Corso di politica economica 2012. Prof Cuffaro Note per le lezioni Esternalità • QA:Max πA=Q(P) (P=Cm) • Con Costo marginale esterno (Cmae) • QA:Max πS=Q* (PA=Cm+Cmae) ovvero tale che il beneficio addizionale dell’ultima unità è uguale al suo costo sociale addizionale. • La soluzione privata si colloca nel punto in cui il Bpmn di QA per A è 0, la soluzione “pubblica” si colloca nel punto in cui il BSMN di QA è 0 • Q*<Qp ma è diverso da 0 CA=f(QA) CB=f (QA, QB) δCB/δQA>0 Ottimo 'privato': Cm=PA→QP Cmae=FQ*=SC Ottimosociale Cm+Cmae=PA→Q* Cm+Cmae PA Cm=Costo marginale di A S C F Cmae (Costo marginale esterno) Q* Qp Beneficio privato marginale netto di QA per A BPMN=PA-Cm 0 in Qp, dove PA=Cm A sinistra di Qp BPMN>0 (PA>Cm) A destra di Qp BPMN<0 (Cm> PA) Beneficio sociale marginale netto (LQ*=FQ*=Cmae)= Bpmn-Cmae 0 in Q* Positivo a sinistra di Q* Negativo a destra di Q* L Q* Qp Una rappresentazione più realistica • Nella rappresentazione precedente A non può fare nulla per ridurre l’inquinamento associato a QA. Ipotesi • Le imprese possono ridurre l'inquinamento effettuando spese per abbatterlo • Due imprese, che producono un bene e insieme ad esso inquinamento I. • Il costo marginale della riduzione di I è elevato quando I è basso e viceversa. (Cmar è una curva di costo marginale di abbattimento di I decrescente, per motivi tecnologici) • L'impresa 1 è più efficiente della 2 • Cmae dell’inquinamento è costante Curva di somma orizzontale. Cmar C2 Al livello di costo marginale di abbattimento C2 non vi è inquinamento (entrambe le imprese azzerano l’inquinamento). Cmar2: Impresa 2 produce la quantità OB di inquinamento quando non investe in abbattimento (Cmar2=0). Riduce a zero l’inquinamento quando spende C2 C1 Fino a C1 la curva Cmar coincide con quella dell’impresa 2 (Cmar2) (l’impresa 1, che è più efficiente, ha ridotto a 0 l’inquinamento al livello di costo marginale C1). Cmar=Cmar1+Cmar2 Cmar1 E Al di sotto di C1 ad ogni livello del costo marginale di abbattimento corrisponde I1+I2 Cmae 0 F C G B D A Cmar1 e Cmar 2=0 implica che l’inquinamento prodotto è OC+OB (=OA per costruzione) I In assenza di intervento regolatorio l’inquinamento prodotto sarebbe OA Cmar ha l’intercetta verticale in C2 (dove I1+I2=0), un primo tratto che coincide con Cmar2, un’intercetta orizzontale in OA(=OC+OB) Ridurre I di una unità implica un incremento di costo(=Cmar) e un incremento di “beneficio”=Cmae (risparmio per gli inquinati) La soluzione socialmente ottima è OD dove costo marginale di abbattimento = beneficio marginale dell’abbattimento= Cmae C2 Cmar2: C1 SOLUZIONI REGOLATORIE Cmar=Cmar1+Cmar2 Cmar1 I Dato Cmae lo Stato potrebbe imporre un tetto a I pari a OD . Ma come ripartirebbe OD fra le due imprese? Cmae E 0 F C G B D I A II Imporre la tassa (pigouviana) OE, ovvero una tassa uguale al costo marginale esterno. Il risultato sarebbe OD III Con =max Od e diritti di inquinamento trasferibili il risultato sarebbe identico a quello Pigouviano Tra C e F per l’impresa 1 la tassa per unità di inquinamento è superiore ai costi unitari di abbattimento. Per riduzioni ulteriori il costo marginale è superiore alla tassa. Con tassa Pigouviana 1 produce la quantità di inquinamento OF C2 Cmar2: C1 Cmar=Cmar1+Cmar2 Tra B e G per l’impresa 2 la tassa per unità di inquinamento è superiore ai costi untari di abbattimento. Per riduzioni ulteriori il costo marginale è superiore alla tassa. Con tassa Pigouviana 2 produce la quantità di inquinamento OG Cmar1 Cmae E 0 F C G B D I A OF+OG=OD per costruzione della curva Cmar (al livello di costo maginale E corrisponde I1(E)+I2(E)=OD • Tassa Pigouviana: l’impresa più efficiente nell’abbattimento produce meno inquinamento • Ma… • Il regolatore lascia al mercato la determinazione del livello di I. Permessi di emissione negoziabili (ovvero trasferibili) • L’autorità di regolamentazione determina la quantità aggregata di emissione "efficiente" (OD) e lascia al mercato l'allocazione di tali emissioni fra le fonti. • si può dimostrare che se le autorità fissano Imax=OD, il prezzo unitario di I (ovvero del diritto a produrre un'unità in più di inquinamento) sarà OE (=cmae) Cmar2 Cmar Cmar2 E Cmae Cmar1 0 M=5 D=10 Ogni impresa ha il permesso per OD/2=OM unità di inquinamento. Se l’impresa 2 compra dalla 1 il diritto a unità in più di I, 1 sostiene Cmar 1 per ridurre il suo inquinamento, 2 risparmia Cmar2 (c’è spazio per transazioni vantaggiose) Il prezzo massimo che 2 è disposto a pagare è Cmar2 , il prezzo minimo che 1 può accettare è Cmar1 . Quando I1 si riduce aumenta Cmar1, quando I2 aumenta si riduce Cmar 2 Ovvero le imprese scambiano i permessi fino a che cmar1>Prezzo del permesso>cmar2 Nel corso dello scambio cmar1 e cmar2 si avvicinano e l’equilibrio è con cmar1=cmar2=prezzo del permesso=OE e I=OD Kyoto • La "Convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici", approvata a New York il 9 maggio 1992, costituisce il primo trattato internazionale riferito specificamente ai cambiamenti climatici. Lo strumento attuativo della Convenzione è il Protocollo di Kyoto, che stabilisce per i Paesi industrializzati e per i Paesi con economie in transizione obiettivi di riduzione delle emissioni di 6 gas-serra. Il Protocollo di Kyoto impegna i Paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione (i Paesi dell'est europeo) a ridurre complessivamente del 5,2% nel periodo 2008-2012 le principali emissioni antropogeniche di gas capaci di alterare l'effetto serra naturale del nostro pianeta. • L’effetto più importante dell'entrata in vigore – che rappresenta un grosso successo politico per l’Unione Europea, che si è impegnata strenuamente per il rafforzamento di questo processo - è invece quello di rilanciare la cooperazione internazionale per la tutela del clima globale del pianeta, di cui il Protocollo rappresenta solo il primo passo. • Per l'Unione europea Kyoto ha fissato, a conclusione dell'impegnativa negoziazione, una riduzione dell'8%, tradotta poi dal Consiglio dei Ministri dell'Ambiente dell'UE del 17 giugno 1998 negli obiettivi di riduzione delle emissioni dei singoli Stati membri. Per l'Italia è stato stabilito che entro il 2008-2012 il nostro Paese riduca le proprie emissioni nella misura del 6,5% rispetto ai livelli del 1990. • Per il conseguimento dei propri obiettivi, i Paesi industrializzati e ad economia in transizione possono “contabilizzare” come riduzione delle emissioni il carbonio assorbito dalle nuove piantagioni forestali e dalle attività agroforestali (carbon sink) e utilizzare in maniera sostanziale i meccanismi flessibili (Clean Development Mechanism, Joint Implementation ed Emissions Trading), previsti dal Protocollo di Kyoto • il Clean Development Mechanism (CDM) consente ai Paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti nei Paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni di gas-serra e di sviluppo economico e sociale dei Paesi ospiti e nello stesso tempo generino crediti di emissione per i Paesi che promuovono gli interventi; • la Joint Implementation (JI) consente ai Paesi industrializzati e ad economia di transizione di realizzare progetti per la riduzione delle emissioni di gas-serra in un altro Paese dello stesso gruppo e di utilizzare i crediti derivanti, congiuntamente con il Paese ospite; • l’Emissions Trading (ET) consente lo scambio di crediti di emissione tra Paesi industrializzati e ad economia in transizione: un Paese che abbia conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra superiore al proprio obiettivo può così cedere (ricorrendo all’ET) tali “crediti” a un Paese che, al contrario, non sia stato in grado di rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra