L’EPICA CLASSICA
«Epica»
deriva
dal greco
«Epos» =
parola,
racconto
(Pag. 74-76)
Questo genere
nasce, infatti,
come forma di
narrazione
orale, cioè
veniva
trasmessa a
voce di
generazione in
generazione.
I cantori, detti «AEDI»,
recitavano le proprie
composizioni nelle piazze,
nelle corti, nei villaggi,
accompagnandosi
con uno strumento
musicale come la lira o la
cetra.
L’EPICA CLASSICA
EPICA GRECA
ILIADE = STORIA
DELLA GUERRA DI
ILIO, ALTRO
NOME DELLA
CITTA’ DI TROIA
EPICA LATINA
(ROMANA)
ODISSEA =
STORIA DI
ODISSEO,
CIOE’ ULISSE
ENEIDE =
STORIA
DI ENEA
Caratteristiche del genere epico:
• L’epica è scritta in versi (cioè è
una forma di POESIA), i versi
dell’epica classica sono detti
«esametri»
• L’epica narra imprese gloriose di
uomini straordinari, cioè gli EROI,
che possono essere umani o
semidivini
 Ad esempio, l’eroe principale
dell’Iliade è ACHILLE, figlio di una
ninfa del mare e di un uomo
mortale. L’Odissea ha invece come
eroe protagonista
ODISSEO/ULISSE, un uomo
mortale.
• Nell’epica giocano un ruolo
fondamentale le DIVINITA’. Gli dei
greci spesso aiutano o
ostacolano i personaggi della
storia.
La «questione omerica»
Ma se è vero che l’epica nasce come
forma di narrazione orale, come è
arrivata fino a noi?
Secondo la leggenda, il poeta OMERO
ha messo per iscritto Iliade e Odissea
nella forma che oggi conosciamo,
secoli dopo la loro originaria
composizione orale.
Ma Omero è davvero esistito?
Secondo la tradizione, Omero era un
poeta cieco, vissuto in Grecia tra il
IX e l’VIII sec. a.C.
Gli studiosi però non sono tutti
d’accordo e hanno diverse opinioni:
1. Omero è esistito davvero e ha
scritto Iliade e Odissea. Le due
opere, però, sono scritte con stili
molto diversi: probabilmente ha
scritto l’Iliade da giovane e l’Odissea
più avanti negli anni.
2. Iliade e Odissea sono state scritte
da due autori differenti: solo la prima
da Omero, la seconda da un altro
scrittore vissuto dopo di lui.
3. Omero non è mai esistito, è solo
una figura leggendaria. Molti autori
hanno scritto le due opere, che sono
risultate dall’unione di parti diverse.
Il linguaggio dei poemi omerici
• Uso frequente di similitudini,
spesso con animali. Ad es. un eroe
può combattere «come un leone».
• Formule fisse e frasi ripetute. Ad
es. quando muore un guerriero,
spesso Omero scrive che «la sua
vita lascia le membra e scende
nell’Ade».
 La ripetizione aiutava gli aedi a
imparare a memoria e recitare il
poema.
Il linguaggio dei poemi omerici
• Epiteti: aggettivi ed espressioni che
accompagnano i nomi degli eroi e degli
dei, per indicarne caratteristiche
fondamentali. Ad es. Achille è «piè
veloce», Ulisse è «astuto»…
• Patronimici: aggettivi che
accompagnano i nomi degli eroi e
contengono il nome del padre, cui si
aggiunge il finale in –ide. Ad es. Achille
è «Pelìde» in quanto figlio di Peleo,
Agamennone e Menelao sono i due
«Atrìdi» in quanto figli di Atreo…
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