Lezione 09
L'inclinazione a trafficare, barattare, scambiare una
cosa con un'altra è comune a tutti gli uomini e non si
trova in nessun'altra razza di animali.
Adam Smith
Anno Accademico
2009 - 2010
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L’INTERPORTO ASPETTI
GIURIDICI E OPERATIVI
L’INTERPORTO rappresenta probabilmente la struttura
più complessa dell’intero sistema logistico; esso non deve
solamente garantire i trasporti intermodali o combinati
che, secondo un approccio giuridico, vengono così definiti:
TRASPORTO COMBINATO
Legge 23 dicembre 1997, n. 454. Interventi per la
ristrutturazione dell'autotrasporto e lo sviluppo
dell'intermodalità
definizione
f) per trasporto combinato, il trasporto di merci per
cui l'autocarro, il rimorchio, il semirimorchio con o
senza i veicolo trattore, la cassa mobile o il
contenitore effettuano la parte iniziale o terminale
del tragitto su strada e l'altra parte per ferrovia, per via
navigabile interna o per mare.
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Segue aspetti giuridici e operativi
Esso deve inoltre assicurare alle merci, alle imprese, ai
mezzi e alle persone una molteplicità di servizi di carattere
generale e di supporto quali: banche, uffici postali,
ristorazione, rifornimenti e alcune manutenzioni per i
mezzi di trasporto, per i container e altri più specifici quali:
dogane, servizi telematici che lo denotano nella sua
funzione di SISTEMA INTEGRATO DI TRASPORTI E DI
SERVIZI LOGISTICI.
Nella lezione introduttiva li avevamo definiti come:
iniziative immobiliari realizzate su base
programmatica territoriale per mezzo delle quali
si attua il compimento del sistema integrato dei
trasporti e dei servizi logistici che, per le
caratteristiche sistemiche generali e le esigenze di
ingenti finanziamenti, comporta l’intervento
pubblico.
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LA DEFINIZIONE DEL LEGISLATORE
INTERPORTO
L. 4 agosto 1990, n. 240 Interventi dello Stato per la
realizzazione di interporti finalizzati al trasporto merci e in
favore dell'intermodalità.
Capo I - Norme in materia di interporti
1. Ai fini della presente legge, per interporto si
intende un complesso organico di strutture e servizi
integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le
diverse
modalità
di
trasporto,
comunque
comprendente uno scalo ferroviario idoneo a formare
o ricevere treni completi e in collegamento con porti,
aeroporti e viabilità di grande comunicazione
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REQUISITI DELL’INTERPORTO
Dall’esame delle citate disposizioni deriva che l’interporto
deve possedere i seguenti requisiti:
 iniziativa immobiliare;
 struttura di pianificazione territoriale;
 complesso organico di strutture e servizi.
Esso deve permettere di conseguire il miglioramento
dell’efficienza dell’intero ciclo logistico da intendersi nella
sua accezione di pianificazione, realizzazione e controllo
delle attività che si riferiscono ai flussi fisici dei materiali e
le pertinenti informazioni, dalla fase
dell’approvvigionamento a quella di utilizzazione finale,
attraverso le seguenti fasi:
 gestione dell’ordine;
 gestione del controllo delle scorte, trasporto,
magazzinaggio;
 movimentazione della merce, imballaggio dei carichi,
adattamento della merce;
 gestione dei flussi informativi.
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STRATEGIE DELL’INTERPORTO
Rinviando a un secondo momento la problematica
della governance dell’Interporto occorre innanzitutto
considerarlo come una struttura imprenditoriale che,
alla stregua delle altre imprese, si deve dotare di una
sua strategia atta ad inserirlo nel mercato
competitivo.
Tale strategia può essere finalizzata ai seguenti obiettivi :
 di economicità quando è orientata al costo;
 di qualità quando è orientata alla differenziazione;
 di tempo quando è orientata alla sua minimizzazione
e/o di puntualità.
Tutto ciò fermo restando quanto, nell’ esaminare i
trasporti aerei evidenziammo il concetto time critical per
il quale il fattore tempo è decisivo e time definite per il
quale assume maggior valenza l’affidabilità.
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CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERPORTI
Circa la classificazione degli interporti vi è stata una prima fase in cui
erano distinti, sulla base del vigente inquadramento giuridico, in
primo e secondo livello; attualmente vengono classificati a seconda
dell’importanza: NAZIONALI O INTERNAZIONALI.
Le caratteristiche tecniche che il vigente contesto normativo individua
ai fini della definizione di interporto di rilevanza nazionale sono:
a) dar vita ad una rete che riequilibri la dotazione interportuale
nazionale in un contesto di rete logistica che faccia riferimento
agli scambi con la rete comunitaria e con Paesi terzi;
b) essere previsti nei rispettivi piani regionali dei trasporti;
c) svolgere le funzioni e i servizi di cui alla deliberazione CIPET
del 7 aprile 1993, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14
maggio 1993;
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Segue CLASSIFICAZIONE
d) insistere su aree il cui utilizzo sia conforme agli
strumenti urbanistici vigenti, escludendo comunque le
aree tutelate dalla convenzione internazionale di Ramsar
del 2 febbraio 1971 sulle zone umide di importanza
internazionale, nonché le aree sottoposte ai vincoli di cui
alle leggi 1° giugno 1939, n. 1089, e 29 giugno 1939, n. 1497, e
successive modificazioni. Sono altresì escluse le aree
individuate come meritevoli di tutela dai piani paesistici
attuati in esecuzione del decreto-legge 27 giugno 1985, n.
312, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto
1985, n. 431;
e) insistere su aree per le quali sia prevista la presenza di
una infrastruttura ferroviaria intermodale e in cui si sia
accertata l'esistenza di spedizionieri e vettori”.
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Segue CLASSIFICAZIONE
La deliberazione CIPET(Comitato Interministeriale per la Programmazione nei
Trasporti - abolito il 24.12.1993) del 7 aprile 1993 definiva simili parametri
tecnici delle stazioni interportuali, prevedendo, in merito a funzioni e servizi,
che:
a) le funzioni e i servizi insediati nell'interporto dovranno corrispondere, fin
dalla fase iniziale di messa in servizio dell’impianto, almeno a quelli individuati
come minimi nell'elaborato tecnico allegato alla presente delibera, della quale
forma parte integrante, e dovranno essere predisposti, ove possibile, per il
funzionamento nell'ambito di una rete logistica nazionale; in particolare
occorre che siano previsti gli impianti base per l’esercizio del trasporto
combinato e la movimentazione dei containers, nonché le sedi degli operatori
del trasporto e della logistica, e che siano individuate tutte le aree necessarie
alla sosta e alla mobilità dei veicoli stradali e ferroviari
b) le aree sulle quali è programmato l'insediamento dell'interporto dovranno
essere libere da vincoli e destinate, negli strumenti urbanistici vigenti del
comune interessato (o dei comuni interessati), ad attività terziarie e di servizi o
di altre attività comunque compatibili con l'insediamento interportuale;
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Segue Classificazione
 c) l’interporto, nella dimensione proposta, dovrà essere
economicamente compatibile con il bacino di traffico di gravitazione,
dal punto di vista delle funzioni e del servizi insediati e dai punto di
vista della domanda acquisibile, anche tenendo conto di eventuali altri
impianti analoghi presenti o progettati nella stessa zona di gravitazione
del traffico: la domanda su cui è dimensionato l’interporto deve essere
sufficiente a garantire l'investimento sul plano finanziario ed avere
caratteristiche merceologiche specifiche per l’intermodalità;
 d) l’interporto dovrà essere attivo nei confronti degli operatori del
settore; dovrà essere, quindi, prevista la presenza di infrastrutture
ferroviarie intermodali della S.p.A. Ferrovie dello Stato o di sua
partecipata, ovvero di altro vettore ferroviario e dovrà essere accertata
l'esistenza di spedizionieri e/o vettori disponibili a trasferire la loro
attività nell’interporto;
 e) l’interporto dovrà essere inserito nel piano regionale dei trasporti.
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Segue Classificazione
 prevedendo (punto 3) l’allacciamento degli impianti alla






rete logistica nazionale e la necessaria finalizzazione degli
stessi impianti ad alcuni servizi minimi:
sistema di incontro domanda -offerta;
sistema di controllo e monitoraggio delle flotte e dei
carichi;
sistema di interscambio dati; sistemi di teleprenotazione;
sistemi di informazione”.
L’art.40 della L. 01.08.02 n.166 (G.U. 3.8.02 n.181, SO n.158)
recante disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti
prevede, inoltre, che gli interporti siano dotati di adeguata
supporto di cavidotti per reti di comunicazione.
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Segue Classificazione
 Come si evince da quanto esaminato la funzione degli
interporti coinvolge la mano pubblica non tanto nella
realizzazione quanto in quella funzione di regolatore
secondo i moderni approcci liberistici voluti
dall’Unione Europea.
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LA NATURA GIURIDICA
DELL’INTERPORTO
 I principali interporti italiani hanno la forma della
società per azioni cui partecipano soggetti pubblici e
soggetti privati e sono istituiti per effetto di norme che
hanno carattere pubblicistico.
 Nella difficile ricerca di una linea univoca di
individuazione della governance alcuni TAR hanno
affermato che ci si possa trovare di fronte ad opera di
diritto pubblico o privato in relazione alla presenza di
determinate disposizioni statutarie.
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Segue Natura Giuridica
 Per alcuni rileva la composizione societaria per cui la
completa partecipazione pubblica dovrebbe connotare
la natura pubblicistica ovvero mista in caso di
partecipazioni del privato.
 Il criterio da seguire, sotto il profilo del diritto
societario, dovrebbe essere quello che si basa sulla
puntuale investigazione delle norme statutarie della
società di gestione.
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Segue Natura Giuridica
 A tale riguardo però il Consiglio d Stato ha sentenziato
che per la qualificazione di un Ente quale organismo di
diritto pubblico occorrano seguenti requisiti:
 Personalità giuridica;
 Sussistenza di dominanza pubblica;
 Soddisfacimento di bisogni d’interesse generale
non aventi carattere industriale o commerciale.
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Segue Natura Giuridica
La richiamata legge 04.08.1990, n. 240 prevedeva,
all’articolo 6, che i gestori interportuali operassero in
regime di concessione ma tale disposizione contrasta
con la Dir. CEE 75/130/CE , confermata dalla Dir.
92/106/CE in ordine ala liberalizzazione dell’iniziativa
economica.
Del resto, a prescindere dall’appartenenza all’Europa,
non poteva essere diversamente per un sistema cui
viene richiesta efficienza e flessibilità.
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Segue Natura Giuridica
Ad ogni buon conto l’Italia si è adeguata al disposto europeo
modificando la citata Legge 240/1990 per cui la logistica,
l’intermodalità e gli interporti sono stati definitivamente attratti
nell’ambito della libertà di iniziativa economica.
L’EFFETTIVA FUNZIONALITÀ DELL’INTERPORTO RISIEDE
IN UNA PLURALITÀ DI CONDIZIONI:





Ubicazione all’interno di un importante bacino di traffico;
Possibilità di convogliarci tutte le modalità di trasporto;
Offerta integrata di servizi logistici;
Servizi alle imprese, ai mezzi e alle persone;
Coordinamento della domanda in funzione della potenzialità
dell’offerta;
 Collegamento sistematico con la altre piattaforme logistiche.
QUEST’ULTIMA CONDIZIONE SI RIFERISCE AL FATTO CHE
UN’ECONOMIA MODERNA NON PUÒ PRESCINDERE DA UNA
RETE DI INTERPORTI STABILMENTE INSERITA NEL SISTEMA PAESE.
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