La Pac dalle origini ad oggi
Settembre 2013
Il dibattito sulla Pac
Le accuse
– Politica superata e distorsiva, che alimenta ingiustificabili
rendite di posizione e genera conflitti e squilibri
– Politica costosa, la cui voracità finanziaria impedisce lo
sviluppo di politiche virtuose (agenda di Lisbona)
La difesa
– L’agricoltura è stata ed è ancora il cemento dell’UE
– Con la Pac si paga un valore di esistenza di un settore
strategico, e si mantiene un modello di agricoltura
europea che genera esternalità positive che i cittadini
sembrano disposti a pagare
– Il peso della Pac sul bilancio Ue è alto anche perché
l’agricoltura è finanziata quasi solo a livello Ue, mentre
gli altri settori sono finanziati da spesa pubblica nazionale
Le radici della Pac
• Agricoltura settore “di punta” nel processo di
integrazione europea, tra paesi importatori netti
di prodotti agricoli, da poco usciti da una guerra
• La Pac come politica comune necessaria per
preservare il mercato unico in agricoltura
• La Pac politica-simbolo: “cemento” e “pietra
angolare” della Comunità Europea, tanto che i
suoi obiettivi sono addirittura inseriti nel
Trattato di Roma
Gli obiettivi della vecchia Pac
(Art 39 Trattato di Roma)
• Sostegno dei redditi della popolazione agricola
(dimensione sociale)
• Aumento della produzione e della produttività,
in coerenza ad una concezione intensiva di
ammodernamento delle aziende
• Sicurezza negli approvvigionamenti
• Stabilità dei prezzi di mercato
Gli strumenti della vecchia Pac
• Molto sostegno dei prezzi (95% della spesa)
– prezzi minimi garantiti a livelli molto più alti di quelli mondiali,
prelievi all’importazione e sussidi all’export
• Poco intervento di ammodernamento strutturale
delle aziende agricole (5% della spesa, e solo dal
1972)
– Nonostante la politica delle strutture agrarie fosse stata
concepita come il “braccio forte” della Pac
– Comunque in una visione settoriale e produttivistica della
modernizzazione strutturale dell’agricoltura, vista come
intensificazione produttiva a livello aziendale
• Queste caratteristiche fecero della Pac una
versione esemplare del modello di sostegno
accoppiato (alla quantità prodotta), dominante
negli Stati Uniti ed in Europa già prima della Pac
La forza del vecchio modello “accoppiato”
Un modello del tutto insoddisfacente sia sul
versante dell’efficienza che dell’equità
– sostegno indiscriminato e (quindi) iniquo
– isolamento dal mercato internazionale
– incentivi alla produzione fuori mercato
– tassa (regressiva) sul consumo
Ma un modello vincente sul “mercato politico”
– capacità di accontentare una vasta platea di beneficiari
– semplicità amministrativa
– basso costo di bilancio, almeno finché la Comunità è
rimasta importatrice netta, ma soprattutto…
– Scarsa percezione da parte dei consumatori del costo ad
essi imposto dal sostegno dei prezzi agricoli
Effetti della politica dei prezzi
Do
So
Do
So
S1
A
P*
Pw
F
B
D
A
B
Pw 0
C
E
D
Pw 1
t = 0 (anni ’60 e ‘70)
F
t = 1 (anni’80)
C
E
Crisi della Pac (anni ottanta)
Due dimensioni: la dimensione interna
– Eccedenze strutturali di produzione
– Insostenibilità finanziaria (spesa alta e fuori controllo)
– Squilibri tra settori e contenziosi tra paesi membri
– Perdita di “reputazione” della Pac e tramonto della sua
“centralità” nel processo di integrazione europea
La dimensione internazionale
– CEE da importatrice a esportatrice netta per molti prodotti,
con aumento del costo della Pac (restituzioni all’export) e
maggiore dipendenza dall’andamento dei prezzi mondiali
– Maggiore percezione da parte dei paesi terzi delle distorsioni
protezionistiche della Pac e modifica dell’atteggiamento
“benevolo” degli USA
– Uruguay round del Gatt (1986-94)
Il lungo processo di riforma della Pac
Anni ottanta: strategia riduttiva e difensiva, in
base ad un cauto e pragmatico “gradualismo
congiunturale”
– Un approccio che non mette in discussione l’impianto di
obiettivi e strumenti della Pac, ma attiva un ’ azione
puntuale di breve-medio periodo, per gestire i vincoli che
via via emergono:
– il vantaggio è una revisione strisciante della Pac, senza
strappi, coerente al lento metabolismo dell’UE
– La conseguenza negativa è la complicazione della Pac,
con la stratificazione di misure contraddittorie e spesso
incomprensibili per gli stessi beneficiari:
– anziché ridurre i prezzi minimi garantiti, per ridurre gli
eccessivi incentivi a produrre, si attivano contro-misure
(quote, set-aside, prelievi di corresponsabilità), premendo
contemporaneamente sull’acceleratore e sul freno…
Il lungo processo di riforma della Pac - II
1992: la svolta della riforma Mac Sharry
– riduzione dei prezzi di intervento (30%), compensata da
pagamenti diretti per ettaro e per capo basati su rese
storiche (parzialmente disaccoppiati)
– set aside obbligatorio e misure agroambientali di
accompagnamento
La riforma del 1992 è limitata a seminativi e
carne bovina, ma è una rottura nel gradualismo
del passato
– Si mette in discussione il modello di sostegno accoppiato,
sostituendo (in parte) i prezzi minimi garantiti con
pagamenti per ettaro
– Ma i pagamenti sono compensativi della riduzione dei
prezzi, per cui non cambia la distribuzione del sostegno
Il lungo processo di riforma della Pac – III
La riforma Mac Sharry imprime
un’accelerazione al processo di riforma della
Pac, anche in risposta a nuove spinte al
cambiamento che maturano negli anni ‘90
– riequilibrio tra intervento sui mercati e intervento sulle
strutture, ma soprattutto trasformazione della vecchia
politica delle strutture agrarie in politica di sviluppo
rurale: nasce il secondo pilastro della Pac (Conferenza
di Cork)
– Problemi posti dalla prospettiva di allargamento dell’Ue
– Crescente sensibilità nei confronti dell’ambiente e della
sicurezza alimentare
– Più in generale necessità di definire un nuovo “patto
sociale” tra agricoltura e società
Agenda 2000
• Agenda 2000 (luglio 97) è un documento di
riflessione di ampio respiro sulle sfide poste dal
processo di allargamento dell’Ue
• In essa la riforma della Pac è inserita nel più
generale contesto della revisione dell ’ impianto
complessivo delle politiche dell’Ue
• Il merito di Agenda 2000 è il riconoscimento
esplicito del tramonto dei vecchi obiettivi della
Pac e l’individuazione di nuovi strumenti
• la nuova “parola d’ordine” è la multifunzionalità
dell’agricoltura
Agenda 2000: il nuovo impianto della Pac
I nuovi obiettivi:
– aumento della competitività (più che della produttività)
– sostegno all’occupazione e al reddito, ma secondo un
approccio territoriale (più che settoriale) di sviluppo
delle aree rurali
– Dimensione agro-ambientale (“internalizzazione” delle
esternalità e produzione di beni pubblici)
– Qualità e sicurezza del consumatore
I nuovi strumenti
– Ulteriore disaccoppiamento e orientamento al mercato
del sostegno
– Modulazione e condizionamento del sostegno (ecocondizionalità), secondo un approccio contrattuale
– Semplificazione e decentramento della Pac
Le decisioni finali di Agenda 2000
(Berlino, marzo 1999)
• L’approccio di riforma la Pac era abbastanza
condiviso, ma il problema era l’aumento che la
riforma avrebbe prodotto negli squilibri finanziari
tra stati membri
– l’aumento dei pagamenti diretti sarebbe stato a carico
soprattutto di Germania e Olanda, già forti contributori
• Di fronte ai veti incrociati, la scelta fu quella di
imporre un tetto di spesa più stringente, tagliando i
pezzi più “costosi” della riforma
– Quindi, minore carica riformatrice e passo indietro
rispetto alle proposte iniziali
– La montagna partorì il topolino, e la riforma rimase in
mezzo al guado: il Consiglio UE ne era consapevole,
tanto da prevedere una Mid-term review per il 2003
La riforma Fischler del giugno 2003
• Si partì da quella che doveva essere una “revisione di
medio termine” di Agenda 2000, ma già dalle prime
proposte (giugno 2002) fu chiaro che Fischler aveva in
mente una riforma di alto profilo
• Dopo un anno di dibattito, la riforma Fischler è stata
approvata dal Consiglio il 26 giugno 2003
• Dal I gennaio 2006 la nuova Pac è operante in tutta l’UE,
con un impianto di riforma basato su 4 punti qualificanti
– Disaccoppiamento
– Modulazione
– Condizionalità
– Nuove misure di sviluppo rurale
L’elemento cardine: il disaccoppiamento
• Gli aiuti diretti della vecchia Pac, legati ai vari
prodotti, sono sostituiti da un Pagamento unico (PU)
per azienda, disaccoppiato
• Il PU viene erogato in base a diritti all’aiuto,
assegnati agli agricoltori e calcolati sulla media del
complesso di aiuti ricevuti nel triennio 2000-02
• Il sostegno disaccoppiato, di per sé, non è
giustificabile: ma ha senso come misura transitoria:
un generoso e robusto paracadute verso una Pac
meno distorsiva, assicurato fino al 2013
• Inoltre, il disaccoppiamento rimuove le distorsioni del
sostegno accoppiato ed aumenta l’efficacia di misure
di sostegno più selettive e mirate
Le tre “virtù” del disaccoppiamento
1)Fine della “caccia ai sussidi”
– Poiché l’aiuto è disaccoppiato, e definito una volta per
tutte, l’agricoltore non è più vincolato alle colture a cui
l’aiuto era legato in passato
– potrà coltivare ciò che vuole, e potrà anche non
coltivare affatto (ma dovrà comunque assicurare le
buone condizioni agronomiche e ambientali)
– In ogni caso, sceglierà cosa fare in base alle
convenienze di mercato
– Dunque, il disaccoppiamento orienta al mercato le
scelte degli agricoltori, dando importanza all’equilibrio
tra domanda e offerta e riducendo le attuali distorsioni
dei meccanismi di formazione dei prezzi agricoli…
2) Redistribuzione del potere contrattuale nella
filiera
– Finora le imprese agricole decidevano cosa produrre in
base ai sussidi accoppiati, per poi vendere il prodotto a
qualunque prezzo…
– Con l’aiuto disaccoppiato, si deciderà di produrre un
dato prodotto solo se il suo prezzo atteso sarà
remunerativo…
– Infatti, chi ha paura del disaccoppiamento non sono gli
agricoltori, ma alcuni segmenti dell’industria di
trasformazione, preoccupati della riduzione di
produzione che esso può determinare
– E’ una preoccupazione comprensibile, ma un po’
sospetta, giacché viene dagli stessi soggetti che hanno
sempre rivendicato la libertà di comprare la “materia
prima agricola” laddove è più conveniente…
3)Più trasparenza
• Il disaccoppiamento assegna agli agricoltori una
rendita improduttiva, calcolata in base ad una
situazione passata
• In effetti, il D. non crea, ma rende esplicita una
rendita che c’era già; ma la maggiore trasparenza
del sostegno impone la sua qualificazione e
giustificazione
• Infatti, una volta che il sostegno è disaccoppiato, è
interesse degli stessi agricoltori che esso sia sempre
più condizionato, mirato e selettivo
– in modo da non apparire una rendita indiscriminata,
ereditata dal passato e alla lunga indifendibile
– ma una spesa che vale la pena di sostenere, perché la
società ottiene in cambio comportamenti virtuosi, che
valorizzano la multifunzionalità dell’agricoltura
Evoluzione della spesa PAC e processo di riforma
(Fonte; Commissione UE - DG Agricoltura)
Dalla riforma Mac Sharry in poi la spesa Pac è molto cambiata: sempre meno misure
di mercato, sempre più sviluppo rurale e pagamenti diretti. I sussidi all’export sono
crollati dal 50% a quasi zero; le altre misure di mercato dal 45% a meno del 10%; lo
sviluppo rurale è salito dal 5% al 20% e i pagamenti disaccoppiati ad oltre il 70%
20
Visioni alternative sul costo della PAC
Fonte: Commissione europea - DG Agricoltura e sviluppo rurale
Spesa PAC 2009 (valore assoluto)
Spesa PAC 2009 (% del PIL)
41% del
bilancio UE
0.45% del
PIL UE
Il peso della spesa Pac sul Bilancio UE è alto
ma il peso sul PIL è oltre 100 volte più basso (e la spesa Pac è 100
volte più bassa della totale spesa pubblica consolidata dei paesi UE)
21
Il lungo processo di riforma della Pac
• Riforma Mac Sharry (1992-93)
• Agenda 2000 (1999)
• “Riforma di medio termine” (Fischler) (decisa nel 2003
e applicata dal 2005)
• Health check (2008)
• Riforma Ciolos (2013)
22
Gli orientamenti della Commissione Ciolos sulla Pac
(novembre 2010)
Perché occorre una riforma?
La Commissione evoca tre grandi sfide per il futuro
Sfide economiche
Sfide ambientali
Sfide territoriali
•Sicurezza
alimentare
•Emissioni gas serra
•Vitalità delle aree
rurali
•Variabilità dei
prezzi
•Qualità acqua e aria
•Crisi economica
•Degrado terreni
•Habitat e biodiversità
•Diversità delle
agricolture negli
Stati membri UE
Tali sfide generano tre macro-obiettivi
Produzione
di cibo
Gestione
risorse naturali
Sviluppo
territoriale
23
La produzione di cibo
• Sostenere i redditi dei produttori agricoli e
contribuire a ridurre la loro variabilità dovuta alla
volatilità dei prezzi
• Sostenere l’agricoltura nelle zone con vincoli
naturali, ma soprattutto…
• Sostenere la competitività delle imprese agricole
– Nei confronti del resto del mondo, per compensare i più
elevati standard imposti agli agricoltori europei sul fronte
ambientale, della salubrità e del benessere degli animali
– Ma anche all’interno della filiera agro-alimentare, dove le
imprese agricole subiscono il maggior potere di mercato
detenuto da altri soggetti
24
Gestione risorse naturali
• Remunerare gli agricoltori per la produzione di
beni pubblici ambientali
– Paesaggio agrario
– Assetto idrogeologico
– Pratiche agricole sostenibili
• Promuovere progresso tecnico orientato alle
innovazioni “verdi”, per contribuire a contrastare
il cambiamento climatico
25
Sviluppo territoriale
• Sostenere l’occupazione agricola
• Contribuire alla diversificazione dell’economia
rurale
• Mantenere la differenziazione strutturale delle
diverse agricolture dell’UE
– favorendo la sopravvivenza delle piccole imprese
agricole attive
– Promuovendo mercati locali e, più in particolare,
canali distributivi alternativi che valorizzano le
risorse locali
26
Gli strumenti
Si ripropone l’impianto in due pilastri, ma con la volontà
di renderli più complementari, riducendo le attuali
sovrapposizioni
Il I pilastro per i pagamenti annuali di tipo orizzontale
Il II pilastro per interventi strutturali e misure selettive a
programmazione pluriennale, da adattare alle diverse
realtà territoriali
Ci si affida a tre macro-strumenti:
I pagamenti
diretti
Le misure di
mercato
Lo sviluppo
rurale
27
I pagamenti diretti
Necessità di redistribuire il Pua tra SM e beneficiari, superando
il criterio storico, ma in modo pragmatico e politicamente
28
sostenibile
La ridefinizione e lo “spacchettamento” del Pua
• E’ la parte più propositiva del documento. L’idea è di scomporre
l’attuale Pua in più componenti:
– Un pagamento base per tutti a fronte della condizionalità, di
ammontare (sempre più) omogeneo, ma con tetti massimi
per beneficiario, da alzare per chi impiega molto lavoro
– Un pagamento “verde” aggiuntivo per remunerare azioni
ambientali oltre la condizionalità di base
– Un pagamento per le aree svantaggiate, facoltativo, a
complemento delle indennità compensative del II pilastro
– La possibilità di pagamenti accoppiati in aree dove la
produzione agricola ha un valore strategico
– Un aiuto specifico per i piccoli produttori
• Infine, si sottolinea la necessità di indirizzare il
sostegno della Pac verso gli “agricoltori attivi”
29
Le misure di mercato
• Questa, invece, è la parte più generica del documento:
– Si conferma la scelta per l’orientamento al mercato
della Pac, ma si ribadisce l’esigenza di fronteggiare la
crescente volatilità dei prezzi agricoli…
– …tuttavia si dice pochissimo su come farlo
– Si sottolinea con molta enfasi la necessità di migliorare
il funzionamento delle filiere agroalimentari, in
particolare sostenendo il potere contrattuale degli
agricoltori…
– …ma anche qui non si dice nulla sugli strumenti
possibili
30
Lo sviluppo rurale
• Ambiente, cambiamento climatico e innovazione sono le
nuove parole chiave delle politiche di sviluppo rurale, in
linea con la Strategia Europa 2020
• Si sottolinea l’opportunità di offrire pacchetti integrati di
misure rivolti a particolari obiettivi o gruppi di beneficiari
(giovani, piccoli agricoltori, aree di montagna…)
• Si invoca più coerenza tra le politiche di sviluppo rurale e le
altre politiche territoriali dell’UE (coesione)
• Si sottolinea che la distribuzione tra SM dei fondi dello
sviluppo rurale deve avvenire in base a criteri obiettivi
• Una novità importante è che nelle politiche di sviluppo
rurale vengono collocate le misure per la gestione del
rischio e la stabilizzazione dei redditi, da disegnare in modo
compatibile con la scatola verde del Wto
31
Una valutazione d’insieme
• Una proposta “leggera”, di profilo (forse volutamente)
basso, che non sembra preparare una riforma radicale
• Stile molto diverso dal passato, quando a questo stadio
del dibattito la Commissione “sparava alto” per poi
negoziare un compromesso al ribasso…
– Forse questo riflette anche il minor margine di manovra della
Commissione nel quadro delle nuove procedure di co-decisione
• In complesso, cauto gradualismo, con luci e ombre
– Incognite, silenzi o genericità su punti cruciali (mercato)
– Alcune novità e spunti positivi, su cui si può lavorare (lavoro,
agricoltori attivi)
• Gli Stati membri, più che rispondere a proposte precise,
emendandole come si faceva in passato, si sono trovato di
fronte un pacchetto generico da riempire di contenuti
32
Il Quadro finanziario pluriennale
(QFP) 2014-20
33
Le cifre sul tappeto
• Le cifre sul QFP 2014-20, in particolare i confronti con il
2007-13, variano a seconda di ciò di cui si tiene conto
– L’aumento del numero degli SM da 27 a 28 (Croazia)
– L’inflazione (dati a prezzi correnti o costanti)
– I processi di aggiustamento intertemporali, particolarmente
rilevanti per la Pac (modulazione, phasing in dei pagamenti
diretti in Bulgaria e Romania, convergenza)
– Le voci esterne al QFP (riserva di crisi, flessibilità, solidarietà,
fondo europeo di sviluppo, fondo per la globalizzazione)
• Inoltre, circolano cifre diverse, tutte legittime, a seconda che
si scelga di porre a confronto:
– Il tot QFP 2014-20 rispetto al tot 2013-20, con o senza Croazia
– 2020 rispetto a 2013 (ossia considerando gli ultimi anni dei QFP)
– Il tot QFP 2014-20 rispetto al 2013x7 (ossia rispetto alla teorica
riproposizione dello status quo)
– (…)
Le cifre sul tappeto
Intero periodo
(mlrd di € a prezzi 2011)
QFP
Totale
Rubrica
1
Pac
totale
Aiuti
diretti
QFP 2007-13 (UE27)
994
446
413
2014-20 Proposta Commissione
1033
495
375
289
270
2014-20 Accordo Consiglio
D% Proposta Comm./2007-13
D% Accordo Consiglio/2007-13
960
+3,9
-3,4
451
+11,0
+1,1
363
-9,2
-12,1
265
-6,6
-8,2
La proposta della Commissione prevedeva l’aumento del 3,9% della spesa
totale per l’UE28 rispetto al 2007-13 (UE27, senza la Croazia), con un
+10,9% della rubrica 1 ed un -9% della Pac (senza la Croazia, le variazioni
per l’UE27 sarebbero state, rispettivamente, +2,5 e -10%)
Rispetto alla Commissione, il Consiglio ha ridotto tutte le spese: un po’
meno la spesa per la Pac, che comunque rispetto al 2007-13 scende più di
quella totale (-12,1% rispetto a -3,4%) (-13 e -4,6% senza la Croazia)
Inoltre il Consiglio ha tagliato gli aiuti diretti Pac più di quanto proposto
dalla Commissione (-8,2% rispetto a -6,6%) (-8,7 rispetto a -7% senza Croazia)
La Pac nel QFP (Tot UE 28)
2007-13
Altro13%
PAC 42%
I Pilastro 32%
II Pilastro 10%
2014-20
Competitività
9%
Altro 15%
Coesione
36%
PAC 38%
I Pilastro 29%
II Pillastro 9%
Competitività
13%
Coesione
34%
Rispetto al 2007-13, la perdita di peso della Pac è di 4 punti, mentre
la politica di coesione, l’altra grande fonte di spesa UE, ne perde 2 e
la politica per la competitività ne guadagna 4
Dunque continua il (lento) trend storico di declino relativo della Pac,
che tuttavia rimane la politica più importante del bilancio UE
I risultati del negoziato per l’Italia
37
La posizione dell’Italia: un negoziato in salita
QFP
Totale
Rubrica
1
Pac
totale
Aiuti
diretti
83,5
37,0
44,2
29,4
nd
nd
36,5
24,5
78,6
38,8
36,6
24,0
D% Proposta Comm./2007-13
nd
nd
-17,4
-16,7
D% Accordo Consiglio/2007-13
-5,9
+4,8
-17,2
-18,3
Intero periodo
(mlrd di € a prezzi 2011)
QFP 2007-13
2014-20 Proposta Commissione
2014-20 Accordo Consiglio
Per l’Italia la Commissione prevedeva una riduzione della spesa Pac (17,4%) maggiore di quella complessiva, a causa del meccanismo di
convergenza dei pagamenti diretti, molto penalizzante per il nostro paese
L’accordo del Consiglio migliora la nostra posizione, almeno in termini
relativi: infatti, grazie alle compensazioni ad hoc in termini di maggiori
risorse per le aree rurali italiane della Convergenza e, soprattutto, per lo
sviluppo rurale, la rubrica 1 per l’Italia aumenta (+4,8%) e la dotazione
Pac non peggiora ulteriormente rispetto alla proposta della Commissione
La Pac nel QFP per l’Italia
2007-13
Altro
3%
2014-20
Altro 4%
Competitività
9%
PAC 53%
I Pilastro 42%
II Pilastro
11%
Coesione
35%
PAC 47%
I Pilastro 35%
II Pilastro 12%
Competitività
11%
Coesione
38%
Nell’attuale periodo di programmazione più della metà della spesa UE
che arriva all’Italia proviene dalla Pac. Nel 2014-20 tale peso si ridurrà
dal 53% al 47%, in misura maggiore che nel resto dell’UE (dal 42 al 38%)
Nonostante ciò, il peso della Pac rimarrà molto maggiore in Italia che
nella media UE, e la Pac resterà la politica europea più importante per
l’Italia in termini di spesa (47%, contro il 38% della coesione)
39
Quella “maledetta convergenza”
• La proposta della Commissione sul QFP 2014-20 prevede la
cosiddetta convergenza del livello medio per ettaro dei
pagamenti della Pac, attualmente molto differenziato tra Stati
membri (96€ Lettonia, 217 UE27, 300 Italia, quasi 600 Grecia)
– Il meccanismo prevedeva che gli SM con pagamenti sotto il 90%
della media UE avrebbero recuperato 1/3 di tale differenza entro
il 2017, con la parallela riduzione dei pagamenti negli SM dove
essi sono sopra la media
– La scelta della Sau ammissibile al 2009 come parametro di
calcolo del livello iniziale dei pagamenti per ettaro è stata molto
penalizzante per l’Italia che, da sola, pagherà quasi 1/3 delle
risorse spostate dalla convergenza
• L’accordo del Consiglio ha modificato la convergenza,
spostando dal 2017 al 2019 la scadenza della messa a regime
dei nuovi importi e imponendo che tutti gli SM raggiungano
almeno 196€ per ettaro (che interessa a Lituania, Lettonia, Estonia)
40
Il risultato del negoziato sui saldi netti
0
Miliardi euro prezzi 2011
-1.9
-2.6
-2
-3.8
Paesi Bassi
-4
-3.8
-4.5
-5.1
-6.5
-6
Italia
-7.3
Regno Unito
-8.4
-8
Francia
-10.6
-10
Germania
-12
2007-11
2014-20
0
-0.05
-0.1
% sul PIL
-0.15
-0.2
-0.2
-0.23
-0.25
-0.25
-0.3
-0.35
-0.4
-0.45
-0.28
-0,32
-0.32
-0.39
Paesi Bassi
-0.33
-0.38
Germania
Francia
-0.33
Regno Unito
Italia
Su questo fronte, una volta tanto,
abbiamo negoziato bene: l’Italia
è l’unico tra i grandi paesi
contributori netti che vedrà
migliorare il proprio saldo: sia in
assoluto, con un deficit medio
annuo che scenderà a 3,8 mlrd,
sia come peso sul PIL, da 0,28 a
0,23 punti %
Purtroppo il risultato si deve in
larga misura alla diminuzione del
nostro PIL, che farà ridurre la
contribuzione italiana al bilancio
UE; ma è anche frutto dei
miglioramenti della nostra
posizione relativa che abbiamo
ottenuto sul fronte delle politiche
e delle spese ad esse associate
41
La nuova Pac
42
Le principali novità della nuova Pac
• La convergenza dei pagamenti diretti tra Stati membri
• Un nuovo sistema di pagamenti diretti, molto più articolato e
(potenzialmente) selettivo (in questo quadro va segnalata la
novità, introdotta nel negoziato, del pagamento ai primi ettari)
• Il principio dell’agricoltore attivo, con cui si rende possibile
limitare la platea dei beneficiari della Pac, finora aperta a tutti
in modo indiscriminato
• La regionalizzazione e la convergenza interna dei pagamenti
diretti, per ridurre le attuali differenze tra territori e beneficiari
• L’ulteriore alleggerimento delle misure di mercato nel quadro
dell’OCM unica e le misure per migliorare l’efficienza delle
filiere agroalimentari
• Un nuovo approccio alla politica di sviluppo rurale
• Un aumento significativo dei margini di scelta lasciati agli Stati
membri nell’applicazione della Pac
43
Il nuovo sistema di pagamenti diretti: da 2 a 7
Euro / unità
6 – Pagamenti legati a date tipologie di produzioni sensibili
4 – Pagamento zone svantaggiate
3 – Pagamento ecologico (greening)
2 – Pagamento primi ettari
1 - Pagamento di base
Pianura
7– Pag. semplificato
piccoli agricoltori
5 – Pagamento giovani agricoltori
Aree svantaggiate
6 pagamenti disaccoppiati, di cui 5 ad ettaro e 1 ad azienda e 1
pagamento legato a produzioni sensibili: l’obiettivo è un sistema più
selettivo, l’esito potrebbe essere più complicazione…
Conclusioni: luci e ombre della nuova Pac
• La Pac che viene fuori dal lungo negoziato avviato nel
2009/10 (con le audizioni pubbliche della Commissione)
si può considerare un compromesso accettabile anche se,
ovviamente, presenta luci e ombre
– Il processo di convergenza esterna è in sé sacrosanto, ma il
meccanismo basato sulla Sau è irragionevolmente distorto,
a tutto danno delle agricolture più intensive di lavoro e di
valore aggiunto, Italia in particolare
– Regionalizzazione e convergenza interna sono entrambi
punti di non ritorno, politicamente difficili da gestire, ma
ineludibili e, dunque, benvenuti
– Il Greening è stato parecchio “indebolito” nel corso del
negoziato: da pagamento con cui “comprare” servizi
ambientali aggiuntivi dagli agricoltori a una sorta di supercondizionalità. Ma considerando le distorsioni con cui era
nato, è meglio così…
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– Il principio dell’agricoltore attivo è una novità di assoluto
rilievo, sulla cui definizione gli Stati membri dovranno
verificare la propria visione, per decidere come usare la Pac in
relazione alla propria realtà imprenditoriale e produttiva e ai
propri obiettivi di politica agraria nazionale
– Il nuovo sistema di pagamenti diretti può sembrare un
intreccio velleitario, terribilmente complicato e a forte rischio
di burocratizzazione:
• è vero, ma questa critica vale per qualunque misura che tenta di
essere più selettiva e non può essere un buon motivo per rassegnarsi a
conservare politiche irragionevolmente indiscriminate
– Anche a questo riguardo, la novità e la il grande margine di
flessibilità offerto agli Stati membri: una autentica sfida per i
policy maker nazionali, che dovranno operare una serie di
scelte non banali in un vasto e articolato menù di misure…
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