Caratteristiche dell’immigrazione in Italia
Diversificazione provenienze
(circa 170 nazionalità)
26 UE
17 non UE
140 altri continenti
Pareggio europei / extraeuropei
(dieci anni fa 60% extraeuropei)
Polarizzazione delle destinazioni
Romania
Albania
Marocco
Cina
Ecuador
Tunisia
Jugoslavia
Filippine
India
Macedonia
totale
16,2
14,8
13,3
4,8
3,1
2,7
2,7
2,7
2,6
2,5
65,4
2
Alunni con cittadinanza non italiana nella scuola (AS 2013/14)
Percentuali stabili  dall’emergenza alla gestione ordinaria e curricolare
Le seconde generazioni hanno maggiori motivazioni
al successo scolastico: prime conferme
CONTESTI DI APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO L2
italiano lingua straniera italiano appreso all’estero, presso
istituzioni e scuole pubbliche e private, da apprendenti di lingua
madre non italiana.
italiano lingua seconda l’italiano appreso in Italia da studenti
stranieri, che soggiornano per un periodo nel nostro Paese,
spinti da diverse motivazioni;
italiano lingua d’origine l’italiano appreso da oriundi italiani
residenti all’estero, che hanno avuto la lingua italiana, o una
delle sue varietà, come lingua della socializzazione primaria;
italiano lingua di contatto l’italiano appreso in Italia da figli di
cittadini stranieri immigrati, di diverse fasce d’età.
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Acquisizione e apprendimento
Nel nativo e nel bilingue: aree cerebrali diverse per la processazione del
lessico e della grammatica; l’adulto che apprende una L2 utilizza la memoria
di lavoro lessicale anche per le regole grammaticali (monitor)
- Bilinguismo simultaneo: l'acquisizione dei due idiomi avviene nello stesso tempo (è il
caso di bambini che vivono in famiglie dove le due lingue coesistono e vengono usate
parallelamente)
- Bilinguismo consecutivo: le due lingue vengono acquisite in tempi diversi (spesso la
lingua madre, chiamata L1, da subito in famiglia, e poi una seconda lingua, L2, ad
esempio dall'ingresso a scuola)
- Bilinguismo tardivo: la L2 è acquisita dopo la prima infanzia. Dopo questo periodo,
definito 'critico' per l'acquisizione del linguaggio, vi sono differenze significative
nell'apprendimento
Dal punto di vista sociolinguistico
Bilinguismo additivo: quando la comunità attribuisce valore positivo a entrambe le
lingue, lo sviluppo delle due lingue e culture è complementare, e viene perciò
mantenuta e valorizzata anche la lingua madre
- Bilinguismo sottrattivo: nella situazione in cui invece nell'ambiente socioculturale in
cui vive il bambino vi è una svalutazione della sua lingua madre, l'apprendimento
della seconda lingua, più 'prestigiosa' in quel contesto, porta alla graduale perdita
della L1 (attrizione/erosione linguistica)
BILINGUISMO e ACQUISIZIONE LINGUISTICA
 il bilinguismo non è un ostacolo (maggior successo scolastico dei bilingui)
 le capacità di confronto tra sistemi e astrazione linguistica giungono a
maturazione prima che nei soggetti monolingui, e ciò coinvolge anche la
capacità metalinguistica di scoprire le regole sottostanti nelle nuove
lingue che si studiano
 maggiore attitudine a confrontarsi con l’altro da sé (vantaggio
interculturale)
L1
L2
competenza
comune
 Qualunque sia la lingua usata, il pensiero che accompagna le quattro abilità nelle
due lingue proviene dalla stessa origine
 Le funzioni cognitive possono svilupparsi in due lingue altrettanto bene che con una
sola
 il bilinguismo può essere un vantaggio anche per la lingua meno nota, a patto che in
almeno una delle due lingue si possieda una competenza nativa  rischio del
“semilinguismo”
LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA LINGUISTICA
(J. CUMMINS)
Lingua per comunicare
Lingua per studiare
BICS
CALP
Basic Interpersonal Communication Skills
Abilità comunicative interpersonali di base
Cognitive Academic Language Proficiency
Competenza linguistica cognitivo-accademica
Legate al contesto
Indipendenti dal contesto
Concrete
Astratte
Poco esigenti dal punto di vista cognitivo
Esigenti dal punto di vista cognitivo
il pieno sviluppo richiede 1-3 anni
il pieno sviluppo richiede 5-7 anni
•l’alunno straniero appena arrivato deve svilupparle contemporaneamente
•la fluenza nelle competenze comunicative può trarre in inganno, facendo
presupporre un analogo sviluppo delle competenze di studio
Diversificazione alunni stranieri presenti nelle scuole
Circa 300.000 nati in Italia (non nativi solo in senso
burocratico)
Circa 28.000 entrati nel sistema scolastico nell’anno
(probabile necessità di alfabetizzazione nella
comunicazione linguistica di base) sono meno del 3% del
totale alunni CNI
necessità di ridefinizione del concetto di nativo / non nativo
/ bilingue nei documenti ufficiali (MIUR)
Il rischio che si intravede oggi è quello di non individuare con
precisione i bisogni linguistici dell’apprendente di una seconda
lingua. Si presta allora attenzione alla fase del primo apprendimento
(a volte drammatizzando le difficoltà iniziali) e si sottovaluta il vero
ostacolo, cioè quello della lingua per lo studio. Una volta superata la
prima fase, quando l’alunno è in grado di esprimere bisogni, di
raccontare esperienze personali, di comunicare nel quotidiano, lo si
ritiene in grado di “funzionare” come un alunno autoctono per il
quale l’italiano è lingua materna.
G. Favaro, Tutti a scuola. Vademecum per l’accoglienza e
l’inserimento scolastico degli alunni stranieri nella scuola
dell’obbligo, Centro Come, Milano 1998
Conseguenze sull’accoglienza di alunni stranieri nella scuola
L’attenzione ai bisogni dei discenti non può limitarsi al periodo di
accoglienza e inserimento, ma deve estendersi alla fase
successiva, durante la quale l’alunno necessita di transitare da uno
stadio di sopravvivenza comunicativa a quello di padronanza di
modalità espressive più complesse, connesse all’esposizione dei
saperi, su cui si fonda l’effettiva parità di opportunità formative e la
reale integrazione degli alunni stranieri.
L’acquisizione di un livello più elevato di competenza linguisticocomunicativo, oltre ad essere promosso dalla progettazione e
all’attuazione di percorsi didattici volti a sviluppare le abilità e le
conoscenze necessarie per lo studio in L2, è sostenuto dalla
padronanza della L1, dato che tutte le lingue compresenti nella
competenza multipla dell’allievo contribuiscono al suo sviluppo
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cognitivo.
2) Obiettivi e metodi della riflessione metalinguistica a scuola
QUALI OBIETTIVI PER L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO?
L1 
sviluppare la competenza d’uso dell’italiano fino alla completa “padronanza”
sviluppare la conoscenza esplicita delle regole e strutture grammaticali
privilegiare l’insegnamento di ciò che gli allievi conoscono meno, cioè le
varietà “alte” del repertorio, il parlato formale e la scrittura;
governare il caos diafasico
L2 
primarietà della comunicazione orale, concentrarsi sulle varietà dell’uso
medio; solo ai livelli medio-alti è riservata la riflessione sulle varietà alte
(it.tecnico-scientifico, it. letterario) e basse (it.trascurato informale, gerghi,
ling. giovanile ecc.)
E nella classe plurilingue?  le competenze sono sempre più scalata
secondo un continuum con questi due estremi
Apprendimento implicito  procedurale  non richiede riflessione
metalinguistica esplicita
Apprendimento esplicito 
Logico-deduttivo
Empirico-induttivo
come si giunge alla conoscenza esplicita di una regola?
percorso induttivo
percorso deduttivo
Contro: tempi + lunghi
Pro: motivazione
Memoria lungo termine Adatto solo x alcuni livelli di lingua
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La grammatica di carta e la grammatica dell’apprendente
Grammatica di carta
Grammatica dell’apprendente
Nome / Forma / Funzione /
Funzione / Forma (Nome)
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Per saperne di più
Documenti MIUR
Rapporto miur ISMU alunni stranieri 2014
Testi:
G. Favaro, A scuola nessuno è straniero, Firenze, Giunti, 2007
D. Demetrio, G. Favaro, Didattica interculturale. Nuovi sguardi,
competenze, percorsi, Milano, Franco Angeli, 2012
Diadori, Palermo, Troncarelli, Insegnare l’italiano come seconda
lingua, Roma, Carocci, 2015 (disponibilie a maggio)
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Palermo 19-3-2015 - Scuola Normale Superiore