“Invece di utilizzare l’immenso incremento delle risorse materiali e tecniche per costruire la città delle meraviglie, abbiamo creato ghetti e bassifondi. Saremmo capaci di fermare il sole e le stelle perché non ci danno alcun dividendo” J. M. Keynes, National Self Suff iciency in “The Yale Review, XXII (1933) IRIDE IREN 1 luglio 2010 ENIA Sono società di multi servizi a prevalente carattere pubblico e nascono dalla volontà dei comuni di collocare parzialmente le società municipalizzate in Borsa incamerando la cessione delle azioni e garantendo così anche un più ampio margine industriale operativo slegandosi dal territorio di origine. IREN opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le pubbliche amministrazioni. FINANZIARIA SVILUPPO UTILITIES S.R.L. (FSU), con sede a Genova, è la società controllata al 50% dal Comune di Torino e al 50% dal Comune di Genova che detiene una partecipazione del 33,30 % in IREN S.p.A. (già IRIDE S.p.A.) (35,96% del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto) FINANZIARIA CITTÀ DI TORINO holding in capo al Comune di Torino. A questa finanziaria il Comune di Torino conferisce la proprietà di alcuni asset comunali per poi proseguire con parziali privatizzazioni ALTRI AZIONISTI Sono operatori privati (singoli e società) in beni di investimento che si muovono per conto proprio, investendo il proprio patrimonio senza avvalersi dell'intermediazione gestionale di altri soggetti. Tra questi, va citato il Fondo Amber Capital con sede alle Isole Cayman già oggetto di diverse interrogazioni / Quindi per capirci: IREN conosce tutti i suoi soci? Chi c’è dietro questi Fondi? A chi vanno i profitti di IREN che, fino a prova contraria, è al 51% pubblica? Che dire, tutto Banche e FIAT e qualche rappresentante politico in senso più stretto. In IREN c’è una forte presenza di Intesa S. Paolo ma attraverso Rosina ci sono interessi di Banca Popolare di Milano e di Assicurazioni Generali. Il Consiglio di Amministrazione mi sembra una camera di compensazione di grandi interessi finanziari. Nel 2011 i 13 componenti del consiglio di amministrazione e i revisori dei conti hanno incassato da Iren spa 2 milioni e 335 mila euro. L’amministratore delegato Roberto Garbati (477mila euro l’anno), il direttore generale Andrea Viero (442mila), il presidente esecutivo Roberto Bazzano (497mila) e il vicepresidente Luigi Giuseppe Villani (145mila). Per fare una proporzione, il presidente Usa Obama arriva a 300mila euro l’anno. I vari Consigli costano €. 2.193.000 (Secolo XIX 02.07.2012) Finanziaria Sviluppo Utilities Consiglio di Amministrazione IREN Acqua e gas Consiglio di Amministrazione CHIANALE Prof. Not. Angelo – Presidente C.d.A. (nomina Comune di Torino) BENVENUTI Ubaldo Presidente ex PCI-PDS-DS-PD dimissionario dopo pochi mesi sostituito da: LAVATELLI Avv. Ernesto – Vice Presidente C.d.A. (nomina Comune di Genova) MONTARSOLO Luigino già presidente di Ente Fiera di Genova quota PD-Franceschini POLLIOTTO Avv. Patrizia – Consigliere (nomina Comune di Torino) BAZZANO Roberto Amministratore Delegato ANFOSSI Dott. Giuseppe – Consigliere (nomina Comune di Genova) N. B. Lavatelli a Luglio è stato rimosso e sostituito da Alessandro Ghibellini Avvocato che è stato presidente di Talea Società di Gestione Immobiliare di proprietà di Coop Liguria (e qua si aprono infiniti mondi….) ed uno dei principali sponsor di Marco Doria. Altrettanto interessante la storia del Notaio Chianale. Si è dimesso dopo aver presieduto ad una mega transazione immobiliare di IREN a Torino per conto dell’acquirente! Giuseppe “Beppe” Anfossi: ex presidente del Consiglio di Amministrazione di Acquedotto De Ferrari Galliera s.p.a. ora presente i svariati Consigli di Amministrazione tra qui Fondazione Carige con Pierluigi Vinai, e marito del PM Anna Canepa CASISSA Michele Consigliere ex Assessore PCI-PDSDS-PD ELEFANTI Marco Consigliere ZANICHELLI Lino Consigliere MEDITERRANEA delle ACQUE Prof. Giovani Battista Pittaluga – Presidente Dott./ Giuseppe Piaggio – Vice Presidente Ing. Gian Luigi Devoto – Amministratore con deleghe Prof. Mario Rosario Mazzola – Amministratore con deleghe Dott. Luigi Luzzati – Amministratore con deleghe Sig. Piero Lazzeri – Amministratore Sig. Claudio Repetto – Amministratore Dott. Corrado Santini – Amministratore Ing. Luciano Iannuzzo - Amministratore Pubblico Privati Fondazioni bancarie IREN S. P. A. IREN Acqua e Gas 60% Mediterranea delle Acque 66,50% Idrotigullio Ministero del Tesoro Cassa Depositi e Prestiti 40% Fondo di investimento F2i Banche Assicurazioni Casse Previdenziali All’atto della fusione IRIDE – ENIA le due aziende avevano complessivamente debiti per 1,5 miliardi di euro Ai 2,653 milioni di € attuali, riconducibili in parte al “peccato originale” della fusione ed ai maggiori costi sostenuti per Parma (inceneritore), Torino (cogeneratore) e Livorno (rigassificatore) si devono aggiungere: gli oneri scomputati dei 250 milioni di euro che il Comune di Torino deve ad IREN in base a bollette non pagate gli oneri per il controllo Edipower che ha comportato l’assunzione di debiti pari a 225 milioni di euro di debito (il 20,5% di 1,1 miliardi di debito di Edipower), l'impegno finanziario per chiudere sul controllo della stessa Edipower pari a 164 milioni A ciò va aggiunto i maggiori oneri dovuti alla fluttuazione del prezzo del petrolio non interamente riversato sugli utenti, nel caso di IREN Energia. COME È POSSIBILE GENERARE QUESTA MONTAGNA DI DEBITI OPERANDO IN REGIME DI SOSTANZIALE MONOPOLIO? IRIDE + ENIA €. 1.500.000.000 Gazprom €. 96.000.000 2-Controllo Edipower €. 164.000.000 Inceneritore di Parma €. 315.000.000 €. 3.330.000.000 1-Controllo Edipower €. 225.000.000 Cogeneratore Torino €. 400.000.000 Rigassificatore Livorno €.370.000.000 Debiti Torino €. 260.000.000 Patrimonio netto IREN € 1.463.000,00 E’ quanto ha speso FSU per comprarsi il 33% di IREN!!! 33% Azioni A bilancio di FSU n. 424.999.233 € 831.692,00 € 0,5455 14/09/12 Quota parte di FSU A bilancio di FSU Valore € 482.790,00 (valore) € 831.692,00 €. 230.987.083,13 Quota parte di patrimonio netto attualizzato di IREN!!! -58,05%!!! Perdita di valore Perdita di valore €. 348.902,00 €. 600.704.916,86 -72,22%!!! Cessioni immobili per 130-150 milioni (obbiettivo ottimistico stante il mercato immobiliare) Cessione rete a banda larga 30-40 milioni Cessione di una quota variabile tra il 40 ed il 49 % a F2i di Iren Ambiente Cessione delle proprie quote delle Centrali idroelettriche 50 milioni Rigassificatore Livorno cessione quote tra il 25% ed il 30%: Cartolarizzazione crediti: da quantificare Rientro del debito del Comune di Torino esposto per 260 milioni (partita tutta da raccontare!) Iren intende distribuire 70 milioni di €. di dividendi . In questi mesi IREN ha: Venduto SASTERNET per 14,9 milioni di €: mentre tutti quanti puntano sulle Reti Ultraveloci noi dismettiamo dorsali fondamentali, Venduto la sede torinese di via Bertola per circa 20 milioni di € Conferito l’intero patrimonio immobiliare a un fondo immobiliare presieduto dall’ex presidente della Provincia di Cuneo: come sempre la politica si mischia con la gestione delle Aziende partecipate. Pensavano di incassare 250-300 milioni di €, ne fanno su la metà ma tutto ciò passa un successo imprenditoriale mentre Torino con le ultime cessioni scarica su IREN circa 450 milioni di debiti. Si assiste alla “trasformazione del ceto politico locale in una associazione di capitalisti, che detiene e gestisce società multinazionali impegnate a fare profitti dovunque nel mondo”; era questo il compito che i vari consigli comunali e/o provinciali avevano affidato alle Multi utility? Perché i servizi essenziali per il cittadino come i rifiuti o l’acqua sono gestite da società esterne e non direttamente dai Comuni? Perché i costi di amministratori delegati, consiglieri di amministrazione, presidenti, eccetera, eccetera, di queste multiutility sono scaricati sulla comunità sotto forma di aumento delle tariffe? Perché quotare in Borsa società che operano in regime di sostanziale monopolio partecipate dagli stessi clienti a cui forniscono i servizi? Se queste multiutility dovessero fallire i debiti chi li pagherà? I Comuni già indebitati? Al posto delle economie di scala, i maxi debiti di scala?