IL VENEZUELA
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Clima;
Storia;
Politica;
Risorse;
Religione;
Moneta e bandiera
MORFOLOGIA
Geograficamente possono distinguersi tre diverse aree:
Nella parte settentrionale del paese vi è una zona montuosa
costituita da catene appartenenti al massiccio andino,
proseguimenti della Cordigliera Orientale colombiana dai quali
si dipartono due sistemi montuosi, la Sierra de Perijá che
delimita il confine tra Colombia e Venezuela e la Cordigliera di
Mérida che si insinua nel paese a sud e ad est del lago di
Maracaibo e di cui il Pico de Bolivar (5007 m s.l.m.) rappresenta
il punto più elevato. Tra i due sistemi montuosi si trova
l'altopiano di Zulia. La Cordigliera di Mérida prosegue seguendo
la linea della costa (e assumendo appunto il nome di Cordigliera
della Costa) che in questo tratto è scoscesa e impervia, di fronte
si trovano numerose isole, la più grande è la Isla de Margarita.
Nel tratto più orientale, in corrispondenza del delta dell'Orinoco,
la costa si fa bassa e paludosa.
La parte centrale del paese è caratterizzata da ampie pianure
erbose chiamate llanos che coprono circa un terzo del territorio
del paese. Si tratta di un'area con un'altitudine ridotto (inferiore
ai 200 m s.l.m.) che durante la stagione delle pioggio subisce
ampi allagamenti da parte dei fiumi che l'attraversano.
La parte meridionale del paese, a sud del corso del fiume
Orinoco, si trova su un altopiano chiamato massiccio della
Guyana, da un punto di vista geologico è uno degli ambienti più
antichi dell'intero continente.
La formazione più notevole di quest'area è l'altopiano chiamato
Gran Sabana, nel corso dei millenni l'arenaria che lo compone è
stata erosa e sono rimaste vallate e formazioni rocciose
chiamate Tepuis caratterizzate da flora e fauna particolari,
l'isolamento ha infatti permesso lo sviluppo di specie
endemiche. In quest'area si trovano alcune fra le cascate più
alte del mondo, come ad esempio il Salto Kukenam e il Salto
Angel (979 m) che è una delle attrattive principali del Parco
Nazionale di Canaima ed è stato incluso nella lista del
patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO.
IL CLIMA
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Il Venezuela ha un clima tropicale,
generalmente contraddistinto da una
stagione piovosa, (da maggio a ottobre)
e una secca (da novembre ad aprile).
Le precipitazioni sono molto variabili
e vanno dai 1000-1500 mm della
fascia costiera dello Stato Falcón agli
oltre 2000 millimetri di alcune zone
dell'Amazzonia venezuelana, a Sud
del paese.
Salto Angel
Il caldo è spesso mitigato
dall'altitudine: Caracas, a quasi 1000
metri s.l.m., presenta temperature
medie annue, pari a 27 °C circa, ma
di 6-7 °C inferiori a Maracaibo, che
invece si trova sul livello del mare.
Nelle Ande venezuelane si registrano
le medie minime: la città di Mérida,
sita a oltre 1600 metri s.l.m., ha una
temperatura media annua di circa
18-19 °C. Ci sono alcune vette delle
Ande ricoperte da ghiacciai e nevi
perenni
Cristoforo Colombo scoprì la regione nel 1498. L'anno successivo,
come già si è avuto modo di indicare, l'esploratore
fiorentino Amerigo Vespucci, durante una spedizione lungo
la costa nord-occidentale dell'attuale golfo del Venezuela,
diede il nome di Venezuela all'intero territorio. La Spagna
inglobò il Venezuela nel suo vasto impero americano nel
corso del XVI secolo, anche se l'esplorazione del paese poté
dirsi compiuta solo nei primi decenni dell'Ottocento. Pochi
Spagnoli vi si trapiantarono per via del clima subtropicale,
preferendo generalmente vivere nelle montagne andine
degli attuali stati del Táchira, Mérida e Trujillo. La piccola
comunità di discendenza spagnola ed europea (anche
italiana) dopo alcuni secoli si rese indipendente dalla
Spagna. A guidare il movimento di affrancamento della
colonia dalla madre-patria fu Simon Bolivar. La nuova
Repubblica del Venezuela fu subito preda di "caudillos" che
la dominarono in forma dittatoriale, assogentandola a
frequenti colpi di stato e rivoluzioni locali. Tale situazione si
protrasse per buona parte del Novecento, allorché il paese
fu governato prima da Cipriano Castro (1899-1908) poi, per
quasi trent'anni, da Juan Vicente Gómez (1908-1935). E fu
proprio durante il regime di quest'ultimo, nel corso degli
anni venti del Novecento, che la scoperta di ingenti
giacimenti di petrolio mutò radicalmente la situazione
economica e politica del Venezuela. Nel 1928 il paese era già
divenuto il secondo produttore mondiale di tale materia
prima. Tuttavia fu solo negli anni quaranta del Novecento
con il vertiginoso aumento del prezzo dell' oro nero che il
petrolio si tradusse in una fonte ingente di entrate per il
Paese
Politica estera:
L'attuale presidente è Hugo Rafael Chávez Frías (dal
1999), che si è sempre mosso in politica estera
seguendo due importanti direttrici: il consolidamento
dell'OPEC (ricordiamo a tale proposito che il petrolio è
alla base dell'economia venezuelana) e un'integrazione
maggiore dell'America Latina da realizzarsi attraverso
l'ALBA (Alternativa Bolívariana para América Latina y el
Caribe), senza cioè l'intermediazione e il patronato degli
Stati Uniti d'America. Tale politica ha progressivamente
allontanato il Venezuela dagli U.S.A. avvicinandolo
sempre più a Cuba e ad alcuni paesi latinoamericani
(Argentina e Brasile in particolare).
Politica interna
La politica economica e sociale di Chávez ha suscitato, e
continua a suscitare, giudizi contrastanti: la classe
imprenditoriale venezuelana e la borghesia locale (in
gran parte di origine europea) sono estremamente
critiche nei confronti del Presidente, avendo visto
fortemente ridimensionato il proprio ruolo in un contesto
sempre più caratterizzato dalla presenza dello Stato
nelle attività economiche del Paese, mentre gli strati
popolari lo sostengono. Il Presidente viene spesso
accusato di demagogia e populismo. Va a tale proposito
messo in evidenza che le sue riforme a sostegno
dell'occupazione e di una più giusta ripartizione della
terra (fra cui una riforma agraria molto contestata), oltre
quelle relative a un'assistenza sociale e sanitaria più
eque, hanno avuto costi molto elevati che si sono
ripercossi negativamente sulle finanze venezuelane e
sullo sviluppo economico del paese.
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RISORSE
Produzione di energia elettrica: 20.000.000 kw.
Pesca: 490.194 tonnellate.
Petrolio: 3.130.000 b/g.
Allevamento: pecore 0,82 milioni, capre 3,2 milioni, bovini 15,4
milioni, suini 4,8 milioni.
Minerali: petrolio, bauxite (alluminio), ferro, gas naturale, carbone,
oro.
Agricoltura
La produzione vegetale del Venezuela è data da: caffè, cacao,
tabacco, canna da zucchero, cotone, vaniglia. Il governo
venezuelano varò la legge per la riforma agraria nel 1960, volta
all’espansione e alla diversificazione della produzione agricola. Nel
2003 il settore primario occupava l’11% della forza lavoro e
concorreva per il 4,5% alla formazione del PIL. Le colture destinate
al mercato interno sono soprattutto mais, riso, patate, manioca e
banane. Tra le colture di piantagione, destinate a essere esportate,
prevale il caffè, oltre alla canna da zucchero e al cacao. Nella zona
costiero-andina si trovano piantagioni di tabacco, mentre nelle aree
meno piovose della costa è diffuso il cotone. Rilevanti sono le
colture di alberi da frutta. Il patrimonio zootecnico è piuttosto ricco,
particolarmente per quanto riguarda i bovini, tradizionalmente
allevati nella zona dei llanos, ma anche gli ovini.
Allevamento
L'allevamento, in forte progresso fino agli anni '90, soprattutto nei
llanos, si è andato negli ultimi anni sviluppando a un tasso
insoddisfacente, nonostante le misure e gli incentivi promossi dal
governo.
Pesca
Nessuna risorsa deriva dalla pesca
Risorse minerarie
Industria
L'industria è in prevalenza formata da quella chimica, metallurgica,
meccanica, del tabacco e alimentare. Fra i prodotti lavorati destinati
all'esportazione si segnala l'ottimo rhum.
La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione. La gran
maggioranza dei venezuelani sono di fede cristiana e in
particolare cattolica (oltre il 90%), seguiti dai protestanti (2%
solamente, ma in costante ascesa)[10] e gli ortodossi (meno
dell'1%). I musulmani rappresentano meno del 0,5% sulla
popolazione totale. Trascurabili le minoranze induiste,
buddiste e di altre confessioni religiose.
Numericamente esigua (fra i 16.000 e i 35.000 fedeli, a
seconda delle rilevazioni) ma importante sotto il profilo
economico e finanziario, è la comunità di religione ebraica
presente nel paese. A Caracas è concentrato circa il 40% dei
fedeli, ma gruppi più o meno consistenti si possono trovare
anche a Maracaibo, Maracay, Puerto la Cruz, Porlamar ed
altre città venezuelane. Dalla fine degli anni novanta del
Novecento molti rappresentanti della comunità ebraica
hanno lamentato atteggiamenti di intolleranza, se non
proprio di antisemitismo, nei propri confronti[11]. La
responsabilità viene imputata al presidente Chávez, che da
parte sua ha sempre respinto tali accuse giudicandole prive
di fondamento.
MONETA E BANDIERA
Il bolivar equivala a 2.4mila
lire
Descrizione: La bandiera ha tre nastri
orizzontali uguali di giallo, azzurro e
rosso con un arco di otto stelle a cinque
punte bianche concentrato sul nastro blu
e che simboleggiano gli otto stati del
Venezuela. Deriva dalla bandiera della
Grande Colombia di cui il Venezuela
fece parte fino al 1830. I colori sono
quelli della bandiera del 1806 del
generale venezuelano Francisco
Miranda.
QUARTIERI DI
CARACAS
IL VENEZUELA
REALIZZATO
DA :
ESPOSITO CHIARA
ID
2009/2010
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