OREFICE A., MONTEMURRO G., BELLI P., INGEGNO L.
CONSIDERAZIONI DI TECNICA CHIRURGICA E BIOMECCANICA NELLA PRATICA CLINICA DEL TRATTAMENTO DELLE FRATTURE LATERALI DI
COLLO FEMORE CON VITE CEFALICA SINGOLA, DOPPIA E SPIRAL BLADE
OSPEDALE “F. SPAZIANI” FROSINONE
ABSTRACT presentiamo la nostra esperienza di riesame critico di 250 casi di frattura pertrocanterica di collo femore (cartelle cliniche e fogli operatori)
trattati presso il nostro centro tra il 2012 e il 2015 effettuato con lo scopo di individuare le criticità operatorie e le strategie chirurgiche attuate nella
gestione della patologia. Il trattamento chirurgico è stato effettuato mediante inchiodamento endomidollare con i seguenti mezzi di sintesi: chiodo AFFIXUS
(BIOMET®), chiodo PFNA (SYNTHES®),con chiodo INTERTAN (Smith&Nephew®). Sono stati estrapolati i seguenti dati: tempi chirurgici, tempi di
ospedalizzazione, giorno di inizio della chinesi, giorno di concessione del carico completo, perdita media di emoglobina in fase post-operatoria e fabbisogno
di emotrasfusioni. L’elaborazione dei dati estrapolati ha permesso di confermare, come già discusso in letteratura, la sovrapponibilità dei tre mezzi di sintesi
sia nella indicazione chirurgica di osteosintesi delle fratture pertrocanteriche di femore che nel decorso clinico intra e peri-operatorio.
CONSIDERAZIONI TECNICHE: I tre mezzi di sintesi utilizzati presentano
notevoli differenze tecniche e differenti tecniche di impianto. Nessuno
dei tre chiodi permette una riduzione della frattura, tutti permettono
sostanzialmente la sola compressione dei frammenti; pertanto l’accurata
riduzione pre-operatoria sul letto di trazione è sempre necessaria.
Il chiodo TRIGEN (diversamente da PFNA e da AFFIXUS) ha porzione
prossimale trapezoidale che non ne influenza la resistenza biomeccanica
e permette la conservazione del muro laterale del grande trocantere, la
forma a diapason distale, inoltre, ne aumenta l’elasticità. ₁ La tecnica
chirurgica di inserimento nel canale endomidollare prevede che il chiodo
venga battuto. La caratteristica utile è il bloccaggio prossimale con due
viti tra loro integrate che permettono una buona stabilità rotazionale e
un richiamo efficace.¹ I chiodi PFNA e AFFIXUS sono di forma cilindrica e
possono essere introdotti con movimenti oscillatori, non forzando sulle
pareti della diafisi femorale. Il chiodo PFNA è dotato di lama cefalica a
doppia elica (Spiral Blade) che è caratteristica peculiare di tale sistema
Tale lama, ad ampia superficie di appoggio e resistenza alle rotazioni,
permette di essere inserita nella testa del femore senza una preventiva
fresatura, evitando l’asportazione di osso spongioso e favorendone
piuttosto la compattazione. ²⁻³Il chiodo AFFIXUS, ha la possibilità di una
vite anti rotazionale indipendente dalla vite di LAG, il cui foro può essere
utilizzato per la fissazione provvisoria del collo e della testa femorali per
evitarne dislocazioni durante l’alesaggio e l’impianto della vite di LAG. Lo
strumentario di corredo comprende la set screw pre-assemblata e il Goal
Post Technology per il miglioramento della visualizzazione del collo
femore nella proiezione laterale. ³Indipendentemente dalle
caratteristiche peculiari di ogni chiodo, gli impianti richiedono tutti il
corretto posizionamento della vite di LAG nel quadrante postero-inferiore
del collo femore, secondo lo schema delle zone di Cleveland.¹⁻³
CHIODI
STANDARD
CHIODO AFFIXUS
BIOMET
CHIODO INTERTAN
SMITH&NEPHEW
CHIODO PFNA
DEPUY-SYNTHES
CARATTERISTICHE
PRINCIPALI
chiodo endomidollare con singola vite
cefalica
possibilità di una vite antirotazionale
prossimale
chiodo endomidollare con vite lag
sottotrocanterica o vite lag associata alla
vite di richiamo
chiodo endomidollare con
utilizzo di una lama per
bloccaggio prossimale
FORMA E DIAMETRO
Chiodo a sezione prossimale
e distale cilindrica
Ø prossimale di 15,6mm,
distali di 9, 11, 13mm
Chiodo corto retto: sezione
prossimale trapezoidale
15,25 x 16,25mm, sezione
distale cilindrica
Ø 10mm e 11,5mm, con
fissurazione “a diapason”
Chiodo a sezione prossimale
e distale cilindrica
Ø prossimale di 16,5 o il 17
mm,
Ø distali 9-10-11-12mm
LUNGHEZZA
180 mm
180-200 mm
170-200-240 mm
ANGOLO CERVICO-DIAFISARIO
125°-130°
125°-130°, su
richiesta 135°
125°-130°-135°
ANGOLO MEDIO-LATERALE
4°
4°
6°
MATERIALE
lega di titanio
TiMax
lega di titanio
Ti6-Al4-V
lega di titanio
TAN
AFFIXUS
BIOMET
250 CASI
CHIODO
INTERTAN
SMITH&NEPHE
W
CHIODO PFNA
DEPUY-SYNTHES
80 CASI
140 CASI
30 CASI
TEMPI CHIRURGICI
(minuti)
35-50
45-60
40-55
TEMPI DI
OSPEDALIZZAZION
E
(giorni)
5-7
4-7
6-8
CHINESI A LETTO
(giorni)
1-2
1-2
1-2
3-4/nd
3-4/nd
3-4/nd
PERDITA MEDIA DI
Hb
(g/dl)
2-3
1.0-2.8
1.5-3
FABBISOGNO
EMOTRASFUSION
E (% PZ)
15-18 %
17-19%
16-20%
CARICO
COMPLETO
(giorni)
MATERIALI E METODI : Sono stati presi in esame 250 casi di frattura
pertrocanterica di collo femore ricoverati presso la nostra struttura
ospedaliera dal gennaio 2012 al marzo 2015 e trattati mediante
inchiodamento endomidollare con i seguenti mezzi di sintesi: 80 casi
con chiodo AFFIXUS (BIOMET®) bloccato con vite cefalica singola, 30
casi con chiodo PFNA (SYNTHES®), 140 casi di inchiodamento con
chiodo INTERTAN (Smith&Nephew®) bloccato con doppia vite cefalica.
Sono stati estrapolati i seguenti dati: tempi chirurgici, tempi di
ospedalizzazione, giorno di concessione del carico completo, grado di
anemia postoperatoria e fabbisogno di emotrasfusioni
RISULTATI: Da quanto valutato sono emersi tempi chirurgici medi
pressoché sovrapponibili nei tre gruppi e variabili dai 35 ai 50 minuti
con un leggero aumento medio della tempistica nei gruppi trattati con
chiodo INTERTAN (Smith & Nephew®). I tempi medi di
ospedalizzazione sono stati di 7 giorni senza significative differenze
tra i tre gruppi. La chinesi a letto, indifferentemente dal tipo di
sintesi utilizzato, è iniziata generalmente in prima giornata post
operatoria, mentre la concessione del carico in terza/quarta giornata
in tutti e tre i gruppi. Quando il carico non è stato concesso è stato per
motivi di carattere generale e non dipendenti dalla qualità della
sintesi. La perdita media di emoglobina nel periodo peri operatorio è
stata pari a circa 2.5 g/dl con fabbisogno di emotrasfusioni pari al 18%
dei casi con valori sovrapponibili nei tre gruppi.
CONCLUSIONI : E’ emerso pertanto che i parametri da noi valutati non vengono influenzati né dal mezzo di sintesi utilizzato né,
quindi, dalla peculiare tecnica chirurgica necessaria. I dati da noi estrapolati, pertanto, non si discostano da quanto descritto in
letteratura, e confermano che il decorso peri-operatorio non pone sostanziali differenze nella scelta tra le tre metodiche.⁴⁻⁸ Le
specifiche di ogni singolo chiodo, tuttavia, sottendono a filosofie di trattamento differenti che necessitano di adeguato training e
di una pratica dedicata.⁷
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