ribasso… – Forse questo riflette anche il minor margine di manovra della Commissione nel quadro delle nuove procedure di co-decisione • In complesso, cauto gradualismo, con luci e ombre – Incognite, silenzi o genericità su punti cruciali (mercato) – Alcune novità e spunti positivi, su cui si può lavorare (lavoro, agricoltori attivi) • Gli Stati membri, più che rispondere a proposte precise, emendandole come si faceva in passato, si sono trovato di fronte un pacchetto generico da riempire di contenuti 32 Il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-20 33 Le cifre sul tappeto • Le cifre sul QFP 2014-20, in particolare i confronti con il 2007-13, variano a seconda di ciò di cui si tiene conto – L’aumento del numero degli SM da 27 a 28 (Croazia) – L’inflazione (dati a prezzi correnti o costanti) – I processi di aggiustamento intertemporali, particolarmente rilevanti per la Pac (modulazione, phasing in dei pagamenti diretti in Bulgaria e Romania, convergenza) – Le voci esterne al QFP (riserva di crisi, flessibilità, solidarietà, fondo europeo di sviluppo, fondo per la globalizzazione) • Inoltre, circolano cifre diverse, tutte legittime, a seconda che si scelga di porre a confronto: – Il tot QFP 2014-20 rispetto al tot 2013-20, con o senza Croazia – 2020 rispetto a 2013 (ossia considerando gli ultimi anni dei QFP) – Il tot QFP 2014-20 rispetto al 2013x7 (ossia rispetto alla teorica riproposizione dello status quo) – (…) Le cifre sul tappeto Intero periodo (mlrd di € a prezzi 2011) QFP Totale Rubrica 1 Pac totale Aiuti diretti QFP 2007-13 (UE27) 994 446 413 2014-20 Proposta Commissione 1033 495 375 289 270 2014-20 Accordo Consiglio D% Proposta Comm./2007-13 D% Accordo Consiglio/2007-13 960 +3,9 -3,4 451 +11,0 +1,1 363 -9,2 -12,1 265 -6,6 -8,2 La proposta della Commissione prevedeva l’aumento del 3,9% della spesa totale per l’UE28 rispetto al 2007-13 (UE27, senza la Croazia), con un +10,9% della rubrica 1 ed un -9% della Pac (senza la Croazia, le variazioni per l’UE27 sarebbero state, rispettivamente, +2,5 e -10%) Rispetto alla Commissione, il Consiglio ha ridotto tutte le spese: un po’ meno la spesa per la Pac, che comunque rispetto al 2007-13 scende più di quella totale (-12,1% rispetto a -3,4%) (-13 e -4,6% senza la Croazia) Inoltre il Consiglio ha tagliato gli aiuti diretti Pac più di quanto proposto dalla Commissione (-8,2% rispetto a -6,6%) (-8,7 rispetto a -7% senza Croazia) La Pac nel QFP (Tot UE 28) 2007-13 Altro13% PAC 42% I Pilastro 32% II Pilastro 10% 2014-20 Competitività 9% Altro 15% Coesione 36% PAC 38% I Pilastro 29% II Pillastro 9% Competitività 13% Coesione 34% Rispetto al 2007-13, la perdita di peso della Pac è di 4 punti, mentre la politica di coesione, l’altra grande fonte di spesa UE, ne perde 2 e la politica per la competitività ne guadagna 4 Dunque continua il (lento) trend storico di declino relativo della Pac, che tuttavia rimane la politica più importante del bilancio UE I risultati del negoziato per l’Italia 37 La posizione dell’Italia: un negoziato in salita QFP Totale Rubrica 1 Pac totale Aiuti diretti 83,5 37,0 44,2 29,4 nd nd 36,5 24,5 78,6 38,8 36,6 24,0 D% Proposta Comm./2007-13 nd nd -17,4 -16,7 D% Accordo Consiglio/2007-13 -5,9 +4,8 -17,2 -18,3 Intero periodo (mlrd di € a prezzi 2011) QFP 2007-13 2014-20 Proposta Commissione 2014-20 Accordo Consiglio Per l’Italia la Commissione prevedeva una riduzione della spesa Pac (17,4%) maggiore di quella complessiva, a causa del meccanismo di convergenza dei pagamenti diretti, molto penalizzante per il nostro paese L’accordo del Consiglio migliora la nostra posizione, almeno in termini relativi: infatti, grazie alle compensazioni ad hoc in termini di maggiori risorse per le aree rurali italiane della Convergenza e, soprattutto, per lo sviluppo rurale, la rubrica 1 per l’Italia aumenta (+4,8%) e la dotazione Pac non peggiora ulteriormente rispetto alla proposta della Commissione La Pac nel QFP per l’Italia 2007-13 Altro 3% 2014-20 Altro 4% Competitività 9% PAC 53% I Pilastro 42% II Pilastro 11% Coesione 35% PAC 47% I Pilastro 35% II Pilastro 12% Competitività 11% Coesione 38% Nell’attuale periodo di programmazione più della metà della spesa UE che arriva all’Italia proviene dalla Pac. Nel 2014-20 tale peso si ridurrà dal 53% al 47%, in misura maggiore che nel resto dell’UE (dal 42 al 38%) Nonostante ciò, il peso della Pac rimarrà molto maggiore in Italia che nella media UE, e la Pac resterà la politica europea più importante per l’Italia in termini di spesa (47%, contro il 38% della coesione) 39 Quella “maledetta convergenza” • La proposta della Commissione sul QFP 2014-20 prevede la cosiddetta convergenza del livello medio per ettaro dei pagamenti della Pac, attualmente molto differenziato tra Stati membri (96€ Lettonia, 217 UE27, 300 Italia, quasi 600 Grecia) – Il meccanismo prevedeva che gli SM con pagamenti sotto il 90% della media UE avrebbero recuperato 1/3 di tale differenza entro il 2017, con la parallela riduzione dei pagamenti negli SM dove essi sono sopra la media – La scelta della Sau ammissibile al 2009 come parametro di calcolo del livello iniziale dei pagamenti per ettaro è stata molto penalizzante per l’Italia che, da sola, pagherà quasi 1/3 delle risorse spostate dalla convergenza • L’accordo del Consiglio ha modificato la convergenza, spostando dal 2017 al 2019 la scadenza della messa a regime dei nuovi importi e imponendo che tutti gli SM raggiungano almeno 196€ per ettaro (che interessa a Lituania, Lettonia, Estonia) 40 Il risultato del negoziato sui saldi netti 0 Miliardi euro prezzi 2011 -1.9 -2.6 -2 -3.8 Paesi Bassi -4 -3.8 -4.5 -5.1 -6.5 -6 Italia -7.3 Regno Unito -8.4 -8 Francia -10.6 -10 Germania -12 2007-11 2014-20 0 -0.05 -0.1 % sul PIL -0.15 -0.2 -0.2 -0.23 -0.25 -0.25 -0.3 -0.35 -0.4 -0.45 -0.28 -0,32 -0.32 -0.39 Paesi Bassi -0.33 -0.38 Germania Francia -0.33 Regno Unito Italia Su questo fronte, una volta tanto, abbiamo negoziato bene: l’Italia è l’unico tra i grandi paesi contributori netti che vedrà migliorare il proprio saldo: sia in assoluto, con un deficit medio annuo che scenderà a 3,8 mlrd, sia come peso sul PIL, da 0,28 a 0,23 punti % Purtroppo il risultato si deve in larga misura alla diminuzione del nostro PIL, che farà ridurre la contribuzione italiana al bilancio UE; ma è anche frutto dei miglioramenti della nostra posizione relativa che abbiamo ottenuto sul fronte delle politiche e delle spese ad esse associate 41 La nuova Pac 42 Le principali novità della nuova Pac • La convergenza dei pagamenti diretti tra Stati membri • Un nuovo sistema di pagamenti diretti, molto più articolato e (potenzialmente) selettivo (in questo quadro va segnalata la novità, introdotta nel negoziato, del pagamento ai primi ettari) • Il principio dell’agricoltore attivo, con cui si rende possibile limitare la platea dei beneficiari della Pac, finora aperta a tutti in modo indiscriminato • La regionalizzazione e la convergenza interna dei pagamenti diretti, per ridurre le attuali differenze tra territori e beneficiari • L’ulteriore alleggerimento delle misure di mercato nel quadro dell’OCM unica e le misure per migliorare l’efficienza delle filiere agroalimentari • Un nuovo approccio alla politica di sviluppo rurale • Un aumento significativo dei margini di scelta lasciati agli Stati membri nell’applicazione della Pac 43 Il nuovo sistema di pagamenti diretti: da 2 a 7 Euro / unità 6 – Pagamenti legati a date tipologie di produzioni sensibili 4 – Pagamento zone svantaggiate 3 – Pagamento ecologico (greening) 2 – Pagamento primi ettari 1 - Pagamento di base Pianura 7– Pag. semplificato piccoli agricoltori 5 – Pagamento giovani agricoltori Aree svantaggiate 6 pagamenti disaccoppiati, di cui 5 ad ettaro e 1 ad azienda e 1 pagamento legato a produzioni sensibili: l’obiettivo è un sistema più selettivo, l’esito potrebbe essere più complicazione… Conclusioni: luci e ombre della nuova Pac • La Pac che viene fuori dal lungo negoziato avviato nel 2009/10 (con le audizioni pubbliche della Commissione) si può considerare un compromesso accettabile anche se, ovviamente, presenta luci e ombre – Il processo di convergenza esterna è in sé sacrosanto, ma il meccanismo basato sulla Sau è irragionevolmente distorto, a tutto danno delle agricolture più intensive di lavoro e di valore aggiunto, Italia in particolare – Regionalizzazione e convergenza interna sono entrambi punti di non ritorno, politicamente difficili da gestire, ma ineludibili e, dunque, benvenuti – Il Greening è stato parecchio “indebolito” nel corso del negoziato: da pagamento con cui “comprare” servizi ambientali aggiuntivi dagli agricoltori a una sorta di supercondizionalità. Ma considerando le distorsioni con cui era nato, è meglio così… 45 – Il principio dell’agricoltore attivo è una novità di assoluto rilievo, sulla cui definizione gli Stati membri dovranno verificare la propria visione, per decidere come usare la Pac in relazione alla propria realtà imprenditoriale e produttiva e ai propri obiettivi di politica agraria nazionale – Il nuovo sistema di pagamenti diretti può sembrare un intreccio velleitario, terribilmente complicato e a forte rischio di burocratizzazione: • è vero, ma questa critica vale per qualunque misura che tenta di essere più selettiva e non può essere un buon motivo per rassegnarsi a conservare politiche irragionevolmente indiscriminate – Anche a questo riguardo, la novità e la il grande margine di flessibilità offerto agli Stati membri: una autentica sfida per i policy maker nazionali, che dovranno operare una serie di scelte non banali in un vasto e articolato menù di misure… 46